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Visualizza la versione completa : Il nazista e la bambina - Liliana Manfredi



Claire
06-February-2015, 12:46
http://giotto.ibs.it/cop/copj170.asp?f=9788874243860

Sinossi


Quella di Liliana Manfredi è una storia vera. E lei l'unica sopravvissuta a una strage nazista nel giugno del 1944. Aveva undici anni quella terribile notte, quando vennero uccisi trentacinque civili innocenti alla Bettola, sulle colline di Reggio Emilia. Ma la storia di Liliana ha un elemento in più, che la rende unica forse al mondo. Fucilata insieme alla mamma e ai nonni, ha avuto la fortuna di rimanere solo ferita, e l'audacia di tentare una fuga rocambolesca fino al fiume. Ed è lì, sul greto del torrente Crostolo, con una gamba spezzata e tre pallottole nel corpo sanguinante, che si è consumato il miracolo: il nazista addetto al giro di ricognizione post-strage scopre Liliana nascosta nell'erba e invece di darle il colpo di grazia la porta di peso sulla strada principale, rischiando la corte marziale per salvarle la vita.


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In questo piccolo libro autobiografico Liliana Manfredi ripercorre sul filo della memoria l’orrore di quanto accadde la notte di S. Giovanni del ‘44 a lei e alla sua famiglia e a tutta quella povera gente che si trovava in località la Bettola di Vezzano sul Crostolo ( Eccidio della Bettola).
Quella notte arrivarono i tedeschi da Cascina e massacrarono tutti: uomini, donne, vecchi e bambini. Con ferocia e accanimento.
Liliana, seppur ferita, ebbe la forza di gettarsi fuori dalla finestra della sua casa che andava a fuoco e di trascinarsi vicino al fiume, tra la vita e la morte…con tre pallottole in corpo e tutto intorno che spariva nel fuoco della rappresaglia tedesca per un ponte che i partigiani avevano cercato inutilmente di far saltare in aria.
Quanta ferocia e accanimento nella notte in cui, per ironia della sorte, i falò vengono considerati di buon auspicio e come protezione dalle malattie e dalle avversità.
Ma anche quando predominano i peggiori istinti dell’uomo, da qualche parte emerge sempre un qualche sprazzo di luce e di umana pietà e la vita salvata di Liliana ne è stata una dimostrazione.
Quell’umana pietà che molto probabilmente ebbe quell’ignoto tedesco che la prese dal campo vicino al fiume e la lasciò delicatamente sul ciglio della strada affinchè qualcuno la trovasse.
Così scrive Liliana all'inizio del libro: “Ho settant’anni e sono nata due volte.La prima volta in casa di mia madre (29 aprile 1933). La seconda volta ero in mezzo a un prato, di fianco alla casa ridotta in cenere dai tedeschi(24 giugno 1944).Avevo tre buchi di pallottola nel corpo.
Il nazista mi puntò il fucile in mezzo agli occhi. Poi ci guardò dentro. E fece salva la mia vita.”

Un libro che consiglio vivamente. Per non dimenticare.