kaipirissima
01-September-2012, 11:36
io sono Li
Un film di Andrea Segre. Con Zhao Tao, Rade sherbedgia, Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Battiston.
SCENEGGIATURA: Marco Pettenello, Andrea Segre
Drammatico, durata 100 minuti – Francia, Italia 2011
1144
Shun Li è una donna cinese immigrata in Italia. Paga il proprio debito lavorando (in condizioni di semi schiavitù) come operaia tessile.
Essendo brava e diligente viene trasferita da Roma a Chioggia per lavorare in un bar.
Le difficoltà non mancheranno, prima fra tutte il contatto con questi rudi pescatori che parlano un dialetto stretto (ci sono i sottotitoli).
Shun Li è dolce e delicata, triste per il suo bambino lontano che vive con il nonno e spera presto la raggiungerà.
Sola, in terra straniera, Shun Li si lega a un pescatore di origine jugoslava, anche lui immigrato da anni (trenta) in Italia. Tra i due si crea un rapporto di amicizia e comprensione, poiché, pare, che per un immigrato la terra in cui vivi rimarrà sempre straniera.
Il film è delicato, e i sentimenti vengono raccontati con un pudore che si avvicina molto alla poesia.
I personaggi del bar-osteria rasentano il macchiettismo, e non mancano di mostrare, nel loro piccolo, quella atavica paura che allontana lo straniero dal proprio cuore.
La laguna con la nebbia. I gabbiani. L'acqua alta.
La laguna luogo calmo e solitario, il mare sferzato dal vento e dalle correnti.
La laguna, un nido, un rifugio, una prigione?
Alla mia amica è piaciuto tantissimo: “Bellissimo” dice lei.
Io sono un po’ più sulle mie, anche se l’ho trovato ok, forse un pelino lento.
La lettura delle lettere, poesie, i sottotitoli creano una pausa alla narrazione allargando forse il lirismo e la dimensione di sospensione che aleggia nel film, ma togliendogli, forse, qualcosa. Non saprei.
Se per la mia amica è un quattro stelle per me vale tre.
Consigliato?
Sì.
Un film di Andrea Segre. Con Zhao Tao, Rade sherbedgia, Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Battiston.
SCENEGGIATURA: Marco Pettenello, Andrea Segre
Drammatico, durata 100 minuti – Francia, Italia 2011
1144
Shun Li è una donna cinese immigrata in Italia. Paga il proprio debito lavorando (in condizioni di semi schiavitù) come operaia tessile.
Essendo brava e diligente viene trasferita da Roma a Chioggia per lavorare in un bar.
Le difficoltà non mancheranno, prima fra tutte il contatto con questi rudi pescatori che parlano un dialetto stretto (ci sono i sottotitoli).
Shun Li è dolce e delicata, triste per il suo bambino lontano che vive con il nonno e spera presto la raggiungerà.
Sola, in terra straniera, Shun Li si lega a un pescatore di origine jugoslava, anche lui immigrato da anni (trenta) in Italia. Tra i due si crea un rapporto di amicizia e comprensione, poiché, pare, che per un immigrato la terra in cui vivi rimarrà sempre straniera.
Il film è delicato, e i sentimenti vengono raccontati con un pudore che si avvicina molto alla poesia.
I personaggi del bar-osteria rasentano il macchiettismo, e non mancano di mostrare, nel loro piccolo, quella atavica paura che allontana lo straniero dal proprio cuore.
La laguna con la nebbia. I gabbiani. L'acqua alta.
La laguna luogo calmo e solitario, il mare sferzato dal vento e dalle correnti.
La laguna, un nido, un rifugio, una prigione?
Alla mia amica è piaciuto tantissimo: “Bellissimo” dice lei.
Io sono un po’ più sulle mie, anche se l’ho trovato ok, forse un pelino lento.
La lettura delle lettere, poesie, i sottotitoli creano una pausa alla narrazione allargando forse il lirismo e la dimensione di sospensione che aleggia nel film, ma togliendogli, forse, qualcosa. Non saprei.
Se per la mia amica è un quattro stelle per me vale tre.
Consigliato?
Sì.