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Visualizza la versione completa : Rosso Istanbul - Ferzan Ozpetek



Rosy
13-January-2014, 18:39
Una persona di cui stimo il giudizio alcuni giorni fa mi ha detto: -Devi leggere "Rosso Istanbul" di Ozpetek. Ti piacerà immensamente.
Due ore dopo lo avevo comprato ( cartaceo!).
E' uno di quei libri che rimpiango nel momento stesso in cui l'ho finito; vorrei fosse durato tanto.
Nello stesso tempo mi è difficile scriverne un'impressione: mi tocca troppo le corde del cuore.
La storia?
E' una storia a doppio binario.
Racconta, nello stesso tempo, la vicenda personale del famoso ( e per me straordinario!) regista turco, che ritorna a casa, nella sua Istanbul, a trovare la vecchia madre, a vedere la sua casa che sarà abbattuta, a ritrovare, in poche parole , il suo mondo...
E racconta una storia parallela: sull'aereo, al suo fianco, c'è una giovane donna italiana, Anna, che va a Istanbul col marito e due giovani collaboratori, per affari e piacere. Per lei si aprirà un mondo nuovo, in ogni senso. Ma non voglio anticipare....

La vicenda si snoda così a capitoli alterni- lui, lei -e mentre la seconda è chiaramente romanzata, la prima -quella di Ozpetek -è uno struggente ritorno al passato, in cui narra con toni dolcissimi e malinconici, la sua famiglia. Le gioie di allora, i dolori. Le partenze, i ritorni.

Ci sono , attraverso tutta la storia, ritratti di Istanbul-pennellate - talmente belli e pieni d'amore da riempire di commozione, almeno, me, che la conosco abbastanza bene per esserci stata varie volte.
E' una città unica, incantevole, piena di fascino, e chi meglio di lui avrebbe potuto raccontarla?

Ma in mezzo e sopra a tutto ciò, Ozpetek parla d'amore. Il suo; quello universale. Avrei potuto sottolinearlo tutto!
Ma non è un libro che si possa spiegare; bisogna leggerlo.
Ho riconosciuto in questo eccellente modo di scrivere, e soprattutto nei contenuti, il regista che sa raccontare superbamente storie di vite, di travagli, di sentimenti...

Qualche riga.
Parlando di due anziani vicini di casa di un tempo, che erano ancora innamorati come due giovinetti...Pag.49.
"Lei lo aspettava sulla scalinata. E lo abbracciava, forte,come se fosse sempre il primo giorno, come se non lo vedesse da mesi, da anni, e invece era solo uscito quel mattino.
A noi bambini faceva ridere quella scena troppo romantica. Serap. Serap... ripetevamo, canzonandolo.
Ma adesso so che è questo il punto dell'amore: avere qualcuno che ti aspetta davanti alla porta, la sera.
Qualcuno che ti abbraccia.
Qualcuno tra le cui braccia, anche se solo per un giorno e non per sempre, ti senti a casa.
....
Amore. Che cosa ho imparato sull'amore?
Quello che ho imparato sull'amore è che l'amore esiste. O forse, più semplicemente, quello che ho imparato e imparo sull'amore è quello che racconto nei miei film, in tutti i miei film.
E cioè che non dimentichiamo mai le persone che abbiamo amato, perchè rimangono sempre con noi; qualcosa le lega a noi in modo indissolubile, anche se non ci sono più".

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P.S. la donna bellissima della copertina è sua madre da giovane.

Rosy
13-January-2014, 22:26
Pag.95
"..Io corsi fuori: troppo tardi, feci solo in tempo a vedere il taxi che girava l'angolo.
Le luci dei lampioni si stavano accendendo, il vento scuoteva piano gli alberi.
E' stata la prima volta nella mia vita che ho conosciuto la profonda malinconia degli addii.
- Ma lascia almeno / ch'io lastrichi di un'ultima tenerezza/ il tuo passo che s'allontana.-
ha scritto Majakovskij.
Ogni volta che rileggo questi versi, penso che contengano tutti gli addii della mia vita. Quel senso di perdita, quello struggimento".

Rosy