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Visualizza la versione completa : IX° GdL- In Patagonia di Bruce Chatwin



DarkCoffee
28-July-2014, 00:55
http://ecx.images-amazon.com/images/I/41MY4ubPp5L._AA258_PIkin4,BottomRight,-46,22_AA280_SH20_OU29_.jpg


Dopo l'ultima guerra alcuni ragazzi inglesi, fra cui l'autore di questo libro, chini sulle carte geografiche, cercavano il luogo giusto per sfuggire alla prossima distruzione nucleare. Scelsero la Patagonia. E proprio in Patagonia si sarebbe spinto Bruce Chatwin, non già per salvarsi da una catastrofe, ma sulle tracce di un mostro preistorico e di un parente navigatore.

daniela
28-July-2014, 23:23
"La Patagonia comincia sul Rio Negro."

2635


"Il deserto della Patagonia non è un deserto di sabbia o di ghiaia, ma una distesa di bassi rovi dalle foglie grigie, che quando sono schiacciate emanano un odore amaro.
Darwin trovò le sue qualità negative irresistibili."

"Hudson afferma che chi percorre il deserto scopre in se stesso una calma primitiva (nota anche al più ingenuo dei selvaggi) che è forse la stessa cosa della Pace di Dio."

2636

daniela
28-July-2014, 23:42
Ho iniziato la lettura e ho dato un'occhiata alla biografia dell'autore su Wikipedia
Bruce Chatwin (Sheffield 1940 - Nizza 1989)

2639

Mi ha colpito leggere che inizialmente lavorava per la prestigiosa casa d'aste londinese Sotheby's. Grazie alla sua brillantezza e sensibilità in materia di percezione visiva, ne divenne presto l'esperto impressionista. All'età di ventisei anni abbandonò il suo lavoro per paura di perdere la vista a causa di tanta arte. Un oculista lo rassicurò: non c'era niente che non andasse nei suoi occhi, tuttavia gli consigliò di smettere di osservare i quadri così da vicino e di rivolgere piuttosto lo sguardo verso «l'orizzonte». :-)

Chatwin cominciò quindi a interessarsi di archeologia e intervistò anche l'architetto novantatreenne Eileen Gray nel suo studio di Parigi e fu lì che ebbe modo di notare una mappa della Patagonia che lei aveva dipinto. "Ho sempre desiderato andarci" le disse Bruce. "Anche io" rispose lei. "Ci vada, al posto mio". Lui partì quasi immediatamente per il Sud America e appena arrivato a destinazione ne diede l'annuncio, insieme alle proprie dimissioni, al giornale, con un telegramma: "Sono andato in Patagonia".

2640

Passò sei mesi in Patagonia e il risultato di questa esperienza fu il libro In Patagonia (1977), che consacrò la sua fama di scrittore di viaggi.
In quel periodo in Cile le forze armate cilene rovesciarono Allende, e una giunta guidata da Augusto Pinochet prese il potere; in Argentina invece la dittatura di Videla e i 30.000 desasparecidos.
Verso la fine degli anni ottanta Chatwin si ammalò di Aids. Tenne nascosta la sua malattia, facendo credere che i sintomi fossero provocati da un'infezione provocata da un fungo della pelle o dal morso di un pipistrello cinese. Non rispose positivamente alla terapia con l'Azt, così lui e la moglie andarono a vivere nel sud della Francia, dove trascorse gli ultimi mesi della sua vita su una sedia a rotelle. Morì all'età di 48 anni.

daniela
29-July-2014, 23:41
“Quello che ho fatto è stato prendere la Patagonia come simbolo dell’irrequietezza umana. E scrivere un libro che fosse una specie di metafora della nostalgia dello spazio”.
Bruce Chatwin

“In Occidente vige l’idea che il viaggiatore debba ingoiare il luogo che descrive, debba influenzarlo, cambiarlo a seconda del proprio gusto. Io ho voluto sopprimere la prima persona dal racconto per evitare la tirannia del viaggiatore. È un po’ come accade nella letteratura orientale: il luogo sopraffà il viaggiatore”. Bruce Chatwin


Prime impressioni:
Il viaggio comincia a Buenos Aires e procede verso sud in maniera non sistematica, come se Chatwin andasse a zonzo in Patagonia. Ma non importa, se lo scopo del viaggio è il viaggio, e non la meta.
Ciò che più mi ha colpito finora è che il viaggiatore è talmente discreto che non si avverte, le descrizioni dei luoghi e degli incontri sono quasi "fredde", le emozioni e le passioni del viaggiatore non entrano nel libro. E' quello che lui voleva evidentemente, però forse ci perde in calore e passionalità.

Rosy
30-July-2014, 11:42
Mi sono procurata anch'io il libro di Chatwin , e intendo leggerlo appena finisco De Giovanni. Il fatto è che sabato mattina parto per la campagna dove non ho il Pc, per cui non sarò un grande contributo al GDL!!! semmai dirò impressioni al ritorno? ciao ciao

Rosy
30-July-2014, 11:47
Apro la prima pagina.

" Il n'y a plus che la Patagonie, la Patagonie,
qui convienne à mon immense tristesse....

Blaise Cendrars,
Prose du Transsibérien

kaipirissima
30-July-2014, 12:21
a me le descrizioni piacciono, (trovo più noiosi i personaggi) nel complesso lo trovo, per ora, piuttosto pesante e noioso. credo lo riprenderò dall'inizio forse la stanchezza mi ha giocato un brutto scherzo.

Rosy tu sei stata in Patagonia?
chiederò a una mia amica se le va di riportare qualche sua impressione... sicuramente mi dirà di no. amici...

daniela
30-July-2014, 12:31
a me le descrizioni piacciono, (trovo più noiosi i personaggi) nel complesso lo trovo, per ora, piuttosto pesante e noioso.

Concordo, e a me le descrizioni così fredde e asettiche non piacciono neppure! Non mi coinvolgono, preferisco più passionalità.
Credo che il viaggiatore che racconta il suo viaggio debba metterci molto di sè, perchè il suo viaggio è solo suo, filtrato attraverso i suoi occhi, la sua sensibilità e il suo modo di essere.
Non mi disturba più di tanto il fatto che i capitoli siano slegati tra loro, e ogni città sia il pretesto per divagare con le sue storie in mille direzioni diverse.
Mi disturba la freddezza, che a quanto pare è voluta. (sarà perchè è inglese?? :mrgreen:)

kaipirissima
30-July-2014, 12:34
mio fratello mi ha confidato che non è riuscito a finirlo.
sarà dura.
sono contenta che anche tu lo trovi un po' ostico, con questi capolavori mi sento sempre in colpa a dire che non mi piacciono.

Rosy
30-July-2014, 14:59
mio fratello mi ha confidato che non è riuscito a finirlo.
sarà dura.
sono contenta che anche tu lo trovi un po' ostico, con questi capolavori mi sento sempre in colpa a dire che non mi piacciono.

Risposta multipla. No, non sono stata in Patagonia.
E' un viaggio caro, specie se, come noi volevamo, si unisce all'Argentina e Terra del fuoco. Alcuni anni fa , 3-4, siamo stati lì lì per prenotare, poi, a causa di una parte del ( solito) gruppo che improvvisamente si è spaventata del costo, abbiamo rinunciato perchè il prezzo in 12 era uno, in 4 molto più alto!!! Risultato: non ci siamo più ( ancora!)andati, per problemi legati al lavoro ed alla famiglia.
Nota non da poco: nel frattempo il costo è ulteriormente lievitato...per cui è sempre più difficile!


Domani penso di iniziare e vi dirò subito mia opinione sulla freddezza o meno: E' certo che una come me, che scrive i commenti dii pancia e di cuore, se è algido farà non poca fatica!!!
Ma stiamo a vedere. ciao
Rosy

DarkCoffee
31-July-2014, 01:12
Ho iniziato la lettura e ho dato un'occhiata alla biografia dell'autore su Wikipedia
Che personaggio! Ci vuole coraggio per seguire certe scelte!
Mi spiace è morto così giovane.

Rosy
31-July-2014, 16:24
Ho iniziato anch'io a leggere, ma così poco che non sono ancora in grado di parlarne... Rosy:)

DarkCoffee
09-August-2014, 23:47
L'ho portato con me e ho letto i primi due capitoli. Sembra scorrevole. Speriamo, visto i commenti non proprio positivi.

DarkCoffee
10-August-2014, 14:46
Ritiro "la scrittura scorrevole", in realtà quando lo leggo, mi perdo i pezzi, come se non ho veramente letto, e mi tocca tornare indietro. Non so se questo effetto me lo da il libro oppure sono io.

Il viaggio parte da Buenos Aires, capitale dell'Argentina, e come primo step Chatwin si ferma a La Plata.

Museo di storia naturaleç

http://laplatago.com/fotos/turismo/museo-de-ciencias-naturales-la-plata-tres.jpg

non pensavo che LA Plata fosse così grande

https://ceca-blogs-sp.s3.amazonaws.com/blogs/la_nueva_seguros_la_plata.jpg

DarkCoffee
10-August-2014, 15:00
Due uccelli hanno attirato l'attenzione dello scrittore:

Ouraka
http://www.bookdrum.com/images/books/40791_s.jpg

ed il tero-tero
http://www.learner.org/jnorth/mclass/spring2012/intro/04/15.jpg

-----------

Prima del deserto della Patagonia, lo scrittore è stato a Bahia Blaca, anche questa è una città più grande di quanto me l'aspettassi:

http://i755.photobucket.com/albums/xx195/romanitossssss/BahiaBlanca-Abril-2008.jpg

daniela
10-August-2014, 19:14
Ritiro "la scrittura scorrevole", in realtà quando lo leggo, mi perdo i pezzi, come se non ho veramente letto, e mi tocca tornare indietro. Non so se questo effetto me lo da il libro oppure sono io.



E' scorrevole, ma anche a me fa quest'effetto, forse perchè è "slegato".

kaipirissima
11-August-2014, 12:53
ok. cercherò di raggiungervi... i due uccelli o me li sono dimenticati o devo ancora avvistarli.

daniela
11-August-2014, 19:01
Io sono arrivata qui (mi sono fermata da un po' al capitolo 60 per aspettarvi):

2688

2686

"Raggiunsi la città più a sud del mondo. Ushuaia era sorta nel 1869, quando il reverendo W.H. Stirling aveva fatto costruire, vicino alle capanne degli indios Yaghan, l'edificio prefabbricato della Missione. Per sedici anni anglicanesimo, orti e indios avevano prosperato."

2687

2689

daniela
11-August-2014, 19:20
Ho trovato un altro libro di Chatwin sulla Patagonia, condivido l'informazione nel caso a qualcuno potesse interessare approfondire.

«Patagonia» dicevano Coleridge e Melville, per significare qualcosa di estremo. «Non c’è più che la Patagonia, la Patagonia, che si addica alla mia immensa tristezza» cantava Cendrars agli inizi di questo secolo.


2691


Nel 1985, Chatwin e Theroux (che pure aveva pubblica un volume sulla Patagonia, L'ultimo treno della Patagonia) composero, in una storia di contrappunto a due voci, "Ritorno in Patagonia", dove entrambi tornano sulle tracce della loro passione nonché delle voci e delle storie disparate che sono connesse a quella terra.

«Paul ed io siamo andati in Patagonia per motivi diversissimi. Ma se mai siamo dei viaggiatori, siamo viaggiatori letterari. Un’associazione o un riferimento letterario possono entusiasmarci quanto una pianta o un animale raro; accenneremo dunque ad alcuni esempi di come la Patagonia abbia colpito la fantasia letteraria».

«La Patagonia era quindi la promessa di un paesaggio sconosciuto, l’esperienza della libertà, la parte più a sud del mio paese, la destinazione perfetta;
[…] E quando finalmente vi arrivai, ebbi la sensazione di essere approdato al nulla, a un non-luogo. Ma la cosa più sorprendente era che mi trovavo ancora nel mondo, pur avendo viaggiato per mesi verso sud. Il paesaggio aveva un aspetto desolato, eppure dovevo ammettere che i suoi tratti erano leggibili e che io esistevo in esso. Questa era una scoperta: il suo aspetto. Pensai: Un non-luogo è un luogo.[…]
Qui non c’erano voci. C’era quello che vedevo e basta;[…]
Solo il paradosso patagonico: minuscoli fiori in uno spazio immenso; per stare qui bisognava essere miniaturisti, oppure provare interesse per enormi spazi vuoti. Non c’era un campo intermedio di studio. O l’enormità del deserto o la vista di un piccolissimo fiore. In Patagonia si deve scegliere fra il minuscolo e l’immenso».

kaipirissima
19-August-2014, 16:22
sono a pagiana 62. che palle!

daniela
19-August-2014, 17:09
Io vi sto aspettando a Ushuaia, a me non dispiace questo libro, lo sto leggendo volentieri.
A parte la "freddezza" e il fatto che è "slegato", non ho altri appunti negativi da fare.

kaipirissima
19-August-2014, 17:47
Avevo capito pagina 60! Invece è il capitolo! Ops! Quanta roba!
Domani mi violento un po'... Oggi non ho voglia.


bah, per adesso voglia di andare in Patagonia: Zeroooooo!
ieri leggendo mi ė venuta in mente la Manzotin o Simmenthal. C'era uno che parlava di allevamento non ho capito se era veramente Cassidy. Ero un po' distratta. Avevo fame!

DarkCoffee
22-August-2014, 21:08
Io sono al capitolo 26.
Daniela, scusa della mia (posso dire nostra?) rilenta lettura.
Per quanto mi riguarda Chatwin scrive bene, è che forse racconta troppo i fatti in maniera impersonale.
E' come se sto leggendo tra le notizie delle riviste dell'epoca.
Questo distacco mi allontana un po' dal libro.
Una cosa positiva è che questo reportage lo vedrei bene in versione cinematografica :)

daniela
22-August-2014, 22:55
Io sono al capitolo 26.
Daniela, scusa della mia (posso dire nostra?) rilenta lettura.
Per quanto mi riguarda Chatwin scrive bene, è che forse racconta troppo i fatti in maniera impersonale.
E' come se sto leggendo tra le notizie delle riviste dell'epoca.
Questo distacco mi allontana un po' dal libro.
Una cosa positiva è che questo reportage lo vedrei bene in versione cinematografica :)

Non preoccuparti per i tempi di lettura, questo libro si presta ad essere letto con varie interruzioni, mi pare che non perda nulla anche se nel frattempo ho letto altro.
E' un pretesto per raccontare alcune storie attorno al tema comune che è la Patagonia e la Terra del Fuoco, ma non vi è un vero e proprio filo conduttore. Mi pare adatto a una lettura frammentata, perchè è già frammentato di suo!

Concordo in pieno sul racconto dei fatti in maniera impersonale che genera distacco nel lettore, e fatico a trovarlo un pregio, come ho letto su alcune recensioni in Internet.
Non posso non paragonarlo a TransEuropa Express, dove Paolo Rumiz racconta in modo passionale il suo viaggio e mi spiace per Chatwin, ma io preferisco quella che lui definisce "la tirannia del viaggiatore", cioè l'anima, la sensibilità e la passione del viaggiatore che trabocca e influenza il racconto.

DarkCoffee
22-August-2014, 23:21
Si, anche io preferisco Rumiz. Il racconto di un viaggio, personalmente, DEVE essere passionale!
Altrimenti è come se aprissi una guida turistica od un libro di geografia storica.

Anche se Trans Europa Express è frammentato posso vederci e sentirci tutti i sapori dei luoghi visitati, le storie delle persone incontrate e le tradizioni. Con In Patagonia, anche se ha molte più storie da raccontare, non riesco a sentire nulla sulla pelle, figuriamoci sotto la pelle!

Mi dispiace per Chatwin, ma non credo sarà uno dei mie scrittori preferiti.

P.S.: Comunque, ringrazio sempre chi ha proposto il libro (che ora non ricordo chi è stato. Andrò a controllare) ;)

kaipirissima
23-August-2014, 11:22
Oggi piove magari mi ci metto un po'. Il fatto è che non riesco a leggere tante pagine insieme perché dopo un po' mi sembrano fine a se stesse. La cominità gallese aveva, comunque, un suo centro nell'esposizione. Perchè a distanza di giorni me lo ricordo ancora un po'.

DarkCoffee
23-August-2014, 12:59
La cominità gallese aveva, comunque, un suo centro nell'esposizione. Perchè a distanza di giorni me lo ricordo ancora un po'.
ahahahah :rotfl:

daniela
23-August-2014, 23:10
Chatwin fotografo


"La vera casa dell'uomo non è una casa, è la strada.
La vita stessa è un viaggio da fare a piedi”.


2696
Marocchini

“Perché gli uomini, invece di stare fermi se ne vanno da un posto all’altro?”- (Chatwin a Tom Maschler, 1969 – da Le vie dei Canti, 1987).

2697
Fabbricato

Molte mostre di fotografie di Chatwin hanno avuto luogo in Italia, anche con alcuni suoi oggetti simbolo, dall’inseparabile zaino, realizzato artigianalmente su suo disegno da un sellaio inglese, al martelletto con cui batteva le aste alla Sothebys, ad alcuni dei preziosi pezzi acquistati da Bruce nei luoghi dove sono nati i suoi libri. L'urna cineraria acquistata in Argentina (Patagonia), la porcellana di Meissen (Utz), le manette in miniatura nel Benin (ll viceré di Ouidah).


2698
Relitto

Il volume L’occhio assoluto (Adelphi) è una raccolta di fotografie che sintetizzano e descrivono la sua filosofia di viaggio, quell’eterno viaggiare che ha guidato ogni passo di Bruce Chatwin.


2702
Miniera

Chatwin non girava il mondo fissando sulla pellicola magnifiche opere d’arte, edifici straordinari, paesaggi pittoreschi o bizzarri costumi locali.

Spesso i dettagli su cui si soffermava sarebbero passati inosservati agli occhi di chiunque altro.

2700
Piroga

Rupert
06-September-2014, 11:30
Con In Patagonia, anche se ha molte più storie da raccontare, non riesco a sentire nulla sulla pelle, figuriamoci sotto la pelle!


"I climbed a path and from the top looked up-stream towards Chile. I could see the river, glinting and sliding through the bone-white cliffs with strips of emerald cultivation either side. Away from the cliffs was the desert. There was no sound but the wind, whirring through thorns and whistling through dead grass, and no other sign of life but a hawk, and a black beetle easing over white stones.”

colto e terribilmente britannico Chatwin non è l'autore da cui aspettarsi travolgenti vibrazioni passionali. E, lo ammetto, a volte ho saltato qualche pagina perché mi ci ero impantanato. Ma passaggi limpidi e quasi metafisici come quello che ho postato sono semplicemente stupendi e si trovano quasi come piccole sorprese un po' sparpagliati tra le pagine... E, credo, valgano da soli la lettura del libro. ;) :reading01

DarkCoffee
16-September-2014, 22:41
Basta, ho deciso di abbandonare, a malincuore, questo ciclo.
Il libro non mi attira, non ricordo nulla del 32% che ho letto fin'ora, e secondo me è come un'enciclopedia di fatti e storie che purtroppo non riesco a trovare un nesso tra loro.
Ho capito che se mi ostino ad andare avanti mi comporterà la completa astinenza dalla lettura.
Forse lo riprenderò, ma per ora, mi dispiace, passo.

Claire
17-September-2014, 12:50
Basta, ho deciso di abbandonare, a malincuore, questo ciclo.
Il libro non mi attira, non ricordo nulla del 32% che ho letto fin'ora, e secondo me è come un'enciclopedia di fatti e storie che purtroppo non riesco a trovare un nesso tra loro.
Ho capito che se mi ostino ad andare avanti mi comporterà la completa astinenza dalla lettura.
Forse lo riprenderò, ma per ora, mi dispiace, passo.

In effetti è un poco mattone e trovo la tua reazione del tutto comprensibile.

Io ho gettato la spugna con l'arte di correre di Murakami...ad un certo punto ho cominciato a dormire alla grande. Sig!

kaipirissima
17-September-2014, 17:03
Ah ah! Meno male... Io cercherò di finirlo, intanto sono ancora a pag 62.

daniela
17-September-2014, 22:59
Premesso che non leggerò altri libri di Chatwin :reading01, ho intenzione di riprendere la lettura di In Patagonia e di finirlo.
Si può leggere anche a pezzi :mrgreen:

P.S. Certo che gli stiamo facendo una bella pubblicità :lol:, se per caso qualcuno avesse avuto l'idea di leggerlo... ora gli è passata!

Claire
18-September-2014, 12:21
P.S. Certo che gli stiamo facendo una bella pubblicità :lol:, se per caso qualcuno avesse avuto l'idea di leggerlo... ora gli è passata!

Mah! Credo che sia una questione di gusti. Ogni giudizio su un libro è personale e quindi relativo.:-)

daniela
18-September-2014, 16:36
Allora proseguo il viaggio, da Ushuaia al Canale di Beagle e Harberton.

2737

"Arrivandoci da terra, si poteva scambiare Harberton per una grande tenuta delle Highlands scozzesi, coi suoi recinti per le pecore, solidi cancelli e torrenti ricchi di trote."

2736

"Thomas Bridges coniò la parola "Yaghan" dal nome di un posto chiamato Yagha: gli indios chiamavano se stessi Yàmama. Usato come verbo, yàmama significa "vivere, respirare, essere felice, rimettersi da una malattia o essere sano."

2739

"Molti, infatti, trovando nei linguaggi "primitivi" scarsità di parole atte a esprimere concetti morali, hanno pensato che questi concetti non esistessero. Ma i concetti di "buono" o di "bello", così essenziali al pensiero occidentale, sono privi di significato se non sono legati alle cose. Coloro che per la prima volta usarono un linguaggio, per suggerire idee astratte presero il materiale grezzo fornito dal loro ambiente e lo costrinsero in una metafora. La lingua Yaghan - e per deduzione ogni linguaggio - è come una rete di navigazione. Le cose che hanno un nome sono punti fissi, allineati o confrontati, che permettono a chi parla di progettare la prossima mossa.
Cosa dobbiamo pensare di un popolo che definiva la "monotonia" come "un'assenza di amici maschili"? O che per "depressione" usava la parola che descrive la fase vulnerabile del ciclo stagionale del granchio, quando ha perso il vecchio guscio e aspetta che cresca quello nuovo?"

2738

daniela
18-September-2014, 16:59
“Il viaggio non solo allarga la mente. Le dà forma” ha scritto Bruce Chatwin prendendo la Patagonia come simbolo dell’irrequietezza umana.

"Il lago Kami era distante circa 25 miglia, ma i fiumi erano in piena e i ponti erano crollati.
E tutto a causa dei castori. Un governatore dell'isola aveva portato dal Canada i castori e ora i loro sbarramenti ostruivano le valli dove una volta il passaggio era facile."

2742



Sulla piccola baia ristagnava la foschia. Una famigliola di oche dal petto rosso solcava l'acqua increspandola e alla prima chiusa altre oche, ancor più numerose, erano ferme davanti a una pozzanghera.

2743

daniela
20-September-2014, 19:34
Finito!
L'ho letto tutto sommato volentieri, ma credo sia da leggere non come un thriller, con la curiosità di vedere che succede (tanto non succede nulla! :)) ma come un libro di racconti, da leggere un capitolo alla volta, intervallandolo con altre letture. Ogni capitolo è come un racconto a se stante, non c'è filo conduttore. A mio parere il limite di questo libro, che è comunque ben scritto, è che non riesce a coinvolgere il lettore, è troppo impersonale.

kaipirissima
20-September-2014, 19:58
Per Daniela!

HIP HIP URRÀ! Urrà, urrà!