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Serena-fundy
09-November-2011, 19:47
Visto che ci stiamo preparando a "fare le ninne", vi propongo questo incipit dell'opera più monumentale che io abbia avuto tra le mani. Il "fare le ninne" è relativo al fatto che il protagonista delle Ricerca di Marcel Proust si sta apprestando a dormire. Sono tentata a ricominciare a leggere questo capolavoro della letteratura mondiale, ma ora sono alle prese con "Guerra e Pace" di Tolstoj per cui vorrei far passare un pò di tempo.

Alla ricerca del tempo perduto
A lungo, mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso: "Mi addormento". E, mezz'ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi svegliava; volevo posare il libro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume; mentre dormivo non avevo smesso di riflettere sulle cose che poco prima stavo leggendo, ma le riflessioni avevano preso una piega un po' particolare; mi sembrava d'essere io stesso quello di cui il libro si occupava: una chiesa, un quartetto, la rivalità di Francesco I e Carlo V.
(Traduzione: Giovanni Raboni)

maureen
19-November-2011, 18:03
Le nuvole riempirono il cielo finché cominciò a cadere una pioggia enorme. Neanche un pezzetto di azzurro. Il vento scuoteva gli alberi e gli uomini seminudi tremavano. Gocce d'acqua scivolavano giù dalle foglie e cadevano sugli uomini. Solo i muli sembravano non sentire la pioggia. Masticavano le piante che crescevano davanti al magazzino. Nonostante il temporale, gli uomini continuavano il loro lavoro.

Cacao - Jorge Amado

Claire
19-November-2011, 22:50

Herzog

Se sono matto, per me va benissimo, pensò Moses Herzog. C'era della gente che pensava che fosse toccato, e per qualche tempo persino lui l'aveva dubitato. Ma adesso, benché continuasse a comportarsi in maniera un po' stramba, si sentiva pieno di fiducia, allegro, lucido e forte. Gli pareva d'essere stregato, e scriveva lettere alla gente più impensata. Era talmente infatuato da quella corrispondenza, che dalla fine di giugno, dovunque andasse, si trascinava dietro una valigia piena di carte. Se l'era portata, quella valigia, da New York a Martha's Vineyard. Ma da Martha's Vineyard era riscappato indietro subito; due giorni dopo aveva preso l'aereo per Chicago, e da Chicago era filato in un paesino del Massachusetts occidentale. Lì, nascosto in mezzo alla campagna, scriveva a più non posso, freneticamente, ai giornali, agli uomini pubblici, ad amici e parenti e finì per scrivere pure ai morti, prima ai suoi morti e poi anche ai morti famosi.

Saul Bellow - Herzog -

Tregenda
25-November-2011, 19:57
Sono nato proletario. Ho scoperto presto l’entusiasmo, l’ambizione e gli ideali e nel tentativo di soddisfarli, ho finito per renderli il problema di tutta la mia infanzia. Vengo da un ambiente rude, volgare, duro. Non avevo un orizzonte davanti a me: direi piuttosto un confine.
Il mio posto in questa società era negli abissi, dove la vita offriva solo squallore e sventura: lì, sul fondo, carne e spirito erano ugualmente affamati e tormentati.

Jack London, Cos'è la vita per me

Tregenda
25-November-2011, 20:03
Ogni volta che trovo in giornali, riviste e dizionari biografici degli schizzi sulla mia vita, delicatamente tratteggiati, vengo a sapere che io, per studiare sociologia, divenni vagabondo. Ciò è molto simpatico e gentile da parte dei biografi, ma è inesatto.
Io divenni vagabondo... ebbene per la vitalità che era in me, per la passione di girovagare che ho nel sangue e che non mi lasciava tranquillo.

Jack London, La strada

Rosy
25-November-2011, 20:52
Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell'amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita.
Per capire l'essenziale, però, mi è bastato un istnate, mentre mi torturavano legato ad un muro.
Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granchè, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità.
E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita.

Gregory David Roberts: SHANTARAM.

Rosy:-P:-P

Chomsky
25-November-2011, 21:05
"Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che è la più bella età della vita. Ogni cosa rappresenta una minaccia per il giovane: l’amore, le idee, la perdita della famiglia, l’ingresso tra gli adulti. E’ duro imparare la propria parte nel mondo."

Paul Nizan "Aden Arabia"

dolores
26-November-2011, 14:25
Era luglio e faceva caldo e io stavo interrando piantine e l’idea dell’omicidio manco mi passava per l’anticamera del cervello. Tutti i lavori da roseto sono brutti, tipo fare innesti, o scavare, ma interrare è un lavoro buono per i peccatori all’inferno. È nel pieno dell’estate che bisogna farlo. Funziona così: ti danno questa manciata di piantine e tu le prendi e sospiri e ti giri a guardare tutto il roseto, che va da dove ti trovi tu a un qualche posto a est della Cina, e ti rimbocchi le maniche, e ti chini, e infili le piantine nei filari, un po’ distanziate. Non ti tiri più su se proprio non ci sei costretto, perché altrimenti non finirai mai. Tieni la schiena piegata e continui a interrare, seguendo il filare polveroso, sperando che prima o poi riuscirai a dare un taglio alla tortura, anche se pare che non succeda mai, e ovviamente il sole del Texas dell’Est, che alle dieci e mezzo di mattina è come una piaga infetta che lascia colare pus fuso, non migliora le cose.

Joe Lansdale - "Mucho Mojo"

Patrizia
26-November-2011, 14:50
"Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi.
Mio peccato, anima mia.
Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, conto i denti. Lo.Li.Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti.
Ma tra le mie braccia era sempre Lolita."

Vladimir Nabokov

Baudin
27-November-2011, 16:20
"Farid non ha mai visto il mare, non c'è mai entrato dentro.
Lo ha immaginato tante volte. Punteggiato di stelle come il mantello di un pascià. Azzurro come il muro azzurro della città morta.
Ha cercato le conchiglie fossili sepolte milioni di anni fa, quando il mare entrava nel deserto. Ha rincorso i pesci lucertola che nuotano sotto la sabbia. Ha visto il lago salato e quello amaro e i dromedari color argento avanzare come logore navi di pirati. Abita in una delle ultime oasi del Sahara."

Mare al mattino di Margaret Mazzantini
:)

Chomsky
30-November-2011, 20:59
Franz Kafka ha creato due degli incipit più fulminanti della letteratura mondiale. "Qualcuno doveva aver diffamato Josef K., perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato", è l'incipit de "Il processo" mentre "La metamorfosi" comincia così: "Gregor Samsa, svegliandosi un mattino da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo." Dunque è la notte lo spartiacque tra la normalità e il pericolo, tra il mondo usuale e la tragedia. Può capitare nel mondo di Kafka di svegliarsi una mattina per entrare senza alcun motivo in un tunnel insensato e tragico da cui non si riuscirà a salvarsi oppure di trovarsi cambiato improvvisamente in un ripugnante scarafaggio. Tutta la letteratura di Kafka è un infinito anelito all'integrazione a cui dedicherà tutte le sue opere maggiori compreso "Il castello" ma che non raggiungerà mai, straniero in patria, ebreo tra i cattolici, tedesco tra i boemi, figlio non compreso in famiglia.

Sir Galahad
25-December-2011, 10:16
Un capitano dei boschi

«Moblssthvuprudepmifhomvvvrgllqmont
oogghqmeuvdatopnrifouroibamfmltgquz
fzeprnqdspbrnmoqfrrniuvrsfpndquaggh
qzipzniviihqsboqpnmiqzztdipzrdfrvnvl
lrqqhivrsahnlepqnibgqvzflrinaaueohqbf
gqqgforczrfnstzhaprqnrpntmhlfusfhoqb
qonqptatdcpprgghqeouzuluaqnfnepznsp
zmnrappqhnqnoqqrrfiquzlhe.»

L'uomo che teneva in mano il documento il cui ultimo paragrafo era formato da questa strana accozzaglia di lettere, dopo averlo riletto attentamente rimase qualche minuto sopra pensiero. Il documento comprendeva un centinaio di righe che non erano neppure divise in parole, e aveva tutta l'aria di essere stato scritto da anni. Il tempo aveva già steso la sua patina giallastra sul foglio di carta spessa, coperto da quei geroglifici.
Con quale criterio erano state scritte quelle lettere?
Soltanto quell'uomo avrebbe potuto dirlo. Poiché questi linguaggi cifrati sono come le serrature delle casseforti moderne e si difendono nello stesso modo. Le combinazioni di cui sono suscettibili si contano a miliardi, né basterebbe la vita intera di un calcolatore per trovarle tutte. Occorre la «parola» per aprire la cassaforte; occorre il «numero» per leggere un crittogramma di questo genere. Infatti, come vedremo, il documento doveva sfidare i tentativi più ingegnosi e in circostanze molto gravi.
L'uomo che aveva riletto il documento era un semplice capitano dei boschi.
[Jules Verne, La Jangada, l'ulivo Biblioteca Salani, Casa Editrice Adriano Salani, Firenze.]

Chomsky
26-December-2011, 09:36
"Sull'Atlantico un minimo barometrico avanzava in direzione orientale incontro a un massimo incombente sulla Russia, e non mostrava per il momento alcuna tendenza a schivarlo spostandosi verso nord. Le isoterme e le isòtere si comportavano a dovere. La temperatura dell'aria era in rapporto normale con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l'oscillazione mensile aperiodica. Il sorgere e il tramontare del sole e della luna, le fasi della luna, di Venere, dell'anello di Saturno e molti altri importanti fenomeni si succedevano conforme alle previsioni degli annuari astronomici. Il vapore acqueo nell'aria aveva la tensione massima, e l'umidità atmosferica era scarsa. Insomma, con una frase che quantunque un po' antiquata riassume benissimo i fatti: era una bella giornata d'agosto dell'anno 1913."

Robert Musil, L'uomo senza qualità

dolores
30-December-2011, 13:53
"Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Qui sarà raccontata la sua storia. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille, e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte ecc., oggi è caduto nell'oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immoralità, empietà insomma, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori".

Patrick Suskind - "Il profumo"

maureen
02-January-2012, 21:36
Quando ho sentito parlare per la prima volta dell'arpa d'erba? Molto tempo prima di quell'autunno in cui andammo ad abitare sul sicomoro. In un autunno molto remoto, dunque; e certo fu Dolly a parlarmene, perché nessun altro avrebbe pensato a quel nome: arpa d'erba.
Se, uscendo dalla città, imboccate la strada della chiesa, rasenterete di lì a poco una abbagliante collina di pietre candide come ossa e di scuri fiori riarsi: è il cimitero Battista. Vi sono sepolti i membri della nostra famiglia, i Talbo, i Fenwick. Mia madre riposa accanto a mio padre e le tombe dei parenti e degli affini, venti o più, sono disposte intorno a loro come radici prone di un albero di pietra. Sotto la collina si stende un campo di alta saggina, che muta di colore ad ogni stagione; andate a vederlo in autunno, nel tardo settembre, quando diventa rosso come il tramonto, mentre riflessi scarlatti simili a falò ondeggiano su di esso ed i venti dell'autunno battono sulle sue foglie secche evocando il sospiro di una musica umana, di un'arpa di voci.






L'arpa d'erba - Truman Capote

Sir Galahad
24-January-2012, 20:58
Il farfallone







Fiaba di Hans Christian Andersen


Il farfallone voleva una fidanzata, che naturalmente doveva essere un grazioso fiorellino. Guardò tutti i fiori, ciascuno se ne stava tranquillo e piegato sul suo stelo, come una signorina deve stare quando non è ancora fidanzata; ma ce n'erano tanti tra cui scegliere, era difficile, e il farfallone non aveva voglia di stare a cercare; così volò dalla margheritina.

(P.S.:Però, l'etimologia di farfallone non rimanderebbe al lepidottero multicolore, bensì al più prosaico fallo :D)

maureen
24-January-2012, 21:40
Sogno raramente. E se capita, mi risveglio di soprassalto in un bagno di sudore. In questi casi, poi, mi abbandono nel letto e medito sul potere magico e inesorabile delle notti aspettando che il cuore si calmi. Da bambina, o da ragazza, non facevo sogni, né belli né brutti, è la vecchiaia che mi trasporta senza sosta un orrore impastato di detriti del passato, che mi travolge con la sua massa via via sempre più compatta, sempre più opprimente, un orrore più tragico di ogni esperienza reale perché le cose che vedo nell'incubo non le ho mai vissute sul serio. E mi risveglio urlando.
"La porta" di Magda Szabò (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1802-La-porta-Magda-Szab%F2&highlight=szab%F2)

dolores
16-February-2012, 15:16
Siamo nel 1742. Ho vissuto a lungo. Questo non me lo può togliere nessuno. Tutti quelli che ho conosciuto sono morti. Alcuni li ho mandati io stesso all'altro mondo, se poi esiste. Ma perché dovrebbe? In ogni caso, spero con tutta l'anima che non esista, perché all'inferno ce li ritroverei tutti, Pew il cieco, Israel Hands, Billy Bones, quell'idiota di Morgan che osò passarmi il bollo nero, e gli altri, Flint compreso, che dio l'abbia in gloria, se un dio esiste. Mi accoglierebbero a braccia aperte, con salamelecchi e inchini, sostenendo che è tornato tutto come ai vecchi tempi. Ma intanto il terrore irradierebbe dai loro volti come un sole ardente sul mare in bonaccia. Terrore di cosa? Chiedo io. Certo all'inferno non possono avere paura della morte. Che ve ne pare?
No, non hanno mai avuto paura della morte, visto che per loro non ha mai fatto una gran differenza vivere o morire. Eppure, anche all'inferno avrebbero paura di me. Perché? chiedo io. Tutti, compreso quel Flint che era altrimenti l'uomo più coraggioso che avessi mai incontrato, avevano paura di me.

"La vera storia del pirata Long John Silver" di Bjorn Larsson

dolores
27-February-2012, 12:22
Quando il capocomico si siede sul palco davanti al sipario a contemplare la fiera, osservando quel luogo brulicante di vita, viene travolto da un sentimento di profonda malinconia. E' pieno di gente che mangia e che beve, che amoreggia e che si accapiglia, che ride e che piange, che fuma e che bara, che si azzuffa e che balla oppure suona il violino; e poi ci sono attaccabrighe che fanno gli smargiassi, bellimbusti che ammiccano alle donne, furfanti che rubano borsette, poliziotti sempre all'erta, ciarlatani (altri ciarlatani! Peste li colga!) che strillano davanti ai baracconi, campagnoli che guardano estasiati le ballerine piene di fronzoli e i poveri vecchi saltimbanchi impiastricciati di belletto, mentre individui dalle agili dita gli svuotan le tasche. Sì, questa è LA FIERA DELLA VANITA': senz'altro un luogo né edificante, né allegro, anche se molto chiassoso. Ammirate il volto degli attori e dei pagliacci appena finiscono il loro numero; e Tom il buffone che dietro la tenda si leva il belletto prima di sedersi a tavola assieme alla moglie e ai suoi figlioletti. Tra poco si alzerà il sipario, e lui sarà lì a far capriole e a gridare: - Ehi voi, tutto bene?


William M. Thackeray - "La Fiera della Vanità"

maureen
25-April-2012, 13:25
Erano insieme: erano felici. I familiari, che non li perdevano mai di vista, si erano piazzati fra loro e li tenevano separati con dolcezza implacabile, ma il ragazzo e la ragazza sapevano di essere vicini, e il resto non contava. Era una sera d'autunno d'inizio secolo. Pierre e Agnès, i loro genitori e la fidanzata di Pierre stavano aspettando l'ultimo spettacolo di fuochi d'artificio della stagione. Sulla sabbia fine delle dune gli abitanti di Wimereux-Plage, località balneare sulle rive della Manica, erano radunati in gruppi scuri, che le stelle illuminavano appena. Tutt'intorno spirava l'umida brezza marina e una calma assoluta regnava sugli astanti, sul mare, sul mondo.

"I doni della vita" - Irène Némirovsky (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1252-Ir%E8ne-N%E9mirovsky-I-doni-della-vita&highlight=doni+della+vita)

dolores
16-May-2012, 15:27
Il primo proiettile ha attraversato la finestra con un colpo secco, è entrato nella pancia di Gaston, ha fatto il Tour de France fra le sue trippe ed è uscito poco sotto la scapola sinistra. Poi si è conficcato nel muro.
Il secondo e il terzo hanno polverizzato una pila di compact disc e la Tour Eiffel di cristallo poggiata sul computer di Servandoni. Due vibrazioni del vetro mentre Gaston si accasciava per terra.
Il quarto ha trapassato con un tonfo sordo il torace della tipa seduta davanti a me e il quinto le ha attraversato la testa portandosi via frammenti di osso, sangue, idee e cose varie.
Il sesto e il settimo non hanno fatto altri danni all'infuori del distributore dell'acqua alle spalle di Servandoni; il boccione, colpito in pieno, è scoppiato inondando lui e il pavimento dell'ufficio.
La ragazza davanti a me è scivolata giù dalla sedia guardandomi fisso negli occhi mentre l'ottavo proiettile frantumava l'avambraccio di Martini e il nono faceva scoppiare il suo monitor in una nuvola di fumo e vapore informatico.
Il decimo e l'undicesimo sono passati sopra la mia testa perché a quel punto mi sono buttato per terra come già avevano fatto gli altri.
Si è aperta la porta dell'ufficio e Delpeche è entrato con le mani sui fianchi. "Che cazzo succede qui dentro?" ha domandato guardandosi attorno. Si è beccato il dodicesimo proiettile dritto nello sterno. E' volato fuori dalla porta come se lo avessero tirato per le spalle con un filo invisibile.
Durata dello show: sì e no una decina di secondi.

"Les Italiens" - Enrico Pandiani

Questa sì che è una partenza a razzo :lol:

maureen
20-June-2012, 23:53
Settembre era cominciato con un caldo fuori dell’ordinario.
In uno di quei pomeriggi di primo autunno, quando le giornate sembrano protrarre la torrida calura estiva, il giovane magistrato Kristof Komives esaminava nel suo ufficio gli atti delle cause di divorzio.
Una, in particolare, interessava il giudice, poiché - sia pure alla lontana egli conosceva le parti in causa. Lo sventurato eroe dell’udienza fissata per l’indomani, il marito, un giovane medico di una certa fama, direttore del laboratorio chimico di uno degli ospedali di Budapest, era stato compagno di scuola di Komives; avevano frequentato insieme le medie, e in seguito, ai tempi dell’università, si erano di tanto in tanto incontrati in qualche occasione mondana, alle serate danzanti e alle riunioni studentesche.

Divorzio a Buda - Sandor Marai (http://www.scompaginando.it/showthread.php?814-S%E1ndor-M%E1rai-Divorzio-a-Buda&highlight=divorzio+buda)

maureen
16-September-2012, 12:10
Nel pomeriggio di quel venerdì, Wolfe e io eravamo nell'ufficio; lui beveva birra, guardando le illustrazioni di un libro. Io scorrevo, ancora una volta, il giornale del mattino.
Avevo già letto quel giornale la mattina, a colazione, poi ancora verso le undici, e ora lo scorrevo di nuovo, con la confusa speranza di trovarvi qualcosa d'interessante, atta a stimolarmi il cervello che stava per disseccarsi. Forse era anche una scusa per costringermi a teneri gli occhi aperti.


"La lega degli uomini spaventati" - Nero Wolfe. (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1784-La-lega-degli-uomini-spaventati-Rex-Stout&highlight=lega+degli+uomini+spaventati)

maureen
01-December-2012, 23:30
D'improvviso, come se un turbine avesse piantato le radici nel centro del villaggio, arrivò la compagnia bananiera incalzate dalle foglie morte. Era un frascame ravvolto, riottoso, formato dalle mondezze umane e materiali degli altri villaggi; stoppie di una guerra civile che sembrava più remota e irreale. Il frascame era implacabile.


"Foglie morte" - Gabriel Garcia Marquez

Elvira Coot
19-February-2013, 15:59
Il corpo fu rinvenuto alle 16 e 40 dell'11 maggio 1990, nel canale Baili, un canale fuori mano, a circa trenta chilometri a ovest di Shanghai.


"La misteriosa morte della compagna Guan" di Qiu Xiaolong

Elvira Coot
18-March-2013, 18:16
"La signora Ramotswe non aveva affatto dimenticato il suo defunto furgoncino bianco. Non stava tanto a rimuginarci sopra, al contrario di certe persone che si fissano con il passato, ma capitava che le tornasse in mente, spesso nei momenti più imprevedibili. I ricordi di ciò che non abbiamo più sono strani alle volte: possono passare settimane, mesi o addirittura anni senza che ci pensiamo e poi, all'improvviso, qualcosa ci rammenta un amico perso o un oggetto a cui eravamo affezionati che si è rotto o è finito chissà dove e ci ritroviamo a dire a noi stessi: "Ecco, questa cosa ce l'avevo e ora non ce l'ho più".


"Un matrimonio all'aperto" Alexander McCall Smith

maureen
30-March-2013, 23:21
Wolfe fissò il nostro visitatore con gli occhi spalancati, segno per lui di indifferenza o di irritazione. Nel caso specifico, si trattava ovviamente di irritazione.
"Ve lo ripeto, signor Frost: è inutile dichiarò. Non esco mai di casa per lavoro e non esiste ostinazione umana che mi possa costringere a farlo. Ve lo avevo già detto cinque giorni fa. Buongiorno."

"La scatola rossa" - Rex Stout

maureen
05-April-2013, 21:56
Tre minuti alle cinque. Si accende un bottone bianco sull'immensa pianta di Parigi che ricopre un pezzo di parete.
Un impiegato posa il panino, infila una spina in uno dei mille buchi del centralino telefonico.
"Pronto! Pronto! Quattordicesimo? ... Il vostro furgone è uscito?..."


"Firmato Picpus" di Georges Simenon. (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1257-Georges-Simenon-Firmato-Picpus&highlight=firmato+picpus)

maureen
25-April-2013, 13:42
Breeze entrò con fragore a San Junipero, seduto al posto del navigatore nella Ford Pinto station wagon di Billy Winston. La Pinto virò pericolosamente dal bordo al centro della carreggiata: Billy stava tentando di arrotolare uno spinello con una mano mentre con l'altra teneva una lattina doppia di Coors. Allo stesso tempo ondeggiava al ritmo della canzone di Bob Marley che gracchiava dallo stereo.


"Demoni. Istruzioni per l'uso" - Christopher Moore. (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1199-Christopher-Moore-Demoni-Istruzioni-per-l-uso&highlight=moore)

Claire
27-April-2013, 16:46
È un treno lento che arranca sulle rotaie. Si dirige verso nord. Amara se ne sta seduta composta, in preda a una sorta di eccitazione sonnolenta. Il primo lungo viaggio della sua vita. Un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati da centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e di sapone di permanganato. Sono gli odori della guerra fredda che ha diviso i paesi dell’Ovest da quelli dell’Est, segregandoli con muri, fili spinati e soldati armati di fucile.
“La separazione ha visto affermarsi un comunismo sospettoso e aggressivo. E dall’altra parte un anticomunismo altrettanto sospettoso e irruente. Alla fine una parte non sa niente dell’altra. Vogliamo raccontare ai nostri lettori come si vive veramente oltre la cortina di ferro? Cosa rimane delle sofferenze della Seconda guerra mondiale? Cosa del ricordo della Shoah?


Dacia Maraini - "Il treno dell'ultima notte"

maureen
28-April-2013, 11:24
Dall’alto dei gradini della stazione Saint-Charles, Guitou, come lo chiamava ancora sua madre, contemplava Marsiglia. “La grande città”.
Sua madre ci era nata, ma non gliel’aveva mai fatta vedere. Malgrado le promesse. Adesso era lì. Solo. Come un adulto.
E tra due ore, avrebbe rivisto Naïma.
Per questo era venuto.
Con le mani infilate nelle tasche dei jeans e una Camel tra le labbra, scese lentamente la scalinata. Di fronte alla città.
“In fondo alle scale” gli aveva detto Naïma, “trovi il boulevard d’Athènes. Lo segui fino alla Canabière. Giri a destra. Verso il Vieux-Port. Ancora a destra, dopo duecento metri, vedrai un grande bar all’angolo, La Samaritaine. Ci incontriamo lì. Alle sei. Non puoi sbagliarti”.



Chourmo. Il cuore di Marsiglia - Jean-Claude Izzo (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1201-Jean-Claude-Izzo-Chourmo-Il-cuore-di-Marsiglia-(Trilogia-marsigliese)&highlight=chourmo)

maureen
01-May-2013, 12:29
La diciottesima notte dopo Capodanno - il ventiquattresimo giorno dell'assedio di Budapest -, una giovane donna decise di abbandonare il rifugio in un grande edificio accerchiato nel cuore della città, di attraversare la strada trasformata in campo di battaglia e di raggiungere, in ogni modo e a qualsiasi costo, l'uomo che quattro settimane prima era stato murato, insieme a cinque compagni, in un angusto scantinato dell'edificio di fronte. Quell'uomo era suo padre, e la polizia politica si ostinava, pur nel culmine del caos e dello sfacelo, a cercarlo con un zelante e puntiglioso accanimento. La giovane donna non era un"«eroina», o almeno non si riteneva tale. Ormai si sentiva solo invasa da un'immane stanchezza: la stanchezza che deriva da un enorme sforzo fisico, quando lo spirito crede di poter ancora reggere la fatica ma il corpo bruscamente si ribella, lo stomaco si rivolta e l'intero organismo è impotente, come appesantito da un sudario di piombo. Quella stessa, estrema stanchezza, prossima alla nausea, che si prova in certe giornate estive di feroce canicola e umidità. La giovane aveva buoni motivi per sentirsi spossata: da mesi non aveva più una dimora fissa, e suo padre era in pericolo di vita. Lo teneva nascosto da dieci mesi insieme ad altri uomini, clandestini, fuggiaschi, che in quel mondo ormai allo sfacelo cercavano un occasionale rifugio, un riparo per la notte.

"Liberazione" - Sándor Márai (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1209-S%E1ndor-M%E1rai-Liberazione&highlight=liberazione+sandor+marai)

maureen
04-May-2013, 15:02
"Ma voi che ne sapete dell'amore," diceva sospirando il nostro Max quando il discorso cadeva sul tema della passione che il mondo consuma: era quello il segnale che noi tutti aspettavamo per prender coraggio e chiedergli di raccontare ancora della cotogna venuta da Istànbul, una gran storia d'amore e di morte che si giocò tra Vienna e Sarajevo quando ebbe fine al centro dei Balcani quella cosa che noi chiamammo guerra e invece fu un imbroglio sanguinoso.
E visto che quella era la "sua" storia e gli toccava parlare di sé, Max cominciava prendendosi in giro, forse per non creare aspettative o magari spezzare l'incantesimo, oppure per combattere, chissà, la nostalgia che gli ardeva nel cuore.

"La cotogna di Istanbul" di Paolo Rumiz. (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1211-Paolo-Rumiz-La-cotogna-di-Istanbul&highlight=cotogna+istanbul)

maureen
15-May-2013, 20:32
Questa prima parte è il riepilogo di circa quattro anni. Non tenevo un diario, allora.
Vorrei averlo fatto. Quello che so è che ora vedo quel periodo in maniera diversa da
quando lo stavo vivendo.
La mia vita fino al momento in cui Freddie cominciò a morire era una cosa, poi diventò
un'altra. Fino a quel momento mi ero sempre considerata una brava persona. Come tutti,
voglio dire, questo lo so. Come la gente con cui lavoro, principalmente. Ora so che non mi
ero mai posta la domanda di come fossi in realtà, che avevo solo preso in considerazione il
giudizio degli altri.

"Il diario di Jane Somers" di Doris Lessing. (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1228-Doris-Lessing-Il-diario-di-Jane-Somers&highlight=diario+jane+somers)

maureen
08-June-2013, 16:00
I lampi. Mi hanno sempre colpita i lampi. Ma una volta è successo davvero. Non dovrei ricordarlo perché ero poco più di una poppante, invece me lo ricordo, eccome! Ero in un prato e c'erano dei cavalli, dei cavalieri ...
Poi scoppiò un temporale e una donna - non era la mamma - mi prese in braccio e mi portò sotto un albero. Mi teneva stretta e io guardavo in alto le foglie scure contro il cielo bianco.

"Strane creature" - Tracy Chevalier (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1248-Tracy-Chevalier-Strane-creature&highlight=strane+creature)

maureen
13-June-2013, 22:19
In principio fu la vecchia.
Viorica la osservò frignare nel lettino, rigida e fragile come un tronco marcio, nella casa che i figli avevano spogliato di ogni bene, a eccezione di medicinali, fazzolettini da naso e una madonnina di Lourdes in plastica con dentro metà acqua.
Quando ogni domenica mattina i due figli maschi, le loro consorti e la figliolanza al seguito venivano a trovare la povera malata, Viorica li vedeva sfilare con gli abiti buoni, le facce tristi e la lacrima di comodo. E mai che se ne andassero a mani vuote. Nascosto da qualche parte trovavano sempre un pupazzo, un piatto di ceramica, un orologio, una panca o un settimino tarlato che a casa loro ci sarebbe stato benissimo, ché poi, si sa, sono sempre ricordi.

"Parole sante" - Eva Clesis (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1265-Eva-Clesis-Parole-sante&highlight=parole+sante)

maureen
18-June-2013, 20:33
La sua vita era laggiù, a Marsiglia. Laggiù, dietro quelle montagne che, stasera, il sole al tramonto colorava di un rosso vivo. “Domani ci sarà vento” pensò Babette.
Da quando, quindici giorni prima, era arrivata a Le Castellas, un villaggio delle Cévennes, alla fine della giornata saliva sul crinale. Percorrendo il sentiero dove Bruno portava le capre.
Qui, aveva pensato il mattino del suo arrivo, nulla cambia.
Tutto muore e rinasce. Anche se ci sono più villaggi morenti che vivi. Sempre, prima o poi, un uomo reinventa i gesti più antichi. E tutto ricomincia. I sentieri, coperti dalla sterpaglia, ritrovano la loro ragione di esistere.
“E questa, la memoria della montagna” aveva detto Bruno, servendole una gran tazza di caffè.

"Solea" - Jean-Claude Izzo (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1266-Jean-Claude-Izzo-Solea-(Trilogia-marsigliese)&highlight=solea)

maureen
21-June-2013, 20:41
Amerigo Bonasera sedeva nella III Sezione Penale della Corte di New York in attesa di giustizia; voleva vendicarsi di chi aveva tanto crudelmente ferito sua figlia e, per di più, tentato di disonorarla. Il giudice, un uomo severo dai lineamenti pesanti, si arrotolò le maniche della toga nera, come se intendesse punire fisicamente i due giovanotti in piedi davanti al banco. Il suo viso esprimeva freddamente un maestoso disprezzo. In tutto questo, tuttavia, c'era qualcosa di falso che Amerigo Bonasera intuiva, ma non comprendeva ancora.

"Il padrino" - Mario Puzo. (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1271-Mario-Puzo-Il-padrino&highlight=padrino)

maureen
26-June-2013, 14:01
La prima volta che ho visto Guido Laremi eravamo tutti e due così magri e perplessi, così provvisori nelle nostre vite da stare a guardare come spettatori mentre quello che ci succedeva entrava a far parte del passato, schiacciato senza la minima prospettiva. Il ricordo che ho del nostro primo incontro è in realtà una ricostruzione, fatta di dettagli cancellati e aggiunti e modificati per liberare un solo episodio dal tessuto di episodi insignificanti a cui apparteneva allora.

"Due di due" - Andrea De Carlo

maureen
26-June-2013, 20:45
Prima di salire sull'automobile si guardò alle spalle per essere sicura che nessuno la controllava. Erano le sei e trentacinque. Aveva fatto buio un'ora prima, il Parco Nazionale era male illuminato e gli alberi senza foglie avevano una sagoma spettrale contro il cielo fosco e triste, ma non sembrava che ci fosse nulla da temere. Maruja si sedette dietro l'autista, malgrado il suo rango, perché l'aveva sempre ritenuto il posto più comodo. Beatriz salì dall'altra parte e si sedette alla sua destra. Erano in ritardo di quasi un'ora sul solito programma, ed entrambe avevano un aspetto stanco dopo un pomeriggio soporifero con tre riunioni dirigenziali.

"Notizia di un sequestro" - Gabriel García Márquez

maureen
28-June-2013, 21:26
"Banco di aringhe a sinistra!" annunciò il gabbiano di vedetta, e lo stormo del Faro della Sabba Rossa accolse la notizia con strida di sollievo.
Da sei ore volavano senza interruzione, e anche se i gabbiani pilota li avevano guidati lungo correnti di aria calda che rendevano piacevole planare sopra l'oceano, sentivano il bisogno di rimettersi in forze, e cosa c'era di meglio per questo di una buona scorpacciata di aringhe?

"Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" - Luis Sepúlveda

maureen
29-June-2013, 17:00
Casa Ransome era stata svaligiata. «Rapinata» disse Mistress Ransome. «Svaligiata» la corresse il marito. Le rapine si fanno in banca, una casa si svaligia. Mister Ransome era avvocato e riteneva che le parole avessero la loro importanza. Anche se in questo caso era difficile trovare un termine preciso. Di solito un ladro sceglie, fa una cernita, prende un oggetto e ne lascia altri. C'è un limite a ciò che riesce a far sparire: per esempio, è raro che porti via una poltrona, ancor più raro un divano. Questi ladri, però, l'avevano fatto. Avevano preso tutto.

"Nudi e crudi" - Alan Bennett (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1280-Alan-Bennet-Nudi-e-crudi&highlight=nudi+crudi)

Elvira Coot
04-July-2013, 17:29
Perso tra le ombre degli scaffali, quasi ruzzolo giù dalla scala. Sono esattamente a metà. Il pavimento della libreria è lontano sotto di me, come la superficie di un pianeta che mi sono lasciato alle spalle. Le cime degli scaffali mi sovrastano là dove dominano le tenebre: non c'è molto spazio tra i libri e la luce non riesce a filtrare. Forse anche l'aria è più rarefatta. Mi pare di scorgere un pipistrello.

"Il segreto della libreria sempre aperta" - Robin Sloan

maureen
17-July-2013, 21:40
I Karnowski della Grande Polonia erano noti per il loro carattere testardo e provocatore, ma allo stesso tempo stimati per la vasta erudizione e l'intelligenza penetrante. La genialità era inscritta nelle alte fronti da studioso e negli occhi profondi e inquieti, neri come il carbone. Ostinazione e sfida si leggevano sui nasi forti e sproporzionati che spiccavano beffardi e arroganti nei loro volti scarni: poche confidenze! É per via di questa testardaggine che
nessuno in famiglia era diventato rabbino, anche se non sarebbe stato difficile, e tutti avevano intrapreso la via del commercio. Per lo più trattavano legname, e conducevano zattere di tronchi sulla Vistola, spesso fino aDanzica. Nelle baracche costruite per loro dagli zatterieri sui tronchi galleggianti, si portavano pile di volumi del Talmud e altri testi sacri che studiavano con passione. Sempre a causa del loro carattere, non erano devoti di nessun rabbino hassidico e, accanto alla dottrina talmudica, coltivavano anche l'interesse per argomenti profani come la matematica e la filosofia e leggevano perfino libri in tedesco, stampati in aguzzi caratteri gotici. Per quanto non nuotassero nell'oro - si guadagnavano onestamente di che vivere e niente più -, i loro figli trovavano moglie tra le più ricche casate della Grande Polonia.

"La famiglia Karnowski" - Israel J. Singer (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1302-Israel-J-Singer-La-famiglia-Karnowski&highlight=famiglia+karnowski)

Elvira Coot
03-October-2013, 15:02
Lo avevano chiamato Icaro. Ovviamente non era il suo vero nome. Avendo trascorso l'infanzia in una fattoria, ho imparato che non devi mai dare un nome ad un animale destinato al macello. Parli del maiale numero uno e del numero due e non lo guardi negli occhi per evitare di scorgervi quasiasi parvenza di consapevolezza, di personalità, d'affetto. Quando una bestia si fida di te, ti serve molta più determinazione per tagliarle la gola.

"L'ultima vittima" - Tess Gerritsen

donnadelfaro
03-October-2013, 16:37
Era meglio se i miei restavano a New York dove si erano conosciuti e sposati e dove sono nato io. Invece se ne tornarono in Irlanda (http://it.wikiquote.org/wiki/Irlanda) che io avevo quattro anni, mio fratello Malachy tre, i gemelli Oliver e Eugene appena uno e mia sorella Margaret era già morta e sepolta. Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un'infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un'infanzia infelice irlandese è peggio di un'infanzia infelice qualunque, e un'infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora. Gente che si vanta o si lamenta delle tribolazioni patite nei primi anni di vita (http://it.wikiquote.org/wiki/Vita) se ne trova dappertutto, ma niente regge il confronto con la versione irlandese: la povertà; il padre alcolizzato chiacchierone e buono a nulla; la madre (http://it.wikiquote.org/wiki/Madre) pia e derelitta che geme accanto al fuoco; i preti boriosi; i maestri arroganti; gli inglesi e le cose tremende che ci hanno fatto per ottocento lunghi anni…
McCourt - Le ceneri di Angela

Elvira Coot
03-October-2013, 16:39
Non ha più freddo. Anzi, uno strano caldo gli pervade tutto il corpo. Credeva di non avere più calore dentro e invece gli sembra di sentirlo fluire nelle braccia e nelle gambe e ha una vampata improvvisa al volto.

"Le abitudini delle volpi" - Arnaldur Indridason

Elvira Coot
08-November-2013, 16:29
Il 124 era carico di rancore. Carico del veleno di una bambina. Le donne lo sapevano, e così anche ibambini. Per anni ognuno aveva cercato a modo suo di sopportare il rancore di quella casa ma, nel 1873, le uniche vittime rimaste erano Sethe e sua figlia Denver.

"Amatissima" - Toni Morrison

Elvira Coot
09-February-2014, 22:39
Era il giorno di apertura della sessione estiva del Collegio di Meadowbank. Il sole del tardo pomeriggio illuminava il piazzale di ghiaia antistante l'edificio. La porta d'ingresso era spalancata e, sulla soglia, mirabilmente intonata allo stile georgiano della porta, stava la signorina Vansittart nel suo tailleur di ottimo taglio e senza un capello fuori posto.

"Macabro quiz" - Agatha Christie

Elvira Coot
27-February-2014, 15:27
E' una verità universalmente riconosciuta che un'aspettativa piacevole è di solito preferita alla sua eventuale realizzazione, poichè a tale realizzazione segue inevitabilmente il ripristino delle abitudini quotidiane, rese ancora più gravose dai diversivi medesimi di cui si è beneficiato di recente.

"Jane e il mistero del reverendo. Le indagini di Jane Austen" - Stephanie Barron

maureen
02-March-2014, 15:38
Dove facciamo la conoscenza di Prisca, una delle tre eroine di questa storia.

E della sua tartaruga.
Quando era piccola, Prisca si era sempre rifiutata di imparare a nuotare con la testa sott'acqua, come pretendevano suo padre e suo nonno.
Era convinta che il mare, attraverso i buchi delle orecchie, potesse entrarle nel cervello.
E un cervello annacquato, si sa, funziona male.


"Ascolta il mio cuore" - Bianca Pitzorno (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1533-Bianca-Pitzorno-Ascolta-il-mio-cuore)

maureen
08-March-2014, 19:20
Amanda Horner aveva smesso di credere ai mostri all'età di sei anni, quando ancora sua madre controllava nell'armadio e guardava sotto al letto ogni notte.
Ma a ventun anni, legata e martoriata, stesa nuda su un pavimento di cemento freddo come il ghiaccio, riprese a crederci.
Avvolta nell'oscurità, ascoltò il suo cuore martellare pesantemente.

"Costretta al silenzio" - Linda Castillo

Elvira Coot
21-March-2014, 14:58
Come, dove e quando l'avesse vista, lo sapeva il Signore. Sta di fatto che, da quel momento, Geremia Pradelli non era più lui. Ormai c'era un Geremia di prima e un Geremia di adesso.


"Premiata ditta Sorelle Ficcadenti" - Andrea Vitali

maureen
21-March-2014, 22:46
Voleva solo dormire.
L'aereo era atterrato con due ore di ritardo e c'era stata un'attesa infinita per i bagagli. E poi l'autonoleggio aveva fatto casino: la limousine se n'era andata un'ora prima. E così, ora stavano aspettando un taxi.

"Il collezionista di ossa" - Jeffery Deaver (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1551-Jeffery-Deaver-Il-collezionista-di-ossa&highlight=collezionista+ossa)

maureen
04-April-2014, 20:46
Gabriel Matias Rolon entrò in classe di corsa.
Era in ritardo e il professore di matematica, scuotendo bonariamente la testa, gli fece segno di togliersi le cuffiette del walkman. Il ragazzo aprì lo zaino e iniziò a tirare fuori i libri quando si accorse che i compagni di classe lo osservavano in modo strano. Alcuni di sottecchi, altri invece lo fissavano apertamente. Gabriel tirò una gomitata a Chacho Molina, il suo compagno di banco. - Cosa succede? Perché mi guardano tutti?

"Il giorno in cui Gabriel scoprì di chiamarsi Miguel Angel" - Massimo Carlotto (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1559-Massimo-Carlotto-Il-giorno-in-cui-Gabriel-scopr%EC-di-chiamarsi-Miguel-Angel&highlight=giorno+gabriel)

maureen
04-April-2014, 20:50
Chiunque guardi un minimo di televisione ha presente la scena: un agente bussa alla porta di una casa o di un ufficio apparentemente normalissimo. La porta di apre, e alla persona con la mano sulla maniglia viene chiesto di identificarsi. Poi l'agente dice : "Devo chiederle di seguirmi".

"Me parlare bello un giorno" - David Sedaris (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1560-David-Sedaris-Me-parlare-bello-un-giorno&highlight=parlare+bello+giorno)

maureen
30-September-2014, 13:38
Gli avvenimenti risalgono al 1932, quando il penitenziario di stato si trovava ancora a Cold Mountain. E la' c'era anche naturalmente la sedia elettrica.

"Il miglio verde" - Stephen King (http://www.scompaginando.it/showthread.php?1709-Stephen-King-Il-miglio-verde&highlight=miglio+verde)

maureen
03-February-2015, 20:42
Ero sceso dall'auto e stavo correndo verso la veranda quando la vidi. Sbirciava dalle tendine della porta finestra, e un lampo illuminò per un istante i vetri scuri, incorniciandole il viso come in un ritratto. Certo, non era un capolavoro : tutto fuorchè una bellezza. Ma c'era qualcosa in lei che mi prese subito al laccio. Inciampai in una crepa nell'asfalto e ci mancò poco che finissi lungo per terra. Quando alzai di nuovo gli occhi era sparita, e le tendine erano immobili.

"Diavoli di donne" - Jim Thompson (http://www.scompaginando.it/showthread.php?2040-Jim-Thompson-Diavoli-di-donne&highlight=diavoli+donne)

maureen
08-February-2015, 14:51
Siamo arrivate con il vento del carnevale. Un vento tiepido per febbraio, carico degli odori caldi delle frittelle sfrigolanti, delle salsicce e delle cialde friabili e dolci cotte alla piastra proprio sul bordo della strada, con i coriandoli che scivolano simili a nevischio da colletti e polsini e finiscono sul marciapiedi come inutile antidoto contro l'inverno. C'è un'eccitazione febbrile nella folla disposta lungo la stretta via principale, i colli che si allungano per vedere il carro fasciato di carta crepata, con i suoi nastri svolazzanti e le coccarde di cartoncino.

"Chocolat" - Joanne Harris (http://www.scompaginando.it/showthread.php?2044-Joanne-Harris-Chocolat&highlight=chocolat)

maureen
16-February-2015, 14:59
C'è un bosco, il canale, il fiume, e sopra il fiume la ferrovia e la strada. E' la prima campagna vera e propria che si incontra a nord di Leeds, e tornando a casa in treno ci passo spesso. Però adesso guardo. Ci sono passato per anni senza guardare perché non sapevo che fosse un posto, che vi fosse accaduto qualcosa che lo aveva reso un posto, e tanto meno un posto che mi riguardasse.

"Una vita come le altre" - Alan Bennett (http://www.scompaginando.it/showthread.php?2054-Alan-Bennett-Una-vita-come-le-altre)

maureen
07-March-2015, 16:45
Nel Medioevo tutto era stupendo.
Nel senso che era pieno di stupore. E c'erano miracoli, e le cose non erano semplicemente cose, e l'acqua non era acqua solamente, e il cielo era un pò più del cielo. Tutto recava il segno di antiche battaglie, il male e il bene andavano alla guerra, c'era un torneo infinito che le stelle guardavano dall'alto dei cieli, che sapevano i segreti oscuri delle persone, i loro cuori erano libri aperti. E ovunque demoni, e santi e strane apparizioni portavano esempio di un mondo a venire. E sempre tutto stava per finire, e ogni giorno da capo incominciava come se fosse per la prima volta, e il sole battagliava con il buio, e la gente pregava che vincesse il sole, e risplendesse per un giorno ancora, e dopo un altro, fino a esaurimento della lotta.

"Tutta la luce del mondo" - Aldo Nove (http://www.scompaginando.it/showthread.php?2089-Aldo-Nove-Tutta-la-luce-del-mondo)

Claire
08-April-2015, 12:16
Il treno fischiò, lasciando la stazione. Dal finestrino di una carrozza un bambino guardava l'uomo e la donna che lo stavano salutando dalla banchina. L'uomo agitava timidamente una mano, imprimendole movimenti minimi. La donna sventolava entrambe le mani, oltre a un enorme fazzoletto rosso. L'uomo era suo padre, la donna era Gabriela, cioè Gabi. L'uomo indossava l'uniforme della polizia, perché era un poliziotto. La donna aveva un abito nero, perché il nero snellisce. Anche le righe verticali snelliscono. Ma niente snellisce, diceva Gabi ridendo, come mettersi vicino a qualcuno più grasso di te; solo che io non l'ho ancora trovato.
Il bambino sul treno, che li stava lasciando e li guardava come in una fotografia che non avrebbe mai più rivisto... be', quel bambino ero io. Staranno da soli per due giorni, pensai. È finita.

da "Ci sono bambini a zig zag" di David Grossman

Claire
09-April-2015, 10:12
"La casa dei ferrovieri se ne stava piantata in mezzo a un fascio di binari, neanche fosse un capostazione. Aveva un unico grande portone e una sfilata di finestre bianche che a Delmo ricordavano una dentiera. L'ultima a destra era della sua camera da letto e quella mattina era l'unica spalancata, un buco nero che la faceva sembrare un dente mancante, o una carie appena visibile per lo spessore di una nebbia infame, densa come l'orzata che adesso inondava tutta la stazione impedendo quasi di vedere la torcia del Passi mentre segnalava lo scambio."

da "L'amore graffia il mondo" di Ugo Riccarelli

maureen
12-April-2015, 18:43
Aprì gli occhi alle quattro del mattino e pensò :"Oggi inizi a cambiare il mondo, Florita." Non era intimorita dalla prospettiva di mettere in moto la macchina che in qualche anno avrebbe trasformato l'umanità, facendo scomparire l'ingiustizia. Si sentiva tranquilla, con le forze necessarie ad affrontare gli ostacoli che avrebbe trovato sulla propria strada.

"Il Paradiso è altrove" (http://www.scompaginando.it/showthread.php?2132-Mario-Vargas-Llosa-Il-paradiso-%E8-altrove&p=27955#post27955) - Mario Vargas Llosa

Claire
13-April-2015, 21:11
“Non lo nego: sono ricoverato in un manicomio; il mio infermiere mi osserva di continuo, quasi non mi toglie gli occhi di dosso perché nella porta c'è uno spioncino, e lo sguardo del mio infermiere non può penetrarmi poiché lui ha gli occhi bruni, mentre i miei sono celesti”.

da "Il tamburo di latta" di Gunther Grass

Claire
29-April-2015, 12:25
"La prima volta che vidi Carlos Wieder fu nel 1971 o forse nel 1972, quando Salvador Allende era presidente del Cile. A quei tempi si faceva chiamare Alberto Ruiz-Tagle e ogni tanto frequentava il laboratorio di poesia di Juan Stein, a Concepcion, la cosiddetta capitale del Sud. Non posso dire che lo conoscessi bene. Lo vedevo una volta, due volte alla settimana, quando andavo al laboratorio. Non parlava tanto. Io sì.

da "Stella Distante" di Roberto Bolaño

Claire
15-May-2015, 11:12
Una pallida luna di tre quarti illuminava la statale alle due del mattino. La strada collegava la provincia di Taranto a Bari, e a quell’ora era di solito deserta. Correndo verso nord la carreggiata entrava e usciva da un asse immaginario, lasciandosi alle spalle uliveti e vitigni e brevi file di capannoni simili ad aviorimesse. Al chilometro trentotto compariva una stazione di servizio. Non ce n’erano altre per parecchio, e oltre al self-service erano da poco attivi i distributori automatici di caffè e cibi freddi. Per segnalare la novità, il proprietario aveva fatto piazzare uno sky dancer sul tetto dell’autofficina. Uno di quei pupazzi alti cinque metri, alimentati da grossi motori a ventola.
Il piazzista gonfiabile ondeggiava nel vuoto e avrebbe continuato a farlo fino alle luci del mattino. Più che altro, dava l’idea di un fantasma senza pace.
Superata la strana apparizione il paesaggio continuava piatto e uniforme per chilometri. Sembrava quasi di avanzare nel deserto. Poi, in lontananza, un diadema sfrigolante segnalava la città. Oltre il guardrail c’erano invece campi incolti, alberi da frutto e poche ville ben nascoste dalle siepi. Tra quegli spazi si muovevano gli animali notturni.

da "La ferocia" di Nicola Lagioia

Elvira Coot
07-June-2015, 23:28
Aveva sempre un po’ di timore quando passava davanti a quella finestra. Il nervosismo lo prendeva appena imboccava lo stretto viottolo che conduceva verso il lago. Non era la paura di incontrare qualcuno, sapeva che a quell’ora le probabilità erano minime, e comunque lui aveva una giustificazione più che valida per essere lì, tuttavia… Alzò gli occhi al cielo, una foschia leggera era scesa sull’isola, rendendo ancora più cupe le basse nubi e più pungente l’umidità che entrava nelle ossa. Meglio, si disse, nessuno si sarebbe avventurato fuori in quel clima desolato. Superò una curva secca e s’immise sulla stradina che costeggiava il lago. Da quel punto per poco più di una ventina di metri si sarebbe trovato allo scoperto. Qualche barca di passaggio avrebbe potuto vederlo e dalle ville che si affacciavano sull’acqua qualcuno si sarebbe potuto accorgere di quella strana figura imbacuccata che, la testa infossata nelle spalle, procedeva a passo sostenuto oltre l’imbarcadero di Villa Porrone


"IL convento sull'isola" - Marco Polillo

Elvira Coot
26-June-2015, 22:45
Alle cinco e mezza di quella matina, minuto cchiù minuto meno, 'na musca, che pariva da tempo morta 'mpiccicata supra al vitro della finestra, tutto 'nzemmula raprì l'ali, se l'annittò accuratamenti strofinannole, pigliò il volo, doppo tanticchia virò e si annò a posari supra al ripiano del commodino. Ccà si nni ristò tanticchia ferma a considerari la situazioni e po' volò sparata dintra alla narici mancina del naso di Montalbano che durmiva della bella.

"La giostra degli scambi" - Andrea Camilleri

Elvira Coot
09-July-2015, 16:16
Sto correndo. Corro nel bosco rischiarato dalla luna, tra rami che mi strappano i vestiti mentre inciampo in mezzo alle felci appesantite dalla neve, le braccia frustate dai rovi. Il respiro mi ferisce la gola, mi fa male. Sono tutta dolorante. Però continuo a correre. Sì, questo posso farlo. Quando corro ho sempre dentro un mantra che mi batte nel cervello: il ritmo che voglio prendere, o le frustrazioni da calpestare sotto ogni passo contro l’asfalto. Ma stavolta c’è un’unica parola, un unico pensiero che mi batte dentro.
James. James. James.
Devo arrivare là. Devo arrivare alla strada prima che..

"L'invito" - Ruth Ware

Elvira Coot
31-March-2016, 22:42
Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sue bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lascio la politica ov'ella sta, e parlo d'altro.

"Le mie prigioni" - Silvio Pellico

Elvira Coot
28-April-2016, 16:08
"Svegliati, genio." Rothstein non ne aveva la minima intenzione

"Chi perde paga" - Stephen King

Elvira Coot
25-July-2016, 14:32
Sono quasi passati trent'anni, eppure non c'è notte che non mi corichi rivedendo nella mente il film di quegli orrori. Orrori di cui fui testimone e vittima al tempo stesso. A noi allora sembrava normale.

"Eravamo solo bambini" Massimo Polidoro

Elvira Coot
28-July-2016, 11:44
Ero morto, non c'erano altre spiegazioni

"Il passato è una bestia feroce" Massimo Polidoro

Elvira Coot
16-September-2016, 14:43
Una visita inaspettata gli ha rovinato il pomeriggio

"Omicidio alla stazione centrale" Cocco e Magella

Elvira Coot
18-October-2016, 21:50
Mio figlio è omosessuale. Lui lo sa. Io lo so. Eppure non me l'ha mai confessato. Niente di male, sono molte le persone che attendono la morte dei genitori per lasciarsi andare e vivere liberi la propria sessualità. Solo che con me non funzionerà, ho intenzione di campare ancora a lungo, almeno una decina di anni. Se Dante vorrà emanciparsi, quindi, dovrà fregarsene del sottoscritto. Io a morire per i suoi gusti sessuali non ci penso proprio.

"La tentazione di essere felici" - Lorenzo Marone

Elvira Coot
27-December-2016, 15:06
Chi dice che i soldi non comprano la felicità evidentemente non è mai stato in una libreria

"All'improvviso a New York" Melissa Hill

nottibianche
15-January-2018, 19:38
Comincerò col dire dei giorni e degli anni della mia infanzia,che il mio unico personaggio indimenticabile fu la pioggia.La grande pioggia australe che cade come una cataratta dal Polo,dai cieli di Capo de Hornos fino alla frontiera.In questa frontiera o Far West della mia patria nacqui alla vita,alla poesia,alla terra,alla pioggia.
Per quanto abbia camminato ,mi sembra che sia andata perduta quell'arte di piovere che si esercitava come un potere sottile e terribile nella mia Araucania natale.Pioveva mesi interi,anni interi.La pioggia cadeva in fili come lunghi aghi di vetro che si rompevano sui tetti o arrivavano in onde trasparenti come le finestre,e ogni casa era una nave,che difficilmente giungeva in porto in quell'Oceano d'inverno.


​Confesso che ho vissuto : Pablo Neruda

Elvira Coot
16-May-2018, 15:27
Gli antichi greci nutrivano un'incrollabile fiducia nelle arti divinatorie

"L'ultimo oracolo" James Rollins

Elvira Coot
28-June-2018, 18:11
La limpida goccia di pioggia cadde dal cielo, tagliò il buio, si diresse verso le luci tremolanti della città portuale. I venti gelidi e impetuosi che soffiavano da nord-ovest la sospinsero sopra il letto prosciugato del fiume, che divideva la città per il lungo, e la linea ferroviaria dismessa che la tagliava in diagonale. I quattro quadranti in cui era suddivisa la città erano numerati in senso orario e, al di là di questo, non avevano un nome. Perlomeno, non uno che i suoi abitanti ricordassero. E se s’incontravano quegli stessi abitanti lontano da casa e li si interrogava sulla loro provenienza, capitava che non ricordassero nemmeno il nome della città

"Macbeth" - Jo Nesbo

Elvira Coot
05-September-2018, 15:57
Don Camillo era uno di quei tipi che non hanno peli sulla lingua e, la volta che in paese era successo un sudicio pasticcio nel quale erano immischiati vecchi possidenti e ragazze, don Camillo durante la Messa aveva cominciato un discorsetto generico e ammodino, poi a un bel momento, scorgendo proprio in prima fila uno degli scostumati, gli erano scappati i cavalli e, interrotto il suo dire, aveva gettato un drappo sulla testa del Gesù Crocifisso dell'aitar maggiore perché non sentisse e, piantandosi i pugni sui fianchi, aveva finito il discorso a modo suo e tanto era tonante la voce che usciva dalla bocca di quell'omaccione, e tanto grosse le diceva, che il soffitto della chiesetta tremava

"Don Camillo. Mondo piccolo" - Guareschi

Elvira Coot
25-October-2018, 17:14
Mi sono accinto più volte a scrivere queste mie memorie e uno strano sentimento misto di terrore e di angoscia mi ha distolto sempre dal farlo

"Fosca" Ugo Tarchetti

Elvira Coot
06-January-2019, 19:51
Dal grande casolare dove abitiamo i vigneti risalivano le colline e si estendevano a destra e a sinistra. In testa a ogni filare stavano fiorendo cespi di rose. Rose sentinella che anche qui in Maremma – questo me lo aveva spiegato Jeremy – sanno difendere la vigna da parassiti, muffe e acciacchi vari

"Dieci piccoli gatti" Eva Polanski

Elvira Coot
13-February-2019, 16:47
"Sarà meglio" mormorò la voce rauca all'altro capo della linea "che sia morto qualcuno di grosso, Strike"

"Il baco da seta" Robert Galbraith

Elvira Coot
19-March-2019, 15:55
"I rapinatori di treni di solito non sono intelligenti, per fortuna delle ferrovie - disse Call - Cinque rapinatori di treni intelligenti manderebbero in malora tutte le ferrovie del paese"

"Le strade di Laredo" Larry McMurtry

Elvira Coot
13-June-2019, 22:05
"Stava abballanno un valzaro supra al bordo di ’na piscina, tutto alliffato e profumato, e sapiva che la fìmmina che tiniva tra le vrazza era Livia, da qualichi orata addivintata sò mogliere. Non potiva vidirle la facci per via del fitto velo bianco che la cummigliava"

"Il cuoco dell'Alcyon" Andrea Camilleri

Estella
25-July-2019, 11:31
5569

Rebecca la prima moglie - Daphne du Maurier

Incipit intero, in lingua originale:

Last night, I dreamt I went to Manderley again. It seemed to me I stood by the iron gate leading to the drive, and for a while I could not enter for the way was barred to me. Then, like all dreamers, I was possessed of a sudden with supernatural powers and passed like a spirit through the barrier before me. The drive wound away in front of me, twisting and turning as it had always done. But as I advanced, I was aware that a change had come upon it. Nature had come into her own again, and little by little had encroached upon the drive with long tenacious fingers, on and on while the poor thread that had once been our drive. And finally, there was Manderley – Manderley – secretive and silent. Time could not mar the perfect symmetry of those walls. Moonlight can play odd tricks upon the fancy, and suddenly it seemed to me that light came from the windows. And then a cloud came upon the moon and hovered an instant like a dark hand before a face. The illusion went with it. I looked upon a desolate shell, with no whisper of a past about its staring walls. We can never go back to Manderley again. That much is certain. But sometimes, in my dreams, I do go back to the strange days of my life which began for me in the south of France…

Estella
26-July-2019, 23:05
Alla fine di rue Guénégaud, venendo dal
Lungosenna, si trova il passaggio del Pont-Neuf,
una specie di corridoio stretto e cupo che
congiunge rue Mazarine a rue de Seine. Misura,
al massimo, trenta passi in lunghezza e due in
larghezza: è lastricato di pietre giallastre,
scheggiate e consunte che, con qualsiasi tempo,
trasudano un'acre umidità; la vetrata che lo
sovrasta, tagliata ad angolo retto, è nera di
sporcizia.
Nelle belle giornate estive, quando il peso
del sole incendia le strade, una luce biancastra
filtra dai vetri sporchi e si trascina penosamente
nel passaggio. Nei brutti giorni d'inverno, nelle
mattinate nebbiose, i vetri vomitano la notte su
quelle pietre umide, una notte sudicia e ignobile.

Teresa Raquin - Emile Zola

Estella
26-July-2019, 23:16
Nominato ufficiale, Giovanni Drogo partì una mattina di settembre dalla città per raggiungere la Fortezza Bastiani, sua prima destinazione. Si fece svegliare ch'era ancora notte e vestì per la prima volta la divisa di tenente. Come ebbe finito, al lume di una lampada a petrolio si guardò nello specchio, ma senza trovare la letizia che aveva sperato. Nella casa c'era un grande silenzio, si udivano solo piccoli rumori da una stanza vicina; sua mamma stava alzandosi per salutarlo. Era quello il giorno atteso da anni, il principio della sua vera vita. Pensava alle giornate squallide all'Accademia militare, si ricordò delle amare sere di studio quando sentiva fuori nelle vie passare la gente libera e presumibilmente felice; delle sveglie invernali nei cameroni gelati, dove ristagnava l'incubo delle punizioni. Ricordò la pena di contare i giorni ad uno ad uno, che sembrava non finissero mai. Adesso era finalmente ufficiale, non aveva più da consumarsi sui libri né da tremare alla voce del sergente, eppure tutto questo era passato. Tutti quei giorni, che gli erano sembrati odiosi, si erano oramai consumati per sempre, formando mesi ed anni che non si sarebbero ripetuti mai. Sì, adesso egli era ufficiale, avrebbe avuto soldi, le belle donne lo avrebbero forse guardato, ma in fondo - si accorse Giovanni Drogo - il tempo migliore, la prima giovinezza, era probabilmente finito. Così Drogo fissava lo specchio, vedeva uno stentato sorriso sul proprio volto, che invano aveva cercato di amare. Che cosa senza senso: perché non riusciva a sorridere con la doverosa spensieratezza mentre salutava la madre? Perché non badava neppure alle sue ultime raccomandazioni e arrivava soltanto a percepire il suono di quella voce, così familiare ed umano? Perché girava per la camera con inconcludente nervosismo, senza riuscire a trovare l'orologio, il frustino, il berretto, che pure si trovavano al loro giusto posto? Non partiva certo per la guerra! Decine di tenenti come lui, i suoi vecchi compagni, lasciavano a quella stessa ora la casa paterna fra allegre risate, come se andassero a una festa. Perché non gli uscivano dalla bocca, per la madre, che frasi generiche vuote di senso invece che affettuose e tranquillanti parole? L'amarezza di lasciare per la prima volta la vecchia casa, dove era nato alle speranze, i timori che porta con sé ogni mutamento, la commozione di salutare la mamma, gli riempivano sì l'animo, ma su tutto ciò gravava un insistente pensiero, che non gli riusciva di identificare, come un vago presentimento di cose fatali, quasi egli stesse per cominciare un viaggio senza ritorno.

Il deserto dei tartari - Dino Buzzati

Estella
26-July-2019, 23:21
Sono un uomo piuttosto avanti negli anni. La natura della mia professione mi ha portato, nel corso degli ultimi tre decenni, in contatto, e non soltanto nel solito contatto, con una categoria di uomini interessante all'apparenza e in qualche modo singolare, sui quali, per quanto ne so, finora non è mai stato scritto nulla: mi riferisco ai copisti legali ovvero agli scrivani. Nella mia vita professionale e privata ne ho conosciuti moltissimi e, se volessi, potrei raccontare varie storie che farebbero sorridere i benevoli e piangere i sentimentali. Ma per qualche brano sulla vita di Bartleby, il più strano che abbia mai visto o conosciuto, rinuncio alle biografie di tutti gli altri. Mentre di molti scrivani potrei narrare l'intera vita, non si può fare nulla del genere per Bartleby. Non esiste materiale - ne sono convinto - per comporre una biografia completa e soddisfacente di quest'uomo. È una perdita irreparabile per la letteratura. Bartleby fu uno di quegli individui sui quali non si riesce ad accertare nulla, senza risalire alle fonti originali, nel suo caso molto esigue. Quello che videro i miei occhi attoniti: ecco ciò che so di Bartleby, tranne, invero, una vaga notizia che apparirà in seguito.

Bartleby lo scrivano - Herman Melville

Enribello
05-September-2019, 07:43
La mattina in cui dovevo sposarmi, a New York, entrai in una libreria: lo facevo sempre nei momenti di crisi o di estasi, finché non le hanno chiuse tutte – e allora, come un monaco, mi è toccato cercare un po’ di conforto o di ispirazione da qualche parte nell’etere. Ci trovai qualcosa che speravo avrebbe fatto da epigrafe al nostro imminente matrimonio: era di Issa – poeta giapponese del Settecento, il più sensibile e spiritoso degli autori di haiku – e diceva semplicemente:

Il mondo di rugiada è
un mondo di rugiada;
eppure…


"Io, lei, Manhattan" di Adam Gopnik

Estella
04-October-2019, 21:31
Sostiene Pereira - Antonio Tabucchi (1994)

Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d'estate. Una magnifica giornata d'estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell'imbarazzo di mettere su la pagina culturale, perché il "Lisboa" aveva ormai una pagina culturale, e l'avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. Quel bel giorno d'estate, con la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua funesta, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte. Perché? questo a Pereira è impossibile dirlo.

Aptenia
13-November-2019, 15:44
Mi chiamo Kathy H. Ho trentun anni, e da più di undici sono un'assistente. Sembra un periodo
piuttosto lungo, lo so, ma a dire il vero loro vogliono che continui per altri otto mesi, fino alla fine
di dicembre. A quel punto saranno trascorsi quasi esattamente dodici anni.
Adesso mi rendo conto che il fatto che io sia rimasta per tutto questo tempo non significa
necessariamente che loro abbiano grande stima di me.
Ci sono ottime assistenti a cui è stato chiesto di abbandonare dopo appena due o tre anni. E poi me
ne viene in mente almeno una che ha operato per oltre quattordici, malgrado fosse un'assoluta
nullità.
Quindi non ho nessuna intenzione di darmi delle arie. Ma so per certo che sono soddisfatti del mio
lavoro, tanto quanto, nell'insieme, lo sono io. I miei donatori hanno sempre reagito meglio del
previsto. I loro tempi di recupero sono stati alquanto straordinari, e quasi nessuno è stato catalogato
come «soggetto problematico», almeno prima della quarta donazione.


Non lasciarmi - Kazuo Ishiguro (2005)

Elvira Coot
28-November-2019, 23:03
"Come cambierebbe il mondo? E come cambierebbe la mia vita? se io scomparissi dal mondo, intendo. Il mondo non cambierebbe di una virgola e tutto andrebbe avanti allo stesso modo, giorno dopo giorno?"

"Se i gatti scomparissero dal mondo" - Kawamura Genki

Elvira Coot
03-April-2020, 15:44
"Quando è scoppiata la guerra, eravamo tutti contenti"

"Fuori fuoco" - Chiara Carminati

Elvira Coot
24-April-2020, 21:27
"Nel primo pomeriggio di un sabato di giugno, Jack Kennison inforcò gli occhiali da sole, salí sulla sua decapottabile aperta, si fece passare la cintura di sicurezza sulla grossa pancia e partí alla volta di Portland, a quasi un’ora di macchina, pur di non incontrare Olive Kitteridge lí nell’alimentari di Crosby nel Maine. Lei, o quell’altra che aveva visto due volte nel negozio, quella che parlava del tempo mentre lui se ne stava con la bottiglia in mano. Del tempo, figuriamoci. Anche l’altra, di cui non ricordava il nome, era rimasta vedova"

"Olive. Ancora lei" Elizabeth Strout

Elvira Coot
03-August-2020, 18:56
"Il tilefono sonò che era appena appena arrinisciuto a pigliari sonno, o almeno accussì gli parsi, doppo ore e ore passate ad arramazzarisi ammatula dintra al letto. Le aviva spirimintate tutte, dalla conta delle pecore alla conta senza pecore, dal tintari d’arricordarisi come faciva il primo canto dell’Iliade a quello che Cicerone aviva scrivuto al comincio delle Catilinari. Nenti, non c’era stato verso. Doppo il Quousque tandem, Catilina, nebbia fitta. Era ’na botta d’insonnia senza rimeddio, pirchì non scascionata da un eccesso di mangiatina o da un assuglio di mali pinseri"

"Riccardino" Andrea Camilleri

Elvira Coot
23-September-2020, 23:02
"Mia cara Elvira,
non so da dove cominciare.
Sei soltanto una bambina ed è così difficile spiegare perchè scelgo di lasciarmi alle spalle te e questa vita"

"La figlia del peccato" Emily Gunnis

Enribello
24-March-2023, 10:47
Presto nel mattino, tardi nel secolo, Cricklewood Broadway. Alle 6,27 del 1 gennaio 1975, Alfred Archibald indossava un abito di velluto a coste ed era seduto a bordo di una Cavalier Musketeer Estate, con la faccia riversa sul volante. Sperava che il giudizio divino su di lui non fosse troppo severo. Giaceva abbandonato in avanti, la bocca molle, le braccia a croce, spalancate ai due lati, come un angelo caduto; nei pugni stringeva le medaglie dell’esercito (a sinistra) e la licenza matrimoniale (a destra), perché aveva stabilito di portare i suoi errori con sé. In un occhio gli si rifletteva una lucina verde: segnalava una svolta a destra che aveva deciso di non fare. Era rassegnato. Era preparato a tutto questo. Aveva gettato in aria una moneta e si era attenuto al risultato. Si trattava di un suicido premeditato. Anzi, della sua risoluzione per l’Anno Nuovo.

Denti bianchi - Zadie Smith

Enribello
12-November-2023, 10:52
“Eravamo innocenti. Convinti di essere speciali. Sbronzi tutti i week end al centro commerciale. Il mondo era nelle nostre mani. Non ci importava del tempo. L’amore era una cosa scontata. La morte aveva paura di noi. Adesso abbiamo il grigio nella barba.
Il cielo è un livido viola. Il centro commerciale è morto. Siamo i vecchi che abbiamo giurato di non diventare mai.
Passiamo le giornate al tavolo d’angolo dello Starlight Diner a discutere i capricci della vita.
La nostra Harmony è una cittadina come tante. Tale e quale alla vostra. Piena di santi e peccatori, indistinguibili”.


L'ultima cosa bella sulla faccia della terra - Michael Bible

Elvira Coot
09-December-2023, 22:01
"Sono nato il 16 agosto 2020. Lo stesso giorno di Schrodinger, quel tizio che sosteneva che un gatto chiuso iin una scatola può essere sia vivo che morto. Ora, a parte il fatto che, per venirtene fuori con un'idea del genere, ti devi essere fumato l'erba gatta, lo sanno tutti che un gatto lo potete chiudere dove vi pare e sarà sempre vivo (e Stephen King l'ha ampamente dimostrato)"


"Il mio gatto mi detesta. Il diario di Sir Thomas" Federica Bosco

Elvira Coot
30-January-2024, 10:45
Tornava a casa tenendo due sacchetti del fruttivendolo nella destra, nella sinistra una banana che mangiava a grandi morsi, aveva calcolato di finirla prima di raggiungere il cestino dei rifiuti avvitato al divieto di sosta, proprio davanti al suo portone. Gettò la buccia e fece centro. Salì i tre gradini di marmo e fu accolta dalla penombra dell'androne. "E' arrivato questo per lei" le disse Amerigo, il portiere, cosegnandole una busta marrone che conteneva un plico voluminoso

"Tutti i particolari in cronaca" Antonio Manzini