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daniela
10-November-2011, 23:29
Inizio con un tris di poesie del premio Nobel per la letteratura di quest'anno, Tomas Tranströmer:

47

Mattina e ingresso

Percorre il suo cammino
Il grande gabbiano dal dorso nero,
Timoniere del sole.
Sotto di lui, l’acqua.
Adesso il mondo sonnecchia ancora
Come nell’acqua una pietra variopinta.
Giorno indecifrato. Giorni -
Come caratteri aztechi!
Musica. E io resto imprigionato
In questo arazzo.
Le braccia sollevate – come una figura
D’arte rurale


Le pietre

Sento cadere le pietre che abbiamo gettato,
Cristalline negli anni. Nella valle
Volano le azioni confuse dall’attimo
Gridando da cima a cima degli alberi, tacciono
Nell’aria più leggera del presente, planano
Come rondini da cima
A cima dei monti finché
Raggiungono l’altopiano più remoto
Lungo la frontiera con l’aldilà.
Là cadono
Le nostre azioni cristalline
Su nessun fondo,
Tranne noi stessi.


L'albero e il cielo

Un albero vaga nella pioggia,
ci passa in fretta davanti nel grigio scrosciante.
Ha un affare da sbrigare. Prende vita dalla pioggia
come un merlo in un frutteto.

Appena smette di piovere l'albero si ferma.
S'intravede dritto e fermo nelle notti chiare,
come noi in attesa dell'istante
in cui i fiocchi di neve si rovesciano nello spazio.

daniela
10-November-2011, 23:44
Eugenio Montale, premio Nobel per la letteratura 1975.

48


Ho sceso, dandoti il braccio

Ho sceso, dandoti il braccio,
almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto
ad ogni gradino.
Anche così è stato breve
il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora,
né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale
dandoti il braccio
Non già perché con quattr'occhi
forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo
che di noi due
Le sole vere pupille,
sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Eugenio Montale

daniela
10-November-2011, 23:48
Spesso il male di vivere

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

Eugenio Montale

daniela
10-November-2011, 23:51
Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
m entre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

Montale

Claire
11-November-2011, 00:16
Wislawa Szymborska - premio Nobel per la letteratura 1996


50


Scrivere un curriculum

Che cos'e' necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e' vissuto
e' bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perche'.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non cio' che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.


da "Vista con granello di sabbia"

Aleciccio
11-November-2011, 15:21
Sully Proudhomme (16 marzo 1839, Parigi - 06 settembre 1907, Châtenay-Malabry - Francia) all'anagrafe René Francois Armand Prudhomme. Fui insignito del Premio Nobel per la letteratura nella prima edizione del 1901 e fu membro dell'Accademia di Francia dal 1881 fino alla morte.

Il momento migliore

L'istante più bello degli amori
non è quando si dice 'ti amo'
è nel silenzio
ogni giorno spezzato a metà

è nelle intese
pronte e furtive dei cuori
nei finti rigori
nelle indulgenze segrete

nel brivido di un braccio
dove poggia una mano che trema;
nel libro sfogliato insieme,
un libro mai letto

nell'ora irripetibile quando con la bocca chiusa
il pudore dice tanto
e il cuore scoppia
aprendosi in silenzio come un bocciolo di rosa

l'ora in cui il mero profumo dei capelli
sembra un regalo conquistato …
l'ora della tenerezza squisita
che nel rispetto avvolge la passione.


Sully Proudhomme

daniela
11-November-2011, 17:22
Questa poesia la adoro:

Amore a prima vista
Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
È bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.

Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
Uno "scusi" nella ressa?
Un 'ha sbagliato numerò nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.

Wislawa Szymborska

daniela
11-November-2011, 22:50
José Saramago, scrittore, poeta e critico letterario portoghese, premio Nobel per la letteratura nel 1998.


65


Vengano infine
Vengano infine le alte allegrie,
le ardenti aurore, le notti calme,
venga la pace agognata, le armonie,
e il riscatto del frutto, e il fiore delle anime.
Che vengano, amor mio, perché questi giorni
son di stanchezza mortale,
di rabbia e agonia
e nulla.



Stelle poche
Chiamarti rosa, aurora, acqua fluente,
cos'è se non parole raccattate
tra i rifiuti d'altre lingue, d'altre bocche?
I misteri non sono quello che sembrano,
o non riescono a dirli le parole:
nello spazio profondo, stelle poche.






Traccio un solco per terra, in riva al mare:
e la marea subito lo spiana.
Così è la poesia. La stessa sorte
tocca alla sabbia e tocca alla poesia
al via vai della marea, al vien-vieni della morte.




Oggi non era un giorno di parole,
con mire di poesie e di discorsi,
né c'è strada che fosse la nostra.
A definirci bastava solo un atto,
e visto che a parole non mi salvo,
parla per me, silenzio, ch'io non posso.

Rupert
11-November-2011, 22:58
http://lyrikline.org/fileadmin/images/poems/hm03_7e4d8e4407a0f8b6f8b6d8f196b8120c.jpg



Alla sera

Ogni albicocca
Caccia in pancia
Un sassolino
Ad un altra anche
Noi due terzi
Di tutti i gatti
Si sentono nel
Quinto anno di vita
Camminano ariosi nell’incognito- In borsette
Giusto ancora i capelli e dalla diga ferroviaria
S’avventura la luna per lo stadio
Come un pallone in casa ha con sé 11 unghie
Fissate ad una corda guarda
Ho un “faible” per il numero 3.



N.b.: la poesia di Herta Müller è virtualmente intraducibile, perché giocata su suoni e giustapposizioni sintattiche che in tedesco hanno un certo effetto e che in traduzione lo perdono o ne hanno altri contraddittorii. Basti pensare, per esempio al dettaglio per cui la luna in tedesco e maschile (der Mond) ed in italiano è femminile. Basta questo per scardinare tutta una costruzione che mette in rete la luna, lo stadio, un pallone e l'interno di una casa...
Nonostante tutto, data la mia baldanzosa scellerataggine, ci ho provato lo stesso.

daniela
12-November-2011, 13:44
A noi
si addice
la
paura
della
tenerezza

Herta Müller

daniela
12-November-2011, 13:47
Acqua che all'acqua torna, di luce sfrangiata,
si apre l'onda in spuma.
Movimento perpetuo, arco perfetto,
che si erge, ricade e rifluisce,
onda del mare che il mare stesso nutre,
amore che di se stesso si alimenta.

José Saramago

daniela
12-November-2011, 13:49
Le parole d'amore

Dimentichiamo le parole, le parole:
le tenere, capricciose, violente.
le soavi di miele, quelle oscene,
le febbrili, le affamate e assetate.

Lasciamo che il silenzio dia un senso
al pulsar del mio sangue nel tuo ventre;
che parola o discorso mai potrebbe
dire amore nella lingua del seme?

José Saramago

daniela
12-November-2011, 23:44
Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la letteratura 1959

115

Specchio

Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell'erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.

E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell'acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c'era.

Salvatore Quasimodo

daniela
12-November-2011, 23:44
Dolore di cose che ignoro

Fitta di bianche e di nere radici
di lievito odora e lombrichi,
tagliata dall’acque la terra.

Dolore di cose che ignoro
mi nasce: non basta una morte
se ecco più volte mi pesa
Con l’erba, sul cuore, una zolla

Salvatore Quasimodo

116

daniela
18-November-2011, 16:53
Imitazione della gioia

Dove gli alberi ancora
abbandonata più fanno la sera,
come indolente
è svanito l'ultimo tuo passo
che appare appena il fiore
sui tigli e insiste alla sua sorte.

Una ragione cerchi agli affetti,
provi il silenzio nella tua vita.

Altra ventura a me rivela
il tempo specchiato. Addolora
come la morte, bellezza ormai
in altri volti fulminea.
Perduto ho ogni cosa innocente,
anche in questa voce, superstite
a imitare la gioia.

Salvatore Quasimodo

daniela
19-November-2011, 16:43
Wole Solinka (Nigeria 1934)
Premio Nobel per la letteratura 1986
200


Poeta e drammaturgo nigeriano, considerato uno dei più importanti esponenti della letteratura dell'Africa sub-sahariana, nonchè il maggiore drammaturgo africano.
Nel corso della guerra civile nigeriana, viene incarcerato dal 1967 al 1969 per un articolo in cui chiedeva " un cessate il fuoco".
Ha insegnato in numerose università, fra cui Yale, Cornell, Harvard, Sheffield e Cambridge, ed è membro delle più prestigiose associazioni letterarie internazionali. Ha ricevuto diversi riconoscimenti in tutto il mondo e il premio Nobel per la letteratura nel 1986.
Perseguitato e condannato a morte dal dittatore nigeriano Sani Abacha, Soyinka vive ora negli Stati Uniti.

199


Conversazione telefonica

Il prezzo sembrava ragionevole, il luogo
indifferente. L'affittuaria aveva giurato di vivere
fuori sede. Non rimaneva nulla
se non la confessione. "Signora" avvisai,
"detesto buttar via tempo in viaggi inutili - sono africano."
Silenzio. Trasmissione zittita di
buone maniere pressurizzate. La voce, quando venne,
spalmata di rossetto, pigolio di lungo
bocchino dorato. Ero stato beccato, che imbecille.
"QUANTO SCURO?"... Non avevo sentito male... "LEI È CHIARO
O MOLTO SCURO?" Bottone B. Bottone A. Tanfo
di respiro rancido di pubblico nascondino telefonico.
Cabina rossa. Cassetta rossa. Autobus rosso
a due piani che schiaccia l'asfalto. Era vero! Svergognata
dal silenzio scortese, la resa
spinse lo stupore a pregare semplificazione.
Lei era piena di riguardo, variando l'enfasi -
"LEI È SCURO? O MOLTO CHIARO?"
Venne la rivelazione.
"Lei intende - come cioccolato semplice o al latte?"
Il suo assenso era clinico, schiacciante nella propria leggera
impersonalità. Rapidamente, regolatomi a quella lunghezza d'onda,
scelsi. "Seppia Africano occidentale" e come pensiero aggiunto,
"Come dice il mio passaporto." Silenzio per spettroscopico
volo di fantasia, fino che la sincerità fece risuonare il suo duro
accento sulla cornetta. "COS'E'?" concedendo
"NON HO IDEA DI COSA SIA." "Tipo castano."
"È SCURO, GIUSTO?" "Non del tutto.
Di faccia, sono castano, ma signora, dovrebbe vedere
il resto di me. Il palmo della mia mano, le piante dei miei piedi
sono di un biondo ossigenato. Lo sfregamento, dovuto -
che stupido pazzo - allo starmene seduto, ha reso
il mio sedere nero corvino - un momento, signora!"- percependo
il suo ricevitore rizzarsi in un fragore di tuono
fin nelle orecchie: "Signora," supplicai, "non vorrebbe piuttosto
controllare di persona?"

Wole Soyinka

daniela
02-December-2011, 23:48
Thànatos athànatos

E dovremo dunque negarti, Dio
dei tumori, Dio del fiore vivo,
e cominciare con un no all'oscura
pietra "io sono", e consentire alla morte
e su ogni tomba scrivere la sola
nostra certezza: "thànatos athànatos"?
Senza un nome che ricordi i sogni
le lacrime i furori di quest'uomo
sconfitto da domande ancora aperte?
Il nostro dialogo muta; diventa
ora possibile l'assurdo. Là
oltre il fumo di nebbia, dentro gli alberi
vigila la potenza delle foglie,
vero è il fiume che preme sulle rive.
La vita non è sogno. Vero l'uomo
e il suo pianto geloso del silenzio.
Dio del silenzio, apri la solitudine.

Salvatore Quasimodo

daniela
06-December-2011, 23:32
William Butler Yeats
1865-1939
Poeta, drammaturgo, scrittore e mistico irlandese, premio Nobel per la letteratura nel 1923.

415


Tre tempi

I pesci shakespeariani nuotavano in mare, lontano dalla terra;
I pesci romantici nuotavano in reti che facevano capo a una mano;
Che cosa sono tutti quei pesci che boccheggiano sulla spiaggia?



Gli uomini migliorano con gli anni

Sono logoro di sogni;
Un tritone di marmo, roso dalle intemperie
Tra i fiutti;
E tutto il giorno guardo
La bellezza di questa signora
Come avessi trovato in un libro
Una bellezza dipinta,
Lieto d'aver riempito gli occhi
O l'orecchio sapiente,
Felice d'essere saggio e non altro,
Perché gli uomini migliorano con gli anni;
Eppure, eppure,
E' un mio sogno questo, o è la verità?
Oh, ci fossimo incontrati
Quando avevo la mia ardente giovinezza!
Ma io invecchio tra i sogni,
Un tritone di marmo, roso dalle intemperie
Tra i flutti.


Dopo un lungo silenzio

Parole dopo lungo silenzio; è giusto
Ogni altro amante allontanato o morto,
La luce ostile della lampada velata,
Le tendine abbassate sopra la notte ostile,
Giusto che discutiamo e discettiamo
Sul tema supremo dell'Arte e del Canto:
Decrepitezza del corpo è saggezza;
Giovani ci amavamo e eravamo ignoranti.

daniela
06-December-2011, 23:37
Se avessi il drappo ricamato del cielo,
intessuto dell'oro e dell'argento e della luce,
i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
dai mezzi colori dell'alba e del tramonto,
stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
invece, essendo povero, ho soltanto i sogni
e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.

William Butler Yeats (http://www.aurorablu.it/poesie/Poesie_Sogni.htm)

daniela
06-December-2011, 23:51
Branduardi ha musicato 10 poesie di Yeats

Eccone una
Il violinista di Dooney:

http://www.youtube.com/watch?v=cLcg2IEdKP0&feature=related

Chomsky
07-December-2011, 09:05
Eugenio Montale

Non chiederci la parola


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti:
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo

Chomsky
07-December-2011, 09:08
"Piove" di Eugenio Montale, sapida parodia della celebre poesia di D'Annunzio "La pioggia nel pineto".

Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.

Piove
da un ciclo che non ha
nuvole.
Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.
Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c'è terremoto
né guerra.
Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia,
e sulla greppia nazionale.
Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.
Piove
in assenza di Ermione
se Dio vuole,
piove perché l'assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l'ha ordinato.
Piove sui nuovi epistèmi
del primate a due piedi,
sull'uomo indiato, sul cielo,
ottimizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui works in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.
Piove, ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.

Chomsky
07-December-2011, 09:13
Pablo Neruda, poeta cileno Premio Nobel per la Letteratura nel 1971.

Il tuo sorriso

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell’ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

Claire
07-December-2011, 22:15
Hermann Hesse
1677 - 1962


Scrittore e poeta tedesco naturalizzato svizzero e Premio Nobel per la Letteratura nel 1946.

420



Il Poeta


Più respira puro il giardino nella rugiada della notte
più s'allunga silenziosa la città verso la valle,
come usciti da un sogno
luccicano i fiori nel buio, pallidi e spettrali.


Soltanto a me, che del sole son stanco,
nemmeno la sera rinfresca la fronte ardente,
si struggono i sensi
più che nel giorno assetati.


Mi divora la passione inappagata
che di giorno ho domato con astuzia,
mentre ora dal breve stordimento
risorge disperata.


Amore respira l'albero e amore la luna,
amore sognano i fiori tra il fogliame nero,
io solo rimango assetato,
non amato in un mondo che ride.


Ragazze incantate e uomini restano in ascolto
quando tra i cespugli risuona il mio liuto solitario
e si dissangua nei canti,
non tra le braccia dell'amore, il mio cuore.




Come sono difficili...


Come sono difficili i miei giorni!
Non c'è fuoco che mi riscaldi,
non c'è sole che mi sorrida,
tutto è vuoto,
tutto è freddo e senza pietà,
anche le amate e luminose stelle
mi guardano sconsolate
da quando ho scoperto nel mio cuore
che può morire anche l'amore.



Ti Prego


Quando mi dai la tua piccola mano
che tante cose mai dette dice,
ti ho forse chiesto una sola volta
se mi vuoi bene?


Non pretendo infatti che tu mi ami,
voglio soltanto saperti vicina
e che, silenziosa e lieve,
tu mi dia talvolta la tua manina.

daniela
07-December-2011, 23:23
Non sapevo che Hermann Hesse fosse anche pittore:

422


"Tra la mia pittura e la mia poesia non c'è discrepanza,
cerco sempre la verità poetica, non quella naturalista."


Gioia del pittore
I campi portano grano e costano denaro,
sono insidiati i prati dal filo spinato,
bisogno e avidità hanno allignato,
tutto appare murato e corrotto.
Ma qui nei miei occhi alberga
un ordine diverso di ogni cosa,
si estingue il violetto, la porpora troneggia,
di lei io canto la canzone innocua.
Giallo su giallo, e giallo unito a rosso,
fresco azzurrino velato di rossore
luce e colore balza di mondo in mondo,
s'inarca e risuona in onde d'amore.
Regna lo spirito che ogni morbo guarisce,
risuona verde da rinata sorgente,
nuovo e ricco di senso il mondo si spartisce
e il cuore si fa lieto e lucente.

Hermann Hesse

daniela
07-December-2011, 23:26
Farfalla Azzurra

Piccola, azzurra aleggia
una farfalla, il vento la agita,
un brivido di madreperla
scintilla, tremola, trapassa.
Così nello sfavillio d'un momento,
così nel fugace alitare,
vidi la felicità farmi un cenno
scintillare, tremolare, trapassare.

Hermann Hesse

daniela
07-December-2011, 23:28
Io ti chiesi

Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.

Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste.

Hermann Hesse

Claire
08-December-2011, 23:28
[QUOTE=daniela;4308]Non sapevo che Hermann Hesse fosse anche pittore:

Neanche io sapevo. Utilizzava gli acquarelli.pare che per lui dipingere fosse un modo per distaccarsi dalla letteratura.

Nel 1925 scrive: "Non è che mi ritenga un pittore, ma dipingere è bellissimo. Dopo, le dita non sono nere come nel caso dello scrivere, ma rosse e blu."
435

Claire
12-December-2011, 22:56
ancora una poesia del grande Hesse.

Sull'amore

Si chiama amore ogni superiorità,
ogni capacità di comprensione,
ogni capacità di sorridere nel dolore.
Amore per noi stessi e per il nostro destino,
affettuosa adesione
a ciò che l’Imperscrutabile
vuole fare di noi
anche quando
non siamo ancora in grado di vederlo
e di comprenderlo.

Hermann Hesse

daniela
12-December-2011, 23:39
Gabriela Mistral (Cile 1889 - 1957)

Fu la prima donna latinoamericana a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1945.

455



Il giorno dell'incontro

Giorno nostro, per quale strada

senza piedi, senza vento

che non sapemmo, che non vegliammo

nulla ce lo prediceva

non fischiammo alle colline

e senz'orma esso veniva!

Sembravano tutti uguali

e di colpo maturò un Giorno

era come tutti gli altri,

come le canne e le olive

ma a nessuno dei suoi fratelli,

come Giuseppe, assomigliava.


GABRIELA MISTRAL

daniela
12-December-2011, 23:46
L'acrobata

Da trapezio a
a trapezio, nel silenzio dopo
dopo un rullo di tamburo di colpo muto, attraverso
attraverso l'aria stupefatta, più veloce del
del peso del suo corpo che di nuovo
di nuovo non ha fatto in tempo a cadere .

Solo. O anche meno che solo,
meno, perché imperfetto, perché manca di
manca di ali, gli mancano molto,
una mancanza che lo costringe
a voli imbarazzanti su una attenzione
senza piume ormai soltanto nuda.

Con faticosa leggerezza,
con paziente agilità,
con calcolata ispirazione. Vedi
come si acquatta per il volo? Sai
come congiura dalla testa ai piedi
contro quello che è? Lo sai, lo vedi
con quanta astuzia passa attraverso la sua vecchia
forma e
per agguantare il mondo dondolante
protende le braccia di nuovo generate?

Belle più di ogni cosa proprio in questo
proprio in questo momento,
del resto già passato.


Wislawa Szymborska

daniela
12-December-2011, 23:47
Utopia

Isola dove tutto si chiarisce.

Qui ci si può fondare su prove.

L'unica strada è quella d'accesso.

Gli arbusti fin si piegano sotto le risposte.

Qui cresce l'albero della Giusta Ipotesi
con rami districati da sempre.

Di abbagliante linearità è l'albero del Senno
presso la fonte detta Ah Dunque E' Così.

Più ti addentri nel bosco, più si allarga
la valle dell'Evidenza.

Se sorge un dubbio, il vento lo disperde.

L'eco prende la parola senza che la si desti
e chiarisce volenterosa i misteri dei mondi.

A destra una grotta in cui giace il Senso.

A sinistra il lago della Profonda Convinzione.
Dal fondo si stacca la verità e lieve viene a galla.

Domina sulla valle la Certezza Incrollabile.
Dalla sua cima si spazia sull'Essenza delle Cose.

Malgrado le sue attrattive l'isola è deserta,
e le tenui orme visibili sulle rive
sono tutte dirette verso il mare.

Come se da qui si andasse soltanto via,
immergendosi irrevocabilmente nell'abisso.

Nella vita inconcepibile.


Wislawa Szymborska

daniela
12-December-2011, 23:50
Scorcio di secolo

Doveva essere migliore degli altri il nostro XX secolo.
Non farà più in tempo a dimostrarlo,
ha gli anni contati,
il passo malfermo,
il fiato corto.


Sono ormai successe troppe cose
che non dovevano succedere,
e quel che doveva arrivare,
non è arrivato.

Ci si doveva avviare verso la primavera

e la felicità, fra l’altro.

La paura doveva abbandonare i monti e le valli,
la Verità doveva raggiungere la meta
prima della menzogna.

Certe sciagure

non dovevano più accadere,
ad esempio la guerra
e la fame, e così via.

Doveva essere rispettata l’inermità degli inermi,
la fiducia e via dicendo.


Chi voleva gioire del mondo
si trova di fronte a un compito irrealizzabile.

La stupidità non è ridicola.
La saggezza non è allegra.


La speranza
non è più quella giovane ragazza
eccetera, purtroppo.

Dio doveva finalmente credere nell’uomo
buono e forte,

ma il buono e il forte
restano due esseri distinti.

Come vivere? - mi ha scritto qualcuno,
a cui io intendevo fare
la stessa domanda.


Da capo e allo stesso modo di sempre,
come si è visto sopra,
non ci sono domande più pressanti
delle domande ingenue.

Wislawa Szymborska

Andrea
16-December-2011, 18:02
Le rime sono più noiose delle
dame di San Vincenzo: battono alla porta
e insistono. Respingerle è impossibile
e purchè stiano fuori si sopportano.
Il poeta decente le allontana
(le rime), le nasconde, bara, tenta
il contrabbando. Ma le pinzochere ardono
di zelo e prima o poi (rime e vecchiarde)
bussano ancora e sono sempre quelle.

Eugenio Montale

daniela
29-December-2011, 16:11
Grazia Deledda 1871 – 1936

544


Premio Nobel per la Letteratura nel 1926.


"Siamo proprio come canne al vento.
Siamo canne, e la sorte è il vento”.



CADE UNA FOGLIA

Cade una foglia che pare
tinta di sole, che nel cadere
ha l’iridescenza di una farfalla;
ma appena giunta a terra
si confonde con l’ombra, già morta.

GRAZIA DELEDDA

daniela
29-December-2011, 16:16
La primavera

L'inverno aveva rinfrescato anche
il colore delle rocce. Dai monti scendevano,
vene d'argento, mille rivoletti silenziosi,
scintillanti tra il verde vivido dell'erba.
Il torrente sussultava in fondo alla valle tra
i peschi e i mandorli fioriti, E tutto era puro,
giovane, fresco, sotto la luce argentea del cielo.

Grazia Deledda

daniela
29-December-2011, 16:27
Pagina di libro notturno

Sbarcai una notte di maggio
in un gelido chiaro di luna
dove erba e fiori erano grigi
ma il profumo verde.

Salii piano un pendìo
nella daltonica notte
mentre pietre bianche
segnalavano alla luna.

Uno spazio di tempo
lungo qualche minuto
largo cinquantotto anni.

E dietro di me
oltre le plumbee acque luccicanti
c’era l’altra costa
e i dominatori.

Uomini con futuro
invece di volti.

T. Tranströmer

Claire
04-January-2012, 23:15
Nelly Sacks
Berlino 1891 - Stoccolma 1970

http://www.swedenabroad.com/uploadX/globala/News_images/Literature/nelly_sachs.jpg

Premio Nobel per la Letteratura 1966


"[...] Io credo in un universo invisibile nel quale inscriviamo ciò che abbiamo inconsapevolmente compiuto. Sento l'energia della luce che fa scaturire la musica dalle pietre e soffro per la freccia della nostalgia la cui punta ci colpisce subito a morte e ci spinge al di fuori, la dove l'insicurezza inizia a sciacquare via ogni cosa.




Se soltanto sapessi




Se soltanto sapessi
cosa hai guardato sul punto di morte
un sasso, che aveva già bevuto
molti sguardi estremi, un cieco sasso
meta di altri sguardi ciechi?

Oppure terra, sufficiente
a riempire una scarpa
e già annerita
da tanto addio
e tanta volontà omicida?

O era forse il tuo ultimo cammino
che ti portava il saluto di tutti i cammini
da te percorsi?

Una pozza d'acqua,
un pezzo di metallo luccicante,
forse la fibbia addosso al tuo nemico,
o un altro presagio impercettibile dal cielo?


O forse questa terra
che non congeda nessuno senza amore
ti ha parlato col volo di un uccello
ricordando alla tua anima di quando palpitava
nel corpo riarso dai tormenti?

Claire
04-January-2012, 23:33
Perchè mai questa tristezza?
Questo completo defluire del mondo
Perchè nei tuoi occhi
gocce di luce,
la luce di cui si compone il morire


Leggeri scivoliamo giù per questa ripida roccia dell'orrore


essa ci guarda con le morti pregne di stelle
con queste placente irrigidite nella polvere
nelle quali fluiva il canto degli uccelli
mentre il labbro seppelliva il vino del linguaggio


O raggio che ci hai risvegliato:
come hai potuto prendere tra le tue braccia
che sempre più oscurano ogni patria
il nostro farci-stanchi
come hai potuto poi lasciarci soli nella notte


Nelly Sacks

Inviata al suo amico poeta Paul Celan

daniela
05-January-2012, 16:36
Protetti sono gli amanti

Protetti sono gli amanti
sotto il cielo murato.
Un elemento misterioso gli dà il fiato
e fanno vivere le pietre
e tutto ciò che cresce
trova ormai una patria solo in loro.

Protetti sono gli amanti
e solo per loro gli usignoli continuano a cantare
e non sono morti nella sordità
e la quiete leggera del bosco, i caprioli,
soffrono per loro in mansuetudine.

Protetti sono gli amanti,
vedono il dolore nascosto del tramonto
sanguinare sul ramo di un salice
e di notte si esercitano sorridendo alla morte,
la quieta morte,
con ogni fonte che stilla in nostalgia.

Nelly Sachs

daniela
05-January-2012, 16:45
Luminosità rientra nel verso scuro
sventola col vessillo ragione
Nel grigio mi tocca cercare
Trovare è altrove.
Nelly Sachs

daniela
05-January-2012, 16:45
Creature di nebbia
andiamo di sogno in sogno
sprofondiamo attraverso mura di luce
dai sette colori.

Ma infine scoloriti, muti,
elemento di morte
nella conca cristallina dell'eternità
spogliati dalle ali notturne
di ogni mistero.


Nelly Sachs

daniela
08-January-2012, 23:32
Heinrich Böll (1917-1985)

582

"Sono un clown e faccio raccolta di attimi"

E' considerato uno dei massimi esponenti della letteratura tedesca del secondo dopoguerra e fu insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1972.

Preghiera del clown

Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono;
ma non importa, io li perdono, un pò perchè essi non sanno,
e un pò perchè hanno pagato il biglietto.
Se le mie buffonate servono per alleviare le loro pene,
rendi pure questa mia faccia ancor più ridicola,
ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura.
C’è tanta gente che si diverte a far piangere l’umanità,
noi dobbiamo soffrire per divertirla.
Manda su questo mondo, qualcuno capace di far ridere me
come io faccio ridere gli altri …..

Heinrich Böll

daniela
11-January-2012, 22:55
PARADISO

Distesa lamina d’oro
e nell’adagiarsi dorato
due corpi come gomitoli d’oro;
un corpo glorioso che
ascolta e un corpo
glorioso che parla nel
prato in cui nulla parla;
un respiro che va al respiro e
un volto che trema d’esso, in un prato in cui nulla trema.
Ricordarsi del triste tempo in
cui entrambi avevano
Tempo e da esso vivevano
afflitti,
nell’ora del chiodo d’oro
in cui il Tempo restò alla
soglia
come i cani vagabondi…

Gabriela Mistral

daniela
26-January-2012, 23:02
Stanco di tutto ciò che viene dalle parole, parole non linguaggio,
Mi recai sull’isola innevata.
Non ha parole la natura selvaggia.
Le sue pagine non scritte si estendono in ogni direzione.
Mi imbatto nelle orme di un cerbiatto.
Linguaggio non parole.

Tomas Tranströmer

daniela
26-January-2012, 23:38
Qui nel cuore, forse, o meglio ancora:
una ferita inferta col coltello,
da cui sfugge la vita, sperperata,
in tutta la coscienza ci ferisce.
Desiderare, volere, non bastare,
disillusa ricerca del motivo
che spieghi il nostro esistere casuale,
questo è che duole, forse qui nel cuore.

José Saramago

daniela
26-January-2012, 23:39
IMPARIAMO, AMORE...

Impariamo, amore, da questi monti
Che, così distanti dal mare, sanno il gesto
Di bagnare nell'azzurro gli orizzonti.
Facciamo ciò che è giusto e diretto:
Da desideri occulti altre fonti
E scendiamo al mare dal nostro letto.

José Saramago

daniela
26-January-2012, 23:41
LUOGO COMUNE DEL QUARANTENNE

Quindicimila giorni secchi sono passati,
Quindicimila occasioni che si sono perse,
Quindicimila soli inutili che sono nati,
Ore su ore contate
In questo solenne ma grottesco gesto
Di dare corda ad orologi inventati
Per cercare, negli anni smemorati,
La pazienza di andar vivendo il resto.

José Saramago

daniela
26-January-2012, 23:44
Ritaglio la mia ombra...

Ritaglio dal muro la mia ombra,
le do corda, calore e movimento,
due mani di colore e di tormento,
quanto basta di fame, sete, suono.

Resto lontano a vederla ripetere
le parole e i gesti che io sono,
figura sdoppiata e confusione
di verita' vestita da menzogna.

Sulla vita degli altri si proietta
questo gioco delle due dimensioni
dove nulla si prova con ragioni
simile a un arco teso senza freccia.

Forse mi assolvera' un'altra vita
della mezza umanita' che perdura
in quest'ombra priva di spessore,
nello spessore informe che lo estingua.

José Saramago

Claire
27-January-2012, 00:01
Tramonto


Che puoi ancora dirmi che non sappia,
vena di sole esangue sulla terra,
lieve garza di nebbia che si sfrange
tra l’azzurro del mare e il cielo ardente?
Ormai tanti tramonti nel ricordo,
tante dita di fuoco sulle acque,
che tutto si confonde quando, a notte,
calato il sol, si chiudono i tuoi occhi.

José Saramago

Claire
27-January-2012, 00:05
Fratellanza

Chi di noi due inganno se fratello
ti chiamo in questi versi?
Non son sorelle le foglie che da terra
guardano l'altre sui rami.

Meglio accettare questa solitudine,
viver rabbiosamente come un cane
che azzanna la museruola.


José Saramago

daniela
02-February-2012, 23:02
2 Febbraio 2012

Addio a Wisława Szymborska , grande poetessa polacca, premio Nobel "per la capacita' poetica che con ironica precisione permette al contesto storico e ambientale di venire alla luce in frammenti di umana realta"'.



673




"...Non c'è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.
La morte
è sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto."

Andrea
08-February-2012, 13:37
Uve di mare

Quella vela che s’appoggia alla luce,
stanca delle isole,
una goletta che percorre i Caraibi

verso casa, potrebbe essere Odisseo,
diretto a casa sull’Egeo;
quella brama di marito

e padre, sotto acini aspri e raggrinziti,
è come l’adultero che sente il nome di Nausicaa
in ogni grido di gabbiano.

Questo non porta pace a nessuno. L’antica guerra
fra ossessione e responsabilità
non finirà mai ed è stata la stessa

per il navigante o per chi è a terra
e ora calza i sandali per incamminarsi verso casa,
da che Troia emise la sua ultima fiamma,

e il masso del gigante cieco sollevò la marea
dalla cui onda lunga i grandi esametri arrivano
alle conclusioni della risacca esausta.

I classici consolano. Ma non abbastanza.

Derek Walcott, premio Nobel 1992 per la letteratura

daniela
08-February-2012, 17:11
703



Il negro rosso che ama il mare

Io sono solamente un negro rosso che ama il mare,
ho avuto una buona istruzione coloniale,
ho in me dell’olandese, del negro e dell’inglese,
sono nessuno, o sono una nazione.

Derek Walcott


Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,

e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.

Derek Walcott

daniela
08-February-2012, 17:13
Il pugno

Il pugno stretto intorno al mio cuore
si allenta un poco, e io respiro ansioso
luce; ma già preme di nuovo.
Quando mai non ho amato
la pena d'amore? Ma questa si è spinta

oltre l'amore fino alla mania. Questa
ha la forte stretta del demente, questa
si aggrappa alla cornice della non-ragione, prima
di sprofondare urlando nell'abisso.

Tieni duro allora, cuore; così almeno vivi.

Derek Walcott

daniela
10-February-2012, 23:36
Boris Pasternak 1890 - 1960


713


Premio Nobel per la Letteratura 1958

IN OGNI COSA

In ogni cosa ho voglia di arrivare
sino alla sostanza.
Nel lavoro, cercando la mia strada,
nel tumulto del cuore.
Sino all’essenza dei giorni passati,
sino alla loro ragione,
sino ai motivi, sino alle radici,
sino al midollo.
Eternamente aggrappandomi al filo
dei destini, degli avvenimenti,
sentire, amare, vivere, pensare
effettuare scoperte.

Boris Pasternak

daniela
10-February-2012, 23:37
DICHIARAZIONE

Essere donna è un gran passo,
fare impazzire, eroismo.
E io dinnanzi al miracolo di mani,
schiena, spalle e di un collo di donna
con devozione di servo
la vita tutta riverisco.
Ma per quanto la notte m'incateni
con un anello d'angoscia,
più forte è al mondo l'aspirazione ad evadere
e la passione attira alle rotture.

Boris Pasternak

Claire
10-February-2012, 23:43
Poesia D'amore

Nessuno sarà a casa
solo la sera. Il solo
giorno invernale nel vano trasparente
delle tende scostate.
Di palle di neve solo, umide, bianche
la rapida sfavillante traccia.
Soltanto tetti e neve e tranne
i tetti e la neve, nessuno.
E di nuovo ricamerà la brina,
e di nuovo mi prenderanno
la tristezza di un anno trascorso
e gli affanni di un altro inverno,
e di nuovo mi tormenteranno
per una colpa non ancora pagata,
e la finestra lungo la crociera
una fame di legno serrerà.
Ma per la tenda d'un tratto
scorrerà il brivido di un'irruzione.
Il silenzio coi passi misurando
tu entrerai, come il futuro.
Apparirai presso la porta,
vestita senza fronzoli, di qualcosa di bianco,
di qualcosa proprio di quei tessuti
di cui ricamano i fiocchi.

Boris Pasternak

daniela
15-February-2012, 15:58
Sully Prudhomme 1839 - 1907
premio Nobel per la Letteratura 1901



745


L’appuntamento

E' tardi. Sulla torre l'astronomo si ostina
a scandagliare il cielo che esilia ogni rumore.
Cerca isole d'oro: confitto nelle tenebre
lo sguardo cerca il brivido di illimitate aurore.

Fuggono i mondi, simili a semi sotto il vaglio,
e splende agglomerata la densa nebulosa;
ma lui, fisso alla corsa sfrenata del suo astro
gli intima: "Ritorna fra mille anni a casa".

E l'astro obbedirà. Né un passo né un istante
vorrà all'eterna scienza nei secoli rubare.
Gli uomini passeranno, l'umanità lo attende.

Essa sta a guardia, l'occhio cangiante ma sicuro.
Se al ritorno dell'astro estinta si sarà,
veglierà sulla torre, sola, la Verità.

Sully Prudhomme

daniela
24-February-2012, 23:35
Séamus Heaney 1939 poeta Nordirlandese


802


Premio Nobel per la Letteratura nel 1995
" ... come poeta tendo verso la ricerca di un ritmo, nel senso che il mio sforzo è affidarmi alla stabilità conferita da un ordine di suoni musicalmente soddisfacenti."

Un artista

Mi piace, l’idea della sua rabbia.
La sua ostinazione contro la roccia, la sua
coercizione della sostanza dalle mele verdi.

Il suo modo di fare il cane che abbaia
All’immagine di se stesso che abbaia.
E l’odio per l’abbraccio del suo lavoro
come se fosse
l’unica cosa degna di lavoro –
la volgarità di aspettarsi sempre
gratitudine o ammirazione, che poi
sarebbe stato come rubargli qualcosa.

Il modo in cui la sua fermezza d’animo
teneva e si rafforzava,
perché faceva quello che sapeva.
La sua fronte come una boule lanciata
attraverso lo spazio non dipinto
dietro la mela e dietro la montagna.

Séamus Heaney

daniela
24-February-2012, 23:43
Il Fusto di pioggia

Capovolgi il fusto e quello che succede
è una musica che non avresti sperato mai
d'udire. Lungo il secco stelo di cactus scorrono

acquazzoni, cascate, rovesci, risacche.
Ti lasci attraversare come un condotto
d'acqua, poi lo scuoti di nuovo leggermente

ed ecco un diminuendo che corre per le sue scale
come una grondaia gemente. Di seguito,
uno spruzzo di stille da foglie irrorate,

sottile umidità d' erba e margherite;
poi mille luccichii come soffi di brezza.
Capovolgi ancora il bastone. Quel che succede

non è sminuito dall'essere accaduto una volta,
due, dieci, mille volte prima.
Che importa se tutta la musica che traspare

è un cadere di pietriccio e semi secchi lungo un fusto
di cactus! Sei come l'uomo ricco accolto in paradiso
attraverso il timpano di una goccia di pioggia. E adesso
riascolta.

Séamus Heaney

daniela
24-February-2012, 23:47
Vangando

Quatta quatta con il colpo in canna
Fra medio e pollice sta la penna.

Sotto la finestra un raspo netto all'internarsi
Della vanga nel terreno ghiaioso:
È mio padre che dissoda. Guardo in basso,

Finché sotto sforzo, a groppa curva
Sulle aiuole, torna venti anni indietro
Piegandosi a tempo per i solchi
Di patate che vangava.

A posto sul vangile lo scarpone,
Saldo fulcro del manico il ginocchio,
Cavava gambi, ficcava a fondo la lucente lama
Per spargere patate nuove che noi raccattavamo
Adorandone fresca la durezza nella mano.

Per Dio, il vecchio ci sapeva fare
Con la vanga. Come il suo vecchio.

Mio nonno in una giornata tagliava più torba
Di chiunque altro nella torbiera di Toner.
Una volta gli portai il latte in una bottiglia
Sciattamente turata con la carta.
Si raddrizzò per bere e subito riprese

Con cura a fare tacche e fette, spalandosi le zolle
Dietro le spalle, sempre più a fondo
A cercare quella buona. Scavando.

Il freddo afrore di terriccio di patate, risucchio e stacco
Da torba in guazzo, secco taglio della lama
Nelle radici vive, mi si risvegliano in testa.
Ma non ho vanga per seguire uomini come loro.

Fra medio e pollice
Quatta quatta sta la penna.
Sarà la mia vanga.

Séamus Heaney

daniela
24-April-2012, 16:54
Mistero per la strada

Si posò la luce del giorno sul viso di un uomo addormentato.
Gli giunse un sogno più vivido
Ma non si svegliò.
Si posò l’oscurità sul viso di un uomo in cammino
Tra la gente nei raggi di sole
Forti e impazienti.
D’un tratto si fece buio come per il temporale.
Io ero in una stanza che conteneva tutti gli istanti -
Un museo di farfalle.
Tuttavia il sole era forte come prima.
I suoi pennelli impazienti dipingevano il mondo.
.
Tomas Tranströmer

daniela
06-May-2012, 23:29
Rabindranath Tagore

premio Nobel per la letteratura nel 1913

« Per la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con consumata capacità, riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell'ovest. »


978


Quando ero giovane,
la mia vita era come un fiore:
un fiore che lascia cadere
uno o due petali dalla sua ricchezza
e non ne avverte mai la mancanza
quando la brezza della primavera
viene a mendicare alla sua porta.

Ora, alla fine della giovinezza,
la mia vita è come un frutto,
che nulla ha da risparmiare,
e attende di offrirsi completamente
con tutta la propria dolcezza.

Tagore

daniela
22-May-2012, 22:46
Dev’esserci un colore da scoprire
un recondito accordo di parole,
dev’esserci una chiave per aprire
nel muro smisurato questa porta.

Dev’esserci un’isola più a sud,
una corda più tesa e più vibrante
un altro mar che nuota in altro blu,
un’altra intonazione più cantante.

Poesia tardiva che non riesci
a dire la metà di quel che sai:
non taci, quanto puoi, e non sconfessi
questo corpo casuale e inadeguato.

José Saramago

daniela
22-May-2012, 22:55
Oggi ventuno marzo entra l'Ariete
nell'equinozio e picchia la sua
testa maschia contro alberi e rocce
e tu amore stacchi
ai suoi colpi il vento d'inverno
dal tuo orecchio inclinato
sull'ultima mia parola. Galleggia
la prima schiuma sulle piante, pallida
quasi verde e non rifiuta
l'avvertimento. E la notizia corre
ai gabbiani che s'incontrano
fra gli arcobaleni: spuntano
scrosciando il loro linguaggio
di spruzzi che rintoccano
nelle grotte. Tu copri il loro grido
al mio fianco, apri il ponte
fra noi e le raffiche
che la natura prepara sottoterra
in un lampo privo di saggezza,
oltrepassi la spinta dei germogli.
Ora la primavera non ci basta.

Salvatore Quasimodo

daniela
05-June-2012, 22:50
Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale
siccome i ciottoli che tu volvi,
mangiati dalla salsedine;
scheggia fuori del tempo, testimone
di una volontà fredda che non passa.
Altro fui: uomo intento che riguarda
in sé, in altrui, il bollore
della vita fugace - uomo che tarda
all’atto, che nessuno, poi, distrugge.
Volli cercare il male
che tarla il mondo, la piccola stortura
d’una leva che arresta
l’ordegno universale; e tutti vidi
gli eventi del minuto
come pronti a disgiungersi in un crollo.
Seguìto il solco d’un sentiero m’ebbi
l’opposto in cuore, col suo invito; e forse
m’occorreva il coltello che recide,
la mente che decide e si determina.
Altri libri occorrevano
a me, non la tua pagina rombante.
Ma nulla so rimpiangere: tu sciogli
ancora i groppi interni col tuo canto.
Il tuo delirio sale agli astri ormai.

Eugenio Montale

daniela
05-June-2012, 23:02
Intimità

In fondo alla miniera più segreta,
all' interno del frutto più distante,
nel vibrare della nota più discreta,
nella conchiglia più ritorta e risonante,
nello strato più denso di pittura
nella vena che nel corpo più ci sonda,
nella parola che dica più dolcezza,
nella radice che più scende, più nasconde,
nel silenzio più fondo della pausa
in cui la vita si è fatta eternità,
nel silenzio più fondo della pausa
in cui la vita si è fatta eternità,
cerco la tua mano, decifro la causa
di non credere e volere, infine, intimità.

Josè Saramago

daniela
05-June-2012, 23:03
Le parole d'amore

Dimentichiamo le parole, le parole:
le tenere, capricciose, violente,
le soavi di miele, quelle oscene,
le febbrili, le affamate e assetate.

Lasciamo che il silenzio dia un senso
al pulsar del mio sangue nel tuo ventre;
che parola o discorso mai potrebbe
dire amore nella lingua del seme?

Josè Saramago

daniela
05-June-2012, 23:13
Czeslaw Milosz 1911- 2004
poeta e romanziere polacco naturalizzato statunitense

« A chi, con voce lungimirante e senza compromessi, ha esposto la condizione dell'uomo in un mondo di duri conflitti. » (motivazione del premio Nobel per la Letteratura nel 1980)


1021


Dono

Un giorno così bello
la nebbia s’è alzata presto
e ho lavorato in giardino
i colibrì si fermavano sui fiori di caprifoglio
non c’era cosa al mondo che volessi possedere
non conoscevo nessuno degno di essere invidiato
qualunque torto avessi subito
l’ho dimenticato
pensare che una volta era lo stesso
non m’imbarazzava
nel corpo non sentivo alcun dolore
quando raddrizzavo la schiena
vedevo il mare azzurro e le vele.

Czeslaw Milosz

daniela
05-June-2012, 23:17
IL POVERO POETA


Il primo movimento è il canto,
libera voce che riempie le valli e le montagne.
Il primo movimento è la gioia,
che però viene sottratta.
E dopo che il sangue si mutò negli anni,
e mille sistemi planetari nacquero e si estinsero nel corpo,
siedo, poeta capzioso e iroso,
con occhi malignamente socchiusi,
e soppesando la penna nella mano
medito vendetta.
Drizzo la penna, e butta gemme e foglie, si ricopre di fiori,
spudorato è il profumo di quest'albero, perché là
nel mondo reale
alberi così non crescono, ed è come un affronto
fatto alla gente che soffre il profumo di quest'albero.
C'è chi trova rifugio nella disperazione, dolce
come un tabacco forte, un bicchiere di vodka
bevuto nell'ora della perdita.
Per altri c'è la speranza degli stupidi
rosea come un sogno erotico.
Altri ancora trovano pace idolatrando la patria,
e può durare a lungo, ma non più di quanto
ancora dura l'Ottocento.
Ed a me è data un speranza cinica,
perché da quando ho aperto gli occhi ho visto solo
bagliori sinistri e stragi,
svilimento, ingiustizia, e la ridicola
infamia dei boriosi.
Data mi è una speranza di vendetta
sugli altri e su me stesso,
perché ero colui che sapeva
e da questo non trasse alcun vantaggio.

Czeslaw Milosz

daniela
05-June-2012, 23:43
Mia lingua fedele

Mia lin­gua fedele,
ti ho ser­vito.
Ogni notte ti met­tevo davanti le sco­del­line dei colori,
per­ché tu avessi e la betulla e la caval­letta e il ciuf­fo­lotto
con­ser­vati nella mia memoria.
E’ stato così per molti anni.
Sei stata la mia patria per­ché un’altra è man­cata.
Pen­savo che avre­sti fatto da inter­me­dia­ria
fra me e le per­sone buone,
non fos­sero che venti, dieci,
o ancora doves­sero nascere.
Ora rico­no­sco di dubi­tare.
Ci sono momenti in cui mi sem­bra di aver sciu­pato la vita.
Per­ché tu sei la lin­gua degli umi­liati,
la lin­gua degli insen­sati e di coloro che odiano
se stessi forse ancor più degli altri popoli,
la lin­gua dei con­fi­denti,
la lin­gua dei con­fusi,
malati della pro­pria innocenza.
Ma senza di te chi sono.
Sono un pedante in qual­che paese lon­tano,
un suc­cess senza paura di umi­lia­zioni.
Be’ sì, chi sono senza di te.
Un filo­sofo come tutti.
Capi­sco, que­sta deve essere la mia edu­ca­zione:
la glo­ria all’individualità sot­tratta,
al Pec­ca­tore d’una Mora­lità
il Grande Borioso stende sotto il tap­peto rosso,
men­tre la lan­terna magica
getta sulla tela imma­gini di umana e divina sofferenza.
Mia lin­gua fedele,
eppure forse io ti devo sal­vare.
Con­ti­nuerò per­ciò a met­terti davanti sco­del­line di colori
chiari e puliti se pos­si­bile,
per­ché nell’infelicità occorre una qual­che armo­nia e bellezza.


Cze­staw Miłosz

daniela
06-June-2012, 23:02
Accade
che le affinità d’anima non giungano
ai gesti e alle parole ma rimangano
effuse come un magnetismo. É raro
ma accade.
Puó darsi
che sia vera soltanto la lontananza,
vero l’oblio, vera la foglia secca
piú del fresco germoglio. Tanto e altro
puó darsi o dirsi.
Comprendo
la tua caparbia volontà di essere sempre assente
perchè solo così si manifesta
la tua magia. Innumeri le astuzie
che intendo.
Insisto
nel ricercarti nel fuscello e mai
nell’albero spiegato, mai nel pieno, sempre
nel vuoto: in quello che anche al trapano
resiste.
Era o non era
la volontà dei numi che presidiano
il tuo lontano focolare, strani
multiformi multanimi animali domestici;
fors’era così come mi pareva
o non era.
Ignoro
se la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l’innocenza è una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,
di te tutto conosco, tutto
ignoro.

Eugenio Montale

daniela
20-June-2012, 23:38
Vicente Aleixandre
(Siviglia 1898 - Madrid 19849)


1049
Premio Nobel per la Letteratura nel 1977




Lenta umidità

Felice ombra dei capelli
che serpeggia quando il sole è al tramonto,
simile a giunchi aperti - è tardi; fredda
umidità lasciva, quasi polvere -.
Delicata una cenere,
il grembo segreto del giunco,
serpente tenero senza veleno
di cui lo sguardo verde non fa male.
Addio. Dondola il sole
i quasi rossi, quasi verdi raggi.
La triste fronte aureolata immerge.
Umido, freddo, sapore di terra.

daniela
20-June-2012, 23:40
Poesia d'amore


Ti amo sogno del vento
obliato il polo confluisce con le mia dita
nelle dolci mattine del mondo a testa in giù
quando è agevole sorridere perché la pioggia è benigna
Nell'alveo di un fiume viaggiare è cosa deliziosa
o pesci amici ditemi il segreto degli occhi aperti
dei miei sguardi che sboccano nel mare
a reggere le chiglie delle navi lontane
Io vi amo - viaggiatori del mondo - voi che sull'acqua dormite
uomini che in America vanno in cerca dei loro vestiti
quei che lascian sul lido la loro patita nudità
e sulle tolde della neve attraggono il raggio della luna
Camminare in attesa è bello e dilettevole
l'argento e l'oro non hanno mutato di fondo
rimbalzano sui flutti sul dorso squamoso
e generano musica o sogno alle chiome più bionde
Nel fondo di un fiume la mia brama va via
dai paesi innumerevoli che ho tenuto sui polpastrelli
quell'ombre che vestito di nero
ho lasciato ormai lungi disegnate in spalla
La speranza è la terra è la guancia
è un'immensa palpebra dov'io so che esisto
Rammenti? Per il mondo son nato una notte
in cui addizione e sottrazione era la chiave dei sogni
Pesci alberi pietre cuori medaglie
sulle vostre onde concentriche - si - immote
io mi muovo e se giro mi cerco oh centro oh centro
strada - viaggiatori del mondo - del futuro esistente
più in là dei mari nei miei polsi che battono.

Vicente Aleixandre

daniela
20-June-2012, 23:45
Si amavano

Si amavano.
Pativano la luce, labbra azzurre nell'alba,
labbra ch'escono dalla notte dura,
labbra squarciate, sangue, sangue dove?
Si amavano in un letto battello, in mezzo fra notte e luce.

Si amavano come i fiori le spine profonde,
o il giallo che sboccia in amorosa gemma,
quando girano i volti malinconicamente,
diralume che brillano nel ricevere il bacio.

Si amavano di notte, quando i cani profondi
palpitavano sotterra e le valli si stirano
come arcaici dorsi a sentirsi sfiorare:
carezza, seta, mano, luna che giunge e tocca.

Si amavano d'amore là nel fare del giorno
e tra le dure pietre oscure della notte,
dure come son corpi gelati dalle ore,
dire come son baci di dente contro dente.

Si amavano di giorno, spiaggia che va crescendo,
onde che su dai piedi carezzano le cosce,
corpi che si sollevano dalla terra e fluttuando....

Si amavano di giorno, sul mare, sotto il cielo.

Mezzogiorno perfetto, si amavano sì intimi,
mare altissimo e giovane, estesa intimità
vivente solitudine, orizzonti remoti
avvinti come corpi che solitari cantano.

Che amano. Si amavano come la luna chiara,
come il mare che calmo aderisce a quel volto,
dolce eclisse di acqua, guancia dove fa notte
e dove rossi pesci vanno e vengono taciti.

Giorno, notte, occidenti, fare del giorno, spazi,
onde recenti, antiche, fuggitive, perpetue,
mare o terra, battello, letto, piuma, cristallo,
labbro, metallo, musica, silenzio, vegetale, mondo, quiete,

la loro forma. Perché si amavano.

Vicente Aleixandre

daniela
23-June-2012, 22:50
Mentre sto qui in attesa
fuori il tempo si strugge nel mare
ma sempre ripreso per gli azzurri capelli
non raggiunge l'eternità -
Nessun amore ancora tra i pianeti
ma già vibra un accordo segreto.

Nelly Sachs

daniela
18-October-2012, 16:07
S'ODE ANCORA IL MARE

Già da più notti s'ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d'una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d'uccelli delle torri, che l'aprile
sospinge verso la pianura. Già
m'eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un'eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.

Salvatore Quasimodo

daniela
11-February-2013, 22:56
Stanco di chi non offre che parole, parole senza lingua
sono andato sull’isola coperta di neve.
Non ha parole il deserto.
Le pagine bianche dilagano ovunque!
Scopro orme di capriolo sulla neve.
Lingua senza parole.

(Tomas Tranströmer, "Poesia dal silenzio", trad. di Maria Cristina Lombardi, Crocetti Editore)

daniela
12-February-2013, 23:17
Dicono che la mia
sia una poesia d’inappartenenza.
Ma s’era tua era di qualcuno;
di te che non sei più forma, ma essenza.
Dicono che la poesia al suo culmine
magnifica il Tutto in fuga,
negano che la testuggine
sia più veloce del fulmine.
Tu sola sapevi che il moto
non è diverso dalla stasi,
che il vuoto è il pieno e il sereno
è la più diffusa delle nubi.
Così meglio intendo il tuo lungo viaggio
imprigionata tra le bende e i gessi.
Eppure non mi dà riposo
sapere che in uno o in due noi siamo una sola cosa.

Eugenio Montale

daniela
12-February-2013, 23:21
Sprofonderà l’odore acre dei tigli
nella notte di pioggia. Sarà vano
il tempo della gioia, la sua furia,
quel suo morso di fulmine che schianta.

Rimane appena aperta l’indolenza,
il ricordo d’un gesto, d’una sillaba,
ma come d’un volo lento d’uccelli
fra vapori di nebbia.

E ancora attendi,
non so che cosa, mia sperduta:
forse un’ora che decida, che richiami
il principio o la fine: uguale sorte, ormai.

Qui nero il fumo degli incendi
secca ancora la gola.
Se lo puoi,
dimentica quel sapore di zolfo e la paura.

Le parole ci stancano,
risalgono da un’acqua lapidata;
forse il cuore ci resta, forse il cuore.

Salvatore Quasimodo

daniela
11-March-2013, 23:37
Mistero per la strada

Si posò la luce del giorno sul viso di un uomo addormentato.
Gli giunse un sogno più vivido
Ma non si svegliò.

Si posò l’oscurità sul viso di un uomo in cammino
Tra la gente nei raggi di sole
Forti e impazienti.

D’un tratto si fece buio come per il temporale.
Io ero in una stanza che conteneva tutti gli istanti -
Un museo di farfalle.

Tuttavia il sole era forte come prima.
I suoi pennelli impazienti dipingevano il mondo.

Tomas Tranströmer

daniela
14-March-2013, 22:50
Mi è sempre piaciuto osservare, badare alle sfumature…
Mi piacciono le persone che “dicono qualcosa” e che sanno ascoltare, le persone che ragionano con la propria testa.
Mi piace il battito di ciglia o il sorgere leggero di un sorriso, la voce musicale.
Mi piace ascoltare buona musica, amo suonare, non potrei farne a meno, mi piace diventare cosa unica con ciò che suono, esplodere dentro.
Mi piace guardare le mie dita scivolare sul manico della chitarra, stanno bene insieme, lì…
Amo gli occhi di una donna, la sua pelle, la sua passione, tutto.
Parlo tanto, fin troppo, ma ci sono momenti che rimango in silenzio ad ascoltarmi.
E’ in quei momenti che fabbrico i miei pensieri più veri, mentre cammino per le strade, osservando la gente che passa, ascoltando i discorsi, a volte assurdi, di alcune persone o assaporando il sole che mi scalda dentro.
Amo ridere, giocare.
Amo le cose belle, le belle storie che dicono qualcosa, mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore.
E’ bello aver la pelle d’oca, significa che stai vivendo.


Josè Saramago

daniela
29-April-2013, 23:24
Josif Aleksandrovič Brodskij (1940 – 1996)

Poeta russo naturalizzato statunitense e premio Nobel per la letteratura nel 1987.
Per sua volontà è stato sepolto nel cimitero dell'isola di San Michele a Venezia, da lui sempre considerata sua città di elezione.

1693


Verso il mare della dimenticanza

Non è necessario che tu mi ascolti, non è importante che tu senta le mie parole,
no, non è importante, ma io ti scrivo lo stesso (eppure sapessi com’è strano, per me, scriverti di nuovo,
com’è bizzarro rivivere un addio…)
Ciao, sono io che entro nel tuo silenzio.

Che vuoi che sia se non potrai vedere come qui ritorna primavera
mentre un uccello scuro ricomincia a frequentare questi rami,
proprio quando il vento riappare tra i lampioni, sotto i quali passavi in solitudine.
Torna anche il giorno e con lui il silenzio del tuo amore.

Io sono qui, ancora a passare le ore in quel luogo chiaro che ti vide amare e soffrire…

Difendo in me il ricordo del tuo volto, così inquietamente vinto;
so bene quanto questo ti sia indifferente, e non per cattiveria, bensì solo per la tenerezza
della tua solitudine, per la tua coriacea fermezza,
per il tuo imbarazzo, per quella tua silenziosa gioventù che non perdona.

Tutto quello che valichi e rimuovi
tutto quello che lambisci e poi nascondi,
tutto quello che è stato e ancora è, tutto quello che cancellerai in un colpo
di sera, di mattina, d’inverno, d’estate o a primavera
o sugli spenti prati autunnali - tutto resterà sempre con me.

Io accolgo il tuo regalo, il tuo mai spedito, leggero regalo,
un semplice peccato rimosso che permette però alla mia vita di aprirsi in centinaia di varchi,
sull’amicizia che hai voluto concedermi
e che ti restituisco affinché tu non abbia a perderti.

Arrivederci, o magari addio.
Lìbrati, impossèssati del cielo con le ali del silenzio
oppure conquista, con il vascello dell’oblio, il vasto mare della dimenticanza.

Josif Aleksandrovič Brodskij

daniela
08-May-2013, 16:41
In me si fa sera

Avara pena, tarda il tuo dono
in questa mia ora
di sospirati abbandoni.

Un oboe gelido risillaba
gioia di foglie perenni,
non mie, e smemora;

In me si fa sera:
l’acqua tramonta
sulle mie mani erbose.

Ali oscillano in fioco cielo,
labili: il cuore trasmigra
ed io son gerbido,

e i giorni una maceria.

Salvatore Quasimodo

daniela
11-June-2013, 23:35
Octavio Paz (Città del Messico 1914-1998)

diplomatico, poeta e scrittore messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990.
È considerato il poeta di lingua spagnola più importante della seconda metà del Novecento.

1788


Ascoltami come chi ascolta piovere,
riluce l'umido asfalto,
il vapore si alza e cammina,
la notte si apre e mi guarda,
sei tu e la tua forma di vapore,
tu e il tuo volto di notte,
tu e i tuoi capelli, lampi lenti,
traversi la strada ed entri nella mia fronte,
passi d'acqua sopra le mie palpebre...
ascoltami come chi ascolta piovere.

Octavio Paz

daniela
11-June-2013, 23:37
Scritto con inchiostro verde

L'inchiostro verde crea giardini, selve, prati,
fogliami dove cantano le lettere,
parole che son alberi,
frasi che son verdi costellazioni.

Lascia che le parole mie scendano e ti ricoprano
come una pioggia di foglie su un campo di neve,
come la statua l'edera,
come l'inchiostro questo foglio.
Braccia, cintura, collo, seno,
la fronte pura come il mare,
la nuca di bosco in autunno,
i denti che mordono un filo d'erba.

Segni verdi costellano il tuo corpo
come il corpo dell'albero le gemme.
Non t'importi di tante piccole cicatrici luminose:
guarda il cielo e il suo verde tatuaggio di stelle.

(Octavio Paz)

daniela
11-June-2013, 23:41
Esempio


Il tuono percorre la pianura
nasconde il cielo tutti i suoi uccelli
Sole scorticato
sotto la sua ultima luce
le pietre sono più pietre che mai.

Mormorio di incerti fogliami
come ciechi alla ricerca della strada
Fra pochi istanti
acqua e notte saranno un solo corpo.


Octavio Paz

daniela
11-June-2013, 23:44
Due corpi

Due corpi, uno di fronte all'altro,
sono a volte due onde
e la notte è oceano.

Due corpi, uno di fronte all'altro,
sono a volte due pietre
e la notte deserto.

Due corpi, uno di fronte all'altro,
sono a volte radici
nella notte intrecciate.

Due corpi, uno di fronte all'altro,
sono a volte coltelli
e la notte lampo.

Octavio Paz

daniela
11-June-2013, 23:46
Madrigale

Più trasparente
di quella goccia d'acqua
tra le dita del rampicante
il mio pensiero tende un ponte
da te stessa a te stessa
Guardati
più reale del corpo che abiti
ferma in mezzo alla mia fronte

Sei nata per vivere in un'isola.Octavio Paz

daniela
11-June-2013, 23:48
Destino del poeta

Parole? Sì, di aria
e nell'aria perdute.
Tu lascia che mi perda tra parole,
lasciami essere aria su labbra,
un soffio vagabondo senza sagoma,
breve aroma che l'aria fa svenire.

Anche la luce in se stessa si perde.

Octavio Paz

daniela
11-June-2013, 23:51
Prima del principio

Rumori confusi, incerto chiarore.
Inizia un nuovo giorno,
è una stanza in penombra
e due corpi distesi.
Nella fronte mi perdo
In un pianoro vuoto.
Già le ore affilano i rasoi.
Ma al mio fianco tu respiri;
intimamente mia eppur remota
fluisci e non ti muovi.
Inaccessibile se ti penso,
con gli occhi ti tocco,
ti guardo con le mani.
I sogni ci separano
ed il sangue ci unisce:
siamo un fiume di palpiti.
Sotto le tue palpebre matura
il seme del sole.
Il mondo
non è ancora reale,
il tempo è dubbio:
solo il calore della tua pelle
è vero.
Nel tuo respiro ascolto
la marea dell'essere,
la sillaba scordata del Principio.

Octavio Paz

daniela
12-June-2013, 22:59
Di me, di te tutto conosco, tutto ignoro

Accade che le affinità d'anima
non giungano ai gesti e alle parole ma
rimangano effuse come un magnetismo.
É raro ma accade. Può darsi
che sia vera soltanto la lontananza,
vero l'oblio, vera la foglia secca
piú del fresco germoglio.
Tanto e altro puó darsi o dirsi.
Comprendo la tua caparbia volontá di
essere sempre assente perchè
solo così si manifesta la tua magia.
Innumeri le astuzie che intendo.
Insisto nel ricercarti nel fuscello
e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno,
sempre nel vuoto: in quello che
anche al trapano resiste.
Era o non era la volontà dei numi
che presidiano il tuo lontano focolare,
strani multiformi multanimi animali domestici;
fors'era così come mi pareva
o non era. Ignoro se
la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l'innocenza é una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari.
Di me, di te tutto conosco,
tutto ignoro.

Eugenio Montale

Andrea
21-June-2013, 12:52
Bleecker street, estate




L’estate per la prosa e i limoni, per la nudità e il languore,
per l'eterna indolenza del ritorno immaginato,
per i rari flauti e i piedi scalzi, e la stanza da letto in agosto
dalle lenzuola arruffate e il sale della domenica, ah violini!


Quando premo i crepuscoli estivi insieme, è
un mese di fisarmoniche di strada e spruzzatori
che adagiano la polvere, piccole ombre che fuggono da me.


È musica che si apre e si chiude, Italia mia, su Bleecker,
ciao, Antonio, e le grida d’acqua dei bambini
che strappano il cielo rosa in rivoli di carta;
è il crepuscolo nelle narici e nell’odore dell’acqua
lungo strade imbrattate che non ti portano all’acqua,
e isole e limoni raccolti nella mente.


Laggiù c’è l’Hudson, in fiamme come il mare.
Ti spoglierei nell’afa estiva, e riderei e asciugherei
la tua pelle bagnata se mi venissi a trovare.




Derek Walcott

daniela
08-September-2013, 12:39
Non saprò nulla della mia vita,
oscuro monotono sangue.

Non saprò chi amavo, chi amo,
ora che qui stretto, ridotto alle mie membra,
nel guasto vento di marzo
enumero i mali dei giorni decifrati.

Già vola il fiore magro
dai rami. E io attendo
la pazienza del suo volo irrevocabile.

Salvatore Quasimodo

daniela
13-January-2014, 23:27
EPILOGHI

Le cose non esplodono:
vengon meno, sbiadiscono,

come il sole sbiadisce dalla carne,
come la schiuma esala nella sabbia,

anche il fulmineo tempo dell’amore
non ha un epilogo tonante,

muore invece con un suono di fiori
che sbiadiscono come fa la carne

sotto la pietra pomice sudante,
tutto concorre a dare questa forma

finché restiamo soli col silenzio
che circonda la testa di Beethoven.


Derek Walcott

Claire
15-January-2014, 13:28
Colmo di fiori è il pesco


Colmo di fiori è il pesco,
non tutti diventeranno frutto,
splendono limpidi come schiuma di rose
per l’azzurra fuga delle nubi.

Come fiori sbocciano i pensieri,
canto al giorno,
lasciali fiorire! Lascia alle cose il loro corso!
Non domandare del raccolto!

Occorrono anche il giuoco e innocenza
e fiori in abbondanza,
altrimenti il mondo ci sarebbe angusto
e la vita priva di piacere.

Hermann Hesse

daniela
10-March-2014, 23:35
La vita oscilla

La vita oscilla
tra il sublime e l'immondo
con qualche propensione
per il secondo
ne sapremo di più
dopo le ultime elezioni
che si terranno lassù
o laggiù o in nessun luogo
perché siamo già eletti
tutti quanti
e chi non lo fu
sta assai meglio quaggiù
e quando se ne accorge
è troppo tardi.
Les jeux sont faits
dice il croupier, per l'ultima volta
e il suo cucchiaione
spazza le carte.

Eugenio Montale

Rosy
11-March-2014, 14:41
Bleecker street, estate




L’estate per la prosa e i limoni, per la nudità e il languore,
per l'eterna indolenza del ritorno immaginato,
per i rari flauti e i piedi scalzi, e la stanza da letto in agosto
dalle lenzuola arruffate e il sale della domenica, ah violini!


Quando premo i crepuscoli estivi insieme, è
un mese di fisarmoniche di strada e spruzzatori
che adagiano la polvere, piccole ombre che fuggono da me.


È musica che si apre e si chiude, Italia mia, su Bleecker,
ciao, Antonio, e le grida d’acqua dei bambini
che strappano il cielo rosa in rivoli di carta;
è il crepuscolo nelle narici e nell’odore dell’acqua
lungo strade imbrattate che non ti portano all’acqua,
e isole e limoni raccolti nella mente.


Laggiù c’è l’Hudson, in fiamme come il mare.
Ti spoglierei nell’afa estiva, e riderei e asciugherei
la tua pelle bagnata se mi venissi a trovare.




Derek Walcott Mi è cara questa via. E' la strada in cui hanno vissuto gran parte della vita i miei parenti emigrati in America a cercare fortuna. Non è che l'abbiano poi trovata... Quando vado a New York faccio sempre tappa lì.

Claire
02-April-2014, 10:58
Il nuotare


se si vuol nuotare
l’acqua dev’essere viva,
dev’essere in fuga,
con i ciottoli in bocca

chi nuota
e lascia che l’acqua giochi con quello strumento ch’è il suo corpo,
è un’áncora morbida
fra la corrente,
un tiro di dadi,
leggera luce di una fiaccola,
solo, come un soldato annegato

il nuotatore brucia lentamente

è un’esca
per il pontile affamato
se c’è qualche pontile,
crea inquietudine
se c’è qualche spiaggia,
ma, lui, scavalca lentamente montagne infinite
con il fuoco nei polmoni.

Tomas Tranströmer

daniela
01-October-2014, 20:26
« Io guardo il fiume
crespe leggere passano sotto il sole malato
nient'altro, il fiume aspetta;
abbi pietà di quanti aspettano »




(Giorgos Seferis)

2782

Giorgos Seferis pseudonimo di Giorgios Seferiádis nato a Smirne il 13 marzo 1900 è stato un poeta, saggista e diplomatico greco, premio Nobel per la letteratura nel 1963.

Nel 1969 Seferis prese posizione pubblicamente e duramente contro la Dittatura dei Colonnelli in Grecia. Anche il suo stesso funerale, il 20 settembre 1972, venne trasformato in una massiccia dimostrazione contro il governo militare.

Quando Seferis muore, nel 1971, i suoi funerali si trasformano in una imponente manifestazione contro il regime: una folla immensa intona ΑΡΝΗΣΗ (Il Rifiuto), cui l' altro grande ribelle greco, Mikis Theodorakis, ha dato la sua struggente musica.



Su di una spiaggia segreta
bianca come una colomba
morivamo di sete
ma l'acqua era salata.

Sulla spiaggia dorata
scrivemmo il suo nome;
ma venne bella la brezza dal mare e cancellò le parole


Con quale spirito, quale animo,
quale desiderio e quale passione
afferrammo la nostre vite: un errore! Così cambiammo la nostre vite..


https://www.youtube.com/watch?v=B9IqV5SazpU



Là, dove sempre tende ogni partire
Si ritorna: all'essere più soli.
Una brancata di terra, in un cavo
Di mani
vuoto.

Giorgos Seferis

daniela
01-October-2014, 20:31
Siamo tornati all’autunno. L’estate
come un quaderno di cui siamo stanchi
rimane piena di cancellature
di schizzi astratti a margine, di punti di domanda.
Siamo tornati all’epoca degli occhi che rimirano
nello specchio alla luce artificiale,
serrate labbra, estranei gli uomini
nelle vie nelle stanze sotto gli alberi di pepe
mentre i fari delle automobili uccidono
migliaia di maschere pallide.
Siamo tornati: partiamo sempre per tornare
al deserto, un pugno di terra nelle palme vuote.

Giorgos Seferis

daniela
01-October-2014, 20:32
Abbiamo camminato insieme, abbiamo spartito il pane e il sonno
e provato la stessa fitta d’amaro del distacco,
abbiamo edificato con le pietre che avevamo le case,
siamo saliti a bordo, siamo stati esuli e reduci,
abbiamo ritrovato le donne ad aspettare,
ci hanno riconosciuto a stento, più nessuno ci conosce.
I miei compagni hanno portato le statue, hanno portato
le nude sedie vuote dell’autunno, i compagni
hanno ammazzato i loro visi: non li capisco.
Rimane ancora il giallo deserto, l’estate:
onde di sabbia in fuga fino all’ultimo cerchio,
un ritmo di tamburo implacato, sconfinato,
occhi di fuoco naufraghi nel sole,
mani con gesti d’uccelli che incidono il cielo
e salutano file di morti sull’attenti,
mani perse in un punto che non domino e mi vince:
le tue mani sfioranti l’onda libera.

Giorgio Seferis

daniela
01-October-2014, 22:59
Curioso, nelle sue poesie precedenti l'ultima strofa ha il riferimento alle mani...


La nostra terra è chiusa, tutta monti
che hanno per tetto il basso cielo giorno e notte.
Non abbiamo fiumi, non abbiamo pozzi non abbiamo sorgenti,
solo poche cisterne, e queste vuote, che risuonano e che veneriamo.
Suono stagnante e sordo, uguale alla nostra solitudine
uguale al nostro amore, uguale ai nostri corpi.
Ci stupiamo di aver potuto una volta costruire
case capanne e ovili.
E le nozze nostre, le fresche ghirlande e le dita
diventano enigmi inspiegabili alla nostra anima.
Come sono nati come si son fatti forti i nostri figli?
La nostra terra è chiusa. La chiudono
due cupe Simplegadi. Nei porti
la domenica quando scendiamo a respirare
vediamo rischiarati al tramonto
rottami di viaggi mai portati a termine
corpi che non sanno più come amare.

Giorgio Seferis


Epifania 1937

«Mormorii nel silenzio sterminato
(Non so più bocca aprire né ragionare)
Trattengono in me la vita:
Di quella notte il respiro di un cipresso,
La voce umana dell’onda marina
Notturna sulla ghiaia, il ricordare
La tua voce e il suo dirmi Eftichìa»,
«Buona fortuna».

Giorgio Seferis

daniela
06-October-2014, 23:46
Joseph Brodsky, (Leningrado 24 maggio 1940 - New York 28 gennaio 1996)

Premio Nobel per la Letteratura nel 1987 con la motivazione: " Per una produzione onnicomprensiva, intrisa di chiarezza di pensiero e intensità poetica"


2794


Metti in serbo per le stagioni fredde
queste parole, per le stagioni dell'ansia!
Come il pesce sulla sabbia, l'uomo sopravvive:
se si strascina agli arbusti e s'alza
su gambe incerte e storte e va, come un rigo dalla penna,
nelle viscere stesse della terra.

Esistono leoni alati, sfingi col seno
di donna, angeli in bianco e ninfe del mare:
a colui che sostiene sulle sue spalle il peso
di buio, caldo e - oso dirlo - dolore,
sono più cari degli zeri concentrici nati
da parole gettate.

Joseph Brodsky

daniela
06-October-2014, 23:52
Procida

Baia sperduta; non più di venti barche a vela.
Reti, parenti dei lenzuoli, stese ad asciugare.
Tramonto. I vecchi guardano la partita al bar.
La cala azzurra prova a farsi turchina.
Un gabbiano artiglia l'orizzonte prima
che si rapprenda. Dopo le otto è deserto
il lungomare. Il blu irrompe nel confine
oltre il quale prende fuoco una stella.

Joseph Brodsky

daniela
05-December-2014, 23:16
ÒBOE SOMMERSO

Avara pena, tarda il tuo dono
in questa mia ora
di sospirati abbandoni.

Un oboe gelido risillaba
gioia di foglie perenni,
non mie, e smemora;

In me si fa sera:
l'acqua tramonta
sulle mie mani erbose.

Ali oscillano in fioco cielo,
labili: il cuore trasmigra
ed io son gerbido,

e i giorni una maceria.

Salvatore Quasimodo

daniela
05-December-2014, 23:34
Jaroslav Seifert (Cecoslovacchia 1901-1986)Premio Nobel 1984 "per la sua poesia che, dotata di freschezza, sensualità ed inventiva, fornisce un'immagine di liberazione dello spirito e della versatilità indomita dell'uomo"

2967


Sa morire così solo un uccello
e cade a piombo dentro la rugiada.
Nessuno racconta come gli accada,
e non sanno di questo né di quello.
Forse cadde ad alte nubi, un anello
di fiamma da una làvica contrada.
Sa morire così solo un uccello,
e cade a piombo dentro la rugiada.
Di cenere era il terreno mantello,
fra i mendicanti una carcassa brada,
ma varcò il buio ed ebbe il suggello,
la gloria e la luce che mai dirada.
Sa morire così solo un uccello.

Jaroslav Seifert

daniela
05-December-2014, 23:35
Se dite che i versi sono anche canto
-e si dice-,
tutta la vita ho cantato.
E ho camminato con quelli che nulla avevano,
né luogo né fuoco.
Ero uno di loro.
Ne ho cantato il dolore,
la fede, la speranza,
con loro ho vissuto
ciò che vissero. Angoscia,
debolezza, paura e coraggio,
e la tristezza della miseria.
E il loro sangue, quando scorreva,
spruzzava me.
Ne è scorso sempre abbastanza
in questo paese di dolci fiumi, erbe, farfalle,
e donne appassionate.
Anche le donne ho cantato.
Accecato dall’amore,
nella vita ho brancolato,
inciampando in un fiore perduto
o gradino d’antica cattedrale.

Jaroslav Seifert

daniela
05-December-2014, 23:36
Ho veduto solo una volta
un sole così insanguinato.
E poi mai più.
Scendeva funesto sull’orizzonte
e sembrava
che qualcuno avesse sfondato la porta
dell’inferno.
Ho domandato alla spécola
e ora so il perché.
L’inferno lo conosciamo, è dappertutto
e cammina su due gambe.
Ma il paradiso?
Può darsi che il paradiso non sia
null’altro
che un sorriso
atteso per lungo tempo,
e labbra
che bisbigliano il nostro nome.
E poi quel breve vertiginoso momento
quando ci è concesso di dimenticare
velocemente
quell’inferno.

Jaroslav Seifert

daniela
05-December-2014, 23:40
Octavio Paz (Città del Messico, 31 marzo 1910 – 20 aprile 1998)

Premio Nober 1990 "per una scrittura appassionata, dai larghi orizzonti, caratterizzata da intelligenza sensuale e da integrità umanistica"

2968


Prima del principio

Rumori confusi, incerto chiarore.
Inizia un nuovo giorno,
è una stanza in penombra
e due corpi distesi.
Nella fronte mi perdo
in un pianoro vuoto.
Già le ore affilano rasoi.
Ma al mio fianco tu respiri;
intimamente mia eppur remota
fluisci e non ti muovi.
Inaccessibile se ti penso,
con gli occhi ti tocco,
ti guardo con le mani.
I sogni ci separano
ed il sangue ci unisce:
siamo un fiume di palpiti.
Sotto le tue palpebre matura
il seme del sole.
Il mondo
non è ancora reale,
il tempo è dubbio:
solo il calore della tua pelle è vero.
Nel tuo respiro ascolto
la marea dell’essere,
la sillaba scordata del Principio.

Octavio Paz

daniela
05-December-2014, 23:45
Sulla riva

Tutto ciò che brilla nella notte,
Collana,occhi,astri,
Serpentina di fuochi colorati,
Brilla sulle tue braccia di fiume che si curva,
Sul tuo collo di giorno che si sveglia.

Il falò che accendono sulla selva,
Il faro dal collo della giraffa,
L'occhio,girasole dell'insonnia,
Si son stancati di attendere,di scrutare.

Spegniti,
per brillare nulla vale più degli occhi che ci vedono
contemplati in me che ti contemplo.
Dormi,
Velluto di bosco,
Muschio dove reclino la testa.

la notte con onde azzurre va cancellando queste parole,
scritte con mano leggera sulla palma del sogno.

Octavio Paz

daniela
05-December-2014, 23:47
Silenzio

Come musica di sottofondo
scaturisce una nota
che, mentre vibrante cresce e si assottiglia
fino a quando altra musica muta,


emerge dal fondo del silenzio
un altro silenzio, torre acuta, spada,
va e cresce e ci sospende


e cadere durante la salita
i ricordi, le speranze,
le piccole e le grandi bugie,
e vogliamo gridare e nella gola
il grido svanisce:
finiamo il silenzio
in cui il silenzio muto.

Octavio Paz

daniela
05-February-2015, 23:12
Là, dove sempre tende ogni partire
Si ritorna: all'essere più soli.
Una brancata di terra, in un cavo
Di mani vuoto.

Giorgio Seferis

daniela
05-February-2015, 23:14
Scirocco

A occidente si mescola il mare a una catena di montagne.
Ci soffia da mancina lo scirocco e c’impazza,
questo vento che spoglia della carne le ossa.
Nostra casa fra i pini e le carrube.
Grandi finestre, grandi tavoli per scrivere
le lettere che già da tanti mesi
ti scriviamo e gettiamo
nella separazione per colmarla.
Astro dell’alba, tu chinavi gli occhi
ed erano le nostre ore più dolci
dell’olio alla ferita, più gioconde dell’acqua
fresca al palato, placide più che l’ala del cigno.
Era la nostra vita nel tuo palmo.
Di là dal pane amaro dell’esilio
se ristiamo la notte dinanzi al muro bianco
la tua voce s’accosta, è una speranza
di fuoco. E ancora questo vento affila
sui nostri nervi un rasoio.
Ti scriviamo ciascuno le stesse
cose, ciascuno innanzi all’altro tace
rimirando per sé lo stesso mondo,
la luce e l’ombra sopra le montagne e te.
Chi mai ci leverà dal cuore tanta pena?
Ieri sera, tempesta; oggi di nuovo
pesa il cielo infoscato. Ora i pensieri
come gli aghi di pino ieri nella tempesta
sulla porta di casa accolti e vani
innalzano un castello che dirupa.
Qui tra questi paesi decimati, su questo
promontorio sguernito allo scirocco
con la catena di montagne innanzi, che ti cela,
chi ci calcolerà l’impegno dell’oblio?
Chi accoglierà la nostra offerta, in questa fine d’autunno.

Ghiorgos Seferis

daniela
10-February-2015, 23:08
In ogni cosa ho voglia di arrivare
sino alla sostanza.
Nel lavoro, cercando la mia strada,
nel tumulto del cuore.

Sino all’essenza dei giorni passati,
sino alla loro ragione,
sino ai motivi, sino alle radici,
sino al midollo.
Eternamente aggrappandomi al filo
dei destini, degli avvenimenti,
sentire, amare, vivere, pensare,
effettuare scoperte.

Boris Pasternak

daniela
19-February-2015, 23:22
Odysseas Elytis, poeta greco (1911-1996), fu uno dei maggiori rappresentanti del surrealismo in Grecia.
Premio Nobel 1979

“per la sua poesia, che, contro lo sfondo di tradizione greca, dipinge con forza e chiarezza intellettuale la lotta dell'uomo moderno per la libertà e la creatività”

3180


La mia infanzia è piena di canneti.
Ho speso molto vento per diventare adulto.
Ma solo così ho imparato
a distinguere i fruscii più impercettibili,
a parlare con precisione nei misteri.

Odysseas Elytis


3181

LACONICA

L’angoscia della morte tanto m’incendiò, che il mio bagliore si riverberò nel sole.
Quello adesso m’invia nel pieno accordo della pietra e dell’aria
E dunque, quello che cercavo, sono.
Estate di limo, riflessivo autunno
Inverno minimo
La vita reca l’obolo della foglia d’ulivo
Entro la notte degli stolti con un piccolo grillo riconvalida la norma del-
l’Inaspettato.

Odisseas Elytis

daniela
19-February-2015, 23:24
Qui nel mezzo del cammino
è arrivato il momento di dirlo
altre sono le cose che amo
ma altrove altrove mi son diretto.
Nel vero e nel falso
lo dico e lo confesso.
Come fossi un altro e non già io
ho proceduto nella vita.
Per quanto uno stia in guardia
per quanto vada in caccia
sempre sempre sarà tardi
e non c’è un’altra vita.

Odisseas Elytis

daniela
19-February-2015, 23:25
Sono in lutto per gli anni venturi
Senza di noi e canto quelli ormai trascorsi
Se è vera
L’intesa dei corpi il dolce tintinnio delle barche
Il baluginare delle chitarre sotto le acque
I ‘credimi’ e i ‘no’
Ora nel vento ora nella musica

Due bestiole le nostre mani
Che cercavano di sovrapporsi furtive l’una sull’altra
Il vaso del basilico sulle soglie aperte dei cortili
E le scaglie di mare che arrivavano insieme
Sui muretti a secco, dietro le siepi
L’anemone che si posò sulla tua mano
E tremolò tre volte il lillà per tre giorni sopra le cascate

Se tutto ciò è vero canto
La trave di legno e il tappeto colorato
Sulla parete, la Sirena coi capelli scarmigliati
Il gatto che ci fissò nel buio

Un bambino con l’incenso e una croce vermiglia
Quando annotta sugli scogli inaccessibili
Sono in lutto per la veste che toccai e mi venne incontro il mondo.

Odisseas Elytis

Andrea
28-April-2015, 13:32
Vivo sull’acqua,
solo. Senza moglie né figli.
Ho circumnavigato ogni possibilità
per arrivare a questo:


una piccola casa su acqua grigia,
con le finestre sempre spalancate
al mare stantio. Certe cose non le scegliamo noi,


ma siamo quello che abbiamo fatto.
Soffriamo, gli anni passano, lasciamo
tante cose per via, fuorché il bisogno


di fardelli. L’amore è una pietra
che si è posata sul fondo del mare
sotto acqua grigia. Ora, non chiedo nulla


alla poesia, se non vero sentire:
non pietà, non fama, non sollievo. Tacita sposa,
noi possiamo sederci a guardare acqua grigia,


e in una vita che trabocca
di mediocrità e rifiuti
vivere come rocce.


Scorderò di sentire,
scorderò il mio dono. È più grande e duro,
questo, di ciò che là passa per vita.




Derek Walcott

daniela
29-April-2015, 22:55
I miei occhi scoprono la calma del cielo
ed ecco che sento passare in me quello che prova un
albero,
le cui foglie, socchiuse come coppe, straripino di luce.

Un pensiero ossessiona la mia mente, come questa nebbia
che sfiora i prati, si mescola al mormorare dell’acqua,
agli stanchi sospiri del vento.

Immagino d'aver già vissuto nell'infinito
delle cose del mondo, ed è quest'infinito
che m'ha donato amori e dolori.

R. Tagore

Claire
19-May-2015, 11:22
Sento cadere le pietre che abbiamo gettato,
cristalline negli anni. Nella valle
volano le azioni confuse dall’attimo
gridando da cima a cima degli alberi, tacciono
nell’aria più leggera del presente, planano
come rondini da cima
a cima dei monti finché
raggiungono l’altopiano più remoto
lungo la frontiera con l’aldilà.
Là cadono
le nostre azioni cristalline
su nessun fondo,
tranne noi stessi.

daniela
22-May-2015, 23:05
Thomas Stearns Eliot 1888 - 1965

3424

Premio Nobel per la Letteratura nel 1948 « Per il suo eccezionale e pionieristico contributo alla poesia contemporanea »

Canzone

Se Tempo e Spazio, come i Saggi dicono,
sono cose che mai potranno essere,
il sole che non cede al mutamento
non è per nulla superiore a noi.
Così perché, Amore, dovremmo sperare
di vivere un secolo intero?
La farfalla che vive un solo giorno
è già vissuta per l’eternità.

I fiori che ti diedi allorché la rugiada
tremolava sul tralcio rampicante,
prima che l’ape volasse a suggere
la rosellina di macchia erano già appassiti.
Così affrettiamoci a coglierne ancora
senza tristezza se poi languiranno;
i nostri giorni d’amore sono pochi:
facciamo almeno che siano divini.

daniela
22-May-2015, 23:08
Una dedica a mia moglie

A cui devo la gioia palpitante
che tiene desti i miei sensi nelle ore di veglia,
e il ritmo che scandisce il riposo
delle nostre ore di sonno,
l'accordo del respiro

di due amanti i cui corpi
profumano l'uno dell'altro,
che pensano uguali pensieri
e non hanno bisogno di parole
e sussurrano uguali parole
senza la necessità di un senso.

Il vento stizzoso dell'inverno non farà gelare
il sole astioso del tropico non farà seccare
le rose nel giardino di rose che è soltanto nostro

ma scrivo questa dedica perché altri la leggano:
sono parole private indirizzate a te in pubblico.


T.S. Eliot