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Visualizza la versione completa : La finestra di fronte - Ferzan Özpetek - 2003



Claire
09-April-2015, 00:19
Drammatico/Sentimentale - Italia/Regno Unito/Portogallo/Turchia, 2003 - 106'

3284


Interpreti Principali: Giovanna Mezzogiorno, Massimo Girotti, Raoul Bova, Filippo Nigro, Serra Yilmaz, Maria Grazia Bon, Benedetta Gargari, Massimo Poggio, Rosaria De Cicco, Ivan Bacchi, Flavio Insinna.


Trama

Giovanna, una giovane donna sposata e con due figli, si ritrova in casa un uomo molto anziano che ha completamente perso la memoria. Cercando di ricostruire la sua identità e il segreto del suo passato, Giovanna con l'aiuto di Lorenzo, che abita nel palazzo di fronte, scopre piano piano che lei stessa ha smarrito il ricordo dei propri sentimenti e delle proprie passioni. L'indagine su quell'uomo misterioso diventa così per Giovanna una vera e propria indagine su se stessa, in un mondo che sta perdendo la capacità di riconoscere la forza dei sentimenti più profondi.




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La memoria, il ricordo, sono elementi fondamentali della vita di una persona.
Özpetek ce lo ripete con dolcezza e tenerezza, facendo attenzione a non schiaffeggiarci ma portandoci per mano attraverso il racconto di Davide e di Giovanna, la memoria del passato e il ricordo di due esistenze diverse che nel momento che si incrociano trovano anche una sintesi che nel caso di Davide è finale, nel caso di Giovanna è crescita e rinnovamento. Özpetek tratta un argomento delicato come il rastrellamento nel ghetto di Roma del ’43 in modo non scontato, evitando l’ovvio e utilizzando le tecniche cinematografiche del primo piano e del piano sequenza in modo, secondo me, magistrale. Tratta anche l’argomento della omosessualità e riesce a esprimere un sentimento poetico di notevole livello. Tratta anche l’argomento della crisi di coppia in modo spigliato ma non superficiale. Qui si inserisce la finestra di fronte del titolo, la finestra verso la quale Giovanna guarda incuriosita, verso la quale vede una evasione dalla routine della sua vita coniugale, un bisogno di cercare nuovi stimoli. Ma è anche la finestra dalla quale invertendo la visuale, può guardare verso la propria finestra e vedere la propria vita. Battersi per cambiare il mondo si può fare, ma spesso se ne esce sconfitti, battersi per cambiare il modo di vivere è invece possibile e fattibile.
Gli attori sono tutti bravi, al disopra di tutti un Massimo Girotti alla fine della sua parabola, per me commovente.
Disseminati nel film vi sono alcuni piccoli cammei.

Bellissima la lettera scritta all'amato Simone e che Davide conserva ancora:
Mio caro Simone,
dopo di te, il rosso non è più rosso. L'azzurro del cielo non è più azzurro. Gli alberi non sono più verdi.
Dopo di te, devo cercare i colori dentro la nostalgia che ho di noi. Dopo di te, rimpiango persino il dolore che ci faceva timidi e clandestini.
Rimpiango le attese, le rinunce, i messaggi cifrati, i nostri sguardi rubati in mezzo a un mondo di ciechi, che non volevano vedere perchè, se avessero visto, saremmo stati la loro vergogna, il loro odio, la loro crudeltà.
Rimpiango di non aver avuto ancora il coraggio di chiederti perdono. Per questo, non posso più nemmeno guardare dentro la tua finestra. Era lì che ti vedevo sempre, quando ancora non sapevo il tuo nome.
E tu sognavi un mondo migliore, in cui non si può proibire ad un albero di essere albero, e all'azzurro... di diventare cielo.
Non so se questo è un mondo migliore... ora che nessuno mi chiama più Davide... ora che mi sento chiamare soltanto signor Veroli, come posso dire che questo è un mondo migliore?
Come posso dirlo senza di te?

Bel film, francamente non me lo aspettavo così.

Indigowitch
10-April-2015, 15:02
Visto tanti anni fa... ero partita un po' prevenuta, probabilmente la presenza di Bova e la locandina "dolciona" avevano stuzzicato la snobbina acida che è in me.
In realtà un film condotto con mano delicata e molto ricco di spunti di riflessione, se non fosse che poi, una volta spente le luci della sala, gli spettatori proseguono la loro vita nella mediocrità di tutti i giorni, magari ridendo alla battuta crassa del collega che dà del "ricchione" al compagno di scrivania.
Se l'arte potesse veramente insegnarci qualcosa...