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Rosy
05-November-2011, 15:34
Ancora mi struggo per l'angoscia dei desideri,
Ancora l'anima mia ti desidera,
E nella tenebra dei ricordi
Ancora io rivedo il tuo volto...

Il tuo caro, indimenticabile volto,
Che è sempre, e ovunque, davanti a me,
Così inafferrabile, così immutato
Come una stella nel cielo notturno.

Fedor I. Tjutcev

Rosy :cry: :cry:

Andrea
05-November-2011, 16:21
C’è un limite al dolore
in quel limite un caro conforto
un’improvvisa rinunzia al dolore.
Il pianista cerca un fiore nel buio

e lo trova, un fiore che non si vede
e ne canta la certezza.
Il gioco è questo: cercare nel buio
qualcosa che non c’è, e trovarlo.

Ennio Flaiano

Rosy
05-November-2011, 16:44
Ieri ho sofferto il dolore



Ieri ho sofferto il dolore,
non sapevo che avesse una faccia sanguigna,
le labbra di metallo dure,
una mancanza netta d'orizzonti.
Il dolore è senza domani,
è un muso di cavallo che blocca
i garretti possenti,
ma ieri sono caduta in basso,
le mie labbra si sono chiuse
e lo spavento è entrato nel mio petto
con un sibilo fondo
e le fontane hanno cessato di fiorire,
la loro tenera acqua
era soltanto un mare di dolore
in cui naufragavo dormendo,
ma anche allora avevo paura
degli angeli eterni.
Ma se sono così dolci e costanti,
perchè l'immobilità mi fa terrore?

ALDA MERINI

Rosy :cry: :cry:

Andrea
06-November-2011, 16:21
C’è nel tempo
del tempo quel dolore,
l’aspro retrogusto
delle ore morte,
l’odore forte
di un desiderio avvizzito;
di tante cose
non dette.

C’è un tempo
difficile per tutti.
E ognuno ha
la sua ora penosa,
nella quale ogni azione
risulta
sterile e inutile.

Montserrat Abelló i Soler

Andrea
06-November-2011, 16:43
Soltanto le notti

A Jean Aristeguieta,
A Árbol de Fuego.

Scrivendo
ho chiesto, ho perso.

Stanotte, in questo mondo,
abbracciata a voi,
allegria di naufragio.

Ho voluto sacrificare i miei giorni e le mie settimane
alle cerimonie della poesia.

Ho implorato tanto
dall’abisso delle profondità
della mia scrittura.

Amare e morire non hanno aggettivi.

Alejandra Pizarnik

Rosy
14-November-2011, 22:00
Ai confini della disperazione sorge la mia casa
Con i muri gialli come burro, svuotata e leggera come nuvole.

Lievitata come pasta di pane
La mia casa ha tanti buchi-
Il vento la scompiglia ma è stanco il vento.
Arriva la bufera e la scuote tutta
E il sole l’abbandona,
l’abbandonano gli uccelli

In tremito e convulsioni rovina la mia casa.
Si fa invisibile, è molto più che invisibile, è idea.
E io dormo nella casa, e il visibile mi dorme accanto
Con voce debole, con voce soffocata.

Adonis

Andrea
17-November-2011, 09:39
Ormai non sarà
ormai no
non vivremo uniti
non alleverò tuo figlio
non cucirò i tuoi vestiti
non ti possederò di notte
non ti bacerò prima di uscire.
Non saprai mai chi sono stata
perchè altri mi amarono.
Non riuscirò mai a sapere perché né come
né se era vero
quello che dicesti che era
né chi sei stato
né cosa sono stata per te
né come sarebbe stato
vivere uniti
amarci
aspettarci
rimanere.
Ormai non sono altro che io
per sempre e tu ormai
per me non sarai che tu. Ormai non sei
in un giorno futuro
non saprò dove vivi
con chi
né se ti ricordi.
Non mi abbraccerai mai
come questa notte
mai.
Non potrò più toccarti.
Non ti vedrò morire.

Idea Vilariño

Andrea
18-November-2011, 10:35
Le cose non esplodono,
si affievoliscono, sbiadiscono,

come il sole sbiadisce dalla carne,
come si esaurisce rapida la schiuma nella sabbia,
perfino il lampo fulmineo dell'amore
non ha un esito tonante,
muore con il suono
dei fiori che sbiadiscono come la carne
sotto la pietra pomice sudante,
tutto concorre a questa forma
finché veniamo lasciati
col silenzio che circonda la testa di Beethoven.

Derek Walcott

Rosy
20-November-2011, 15:22
X Andrea.
Con la poesia di Idea Vilarino mi hai preceduta: è una di quelle che leggo spesso. E che avrei postato presto! ciao
Rosy

Rosy
20-November-2011, 15:26
..questo non è solo dolore vivo. E' gelo; amarezza; disperazione.
Le parole di Anna Achmatova arrivano in fondo al cuore.



ULTIMO BRINDISI


Bevo a una casa distrutta,
alla mia vita sciagurata,
a solitudini vissute in due
e bevo anche a te:
all'inganno di labbra che tradirono,
al morto gelo dei tuoi occhi,
ad un mondo crudele e rozzo,
ad un Dio che non ci ha salvato.

27 giugno 1934
Anna Achmatova.

Rosy:(:(

Baudin
20-November-2011, 20:40
A un compagno


Se dovrai scrivere alla mia casa,
Dio salvi mia madre e mio padre,
la tua lettera sarà creduta
mia e sarà benvenuta.
Così la morte entrerà
e il fratellino la festeggerà.

Non dire alla povera mamma
che io sia morto solo.
Dille che il suo figliolo
più grande, è morto con tanta
carne cristiana intorno.

Se dovrai scrivere alla mia casa,
Dio salvi mia madre e mio padre,
non vorranno sapere
se sono morto da forte.
Vorranno sapere se la morte
sia scesa improvvisamente.

Dì loro che la mia fronte
è stata bruciata là dove
mi baciavano, e che fu lieve
il colpo, che mi parve fosse
il bacio di tutte le sere.

Dì loro che avevo goduto
tanto prima di partire,
che non c'era segreto sconosciuto
che mi restasse a scoprire;
che avevo bevuto, bevuto
tanta acqua limpida, tanta,
e che avevo mangiato con letizia,
che andavo incontro al mio fato
quasi a cogliere una primizia
per addolcire il palato.

Dì loro che c'era gran sole
pel campo, e tanto grano
che mi pareva il mio piano;
che c'era tante cicale
che cantavano; e a mezzo giorno
pareva che noi stessimo a falciare,
con gioia, gli uomini intorno.

Dì loro che dopo la morte
è passato un gran carro
tutto quanto per me;
che un uomo, alzando il mio forte
petto, avea detto: Non c'è
uomo più bello preso dalla morte.

Che mi seppellirono con tanta
tanta carne di madri in compagnia
sotto un bosco d'ulivi
che non intristiscono mai;
che c'è vicina una via
ove passano i vivi
cantando con allegria.

Se dovrai scrivere alla mia casa,
Dio salvi mia madre e mio padre,
la tua lettera sarà creduta
mia e sarà benvenuta.
Così la morte entrerà
e il fratellino la festeggerà.

Corrado Alvaro

Andrea
20-November-2011, 21:19
Una forgia e una falce

Un minuto fa avevo le finestre aperte
e c’era il sole. Tiepide brezze
attraversavano la stanza.
(L’ho scritto anche in una lettera.)
Poi, sotto i miei occhi, si è fatto buio.
Il mare ha cominciato a incresparsi
e le barche da diporto che erano a pesca
hanno virato e sono rientrate, una flottiglia.
Il tintinnabolo sotto al portico è caduto
di colpo sotto una raffica. le cime degli alberi
tremavano. Il tubo della stufa cigolava e sbatteva
trattenuto dai tiranti.
Ho detto: "Una forgia e una falce”.
Certe volte parlo da solo, così.
Nomino certe cose:
argano, gomna limo, foglia, fornace.
Il tuo volto, la tua bocca, le tue spalle
ora sono per me inconcepibili!
Che fine hanno fatto? E’come se
li avessi sognati. I sassi che abbiamo portato
a casa dalla spiaggia se ne stanno lì
sul davanzale a raffreddarsi.
Torna a casa. Mi senti?
I miei polmoni sono pieni del fumo
della tua assenza.

Raymond Carver

Rosy
26-November-2011, 21:02
Non sei
nella mia vita
al mio fianco
non mangi alla mia tavola
ne' ridi ne' canti
ne' vivi per me.

Siamo estranei
tu
e me stessa
e la mia casa.

Sei un estraneo
un ospite
che non cerca che non vuole
piu' che un letto
a volte.
Che ci posso fare
se non cedertelo.

Ma io vivo da sola.

Idea Vilarino

Aleciccio
27-November-2011, 09:16
TRISTEZZAStamattina gli uccelli si sono radunati
davanti alla mia finestra.
Cantavano tutti assieme
senza mettersi d’accordo.
Li udivo appena,
sotto le lenzuola
e questa tristezza che mi prende la notte.
Indifesa, in posizione fetale,
desidero la vastità
che talvolta mi gonfia
come una colomba.

Cecilia Casanova

PS= W Chile!

Andrea
28-November-2011, 12:46
L'uguale e il contrario

Il contrario di un uomo limpido è l'acqua sporca.
Il contrario del mare è una donna cieca.
Chi distrugge un ponte, costruisce un precipizio.
Le cicatrici sono colpi che non si dimenticano.

Ci sono verità senza limite e ci sono cose che finiscono:
i fiumi sono Machado.
Io ti ho amato oltre me.
Gli scorpioni luccicano alla luce della luna
e poi sono nuovamente velenosi e oscuri.

E' così semplice.

Lottare per le ceneri è rinunciare al fuoco.
Una parola detta è un uccello che vola.
La tua morte è sotto la mia pelle,
uguale a un insetto in un bicchiere rovesciato.

Che altro posso dirti?

Che ti ho amato da Nord a Sud, senza fine,
con unghie e con denti,
senza segreti,
senza trappole.

Che non ho voluto sentire un'altra volta la tua voce,
né guardare le nostre foto,
né vederti accarezzare con le tue dita azzurre
i cani che mangiano i resti della tua vita.

Voglio solo oscurità e fumo.
Sono venuto a dire che ti ho dimenticato;
che ti dimenticherò ancora ogni giorno
ognuno dei giorni della mia vita.

Benjamin Prado

Claire
30-November-2011, 22:09
Ofelia

I

Dove dormono le stelle, nell'onda calma e nera
la bianca Ofelia ondeggia come un grande giglio,
ondeggia lentamente, stesa nei suoi lunghi veli...
- Arrivano dai lontani boschi i gridi della caccia.


Sono più di mille anni che la triste Ofelia
passa, bianco fantasma, sul lungo fiume nero.
Sono più di mille anni che la sua dolce follia
mormora una romanza alla brezza della sera.


Il vento bacia i suoi seni, sciogliendo in corolle
i suoi grandi veli cullati mollemente dalle acque;
i salici fruscianti piangono sulla sua spalla,
sulla sua ampia fronte sognante s'inchinano i fuscelli.


Le sfiorate ninfee intorno le sospirano;
talvolta Ofelia sveglia, in un ontano che dorme,
qualche nido, da cui sfugge un breve fremito d'ala:
- un canto misterioso scende dagli astri d'oro.




II


O pallida Ofelia, bella come le nevi!
Tu sei morta bambina rapita dalle correnti!
- I venti di Norvegia dalle alte vette
ti avevano parlato dell'aspra libertà;


e un soffio, scompigliando la tua folta chioma,
al tuo animo sognatore portava strani rumori;
e il tuo cuore ascoltava il canto della Natura
nei pianti degli alberi, nei sospiri notturni;


e la voce dei mari folli, immenso rantolo,
spezzava il tuo sesso fanciullo; troppo dolce e umano,
e un mattino d'aprile, un bel cavaliere pallido,
un pazzariello, si accoccolò muto ai tuoi ginocchi!


Cielo! Amore! Libertà! Quale sogno, o pazza mia!
Tu ti scioglierai in lui come la neve al sole:
le tue grandi visioni strozzavano la tua parola
- e l'Infinito terribile sbigottì il tuo occhio cupo.




III


- E il poeta dice che ai raggi delle Stelle
vieni a cercare, di notte, i fiori che cogliesti;
e d'avere visto sull'acqua, distesa fra i suoi lunghi veli,
la bianca Ofelia, come un gran giglio, ondeggiare.

Arthur Rimbaud
15 maggio 1870


traduzione di Dario Bellezza

Andrea
02-December-2011, 10:44
La disperazione è un contabile.
Vuol far tornare i conti. Niente le sfugge.
Addiziona tutto. Non molla neppure i centesimi.
Rimprovera a Dio i fulmini e i colpi di spillo.
Vuole sapere come regolarsi con il destino.
Ragiona, pesa e calcola.

Victor Hugo

daniela
02-December-2011, 22:15
LE MIE LACRIME..... - ADAM MICKIEWICZ

Le mie lacrime, pure, fitte, scesero
sulla mia infanzia idillica ed angelica,
sulla sciocca e superba giovinezza,
sulla mia età d'uomo, età di sconfitte,
le mie lacrime, pure, fitte, scesero.

(trad. S. Quasimodo)

Rosy
04-December-2011, 23:07
Non dà sollievo il tempo; mentivate
dicendo che sarebbe stata breve
la mia pena. Lo sento nella pioggia
che piange, alla marea che si ritira;
sciolte le vecchie nevi ad ogni picco,
le foglie dell'altr'anno son fumo sui sentieri;
non cosí per l'amaro della morte,
che resta, opprime il cuore, abita in me.
Ho paura di andare in troppi luoghi
che traboccano della sua memoria.
E se respiro in qualche quieta stanza
ignota al passo e al volto luminoso,
dico "non c'è memoria, qui, di lui"
e resto frastornata a ricordarlo.

EDNA ST VINCENT MILLAY

Rosy
07-December-2011, 20:05
Se il dolore m'assale e mi trattiene

nelle fervide
unghie
e spossata mi
sento devastare
da un orribile
passo
che mi trascina e mi rovina al tutto,
gemo perché son
debole, d'argilla
ma nel premere il labbro già mi cresce
dentro non so
che orgoglio smisurato
per la morte
apparente, di una fibra
di demonio o di
angelo son fatta...
Alda Merini

Rosy
09-December-2011, 17:42
In ogni poesia della Merini si respira il dolore....

Riottosa a ogni tipo di amore
sei entrato tu a invadere il mio
silenzio
e non so dove tu abbia visto le mie carni
per desiderarle
tanto.
E non so perché tu abbia avuto il mio corpo
per poi
andartene
con il grido dell'ultima morte.
Se mi avessi strappato il
cuore
o tolto l'unico arto che mi fa male
o scollato le mie
giunture
non avrei sofferto tanto.

Rosy
14-December-2011, 14:28
Di tanto amarti perduto
non resterà che questo:
il ricordare a strappi come ci si leva
una benda per rabbia da una ferita
fresca,
solo frammenti,dettagli a sangue,
o svolte fulminee,
il senso del dolore prima che il dolore esulti:
il poco, il breve
che non sapevamo vivendoli capaci d'immenso.

A. Bevilacqua

Rosy:-P:-P

Patrizia
14-December-2011, 22:24
Questa frase, tratta da "Paolo il caldo", è poesia:

Ci sono sofferenze che scavano nella persona
come i buchi di un flauto,
e la voce dello spirito ne esce melodiosa.


Vitaliano Brancati

Rosy
04-January-2012, 18:04
BLUES IN MEMORIA

Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti e fra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

Incrocino gli aereoplani lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano i guanti di tela nera.

Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed il mio Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: avevo torto.

Non servono più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai nulla può giovare.


AUDEN WYSTAN
( POETA INGLESE, 1907- 1973)

Rosy:-P:-P

Claire
06-January-2012, 22:30
PETTO BIANCO

Perché io ho il petto bianco, docile,
inoffensivo, dev’essere che le tante
frecce che vanno nell’aria vagando
prendono la sua direzione e lì si piantano.
Tu, la mano perversa che mi ferisce,
se questo è il tuo piacere, poco ti basta;
il mio petto è bianco, è docile ed è umile:
fuoriesce un po' di sangue... dopo, nulla.


Alfonsina Storni

daniela
11-January-2012, 22:07
Elogio dell’ombra

La vecchiaia (è questo il nome che gli altri le danno)
può essere il tempo della nostra felicità.
l’animale è morto o è quasi morto.
rimangono l’uomo e la sua anima.
Vivo tra forme luminose e vaghe
che non sono ancora le tenebre.
Buenos Aires,
che prima si lacerava in suburbi
verso la pianura incessante,
è diventata di nuovo la Recoleta, il Retiro,
le sfocate case dell’Once
e le precarie e vecchie case
che chiamiamo ancora il Sur.
Nella mia vita sono sempre state troppe le cose;
Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;
il tempo è stato il mio Democrito.
Questa penombra è lenta e non fa male;
scorre per un mite pendio
e assomiglia all’eternità.
I miei amici non hanno volto,
le donne sono quel che erano molti anni fa,
gli incroci delle strade potrebbero essere altri,
non ci sono lettere sulle pagine dei libri.
Tutto questo dovrebbe intimorirmi,
ma è una dolcezza, un ritorno.
Delle generazioni di testi che ci sono sulla terra
ne avrò letti solo alcuni,
quelli che continuo a leggere nella memoria,
a leggere e a trasformare.
Dal Sud, dall’Est, dall’Ovest, dal Nord,
convergono i cammini che mi hanno portato
nel mio segreto centro.
Quei cammini furono echi e passi,
donne, uomini, agonie, resurrezioni,
giorni e notti,
dormiveglia e sogni,
ogni infimo istante dello ieri
e di tutti gli ieri del mondo,
la ferma spada del danese e la luna del persiano,
gli atti dei morti, il condiviso amore, le parole,
Emerson e la neve e tante cose.
Adesso posso dimenticarle. Arrivo al mio centro,
alla mia algebra, alla mia chiave,
al mio specchio.
Presto saprò chi sono.

Jorge Luis Borges,

daniela
15-January-2012, 18:18
Definitivo, come tutto ciò che è semplice.
Il nostro dolore non deriva dalle cose vissute,
ma dalle cose che sogniamo e che non si realizzano.
Perché soffriamo tanto per amore?
Sarebbe meglio che la gente non soffrisse,
e ringraziasse anche solo per aver conosciuto una persona tanto buona,
che generò in noi un sentimento intenso
che ci ha accompagnato per un tempo ragionevole,
un tempo felice.
Perché soffriamo ?
Per tutti i baci cancellati, per l’eternità.
Soffriamo, non perché il nostro lavoro è stressante e paga poco,
ma per tutte le ore libere
che non abbiamo avuto per andare al cinema,
per conversare con un amico,
per nuotare, per innamorarci.
Perché automaticamente dimentichiamo quello che abbiamo goduto
e cominciamo a soffrire per i nostri progetti irrealizzati,
per tutte le città che avremmo potuto conoscere a fianco del nostro amore,
per tutti i figli che avremmo avuto piacere ad avere vicino,
per tutti gli show, i libri e i silenzi che avremmo gradito condividere,
Soffriamo, non perché nostra madre è impaziente con noi,
ma per tutti i momenti in cui le avremmo potuto confidare
le nostre più profonde angosce
e fosse interessata a comprenderci.
Soffriamo, non perché la nostra squadra ha perso,
ma per l’ euforia soffocata.
Soffriamo non perché invecchiamo,
ma perché il futuro è da noi confiscato,
impedendo così che ci accadano mille avventure,
tutte quelle con le quali sogniamo e
mai tentiamo di sperimentare.
Come alleviare il dolore di ciò che non fu vissuto?
La risposta è semplice come un verso:
Avere meno illusioni e vivere di più!!!
Ogni giorno che vivo,
mi convinco sempre più
che lo spreco della vita
è nell’amore che non diamo,
nelle forze che non usiamo,
nella prudenza egoista che non rischia mai,
e che, schivando la sofferenza,
fa perdere anche la felicità.
Il dolore è inevitabile.
La sofferenza è un accessorio extra.

di Carlos Drummond de Andrade

daniela
15-January-2012, 18:31
Nel mio dolore nulla è in movimento
Di quello che io stesso sono stato
Attendo nessuno verrà
Né di giorno né di notte né mai più
I miei occhi si sono separati dai tuoi occhi
Perdono fiducia perdono la luce
La mia bocca si è separata dalla tua bocca
La mia bocca si è separata dal piacere
E dal senso dell’amore e dal senso della vita
Le mie mani si sono separate della tue mani
Le mie mani lasciano sfuggire tutto
I miei piedi si sono separati dai tuoi piedi
Non avanzeranno più non ci sono più strade
Non conosceranno più né il peso né il riposo
Mi è concesso di veder finire la mia vita
Con la tua
La mia vita è in tuo potere
che ho creduto infinita
E l’avvenire la mia sola speranza è il mio sepolcro
Identico al tuo circondato da un mondo indifferente
Ero così vicino a te che ho freddo vicino agli altri.

Paul Eluard

Rosy
15-January-2012, 19:29
QUESTEI I VERSI MIGLIORI....

Ogni giorno che vivo,
mi convinco sempre più
che lo spreco della vita
è nell’amore che non diamo,
nelle forze che non usiamo,
nella prudenza egoista che non rischia mai,
e che, schivando la sofferenza,
fa perdere anche la felicità.
Il dolore è inevitabile.


Bellissima.
Rosy

Rosy
15-January-2012, 19:31
Dimenticare un amore

A dimenticare un amore,
non si inizia il giorno dopo.

Bisogna cominciare da prima.
Da prima di iniziare a parlare.
Prima di dire: “E’ finita”.

A dimenticare il dolore,
dopo aver dimenticato un amore,
non si inizia il giorno dopo.

Non importa quante volte
hai detto “mi dispiace”.

Il rimpianto è un segugio,
implacabile,
indomabile,
instancabile,
insaziabile.

E’ capace di aspettare giorni e giorni.

Per dimenticare il tuo viso,
avrei dovuto….

Avrei dovuto cominciare prima.
Prima di scriverti.
Prima di illudermi di poter guarire.
Prima…

Prima di incontrare te.
????( ANONIMO)

Andrea
19-January-2012, 12:50
Il Flauto di Vertebre

Prologo

A voi tutte che siete piaciute o piacete,
che conservate icone nell’antro dell’anima,
come coppa di vino in un brindisi,
levo il cranio ricolmo di canti.
Sempre più spesso mi chiedo
se non sia meglio mettere un punto
d’un proiettile sulla mia sorte.
Oggi darò
in ogni caso,
un concerto d’addio.
Memoria!
Raduna nella sala del cervello
le schiere inesauribili delle amate.
Da un occhio all’altro effondi il sorriso.
D’antiche nozze travesti la notte.
Di corpo in corpo effondete la gioia.
Che nessuno dimentichi una simile notte.
Oggi io suonerò il flauto
sulla mia colonna vertebrale.

1.
Miglia di strade i miei passi calpestano.
Dove andrò a nascondere il mio inferno?
Da quale Hoffmann celeste
sei stata concepita, maledetta?
Sono anguste le strade per una tempesta di gioia.
Gente adorna la festa senza posa attingeva.
Penso.
I pensieri, grumi di sangue,
infermi e rappresi strisciano via dal cranio.
Io,
taumaturgo di ogni tripudio,
non ho con chi andare alla festa.
Cadrò di schianto, supino,
sfracellandomi il cranio sulle pietre del Nevski!
Ho bestemmiato.
Ho urlato che Dio non esiste,
e lui ha tratto dal fondo dell’inferno
una donna che farebbe tremare una montagna,
e mi ha comandato:
amala!
Dio è soddisfatto.
Nell’erta sotto il cielo
un uomo tormentato s’è inselvatichito e spento.
Dio si strapiccia le mani.
Dio pensa:
aspetta, Vladimir!
L’ha escogitato lui, lui,
per non farmi scoprire il tuo mistero,
di darti un marito vero
e di porre sul pianoforte note umane.
Se furtivo m’accostassi alla soglia della tua alcova,
per far la croce sulla nostra coperta,
lo so,
si sentirebbe puzzo di lana bruciata
e fumo solfureo si leverebbe dalla carne del diavolo.
Ma invece fino all’alba
l’orrore che tu fossi condotta ad amare
m’ha sconvolto,
e le mie grida
ho sfaccettato in versi,
gioielliere già in preda alla follia.
Giocare a carte!
Sciacquare
nel vino la rauca gola del cuore!
Non ho bisogno di te!
Non voglio!
Non importa,
lo so
che creperò fra breve.
Se è vero che esisti,
o Dio
o mio Dio,
se hai intessuto il tappeto di stelle,
se questo tormento,
moltiplicato ogni giorno,
è, Signore, una prova mandata giù da te,
indossa la toga del giudice.
Aspetta la mia visita.
Sono puntuale,
non tarderò di un giorno.
Ascolta, altissimo inquisitore!
Serrerò la bocca.
Non udranno un grido
dalle labbra morse.
Legami alle comete, come alle code dei cavalli,
trascinami,
squarciandomi sulle punte delle stelle.
Oppure,
quando l’anima mia sloggerà
per venire al tuo tribunale,
accigliandoti ottusamente,
come una forca
distendi la Via Lattea,
e subito impiccami come un criminale.
Fa’ quello che ti pare.
Squartami, se vuoi.
Io stesso, giusto, ti laverò le mani.
Però,
ascolta!
Portati via la maledetta,
che m’hai comandato d’amare!
Miglia di strade i miei passi calpestano.
Dove andrò a nascondere il mio inferno?
Da quela Hoffmann celeste
sei stata concepita, maledetta?

2.
Il cielo,
fumoso, immemore d’azzurro
e le nubi a brandelli come profughi
rischiarerò nell’alba del mio ultimo amore,
vivido come l’incarnato di un tisico.
La mia gioia ricoprirà il ruggito
dell’ammasso, dimentico
del tepore domestico.
Uomini,
ascoltate!
Uscite dalle trincee.
Combatterete dopo.
Anche se dura la battaglia,
ubrica di sangue e vacillante come Bacco,
le parole d’amore non sono vane.
Cari tedeschi!
Io so
che avete sul labbro
la Margherita di Goethe.
Muore il francese
sulla baionetta sorridendo,
cone un sorriso si schianta l’aviatore ferito,
se ricorda
il bacio della tua bocca,
Traviata.
Ma a me che importa
della rosea polpa,
che i secoli masticheranno?
Oggi stendetevi ad altri piedi!
canto te,
imbellettata,
fulva.
Forse di questi giorni,
orrendi come aguzze baionette,
quando i secoli avranno canuta la barba,
resteremo soltanto
tu
ed io,
che t’inseguirò di città in città.
Sarai mandata di là dal mare,
ti celerai nel covo della notte:
ti bacerò attraverso la nebbia di Londra
con le labbra di fuoco dei lampioni.
In lente carovane percorrerai i torrdi deserti,
dove stanno leoni in agguato:
per te
sotto la polvere, strappata dal vento,
sarà un Sahara la mia guancia ardente.
Con un sorriso sulle labbra guardami,
vedrai
che torero che io sono!
E d’improvviso
getterò sul tuo palco la mia gelosia
come l’occhio morente del toro.
Se portando il tuo passo distratto sul ponte,
penserai
che si sta bene laggiù,
sarò io
sotto il ponte la corrente della Senna,
e ti chiamerò,
digrignando i putridi denti.
Con un altro incendierai nel fuoco dei cavalli
Strelka o Sokolniki.
Io starò in alto a farti soffrire
come un’ignuda luna in attesa.
Sono forte,
avranno bisogno di me
e mi ordineranno:
muori in battaglia!
Il tuo nome
sarà l’ultimo
rappreso sul mio labbro lacerato dal proiettile.
Finirò sul trono?
o a Sant’Elena?
Dominati i flutti tempestosi della vita,
sarò ugualmente candidato
al regno dell’universo
e al lavoro forzato.
Se è mio destino d’essere re,
il tuo viso
ordinerò di coniare al mio popolo
nell’oro vivo dell mie monete!
O laggiù,
dove si scolora il mondo nella tundra,
dove traffica il fiume col vento del nord,
sul ferro graffierò il tuo nome, Lilia,
e le catene bacerò nel buio della galera.
Ascoltate, immemori dell’azzurro cielo,
irsuti,
come bestie feroci.
Al mondo, forse,
questo ultimo amore
è un’alba vivida come l’incarnato di un tisico.

3.
Scorderò l’anno, la data, il giorno.
Mi chiuderò solo con un foglio di carta.
Avverati, magia sovrumana,
delle parole illuminate di pianto!
Oggi, appena entrato nella tua casa,
mi sono sentito
a disagio.
Tu celavi qualcosa nell’abito di seta
e s’effondeva nell’aria un profumo d’incenso.
Sei felice?
Hai risposto un freddo:
“Molto.”
L’inquietudine ha rotto l’argine della ragione.
Accumulo disperazione, nel delirio della febbre.
Ascolta,
tannto non ci riesci
a celare il cadavere.
Scagliami in viso la parola terribile.
Ogni tuo muscolo urla
lo stesso
come in un megafono:
è morto, è morto, è morto.
No,
rispondi.
Non mentire!
(Come farò a tornare indietro così?)
Come due tombe
ti si scavano gli occhi nel viso.
Le due fosse si inabissano.
Non se ne vede il fondo.
Mi sembra
di crollare sul palco dei giorni.
Come una fune, ho teso l’anima sul precipizio
e vi ho fatto l’equilibrista, giocoliere di parole.
Lo so,
ormai l’ha consunto l’amore.
Da tanti segni indovino la noia.
Fammi tornare giovane nell’anima.
La gioia del corpo fa’ di nuovo conoscere al cuore.
Lo so,
per una donna sempre si paga.
Non fa niente,
se intanto,
non ti vestirò conl’elegante abito di Parigi
ma soltanto col fumo della sigaretta.
Il mio amore,
come un apostolo d’età remote,
diffonderò per mille e mille strade.
Da secoli è pronta per te una corona,
ove sono incastonate le mie parole:
arcobaleno di spasimi.
Come fecero vincere Pirro
gli elefanti con passi di due quintali,
così io ho sconvolto il tuo cervello col passo del genio.
Invano.
Non potrò piegarti.
Gioisci,
gioisci
d’avermi finito!
Ora è tale l’angoscia che desidero
soltanto fuggire al canale
e il capo cacciare nell’acqua digrignante.
Mi hai offerto le labbra.
Con quanta indifferenza.
Le ho sfiorate e m’hanno ghiacciato.
M’è parso di baciare in penitenza
un monastero intagliato nella fredda pietra.
Hanno sbattuto
la porta.
É entrato lui,
rorido della gaiezza delle strade.
Io
come un gemito mi sono spezzato in due.
Gli ho gridato:
“Va bene!
Me ne andrò!
Va bene!
Rimarrà tua.
Ricoprila di stracci,
le sete appesantiscono le sue timide ali.
Bada che non s’involi.
Appendile al collo
come una pietra collane di perle!”
Oh, questa
che notte!
Ho spremuto a non finire la mia disperazione.
Al mio pianto e al mio riso
il muso della stanza s’è torto in una smorfia d’orrore.
E come una visione sorse a te il tuo sembiante,
sul suo tappeto effondevi l’aurora dei tuoi occhi,
quasi un sogno evocasse un nuovo Bialik
un’abbagliantte regina ebraica di Sion.
Nel tormento ho piegato i ginocchi
dinanzi a colei che non è più mia.
A mio paragone
re Alberto,
arresosi con tutte le sue fortezze,
è un festeggiato ricolmo di regali.
Indoratevi al sole, fiori ed erbe!
Dilagate in primavera, vita di tutti gli elementi!
Io un solo veleno desidero:
bere e bere sempre versi.
Tu che hai saccheggiato il mio cuore,
privandolo di tutto,
e nel delirio m’hai lacerato l’anima,
accogli, cara, il mio dono,
forse più nulla io potrò inventare.
Ornate a festa la data di oggi.
Avverati,
magia simile alla passione di Cristo.
Vedete,
sulla carta sono trafitto
con i chiodi delle parole


Vladimir Majakovskij

Andrea
19-January-2012, 12:58
Canzone delle teste bianche

L'amor nostro era puro
come neve sui monti,
e bianco come luna
che appare tra le nuvole.
Mi van dicendo
che i tuoi pensieri
sono doppi. Ed ecco
son venuta per rompere.
Oggi berremo
una coppa di vino;
doman ci lasceremo
lungo il Canale.
Cosí, camminando
lungo il Canale
fin dove biforca
Levante, Ponente.
Ohimè, ohimè
e ancora ohimè!
Cosí pianger deve
una fanciulla
quando è sposata,
se non ha trovato
uno dal cuor sincero,
uno che non la lasci
finché ha bianchi i capelli.

Cho Wen Kiun
(II sec. a. C)

Fu amica del poeta Ssuma Siangyu e visse al tempo della Dinastia dei Han (206 a. C.,220 d.C.). Disperata perché l'amante voleva abbandonarla, essendo divenuto celebre e ricco, compose la "Canzone delle teste bianche". Ssuma Siangyu, commosso, la sposò.

Rosy
20-January-2012, 21:14
Il mio niente

Oggi verrei a casa tua,
farei questo lungo viaggio
solo per infilare questi versi
nella fessura sotto la porta,
non potrei rompere
il divieto di rivederci.
Niente, vorrei dirti,
solo questo niente.
Fu detto già tutto.
Da quando ci siamo separati
sopravviviamo,
siamo la rovina di quel tempo.
Ma questo mio niente dopo di te
mi sostiene e si rafforza,
cresce bene con gli anni,
si fa grande, muta la voce,
non vuole più stare con me,
esce sempre più spesso
a cercare altro niente,
inutilmente bello come fui.
I nostri occhi han fissato il sole,
non guardano più,
ricordano di aver visto.
A che servirebbe rivederti ?
Perderei il mio niente.
Di tutte le cose che potevo fare
ho sempre scelto una sola,
monco di troppe vite non fatte
tu sei il Niente che mi ha scelto.
E ti appartengo sempre.

(Roberto Pazzi)

:-P:-P

Claire
21-January-2012, 17:30
DENTRO

Gli occhi miei grandi, incollati


all'aria, son gli occhi del cielo.


Guardano profondi, mi guardano,


mi stanno guardando dentro.


Io, assorto, senz'occhi,


con le palpebre aperte,


tanto dolore dissimulo


quanta sventura rivelo.


L'aria mi sta guardando


e piange nel mio corpo oscuro;


il suo pianto è sepolto in carne,


mi va nel sangue e nell'ossa,


si fa limo, e radici cerca


con cui spuntare dal suolo.


Gli occhi miei grandi, incollati


all'aria, son gli occhi del cielo.


Nella memoria dell'aria


staranno le mie sofferenze.


Manuel Altolaguirre

daniela
24-January-2012, 15:25
"Le parole a volte guardano
in su
sfidandomi beffarde
perché scrivo,
mettendomi dei dubbi
che dentro non avevo."


Ascoltare ogni giorno
per ore
il ticchettìo della bomba
nel cuore
e veder dallo specchio di fronte
cadere
la muta slavina del corpo
che muore.
Sapere l’attrito
che accende il carbone
e fa di diamante
la nostra passione d’amore.

Bruno Lauzi - I mari interni

Rosy
11-February-2012, 15:16
Ho voluto sistemare questi versi nel thread del dolore.
Poi, rileggendola per la millesima volta ( mi piace molto) mi sono resa conto che avrebbe potuto stare benissimo nel thread IL LUNGO ADDIO. Potrebbe ...raccontare la morte, il dopo...
Ma per me questo è il posto migliore.

IL FUTURO

E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada,
non nel mormorio che sgorga di notte
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il "tutto completo" delle sotterranee,
nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.

Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
nè ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci,
all'angolo della strada mi fermerò,
a quell'angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.

JULIO CORTAZàR ( DA LE RAGIONI DELLA COLLERA).

:-P:-P

Claire
11-February-2012, 23:21
Canzone d'autunno



Oggi sento nel cuore
un vago tremore di stelle,
ma il mio sentiero si perde
nell'anima della nebbia.
La luce mi spezza le ali
e il dolore della mia tristezza
bagna i ricordi
alla fonte dell'idea.
Tutte le rose sono bianche,
bianche come la mia pena,
e non sono le rose bianche,
perché ci ha nevicato sopra.
Prima ci fu l'arcobaleno.
Nevica anche sulla mia anima.
La neve dell'anima ha
fiocchi di baci e di scene
che sono affondate nell'ombra
o nella luce di chi le pensa.
La neve cade dalle rose,
ma quella dell'anima resta
e l'artiglio degli anni
ne fa un sudario.
Si scioglierà la neve
quando moriremo?
O ci sarà altra neve
e altre rose più perfette?
Scenderà la pace su di noi
come c'insegna Cristo?
O non sarà mai possibile
la soluzione del problema?
E se l'amore c'inganna?
Chi animerà la nostra vita
se il crepuscolo ci sprofonda
nella vera scienza
del Bene che forse non esiste
e del Male che batte vicino?
Se la speranza si spegne
e ricomincia Babele
che torcia illuminerà
le strade della Terra?
Se l'azzurro è un sogno,
che ne sarà dell'innocenza?
Che ne sarà del cuore
se l'Amore non ha frecce?
Se la morte è la morte,
che ne sarà dei poeti
e delle cose addormentate
che più nessuno ricorda?
O sole della speranza!
Acqua chiara! Luna nuova!
Cuori dei bambini!
Anime rudi delle pietre!
Oggi sento nel cuore
un vago tremore di stelle
e tutte le rose sono
bianche come la mia pena.

Federico Garcia Lorca

Rosy
14-February-2012, 18:24
Non è una poesia, ma spero mi perdonerete, per una volta...
E' un piccolo brano da Isciallah.

Incredibile come il dolore dell’anima non venga capito. Se ti becchi una pallottola o una scheggia si mettono subito a strillare presto-barellieri-il-plasma, se ti rompi una gamba te la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno le medicine. Se hai il cuore a pezzi e sei così disperato che non ti riesce aprir bocca, invece, non se ne accorgono neanche. Eppure il dolore dell’anima è una malattia molto più grave della gamba rotta e della gola infiammata, le sue ferite sono assai più profonde e pericolose di quelle procurate da una pallottola o da una scheggia. Sono ferite che non guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare.

Insciallah, Oriana Fallaci

Indigowitch
14-February-2012, 19:04
E' un brano meraviglioso, Rosy. Questo distinguo tra il dolore fisico e quello dell'anima ha ancora più senso se si pensa
che la Fallaci, in quanto giornalista, qualche pallottola se l'è beccata davvero, e sapeva cosa si provava.
Ho questo libro in casa da sempre, non l'ho mai aperto. Mi hai dato un buon input.

Rosy
14-February-2012, 19:13
E' un brano meraviglioso, Rosy. Questo distinguo tra il dolore fisico e quello dell'anima ha ancora più senso se si pensa
che la Fallaci, in quanto giornalista, qualche pallottola se l'è beccata davvero, e sapeva cosa si provava.
Ho questo libro in casa da sempre, non l'ho mai aperto. Mi hai dato un buon input. Posso confessarti la stessa cosa, Indigo? eppure ho letto altro della Fallaci! e' un buon input anche per me.
cioa! Rosy:-P:-P

Andrea
15-February-2012, 10:47
Scostare le tende
e vedere il volo delle nuvole
com’è strano
che il cuore sia senza amore,
freddo come queste cose.

Philip Larkin

Claire
15-February-2012, 12:08
Non è una poesia, ma spero mi perdonerete, per una volta...
E' un piccolo brano da Isciallah.

Incredibile come il dolore dell’anima non venga capito. Se ti becchi una pallottola o una scheggia si mettono subito a strillare presto-barellieri-il-plasma, se ti rompi una gamba te la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno le medicine. Se hai il cuore a pezzi e sei così disperato che non ti riesce aprir bocca, invece, non se ne accorgono neanche. Eppure il dolore dell’anima è una malattia molto più grave della gamba rotta e della gola infiammata, le sue ferite sono assai più profonde e pericolose di quelle procurate da una pallottola o da una scheggia. Sono ferite che non guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare.

Insciallah, Oriana Fallaci
Ti perdono di sicuro.
E' uno dei miei brani preferiti di Oriana.
Ciao

Andrea
16-February-2012, 10:27
Vecchio, nuovo, preso in prestito, blu

Il giorno in cui ci siamo incontrati.
Questa busta inaspettata.
La mia maglietta del San Francisco Mime Troupe che
indossavi per gingillarti nell'appartamento, le cui
maniche tagliate si abbinavano
Ai tuoi occhi.

Quella notte senza sonno.
Questa notte senza sonno.
La faccia che indosserò per stringerti la mano ed augurarti il
meglio.
Il modo in cui mi sentirò quando lo faccio.

"Paper Moon". La nostra canzone.
"Jesu, Joy of Man's Desiring".
Il mio Ella Live at Montreux che spero che lui metta su una
notte per sbaglio e ti faccia piangere.
Questa squallida rassegna

Mark Haddon

Rosy
16-February-2012, 13:46
Vecchio, nuovo, preso in prestito, blu

Il giorno in cui ci siamo incontrati.
Questa busta inaspettata.
La mia maglietta del San Francisco Mime Troupe che
indossavi per gingillarti nell'appartamento, le cui
maniche tagliate si abbinavano
Ai tuoi occhi.

Quella notte senza sonno.
Questa notte senza sonno.
La faccia che indosserò per stringerti la mano ed augurarti il
meglio.
Il modo in cui mi sentirò quando lo faccio.

"Paper Moon". La nostra canzone.
"Jesu, Joy of Man's Desiring".
Il mio Ella Live at Montreux che spero che lui metta su una
notte per sbaglio e ti faccia piangere.
Questa squallida rassegna.

Mark Haddon Splendida. Splendida. Splendida.
Anche questa è una storia.
poi ognuno la può adattare alla sua vita, volendo... grazie Andrea! ciao
Rosy

Indigowitch
16-February-2012, 14:33
Concordo con Rosy. E' una poesia nuda, semplice. Eppure così vivida nel dipingere
una di quelle situazioni che tutti noi abbiamo vissuto, almeno una volta.

Indigowitch
18-February-2012, 15:35
Hymnus ad nocturnum

Ho la calma di un morto:
guardo il letto che attende
le mie membra e lo specchio
che mi riflette assorto.

Non so vincere il gelo
dell'angoscia, piangendo,
come un tempo, nel cuore
della terra e del cielo.

Non so fingermi calme
o indifferenze o altre
giovanili prodezze,
serti di mirto o palme.

O immoto Dio che odio
fa' che emani ancora
vita dalla mia vita
non m'importa più il modo.

(Pier Paolo Pasolini)

Andrea
20-February-2012, 12:17
Se ci sei
batti un colpo
ma già so
che sentirò
l'inutile bussare
del mio cuore

Andrea
20-February-2012, 12:36
Sera grigia

Mi duole in petto la bellezza: mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito; mi duole
questo colore sulla nube – viola plumbeo
viola repellente; il mezzo anello della luna
che brilla appena – mi duole. Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati; il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati. Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile, – mi fa male il tempo.

Ghiannis Ritsos

Rosy
20-February-2012, 13:54
Quanto mi piace questo poeta...
Rosy

daniela
20-February-2012, 14:57
Se ci sei
batti un colpo
ma già so
che sentirò
l'inutile bussare
del mio cuore

Bellissima! Bravo!

Rosy
20-February-2012, 15:21
Se ci sei
batti un colpo
ma già so
che sentirò
l'inutile bussare
del mio cuore


MA...è TUA?
Rosy

Andrea
20-February-2012, 15:39
Mia, corta e senza rima, la pigrizia in poesia ;)

Rosy
20-February-2012, 19:16
Mia, corta e senza rima, la pigrizia in poesia ;)
TROPPO BRAVO!!!!!!!!!!!
Rosy

Andrea
21-February-2012, 11:09
troppo buona :oops:

Andrea
02-March-2012, 10:34
L'odore del dolore

Che odore ha il dolore?
Come il freddo, la solitudine, la paura
o la morte,
anche il dolore ha un odore.
Tante volte ho provato a decifrarlo
ma si nasconde, si diluisce,
si camuffa. Offre piste fasulle.
Ha qualcosa di canfora, di chiuso, di rancido,
qualcosa di narcotico,
potrebbe essere alcool, adrenalina o mercurio,
come potrebbe essere ammoniaca,
vertigine o nausea.
Porta stimmate di chiarezza ulcerata,
poggia senza essere visto sulle sedie
e oscilla osceno sulle grucce della tristezza.
Poiché esiste, odora; sì, il dolore odora
nelle occhiaie violacee, nei calici dell’insonnia
e nelle cicatrici paonazze dell’attesa
o dell’angoscia.
Odorano i corpi nel dolore,
odorano la febbre e l’ombra
come odorano la stanchezza, la miseria o la fame.
Odora il dolore e ci opprime
la bocca uno spago,
una spugna nella gola,
quando riconosciamo nitido, pungente,
riconoscibile e insieme indecifrabile,
il suo aroma.

Xulio L. Valcárcel

daniela
02-March-2012, 15:06
L'odore del dolore

Che odore ha il dolore?
Come il freddo, la solitudine, la paura
o la morte,
anche il dolore ha un odore.
Tante volte ho provato a decifrarlo
ma si nasconde, si diluisce,
si camuffa. Offre piste fasulle.
Ha qualcosa di canfora, di chiuso, di rancido,
qualcosa di narcotico,
potrebbe essere alcool, adrenalina o mercurio,
come potrebbe essere ammoniaca,
vertigine o nausea.
Porta stimmate di chiarezza ulcerata,
poggia senza essere visto sulle sedie
e oscilla osceno sulle grucce della tristezza.
Poiché esiste, odora; sì, il dolore odora
nelle occhiaie violacee, nei calici dell’insonnia
e nelle cicatrici paonazze dell’attesa
o dell’angoscia.
Odorano i corpi nel dolore,
odorano la febbre e l’ombra
come odorano la stanchezza, la miseria o la fame.
Odora il dolore e ci opprime
la bocca uno spago,
una spugna nella gola,
quando riconosciamo nitido, pungente,
riconoscibile e insieme indecifrabile,
il suo aroma.

Xulio L. Valcárcel

Molto bella questa poesia, e anche molto originale.

Andrea
07-March-2012, 09:48
Mezza vita


Nella cena mi avanza
mezza pizza.
Che sensazione strana.


Dietro al vetro, la notte, il mare, agosto.


Che tristezza
mi avanza mezza notte,
mi avanza mezza luna,
mezzo mare: la parte
che spettava a te di quel nostro noi.


E mi avanza e mi manca mezzo io
perché mi manchi tu, mia mezza vita.


Miguel D'Ors

Rosy
07-March-2012, 13:30
Mezza vita


Nella cena mi avanza
mezza pizza.
Che sensazione strana.


Dietro al vetro, la notte, il mare, agosto.


Che tristezza
mi avanza mezza notte,
mi avanza mezza luna,
mezzo mare: la parte
che spettava a te di quel nostro noi.


E mi avanza e mi manca mezzo io
perché mi manchi tu, mia mezza vita.


Miguel D'Ors
QUESTA MI ARRIVA DRITTA FINO IN FONDO AL CUORE. Tu non sei solo un bravo poeta, Andrea. sai anche scegliere il meglio.
cioa
Rosy

dolores
16-March-2012, 10:41
Ragazzo di Taino
di Giovanni Testori (1976)

I

E poi bisognerà un giorno,
ragazzo di Taino, scendere giù
ben oltre la riva dorata di Luino
e sulla sponda giungere
dove non appaiono più barche
se non stipate d’ombre e vane;
bisognerà, cespo di pavone,
non avere più amore, non avere più pane;
stendersi insieme o soli
nell’impossibile gelo della Città di rame
o traghettare l’antica mestizia dello Stige
a una tomba attraccare
e sentirsi staccare, ora per ora,
in piccolissima dimora,
la carne amata e disperata,
la baciata, adorata carne
ed i capelli, l’ossa…
Nessuno riaprirà mai la porta,
- a noi che importa?-
chiusa su te, su me.
Ma quando? Un giorno,
ragazzo dagli occhi assediati dal carbone,
volo e luce d’ultima rondine,
tu, mio povero rondone,
quando sarà caduta a grani
dalla clessidra la sabbia nelle mani,
rotto per empietà divina, il cristallo delicato…
Non ci sarà più freddo,
non ci sarà più fuoco.
Ma quel giorno, in silenzio,
nella spera infinita della pace
o nel suo nulla,
sarò io la tua culla?
Rispondi, ladro di teschi di Taino,
sarai tu il mio cuscino?

II

Se ti vedrò sporgere
di là dal tuo silenzio
ora che mia madre lentamente muore,
non chiamerò più amore:
sudario forse della mia già iniziata
ultima stazione
anche se lunga o brevissima forse,
tenerezza scontrosa mia carissima
-ora che lei distesa guarda
per l’ultime volte i muri
e oltre la finestra il mondo
e chiedere sembra
cosa siano i giorni
e cosa mai lo spazio
tanto è passato in luce
il suo materno, umile strazio-
ti dirò di sederti a me vicino
e non chiedere, no
non chiedere niente, cuore.
La tua pupilla lascerà che si sciolga
dentro il suo negro ardore
il mio smarrito, povero dolore.

Rosy
18-March-2012, 22:28
Silenzioso e stanco vado.
Stanco e solo. Mi risveglio
dalla terra, e l'umidità,
oggi mi attanaglia le dita.
Di quello che ero prima,
non mi restano che ricordi.
Perciò non devo sognare
soavi bagliori di specchi,
il capovolgersi delle stelle
o il ritorno dell'inverno.
Qui morì la mia canzone,
offrendo il suo volto al vento,
poiché nessuno l'avrebbe vista
intraprese lontano il suo volo.
Uccello di rara inquietudine,
trovò solo silenzio.
Adalberto Ortiz

daniela
28-March-2012, 22:10
Se proprio devi odiarmi
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all’ostilità della fortuna,
... piegami
non essere l’ultimo colpo
che arriva all’improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall’inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita.

William Shakespeare

Indigowitch
01-April-2012, 23:10
E' meravigliosa, dani. D'altronde cosa aspettarsi dal Bardo?;)
Per caso sai che sonetto è? Il numero, intendo. Vorrei cercarlo
in lingua originale.

daniela
02-April-2012, 15:31
E' meravigliosa, dani. D'altronde cosa aspettarsi dal Bardo?;)
Per caso sai che sonetto è? Il numero, intendo. Vorrei cercarlo
in lingua originale.

Dovrebbe essere il sonetto nr. 90.
Ho trovato in Internet questa versione in inglese:


Sonnet 90 Then hate me when thou wilt, if ever, now

Then hate me when thou wilt; if ever, now;
Now, while the world is bent my deeds to cross,
Join with the spite of fortune, make me bow,
And do not drop in for an after-loss:
Ah, do not, when my heart hath 'scoped this sorrow,
Come in the rearward of a conquer'd woe;
Give not a windy night a rainy morrow,
To linger out a purposed overthrow.
If thou wilt leave me, do not leave me last,
When other petty griefs have done their spite
But in the onset come; so shall I taste
At first the very worst of fortune's might,
And other strains of woe, which now seem woe,
Compared with loss of thee will not seem so.

Indigowitch
03-April-2012, 21:06
Grazie! Ho preso nota...:)

Andrea
16-April-2012, 14:22
Se l'ora in cui la faccia più infallibile


Se l'ora in cui la faccia più infallibile
è traversata da una cruda smorfia:
s'è svelata per poco una pena invisibile.
Ciò non vede la folla nell'affollato corso.


Voi, mie parole, tradite invano il morso
secreto, il vento che nel cuore soffia.
La più vera ragione è di chi tace.
Il canto che singhiozza è un canto di pace.


Eugenio Montale

Aleciccio
17-April-2012, 09:36
Adesso che il tempo sembra tutto mio
e nessuno mi chiama per il pranzo e per la cena,
adesso che posso rimanere a guardare
come si scioglie una nuvola e come si scolora,
come cammina un gatto per il tetto
nel lusso immenso di una esplorazione, adesso
che ogni giorno mi aspetta
la sconfinata lunghezza di una notte
dove non c’è richiamo e non c’è più ragione
di spogliarsi in fretta per riposare dentro
l’accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta,
adesso che il mattino non ha mai principio
e silenzioso mi lascia ai miei progetti
a tutte le cadenze della voce, adesso
vorrei improvvisamente la prigione.

Patrizia Cavalli

Andrea
18-April-2012, 17:14
Abbandono

Apposta quando mi hai piantato
non hai preso
il segno che ha lasciato
la tua testa
sul cuscino?

Eppure
nel nostro amore confidavo
quanto nell’orologio
al molo dei battelli,
o alla stazione dei treni.

E come te,
anche mia madre mi aveva abbandonato
e mi sta nell’ombelico
il segno,
lasciato
dalla sua mancanza

Sunay Akin

Rosy
26-April-2012, 22:13
IL MIO NIENTE

Oggi verrei a casa tua,
farei questo lungo viaggio
solo per infilare questi versi
nella fessura sotto la porta,
non potrei rompere
il divieto di rivederci.
Niente, vorrei dirti,
solo questo niente.
Fu detto già tutto.
Da quando ci siamo separati
sopravviviamo,
siamo la rovina di quel tempo.
Ma questo mio niente dopo di te
mi sostiene e si rafforza,
cresce bene con gli anni,
si fa grande, muta la voce,
non vuole più stare con me,
esce sempre più spesso
a cercare altro niente,
inutilmente bello come fui.
I nostri occhi han fissato il sole,
non guardano più,
ricordano di aver visto.
A che servirebbe rivederti ?
Perderei il mio niente.
Di tutte le cose che potevo fare
ho sempre scelto una sola,
monco di troppe vite non fatte
tu sei il Niente che mi ha scelto.
E ti appartengo sempre.

Roberto Pazzi.
:-P:-P

Rosy
27-April-2012, 19:39
C'è una perdita in questa poesia; non si comprende se si tratti di una morte improvvisa, di malattia, di addio. Io propendo per la prima.
Certo è che gli oggetti, i luoghi , sono rimasti come pietrificati nel tempo, in attesa. Bellissima.

TRACCE

Adesso forse mi rimane Dio
insieme alle scarpe e ai tuoi vestiti vecchi
- perchè di colpo ciò che fu tuo è vecchio,
anche le calze che non hai mai indossato
e trattengono integri sotto l'etichetta il filo di Scozia e i colori -
Invano un'azzurra camicia
pende spiegazzata dal bordo della sedia
e pazientissime cose pongono intorno mute domande.

Dovrei avere Dio
come non l'ho avuto mai.
Solo l'assenza assoluta
mi appartiene e mi rappresenta.

In ogni luogo
tracce di Dio accecanti e misere
come la tazzina di caffè che hai appena posato sul tavolino della
terrazza sul mare
- nella fotografia -
e le patatine non finite
rimaste nel piatto
in quel ristorante,
quando la tua mano impugnava normalmente
una forchetta.

Erminia Gallo
:-P:-P

Rosy
29-April-2012, 16:39
VENGANO INFINE...

Vengano infine le alte allegrie,
le ardenti aurore, le notti calme,
venga la pace agognata, le armonie,
e il riscatto del frutto, e il fiore delle anime.
Che vengano, amor mio, perché questi giorni
son di stanchezza mortale,
di rabbia e agonia
e nulla.

Josè Saramago
:-P:-P

Aleciccio
03-May-2012, 16:25
Di che cosa soffri?
Come se si svegliasse nella casa senza rumore
l’ascendente di un volto
che uno specchio agro avesse raggelato…
Come se tu murassi,
mentre il tuo amore dorme,
il portale sovrano e la via che vi penetra.
Di che cosa soffri?
Dell’irreale intatto dentro il reale devastato.

René Char

Aleciccio
04-May-2012, 08:37
Il dolore di un distacco
non è altro che il taglio di un rasoio su una vena.
Se sopravvivi ci penserai persino con sentimento:
e così diventerà un taglio nell’anima.
La prima ferita si rimarginerà,
la seconda sanguinerà per sempre.

Dorothy Parker

Rosy
13-May-2012, 21:18
In queste tenebrose camere, dove vivo
giorni grevi, di qua di là m'aggiro
per trovare finestre (sarà
scampo se una finestra s'apre). Ma
finestre non si trovano, o non so
trovarle. Meglio non trovarle forse.
Forse sarà la luce altra tortura.
Chi sa che cose nuove mostrerà.
Costantino Kavafis

Andrea
14-May-2012, 11:46
PAROLE SUPERFLUE

A tradimento ho deciso oggi,
martedì 24 giugno,
di assassinare alcune parole
Amicizia è condannata
al rogo, per eresia;
la forca spetta
ad Amore per illeggibile;
non sarebbe male il vile randello,
per apostasia, per Solidarietà;
la ghigliottina come un lampo,
deve fulminare Fratellanza;
Libertà morirà
lentamente e con dolore;
la tortura è il suo destino;
Uguaglianza merita la forca
per essersi prostituita
nel peggior bordello;
Speranza è già morta;
Fede soffrirà la camera a gas;
il supplizio di Tantalo, perché disumana,
se lo prende la parola Dio.
Fucilerò senza pietà Civiltà
per la sua barbarie;
berrà la cicuta Felicità.
Resta la parola Io. Per essa,
per la tristezza, per la sua atroce solitudine,
decreto la peggiore delle pene:
vivrà con me fino
alla fine.


MARÍA MERCEDES CARRANZA

daniela
01-June-2012, 15:23
È come a un uomo battuto dal vento,
accecato di neve - intorno pinge
un inferno polare la città -
l'aprirsi, lungo il muro, di una porta.
Entra. Ritrova la bontà non morta,
la dolcezza di un caldo angolo. Un nome
posa dimenticato, un bacio sopra
ilari volti che più non vedeva
che oscuri in sogni minacciosi.
Torna
egli alla strada, anche la strada è un'altra.
Il tempo al bello si è rimesso, i ghiacci
spezzano mani operose, il celeste
rispunta in cielo e nel suo cuore. E pensa
che ogni estremo di mali un bene annunci.

Umberto Saba

Andrea
04-June-2012, 10:37
Amore, dobbiamo separarci: non lasciare che sia
disastroso e amaro. In passato
c’è stato troppo chiaro di luna, troppa autocommiserazione:
smettiamola: perché mai più di adesso (finalmente)
il sole ha attraversato il cielo con coraggio,
mai cuori ebbero più desiderio di essere liberi,
di buttar giù mondi a calci, di sferzare foreste; tu ed io
non li dominiamo più; siamo gusci, che vedono
il grano schizzar via per un uso diverso.

C’è rimpianto. Il rimpianto c’è sempre.
Ma è meglio che le nostre vite si sciolgano,
come due grandi navi, dominate dal vento, bagnate di luce,
lasciano un estuario per rotte stabilite,
e, vele sventolanti, si dividono
e, vele sventolanti, scendono all’orizzonte.

Philip Larkin

Rosy
04-June-2012, 10:59
Amore, dobbiamo separarci: non lasciare che sia
disastroso e amaro. In passato
c’è stato troppo chiaro di luna, troppa autocommiserazione:
smettiamola: perché mai più di adesso (finalmente)
il sole ha attraversato il cielo con coraggio,
mai cuori ebbero più desiderio di essere liberi,
di buttar giù mondi a calci, di sferzare foreste; tu ed io
non li dominiamo più; siamo gusci, che vedono
il grano schizzar via per un uso diverso.

C’è rimpianto. Il rimpianto c’è sempre.
Ma è meglio che le nostre vite si sciolgano,
come due grandi navi, dominate dal vento, bagnate di luce,
lasciano un estuario per rotte stabilite,
e, vele sventolanti, si dividono
e, vele sventolanti, scendono all’orizzonte.

Philip Larkin

BELLISSIMA!!!!!!!!!!!!!!!
Rosy:-P

Rosy
06-June-2012, 13:41
Un motivo

Lasciami un motivo per comprendere la tua assenza,
questa tua mancanza che viene a farmi compagnia
questa noia che mi assale e non mi lascia più.
Dammi un motivo per smettere di sperare
di ritrovare ció che vedevo in te
e che ancora ora sento dentro di me.
Dammi un motivo per spogliarmi dei tuoi ricordi,
ma non lasciare che sia il silenzio a farmi male.

Bissen Gange

Indigowitch
20-June-2012, 11:32
Potrebbe rientrare benissimo nel topic delle poesie sulla morte o sulla solitudine,
ma nel dubbio la pubblico qua.
Purtroppo è molto difficile trovare poesie di Nichita Stanescu (romeno) tradotte in italiano, quindi questa che
leggete è una traduzione della traduzione (dall'inglese).

Canto d'amore triste

Solo la mia vita morirà per me, in verità,
un giorno.
Solo l'erba conosce il sapore della terra.
In verità, solo il mio sangue sente la mancanza
del mio cuore, quando se ne va.
L'aria è alta, tu sei alta,
la mia tristezza è alta.
Arriva un momento in cui i cavalli muoiono.
Arriva un momento in cui le macchine invecchiano.
Arriva un momento in cui cadono piogge fredde,
e ogni donna ti logora la testa -
e gli abiti.
Arriva anche un enorme uccello bianco
e depone la luna nel cielo.

Nichita Stanescu

Rosy
20-June-2012, 15:20
Bellissima.
Rosy:-P

Andrea
04-July-2012, 18:42
Non ho camminato nei tuoi sogni...

Non ho camminato nei tuoi sogni,
nè mi sono mostrato in mezzo alla folla,
non sono apparso nel cortile
dove pioveva o meglio cominciava
a piovere (questo verso
lo cancello e non lo sostituirò),
era allettante credere, come uno stupido,
che ti avrei incontrato presto,
eri tu che mi apparivi in sogno
(e mi prendeva una dolce tenerezza),
mi sistemavi i capelli sulle tempie.
Quell'autunno perfino le poesie
in parte mi riuscivano bene
(però mancava sempre un verso o una rima
per essere felice).


Boris Ryzyi

Rosy
12-July-2012, 09:30
Nulla verrà più.
Non vi sarà più primavera.
Almanacchi millenari lo predicono a tutti.
Ma nemmeno estate e altre cose
che recano il bell'attributo estivo
nulla verrà più.
Non devi assolutamente piangere,
dice una musica.
Nessun altro dice qualcosa.
Ingeborg Bachmann

:-P:-P

Rosy
12-July-2012, 09:33
Mai più avrei voluto rivedere il tuo triste volto
Le tue guance incavate e i tuoi capelli al vento
Me ne sono andato attraverso la campagna
Tra l’umidore dei boschi
Giorno e flotte
Sotto il sole e sotto la pioggia
Le foglie morte crepitavano sotto
Talvolta la luna brillava
Ci siamo ritrovati faccia a faccia
Ci siamo guardati senza dirci una parola
E non avevo più spazio sufficiente per ripartire
A lungo son rimasto inchiodato contro
Con il tuo amore terribile davanti a me
Più angosciato che in un incubo
Qualcuno più grande di te m’ha alfine liberato
Tutti gli sguardi piangenti m’inseguivano
E questa fiacchezza contro la quale è impossibile lottare
Corro velocemente verso le iniquità
Verso la forza che i suoi pugni erge come un’arma
Sul mostro che coi suoi artigli m’ha sottratto alla
dolcezza
Lontano dalla stretta molle e dolce delle tue braccia
Me ne vado respirando a pieni polmoni
Attraverso campi attraverso boschi
Verso la città miracolosa dove il mio cuore batte
Pierre Reverdy

:-P:-P

Aleciccio
16-July-2012, 14:14
APPRENDISTATO
Nello stesso modo in cui ti sei aperto alla gioia
apriti ora alla sofferenza
che è il suo frutto
e il suo rovescio ardente.
Nello stesso modo
in cui della gioia sei andato
al fondo
e ti sei in essa perso
e ti sei trovato
in questa perdita
lascia che il dolore ora si eserciti
senza bugie
senza scuse
e nella tua carne vaporizzi
ogni illusione perché la vita consuma solo
ciò che la alimenta.

FERREIRA GULLAR

Rosy
18-July-2012, 15:22
Alba

Il mio cuore oppresso
con l'alba avverte
il dolore del suo amore e il sogno delle lontananze.
La luce dell'aurora porta
rimpianti a non finire
e tristezza senza occhi
del midollo dell'anima.
Il sepolcro della notte
distende il nero velo
per nascondere col giorno
l'immensa sommità stellata.
Che farò in questi campi
cogliendo nidi e rami,
circondato dall'aurora
e con un'anima carica di notte!
Che farò se con le chiare luci
i tuoi occhi sono morti
e la mia carne non sentirà
il calore dei tuoi sguardi!
Perchè per sempre ti ho perduta
in quella chiara sera?
Oggi il mio petto è arido
come una stella spenta
Federico Garcia Lorca

Rosy
25-July-2012, 21:20
STUPENDA!

LASCIAI CADERE IL TEMPO SUL TUO NOME


Lasciai cadere il tempo sul tuo nome,
come si adagia il marmo sulla terra e
l’acqua si sparge sulle braci. Mi vestii
di lutto come le donne che disfano
le culle vuote da tanto le guardano; e vidi
il sangue scendere finalmente sulla ferita,
come la cera che si rapprende sul palmo della mano
prima di perdersi nelle dita in polvere. Se
ti dimenticai, fu perché volli qualcuno che mi
chiamasse, un corpo che fosse un altro sul mio
corpo, una voce offerta per la mattina. Ma
niente, ma nessuno. Se il tempo non si
fosse abbattuto sul tuo nome, avrei potuto
almeno ora ricordarti – poiché non c’è
lapide senza corpo né cenere che non abbia
arso. E la casa è oggi più fredda che
mai: lasciai passare il tempo sul tuo
nome, e non c’è focolare, non c’è nido, non ci sono
figli che si possano perdere da me, né
candele per riempire di memoria questo silenzio.
Maria do Rosário Pedreira

Rosy
23-August-2012, 22:00
LA VISITA

Quando venivi a casa mia
dimenticavi spesso qualcosa
- un pettine degli orecchini due anelli -
Ma mi mentivi sempre,
la tua non era volontà di rimanere:
tu volevi andartene sì,
ma tenendomi nel giro del tuo corpo.
Eri eterna allora.
Se aprivo un cassetto
o spostavo una sedia
Mi volevi circondato dalle tue apparenze.
Solo così potevi correre dall'altro
dirgli "amo solo te".
Fu così che la tua menzogna
santificò questa casa,
perché ora che sei come morta
tutto cambia,
tu che mentivi ora sei
quella che ha sempre detto la verità:
per gli oggetti si passa da questo mondo
al nulla, a colui che ora
porta alle dita i tuoi anelli,
che ha nei capelli il tuo pettine
ai lobi i tuoi orecchini spaiati.
Giocavo poco fa coi tuoi oggetti:
stavano in una mano,
non hai più altezza misura
non sanno più dire dove sei.
Per loro saresti l'aria il vuoto
se non ci fossi io a tradirne la fiducia
per trafugare un giorno
la sua immagine per te.
Perché tu allora romperai
l'incantesimo,
restituirai te stessa
agli oggetti a questa casa a me.

ROBERTO PAZZI

Indigowitch
25-August-2012, 20:44
E' fuggita l'estate...

E' fuggita l'estate,
più nulla rimane.
Si sta bene al sole.
Eppur questo non basta.

Quel che poteva essere
una foglia dalle cinque punte
mi si è posata sulla mano.
Eppur questo non basta.

Né il bene né il male
sono passati invano,
tutto era chiaro e luminoso.
Eppur questo non basta.

La vita mi prendeva,
sotto l'ala mi proteggeva,
mi salvava, ero davvero fortunato.
Eppur questo non basta.

Non sono bruciate le foglie,
non si sono spezzati i rami...
Il giorno è terso come cristallo.
Eppur questo non basta.

Arsenij Tarkovskij

Rosy
29-August-2012, 16:22
NEL CASSETTO


Volevo appenderla a un muro della stanza.
Ma l’umidità del cassetto l’ha guastata.
Non la metto in un quadro questa foto.
Dovevo conservarla con più cura.
Queste le labbra, questo il viso –
ah, per un giorno solo, per un’ora
solo tornasse quel passato.
Non la metto in un quadro questa foto.
Mi fa soffrire vederla così guasta.
Del resto, se anche non fosse guasta,
che fastidio badare a non tradirmi –
una parola o il tono della voce –
se mai qualcuno mi chiedesse chi era.
Costantino Kavafis

Andrea
05-September-2012, 14:12
Se avessi saputo che l'amore è così pericoloso
non mi sarei innamorata
Se avessi saputo che il mare è così profondo
non sarei mai andata a nuotare


Se avessi immaginato la fine
non avrei mai iniziato


Ho nostalgia di te
Insegnami a non averla


Insegnami come estirpare le radici di questo amore profondo


Insegnami come muore la lacrima sul viso
Insegnami come muore il cuore e a uccidere il desiderio di vederti


Se sei un profeta
liberami da questo incantesimo


Nizar Qabbani

Rosy
10-September-2012, 22:32
E adesso ti lascio e vorrei mettere la data,

ma non ricordo che giorno sia,

non mi ricordo più il tempo

- sapessi -


non riesco

più a vedermelo alle spalle il tempo

...perdona questa inerzia,

l'importante è che io ti abbia amata,
vero?


O almeno conosciuta,

spero,


una volta:


rispondimi al riguardo,


rassicurami.



Alberto Bevilacqua

Andrea
11-September-2012, 11:10
E adesso ti lascio e vorrei mettere la data,

ma non ricordo che giorno sia,

non mi ricordo più il tempo

- sapessi -


non riesco

più a vedermelo alle spalle il tempo

...perdona questa inerzia,

l'importante è che io ti abbia amata,
vero?


O almeno conosciuta,

spero,


una volta:


rispondimi al riguardo,


rassicurami.



Alberto Bevilacqua


Molto bella, decisamente Bevilacqua mi piace come poeta più che come scrittore.

Rosy
11-September-2012, 15:07
Molto bella, decisamente Bevilacqua mi piace come poeta più che come scrittore.
Lo crederesti? ANCHE A ME! CIAO
Rosy

Rosy
11-September-2012, 15:10
Non è la migliore di Bevilacqua.
La mia preferita - la sento sulla pelle come carta vetrata - è questa, che spero non sia già stata postata.

( ci sta pure bene, nella poesia del dolore...)

Di tanto amarti perduto
non resterà che questo:
il ricordare a strappi come ci si leva
una benda per rabbia da una ferita
fresca,
solo frammenti,dettagli a sangue,
o svolte fulminee,
il senso del dolore prima che il dolore esulti:
il poco, il breve
che non sapevamo vivendoli capaci d'immenso.

A. Bevilacqua

Che ne dici? Rosy:-P

Andrea
11-September-2012, 19:50
Sento quasi un male fisico, dolorosamente bella.

Rosy
11-September-2012, 20:06
E' bello condividere una poesia.
ciao , Rosy:-P

Rosy
12-September-2012, 15:34
LETTERA II

Sei lontano nel sud
lì non sono le quattro
sdraiato nella tua sedia
appoggiato al tavolo nel bar
nella tua camera
buttato su un letto
tuo o di qualcuno
che vorrei cancellare
- penso a te
non a chi cerca
accanto a te lo stesso che io voglio -.
Penso a te
ormai da un’ora
forse mezza
non so.
Quando mancherà la luce
saprò che son le nove
stirerò il copriletto
m’infilerò il vestito nero
mi darò una pettinata.
Andrò a cena fuori
è ovvio.
Ma a una cert’ora
tornerò in questa stanza
mi butterò sul letto
e allora il tuo ricordo
che dico
il mio desiderio di vederti
che tu mi guardi
la tua presenza d’uomo che mi manca nella vita
incominceranno come ora
incominci nella sera
che ormai è notte
a essere
la sola unica cosa
che m’importa nel mondo.

Idea Vilarino

Andrea
13-September-2012, 17:46
Il pugno stretto
intorno al mio cuore
si allenta un poco,
e io respiro ansioso luce;
ma già preme di nuovo.
Quando mai non ho amato
la pena d’amore?
Ma questa si è spinta
oltre l’amore fino alla mania.
Questa
ha la forte stretta del demente,
questa si aggrappa
alla cornice della non-ragione,
prima di sprofondare
urlando nell’abisso.
Tieni duro allora, cuore;
così almeno vivi.

Derek Walcott

Rosy
15-September-2012, 14:55
( non so chi sia l'autore, mi perdonate?)


Non torna indietro il tempo

Non torna indietro il tempo.
Non servono a niente le recriminazioni.
Sono inutili i rimpianti.
Non danno frutti i rimorsi.

Rimane la luna
appiccata
in mezzo a questa pioggia.

Anche la terra ha cambiato odore.
Un odore doloroso.

Un dolore odoroso
che allontana ancora di più
la tua mancanza.

Mi manchi.
Questo è celato in ogni parola
che scrivo,
in ogni respiro
che compio,
in ogni passo che faccio.

Non verrò a cercarti.
Non lo farò.
Dormi pure tranquilla.

Neanche cercherò di colmare la tua assenza.
o di riempire il vuoto di te.

Non torna...
Non torna indietro il tempo.

Non troverò un'altra te,
un tuo clone,
o qualcuno che ti somigli.

Niente può dal niente.

Non ritorna...

Non sarò mai troppo forte per scordare.
Non sarò mai troppo debole per ricordare.

Rosy
18-September-2012, 20:45
UN CARATTERE DIFFICILE (TEZHÂK HARAKTER)

Come una pietra al collo,
come il segno di un coltello,
come un velo nero,
un soldo di rame antico,
io ti porto sempre addosso,
non importa se mi pesi
dalla testa ai piedi,
non importa se soffro!
Come il segno di una magia,
pozione per la mia febbre,
come la forte rakia,
un dado bianco, già gettato -
con il freddo, con il fuoco - tutta la vita -
ti giuro o ti benedico,
buongiorno e addio,
amor morboso mio.


Miriana Basheva (1976)

Aleciccio
20-September-2012, 09:46
Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare.

Alda Merini

Rosy
20-September-2012, 12:42
Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare.

Alda Merini Ti posso dire una cosa, Ale?
Ieri l'ho letta DUE volte, perchè è una tra le tre o quattro mie preferite della Merini;poi non l'ho postata perchè temevo fosse già nel suo Thread!!!!!!!!!! ma mi piace da morire, la leggerei all'infinito.
In pochi versi dice tutto. Un mondo di emozioni, e di dolore.
ciao
Rosy

Aleciccio
20-September-2012, 15:24
Ti posso dire una cosa, Ale?
Ieri l'ho letta DUE volte, perchè è una tra le tre o quattro mie preferite della Merini;poi non l'ho postata perchè temevo fosse già nel suo Thread!!!!!!!!!! ma mi piace da morire, la leggerei all'infinito.
In pochi versi dice tutto. Un mondo di emozioni, e di dolore.
ciao
Rosy


Cara Rosy, non sono una fan della Merini, mi sta anche simpatica per quella vita pazza e durissima allo stesso tempo, che ha vissuto, ma poche poesie sue mi coinvolgono.
Ma questa trovo che esprima il dolore in modo tale da fartelo sentire addosso.
E l'apprezzo molto.
Felice di esssere stata telepaticamente in sintonia con te!
Un abbraccio
Ale

Andrea
28-September-2012, 01:07
Tristezza

Stamattina gli uccelli si sono radunati
davanti alla mia finestra.
Cantavano tutti assieme
senza mettersi d’accordo.
Li udivo appena,
sotto le lenzuola
e questa tristezza che mi prende la notte.
Indifesa, in posizione fetale,
desidero la vastità
che talvolta mi gonfia
come una colomba.

Cecilia Casanova

Rosy
28-September-2012, 12:25
Tristezza



Stamattina gli uccelli si sono radunati
davanti alla mia finestra.
Cantavano tutti assieme
senza mettersi d’accordo.
Li udivo appena,
sotto le lenzuola
e questa tristezza che mi prende la notte.
Indifesa, in posizione fetale,
desidero la vastità
che talvolta mi gonfia
come una colomba.

Cecilia Casanova

E' proprio così.... Bella.
Rosy

Rosy
18-October-2012, 18:50
La fine della scala

... Sono passati dei giorni senza incontrarci.
Tu sei la', dietro il traguardo dei sogni,
in un orizzonte circondato di ignoto.
E io cammino, e vedo, e dormo,
consumando i miei giorni e trascinando il mio dolce domani,
che fugge verso il passato perduto.
I sospiri consumeranno i miei giorni finche' tu torni?

Nazik al- Malaika

Rosy
06-November-2012, 22:24
Non è una poesia, ma un brano. Mi piace tanto...

"So quello che le sta succedendo e non le posso dire che con il tempo passa perché... non è vero, non passa: rimane lì. E' solo uno si abitua a convivere con il dolore, con l'idea dell'assenza.

Dicono che è come la morte, però non è vero: è peggio. Se Massimo fosse morto non penserei che è colpa mia, non penserei di essere diventata vecchia, o non abbastanza bella.

Però non è morto: è stata una sua scelta non stare più con me... Gliel'ho detto non passa, non si dimentica, però diventa sopportabile.

Arriva un momento una mattina che ti svegli e ti vesti meccanicamente ed esci di casa per andare al lavoro e senti che la vita continua. Che è più forte. E che, bene o male, tu ci sei dentro.

Allora prendi un bel respiro, e ricominci a camminare con la tua ferita: tutto qui."

Giulia (Piera Degli Esposti) in L'uomo che ama

Rosy
26-November-2012, 19:45
POTESSI LASCIARE...

Potessi lasciare
quando me ne andrò
l'impronta del mio corpo sulla terra
e che la terra la mantenga calda
perché tu possa ancora
- doloroso e stanco -
venire a consolarti
nel mio abbraccio.



Ida Campagnola

daniela
20-December-2012, 22:53
Tutto quello che io so, è, che vivo con un sentimento perpetuo di piacere e di dolore.
Io non so né perché venni al mondo,
né cosa sia il mondo, né che cosa io stesso mi sia;
e se io corro ad investigarlo,
ritorno sempre in una ignoranza più spaventosa di prima.
Non so cosa sia il mio corpo, i miei sensi, l'anima mia;
e questa stessa parte di me che pensa ciò che io scrivo,
e che medita sopra di tutto, e sopra se stessa, non può conoscersi mai.
Invano io tento di misurare con la mente questi immensi spazi dell'universo che mi circondano:
mi trovo come attaccato ad un piccolo angolo di uno spazio incomprensibile,
senza sapere perché sono collocato piuttosto qui che altrove,
o perché questo breve tempo della mia esistenza sia assegnato piuttosto a questo momento,
che a tutti quelli che precedevano, o che seguiranno.
Io non vedo da tutte le parti che infinità che mi assorbono come un atomo.
Tutto quello che io so, è, che vivo con un sentimento perpetuo di piacere e di dolore.

Ugo Foscolo

Andrea
25-January-2013, 15:16
Abbracciati


Quei due abbracciati sulla riva del Reno
potevamo essere anche tu ed io.
Ma noi non passeggeremo mai più
su nessuna riva abbracciati.


Vieni, passeggiamo almeno in questa poesia.


Izet Sarajlic

Rosy
25-January-2013, 15:40
Abbracciati


Quei due abbracciati sulla riva del Reno
potevamo essere anche tu ed io.
Ma noi non passeggeremo mai più
su nessuna riva abbracciati.


Vieni, passeggiamo almeno in questa poesia.


Izet Sarajlic me-ra-vi-glio-sa!Rosy

Andrea
25-January-2013, 17:09
Mi tocca nel profondo

Rosy
25-January-2013, 17:55
Mi tocca nel profondo Anche me. ciao

Rosy
25-January-2013, 18:33
LA SPERANZA DI PUR RIVEDERTI


La speranza di pure rivederti
m’abbandonava;
e mi chiesi se questo che mi chiude
ogni senso di te, schermo d’immagini,
ha i segni della morte o dal passato
è in esso, ma distorto e fatto labile,
un tuo barbaglio:
(a Modena, tra i portici,
un servo gallonato trascinava
due sciacalli al guinzaglio).
Eugenio Montale

Rosy
25-January-2013, 18:35
VORREI SAPESSI


Mi piacerebbe esserci mentre ti asciughi le guance,
mentre abbassi la testa
ed io sono lì,
in piedi,
ma non serve più.
Per una volta nella vita assistere
a qualcosa di inutile,
qualcosa che dovrebbe essere crudele
per il piacere di esserlo.
Vorrei costringerti di me
e vorrei sapessi che sono vivo e malgrado tutto,
che sarebbe bastato essere più umani
oppure nascondersi meglio.


Louis Ferdinand Celine

Rosy
27-January-2013, 21:24
LEGGI, SONO QUESTI I NOMI DELLE COSE.....

Leggi, sono questi i nomi delle cose che
lasciasti – me, libri, il tuo profumo
sparso per la stanza; sogni una metà e dolori il doppio, baci per
tutto il corpo come tagli profondi
che non si rimargineranno mai; e libri, nostalgia,
la chiave di una casa che non è mai stata la
nostra, una vestaglia di flanella blu che
indosso, quando faccio questo elenco:

libri, risa che non riesco a mettere in ordine,
e rabbia – un vaso di orchidee che
amavi tanto senza che io sapessi perché e
che forse per questo non tornai ad innaffiare; e
libri, il letto disfatto per tanti giorni,

una lettera sul tuo cuscino e tanta
afflizione, tanta solitudine; e in un cassetto
due biglietti per un film d'amore che
non hai visto con me, e altri libri, e anche
una camicia sbiadita con la quale dormo
di notte per stare più vicino a te; e, da

tutte le parti, libri, tanti libri, tante
parole che mai mi hai detto prima della
lettera che scrivesti quella mattina, e io,
io che ancora credo che tornerai, che
ritorni, sia pure solo per i tuoi libri.

da "Nessun nome dopo", Gótica, Lisbona, 2004

MARIA DO ROSARIO PEDREIRA

Andrea
29-January-2013, 17:00
Parlando al dolore

Ah, dolore, non dovrei trattarti
come un cane randagio
che viene alla porta di servizio
per un tozzo di pane, per un osso spolpato.
Dovrei riporre in te la mia fiducia.

Blandendoti dovrei
farti entrare in casa e concederti
un angolino tutto tuo,
una stuoia consunta su cui sdraiarti
una scodella d’acqua tutta tua.

Credi che non lo sappia che vivi
sotto la mia veranda.
Brami che ti venga preparato il tuo vero posto
prima dell’arrivo dell’inverno. Hai bisogno
del tuo nome,
del tuo collare e della tua medaglietta. Hai bisogno
del diritto di mettere in fuga gli intrusi,
di considerare tua
la mia casa
e me la tua persona
e te stesso
il cane che mi appartiene.

Denise Levertov

Andrea
30-January-2013, 14:25
per parlare di una separazione; tra noi è durata come


per parlare di una separazione; tra noi è durata come
[un viaggio troppo lungo,
quando il treno ritarda e tu da sola devi
aspettare nella stazione deserta
con uno sconosciuto a caso; tra noi è durata questa
[lontananza
vicina, questo dolore primordiale e il respiro
ridotto a un alito; e così c’era anche lo sguardo tra
[di noi: abitiamo
attraverso la pelle dello sguardo

Ryszard Krynicki

Andrea
04-February-2013, 16:27
Ha indossato la camicia, ha preso l’ombrello
non ha detto parola
nemmeno io.


Dopo che se n’è andato
sono rimasta innanzi allo specchio
ho estratto la lingua
per vedere se erano rimaste impigliate delle parole.
Purtroppo ho visto solo muscoli e vene.


Ho ritirato la lingua
sono scoppiata a ridere
la risata non è una parola – poi ho infranto lo specchio.


Da quel momento
ho continuato a infrangere specchi
invano
cercandone uno
che non riflettesse
più, uno specchio
che infrangesse me.


Aisha Arnaut

Rosy
11-February-2013, 16:53
CON COSA POSSO TRATTENERTI?

Con cosa posso trattenerti?
Ti offro strade difficili,
tramonti disperati
la luna di squallide periferie.
...Ti offro le amarezze di un uomo
che ha guardato a lungo la triste luna.
Ti offro i miei antenati,
i miei morti,
i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo:
il padre di mio padre ucciso sulla frontiera
di Buenos Aires
due pallottole attraverso i suoi polmoni,
barbuto e morto,
avvolto dai soldati nella pelle di una mucca
il nonno di mia madre - appena ventiquattrenne -
a capo di trecento uomini in Perù,
ora fantasmi su cavalli svaniti.
Ti offro qualsiasi intuizione sia nei miei libri,
qualsiasi virilità o vita umana.
Ti offro la lealtà di un uomo
che non è mai stato leale.
Ti offro quel nocciolo di me stesso
che ho conservato, in qualche
modo - il centro del cuore che
non tratta con le parole, nè coi
sogni e non è toccato dal tempo,
dalla gioia, dalle avversità.
Ti offro il ricordo di una
rosa gialla al tramonto,
anni prima che tu nascessi.
Ti offro spiegazioni di te stessa,
teorie su di te, autentiche e
sorprendenti notizie di te.
Ti posso dare la mia tristezza,
la mia oscurità, la fame del mio cuore
cerco di corromperti con l'incertezza,
il pericolo, la sconfitta.

Jorge Louis Borges

Rosy
11-February-2013, 16:54
CON COSA POSSO TRATTENERTI?

Con cosa posso trattenerti?
Ti offro strade difficili,
tramonti disperati
la luna di squallide periferie.
...Ti offro le amarezze di un uomo
che ha guardato a lungo la triste luna.
Ti offro i miei antenati,
i miei morti,
i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo:
il padre di mio padre ucciso sulla frontiera
di Buenos Aires
due pallottole attraverso i suoi polmoni,
barbuto e morto,
avvolto dai soldati nella pelle di una mucca
il nonno di mia madre - appena ventiquattrenne -
a capo di trecento uomini in Perù,
ora fantasmi su cavalli svaniti.
Ti offro qualsiasi intuizione sia nei miei libri,
qualsiasi virilità o vita umana.
Ti offro la lealtà di un uomo
che non è mai stato leale.
Ti offro quel nocciolo di me stesso
che ho conservato, in qualche
modo - il centro del cuore che
non tratta con le parole, nè coi
sogni e non è toccato dal tempo,
dalla gioia, dalle avversità.
Ti offro il ricordo di una
rosa gialla al tramonto,
anni prima che tu nascessi.
Ti offro spiegazioni di te stessa,
teorie su di te, autentiche e
sorprendenti notizie di te.
Ti posso dare la mia tristezza,
la mia oscurità, la fame del mio cuore
cerco di corromperti con l'incertezza,
il pericolo, la sconfitta.

Jorge Louis Borges

Aleciccio
19-February-2013, 14:43
E odo,
il suono di una chitarra triste,
e nuoto nel pensiero,
liquido,
languido e straziante.
E il mondo
coi suoi arcobaleni
e i tramonti banali,
di terre e di mari,
restava a guardare
stupidi uomini
che usavano lenti
e profumi di latta.
Pressapoco era vita.
E il sole sbiadiva,
e il cielo finiva,
restava un abito vuoto
e una lacrima calda scorreva.
Duella se vuoi,
sali e scendi dentro l’anima,
a cercare ancora qualche fiore,
a scaldare le tue mani
con una fiamma.
Scontrati
con santi e balordi,
eroi ed eremiti.
Pressapoco è vita.
Cercali se puoi,
sorrisi sinceri
e profonde emozioni,
trovali se vuoi.
Quella chitarra triste
suonerà ancora un pò.

Almina Madau

Patrizia
14-March-2013, 20:43
Come manchi tu
non manca niente
di ciò che ha nome.

Ma questo silenzio sofferente
che sembra inghiottire ogni cosa
mi rivela che tu manchi
come la gioia
che nessuno sa chiamare.

Davide Rondoni

Rosy
15-March-2013, 12:52
Come manchi tu
non manca niente
di ciò che ha nome.

Ma questo silenzio sofferente
che sembra inghiottire ogni cosa
mi rivela che tu manchi
come la gioia
che nessuno sa chiamare.

Davide Rondoni bellissima! ciao
Rosy

daniela
01-April-2013, 15:46
dolore...rabbia

Rabbia


Perché la mia poesia diventa furiosa
mentre le montagne si scoprono
di ritagli di neve
e gli olivi riemergeno
in formazione perfetta
e gli uccelli affamati
vagabondano in un cielo di nuvole
tinte da un sole in ritirata?
Perché mi viene voglia di gridare
a nessuno a tutti
mi pesano gli occhi il pensiero
l'incapacità di isolarmi
da questa fabbrica umana di miserie
dall’abisso di barbarie
da assurdi fatalismi
da consolazioni illusorie?
Perché mi sento doppiamente forestiero
del paese e di questo mondo?
Non sono migliore lo so
non sono particolarmente intelligente
né santo né sensibile
ma la mia poesia s’infuria
vuole gridare
e la comprendo
anche lei ha
motivi a sufficienza.

Carlos Sànchez

daniela
03-April-2013, 22:20
Piove su tutte le strade
e piove nel fondo al mio cuore:
non so, non so da dove
giunge questo languore.
Sonoro bruir della piova
per le zolle, sopra le ardesie;
a un cuor che dolce s’accora
oh dolce bruir della piova!
Questo pianger da dove mi viene?
Inganno? E quale? Nessuno.
Eppure nel cuore che geme
da dove, da dove mi viene?
E come duole un dolore
senza radice alcuna.
Odio non c’è, non c’è amore:
e tanta è la pena del cuore.

Paul Verlaine

Rosy
03-April-2013, 22:33
A VOLTE SULLA SPONDA DELLA VIA


A volte sulla sponda della via
preso da un infinito scoramento
mi seggo; e dove vado mi domando,
perché cammino. E penso la mia morte
e mi vedo già steso nella bara
troppo stretta fantoccio inanimato...

Quant'albe nasceranno ancora al mondo
dopo di noi!
Di ciò che abbiam sofferto
di tutto ciò che in vita ebbimo a cuore
non rimarrà il più piccolo ricordo.
Le generazioni passan come
onde di fiume...
Una mortale pesantezza il cuore
m'opprime.

Inerte vorrei esser fatto
come qualche antichissima rovina
e guardare succedersi le ore,
e gli uomini mutare i passi, i cieli
all'alba colorirsi, scolorirsi
a sera...

Camillo Sbarbaro

Rosy
30-April-2013, 21:00
C'E' UN PIANTO DENTRO DI ME


C’è un pianto dentro di me: la vita
Urlando non lascia tracce verosimili,
sfigurata allaccia amore e morte,
nella notte ingrata al sonno.

Allora si pensa ai trascorsi inganni:
si sogna. Tutto quello che in pace
importa di più va combattuto,
respinto… Che ci sto a fare? A prendere congedo
Da stanche proposte di Re Musoni
Promettitori dei vani insulti al Dio,
o calamitosi al perché di vita
ignobile e incerta? Io piango
le tetre scalee di gioventù
ove il sorpasso della mente
ai giorni, all’ore estreme
era sembiante vivo
del nostro destinato incrociarsi
in terra seminata di freschi
virgulti, tenere silee
di speranza
inquieta nel suo sfarsi.

Dario Bellezza

Rosy
06-May-2013, 18:36
MI hai dato due incarichi.


Mi hai dato due incarichi.
1) Non telefonarti.
2) Non vederti.
Adesso sono un uomo occupato.

C’è anche un terzo incarico:
non pensare a te.
Ma tu non me l’hai affidato.

SKLOVSKIJ VIKTOR (http://natakarla.blogspot.it/search/label/SKLOVSKIJ%20VIKTOR)

Rosy
23-May-2013, 19:32
E' come una mancanza
di respiro ed un senso di morire,
quando mi stringe improvviso
il desiderio di te tanto lontano
e nulla può calmarlo, altro pensiero
non può occuparmi, tranne il Paradiso
che sarebbe per me lo starti accanto.
Ma poiché ciò m'è negato, più cara,
molto più cara d'una fredda pace
mi è la stretta indicibile
quasi marchio di fuoco che proclami
ancora e sempre quanto sono tua.
A nessun costo vorrei separarmi da questo mio dolore.

Margherita Guidacci

Rosy
25-May-2013, 14:43
HO MESSO IL MIO SOGNO SU UNA NAVE


Ho messo il mio sogno su una nave
e la nave sul mare; - dopo, ho aperto il mare con le mani,
per far naufragare il mio sogno

Le mie mani sono ancora bagnate
dall'azzurro delle onde semiaperte,
e il colore che scorre dalle mie dita
colora le spiagge deserte.

Il vento viene da lontano,
la notte si curva dal freddo;
sott'acqua sta morendo
il mio sogno, dentro una nave...

Piangerò quanto sarà necessario,
affinché il mare possa crescere,
e la mia nave arrivi al fondo
ed il mio sogno scompaia.

Dopo, tutto sarà perfetto;
spiaggia liscia, acqua ordinata,
i miei occhi secchi come pietre
e le mie due mani rotte.
Cecilia Meireles

Rosy
25-May-2013, 14:45
DEDICA

Agli innamorati che si sono sposati
Alla casa che è stata costruita
Ai bambini che sono cresciuti
Alle navi che sono approdate
Alla battaglia che è stata vinta
Al prodigio che ha fatto ritorno
A tutto quanto è ormai finito senza speranza Manolis Anaghnostakis

Rosy
02-July-2013, 13:30
Mi senti, amore? C’è un rombo di treni,
o di follatrici o di trebbiatrici
che ti allontana da me. No, non dirmi
che te ne andrai per sempre. Le banchine
si sono svuotate. Io torno. Soffri
perché soffri, cuore. Non continuare,
non continuare ad andare. Altri affanni,
altro amore perduto se non vieni.

Ah, dolore, so cosa mi succede.
Senza te non è più mia la mia casa,
l’aria non si respira e non si scalda.

So che sei dentro di me, ma non basta
benché penetri nelle ossa, finché
continua la pena che provi tu.
José Albi

Rosy
02-July-2013, 13:34
Ora è un tempo che non mi basta
La tua fronte non è più cielo,
da quel mio cielo sole non cade,
da quel sole luce non prende
e colore il mio giorno.
A queste mani non sono più erba
i tuoi freschi capelli nella siepe
ove si andava per tenere strade
in fondo al bosco degli occhi.
Ora è un tempo che non dona pietà.


Libero De Libero
(da Eclisse, 1940)

Andrea
04-July-2013, 11:30
A una figlia non nata


Se una poesia potesse farti
Esistere, ne scriverei una ora,
Riempiendone le stanze con più
Pelle e tessuti di quanti un corpo non abbia bisogno,
Riempiendone le righe di parole,
Ti darei persino le unghie rosicchiate


E gli occhi nocciola di tua madre,
Perché così mi parvero. La vidi
Una volta sola dal finestrino di un treno,
In un campo giallo. Indossava
Un abito di colore spento. Faceva freddo.
Credo che volesse dire qualcosa.


Arvind Krishna Mehrotra

Rosy
04-July-2013, 14:26
A una figlia non nata


Se una poesia potesse farti
Esistere, ne scriverei una ora,
Riempiendone le stanze con più
Pelle e tessuti di quanti un corpo non abbia bisogno,
Riempiendone le righe di parole,
Ti darei persino le unghie rosicchiate


E gli occhi nocciola di tua madre,
Perché così mi parvero. La vidi
Una volta sola dal finestrino di un treno,
In un campo giallo. Indossava
Un abito di colore spento. Faceva freddo.
Credo che volesse dire qualcosa.


Arvind Krishna Mehrotra Dolcissima. Mi fa piangere. Rosy

Rosy
09-November-2013, 17:02
LA CASA DEL TEMPO PERDUTO

Ho battuto al portone del tempo perduto, nessuno ha risposto.
Ho battuto una seconda volta e un'altra volta e ancora un'altra.
Nessuna risposta.
La casa del tempo perduto è coperta di edera
per metà; l'altra metà sono ceneri.

Casa dove non abita nessuno, e io battendo e chiamando
per il dolore di chiamare e non essere udito.
Semplicemente battere. L'eco restituisce
la mia ansia di socchiudere questi palazzi gelati.
La notte e il giorno si confondono nell'attendere,
nel battere e battere.

Il tempo perduto certamente non esiste.
È la gran casa vuota e condannata.

Carlos Dummond De Andrade

Rosy
14-November-2013, 22:27
Ho sbagliato vita (http://ilaria-lemozionenonhavocemaiociprovo.blogspot.it/2009/04/ho-sbagliato-vita-juan-vicente-piqueras.html)


Ho sbagliato vita
e quella che conduco
è scritta da nessuno
in una lingua che io non capisco.
Chiudo il libro e gli occhi,
per non veder la luce
di quel che mi è negato.
Come chi sbaglia treno
in un libro diverso
ho sbagliato la vita
e non so dove mi conduce
questa teoria di errori.

Juan Vicente Piqueras

Andrea
25-November-2013, 12:04
Ha indossato la camicia, ha preso l’ombrello


non ha detto parola


nemmeno io.


Dopo che se n’è andato


sono rimasta innanzi allo specchio


ho estratto la lingua


per vedere se erano rimaste impigliate delle parole.


Purtroppo ho visto solo muscoli e vene.


Ho ritirato la lingua


sono scoppiata a ridere


la risata non è una parola – poi ho infranto lo specchio.


Da quel momento


ho continuato a infrangere specchi


invano


cercandone uno


che non riflettesse


più, uno specchio


che infrangesse me.




A’isha Arna’ut

Andrea
28-November-2013, 14:47
...le lacrime esistono al di là della luce,
al di là della pesantezza,
e persino al di là del silenzio.
E' allora che piangiamo per davvero:
lachrimae verae.
Da questa eloquenza silenziosa
nasce una conversazione infinita.
Parola sensibile,
parola necessaria e impossibile,
la lacrima ha questo di paradossale:
più è discreta, più significa, e più sfiora,
più ci tocca nel profondo.
Stranamente silenziosa,
chiaramente visibile,
risolutamente sospesa,
è una scrittura che esiste solo
nelle sue cancellature...

Jean Loup Charvet

Rosy
30-November-2013, 18:36
Agli innamorati che si sono sposati
Alla casa che è stata costruita
Ai bambini che sono cresciuti
Alle navi che sono approdate
Alla battaglia che è stata vinta
Al prodigio che ha fatto ritorno
A tutto quanto è ormai finito senza speranza

Manolis Anaghnostakis

Rosy
06-December-2013, 20:29
INCANTESIMO


Ti ho versato nel bicchiere
una manciata di capelli bruciati,
perché tu non mangi, non canti,
non beva, non dorma.
Perché la giovinezza non ti sia gioia,
perché lo zucchero non ti sia dolce.
Perché tu non te la intenda nel buio della notte
con la giovane moglie.
Come i capelli tuoi d'oro
sono divenuti cenere grigia,
così gli anni miei giovani
diventeranno bianco inverno.
Perché tu diventi cieco-sordo,
perché ti dissecchi come il muschio,
perché ti dilegui come un sospiro.

Marina Cvetaeva

Rosy
06-December-2013, 20:39
Se l’occhio solare del firmamento
potesse darti il gelo del mio cuore
perché io non ti vedo
e tenebra mi sembra la luce
e ancora la luce tenebra
se io potessi spingere il vascello della mia ira
contro il solo tormento
che sei tu mio scoglio,
e avvolgerti dentro le vele
di una grande carezza,
la mia disperazione diventerebbe fango,
il mio fango diventerebbe preghiera.


Alda Merini

Rosy
18-December-2013, 17:55
TRA I RAMI


Sotto la finestra, sul balcone, ci sono degli uccellini malridotti
che si affollano attorno al cibo. Sono gli stessi, credo,
che vengono tutti i giorni a mangiare e bisticciano.
"C'era un tempo, c'era un tempo"
gridano e si beccano.
Sì, è quasi ora.
Il cielo rimane cupo tutto il giorno, il vento viene da ovest
e non smette di soffiare…
Dammi la mano per un po'.
Tienimi la mia. Così va bene.
Stringila forte.

C'era un tempo, in cui pensavamo di avere il tempo dalla nostra parte.
"C'era un tempo, c'era un tempo"
gridano gli uccellini malridotti.

Raymond Carver

Rosy
28-January-2014, 11:41
Lasciai cadere il tempo sul tuo nome,
come si adagia il marmo sulla terra e

l’acqua si sparge sulle braci. Mi vestii




di lutto come le donne che disfano


le culle vuote da tanto le guardano; e vidi


il sangue scendere finalmente sulla ferita,


come la cera che si rapprende sul palmo della mano


prima di perdersi nelle dita in polvere. Se




ti dimenticai, fu perché volli qualcuno che mi


chiamasse, un corpo che fosse un altro sul mio


corpo, una voce offerta per la mattina. Ma


niente, ma nessuno. Se il tempo non si




fosse abbattuto sul tuo nome, avrei potuto


almeno ora ricordarti – poiché non c’è


lapide senza corpo né cenere che non abbia


arso. E la casa è oggi più fredda che




mai: lasciai passare il tempo sul tuo


nome, e non c’è focolare, non c’è nido, non ci sono


figli che si possano perdere da me, né


candele per riempire di memoria questo silenzio.

Maria Do Rosario Pedreira

Rosy
06-February-2014, 18:53
Come son pesanti i giorni,
A nessun fuoco posso riscaldarmi,
non mi ride ormai nessun sole,
tutto è vuoto,
tutto è freddo e senza pietà,
ed anche le care limpide stelle
mi guardano senza conforto,
da quando ho appreso nel mio cuore,
che anche l’amore può morire.
Herman Hesse

daniela
14-February-2014, 22:29
Oggi la mia vita non ha alcun peso:
è un vento, meno d’un vento, meno
d’una riga di luce.
Ora nessuno
può essermi sgradito.
Non ci sono terreni
risentimenti nella mia anima.
Il mio sangue è una rossa armonia viva.
Sono in armonia con la brace e la calma,
con la voce amorosa e quella vendicativa.
Sembra che le mie mani non ci siano, sembra
che il mio corpo nuoti in un’acqua innocente.
Come un vento nudo il mio cuore si dondola
e dolcemente fa suonare campane.

Jorge Debravo

Rosy
16-February-2014, 20:44
IL VINO TRISTE

La fatica è sedersi senza farsi notare.
Tutto il resto poi viene da sé. Tre sorsate
e ritorna la voglia di pensarci da solo.
Si spalanca uno sfondo di lontani ronzii,
ogni cosa si sperde, e diventa un miracolo
esser nato e guardare il bicchiere. Il lavoro
(l’uomo solo non può non pensare al lavoro)
ridiventa l’antico destino che è bello soffrire
per poterci pensare. Poi gli occhi si fissano
a mezz’aria, dolenti, come fossero ciechi.
Se quest’uomo si rialza e va a casa a dormire,
pare un cieco che ha perso la strada. Chiunque
può sbucare da un angolo e pestarlo di colpi.
Può sbucare una donna e distendersi in strada,
bella e giovane, sotto un altr’uomo, gemendo
come un tempo una donna gemeva con lui.
Ma quest’uomo non vede. Va a casa a dormire
e la vita non è che un ronzio di silenzio.
A spogliarlo, quest’uomo, si trovano membra sfinite
e del pelo brutale, qua e là. Chi direbbe
che in quest’uomo trascorrono tiepide vene
dove un tempo la vita bruciava? Nessuno
crederebbe che un tempo una donna abbia fatto carezze
su quel corpo e baciato quel corpo, che trema,
e bagnato di lacrime, adesso che l’uomo
giunto a casa a dormire, non riesce, ma geme.

Cesare Pavese

daniela
26-February-2014, 21:57
Io ti amo quando piangi

Io ti amo quando piangi
e amo il tuo viso annuvolato e triste.
La tristezza ci unisce e ci divide
senza che io sappia
senza che tu sappia.
Quelle lacrime che scorrono,
io le amo
e in loro amo l’autunno.
Alcune donne hanno dei bei visi
ma diventano piu’ belli quando piangono.

Nizar Qabbani

daniela
26-February-2014, 22:17
A VOLTE SULLA SPONDA DELLA VIA

A volte sulla sponda della via
preso da un infinito scoramento
mi seggo; e dove vado mi domando,
perché cammino. E penso la mia morte
e mi vedo già steso nella bara
troppo stretta fantoccio inanimato...

Quant'albe nasceranno ancora al mondo
dopo di noi!
Di ciò che abbiam sofferto
di tutto ciò che in vita ebbimo a cuore
non rimarrà il più piccolo ricordo.
Le generazioni passan come
onde di fiume...
Una mortale pesantezza il cuore
m'opprime.

Inerte vorrei esser fatto
come qualche antichissima rovina
e guardare succedersi le ore,
e gli uomini mutare i passi, i cieli
all'alba colorirsi, scolorirsi
a sera...

Camillo Sbarbaro

Rosy
16-March-2014, 19:11
IL MIO DOLORE

Più non si incateneranno
i miei occhi nei tuoi occhi,
più non si addolcirà
vicino a te il mio dolore.
Ma dove andrò porterò
il tuo sguardo e dove camminerai
porterai il mio dolore.

Pablo Neruda

Andrea
21-March-2014, 14:19
Posso udire lo strappo,
rabbia e amore, passione e pietà.
E quando il distacco si è improvvisamente compiuto
- o quando non ne colgo più il suono -
allora il silenzio è ancora più terribile
perché c’é solo follia intorno a me,
la follia delle cose strappate,
che si strappano dal di dentro,
radici che si lacerano a vicenda
per crescere separatamente,
lo sforzo compiuto per conseguire l’unità.

Anaïs Nin

Rosy
22-March-2014, 13:56
DOPO IL GRANDE DOLORE..

Dopo il grande dolore, viene un sentimento formale-
i nervi siedono cerimoniosi, come tombe -
il cuore rigido si interroga se fu lui che soffrì,
e fu ieri, o quanti secoli fa?
I piedi, meccanici, vanno in giro -
di terra, o aria, o altro -
una via di legno -
divenuti incuranti,
un appagamento di quarzo, come una pietra -
Questa è l'ora di piombo -
ricordata, se si sopravvive,
come un congelato ricorda la neve -
prima il freddo - poi lo stupore - poi il lasciarsi andare-
Emily Dickinson

Rosy
25-March-2014, 12:38
SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO.

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi; fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

Eugenio Montale

Rosy
31-March-2014, 14:47
( A CASA DO TEMPO PERDIDO)

LA CASA DEL TEMPO PERDUTO

Ho battuto al portone del tempo perduto, nessuno ha risposto.
Ho battuto una seconda volta e un'altra volta e ancora un'altra.
Nessuna risposta.
La casa del tempo perduto è coperta di edera
per metà; l'altra metà sono ceneri.

Casa dove non abita nessuno, e io battendo e chiamando
per il dolore di chiamare e non essere udito.
Semplicemente battere. L'eco restituisce
la mia ansia di socchiudere questi palazzi gelati.
La notte e il giorno si confondono nell'attendere,
nel battere e battere.

Il tempo perduto certamente non esiste.
È la gran casa vuota e condannata.

Carlos Drummond De Andrade

daniela
29-April-2014, 22:34
Elegia

Degli anni folli la già spenta gioia
come una cupa ebbrezza mi dà noia,
ma come il vino, o antico mio dolore,
più invecchi, più ti fai forte nel cuore.
Il mio cammino è triste. Un fato oscuro
m’annunzia il grigio mare del futuro.
Ma io non voglio, amici miei, morire,
io voglio ancora vivere e soffrire.
So che troverò sempre un po’ di bene
in mezzo alle amarezze ed alle pene;
m’inebrierò di nuovo d’armonia,
lacrimerò su qualche fantasia,
e forse brillerà al tramonto mio
l’amore come un sorridente addio.

Alexander Puskin

Rosy
30-April-2014, 23:01
Ancora una poesia di una delle mie autrici preferite...


È sempre stato così incerto il cammino fino a te:
tanti mesi di pietre e di spine, di
cattivi presagi, di rami che graffiavano la
carne come tridenti, di voci che mi
dicevano che non valeva la pena continuare, che
il tuo sguardo era già una menzogna; e il mio

cuore sempre così sordo a tutto questo,
sempre a gridare qualcos’altro più alto affinché
le gambe non potessero ricordare le
loro ferite, perché i piedi ignorassero
le pene del viaggio e avanzassero tutti
i giorni di un poco, quel poco che
era tutto per raggiungerti. Fu per questo che,

al contrario di te, non volli dormire quella
notte: i tuoi baci si trovavano ancora tutti
sulla mia bocca e il disegno delle tue mani
sulla mia pelle. Io sapevo che addormentarsi

era smettere di sentire, e non volevo perdere i
tuoi gesti sul mio corpo un secondo che
fosse. Allora mi sedetti sul letto a guardarti
dormire, e sorrisi come mai avevo sorriso prima
di quella notte, sorrisi tanto. Ma tu parlasti

improvvisamente nel sonno, allungasti il
braccio verso me e chiamasti sottovoce.
Chiamasti due volte. O tre. E sempre così
sottovoce. Ma nessuna fu per dire il mio nome.

Maria do Rosário Pedreira

Rosy
01-May-2014, 20:27
So che ho vissuto male,sono stata una miscela imperfetta di furia e malessere,ho camminato sull’orlo di una terrazza,ho mangiato vetri, un misto di inganno e odio,di squallore e di canzoni,di rischio e perversione.Ho cicatrici di arma da fuoco,di coltellate e di disamore.”(Efraim Medina Reyes)

Rosy
08-May-2014, 15:11
Mi piace molto questa poesia, soprattutto considerando che viene da Gianni Rodari, autore noto per le sue filastrocche e poesie per bambini e ragazzi!

Io non sono che uno sforzo per esistere

qualcosa che arranca

nel nulla quotidiano

per giungere alla sponda dell’essere

mille volte ricade

mille volte ritenta

s’arrampica s’aggrappa

e sa che non avrà

se non questo tormento

e sa che saperlo una volta

non è saperlo per sempre

sempre bisogna imparare daccapo

con sudore e con lacrime.

(Gianni Rodari)

Rosy
13-May-2014, 17:26
DAL CASSETTO


Volevo appenderla a un muro della stanza.
Ma l’umidità del cassetto l’ha guastata.
Non la metto in un quadro questa foto.
Dovevo conservarla con più cura.
Queste le labbra, questo il viso –
ah, per un giorno solo, per un’ora
solo tornasse quel passato.
Non la metto in un quadro questa foto.
Mi fa soffrire vederla così guasta.
Del resto, se anche non fosse guasta,
che fastidio badare a non tradirmi –
una parola o il tono della voce –
se mai qualcuno mi chiedesse chi era.
Costantino Kavafis

Rosy
16-May-2014, 21:59
Che diremo stanotte all'amico che dorme?
La parola più tenue ci sale alle labbra
dalla pena più atroce. Guarderemo l'amico,
le sue inutili labbra che non dicono nulla,
parleremo sommesso.
La notte avrà il volto
dell'antico dolore che riemerge ogni sera
impassibile e vivo. Il remoto silenzio
soffrirà come un'anima, muto, nel buio.
Parleremo alla notte che fiata sommessa.
Udiremo gli istanti stillare nel buio
al di là delle cose, nell'ansia dell'alba,
che verrà d'improvviso incidendo le cose
contro il morto silenzio. L'inutile luce
svelerà il volto assorto del giorno. Gli istanti
taceranno. E le cose parleranno sommesso.
Cesare Pavese

Claire
17-June-2014, 12:22
Il mio dolore è un bambino buio
sta in piedi contro il vento
con i pugni sugli occhi
e la camicia spalancata al gelo
ha le tasche di pietra
nevica
sul suo corpo d’alfabeto
e sulle mani,
per un’imprecisione di colomba
manca il suo destino.
La mia gioia
è un ruggito silenzioso
uno sfondo fiorito
che delicatamente divora
le figure, manda in frantumi,
cantando, i vetri degli occhi,
crepita la tenerezza dell’istante,
il suo agguato. Non c’è
dolore e non c’è
gioia, nella pianura del petto
passano le montagne,
gli uccelli fermi sul tempo
mi chiamano con nomi ingenui
e tessono i fili di un’insicura
scala, di una via
che dissolve l’uscita.

Chandra Livia Candiani

Aleciccio
19-June-2014, 07:55
C’è un posto nel cuore che non sarà mai riempito.
Uno spazio.
Lo conosceremo più che mai.
C’è un posto nel cuore che non può essere riempito.
E noi aspetteremo,e aspetteremo
in quello spazio.
Charles Bukowski

Rosy
19-June-2014, 15:25
Mia madre cuoceva nel forno il mondo interoMia madre cuoceva nel forno il mondo intero per me
in dolci torte.
La mia amata riempiva la mia finestra
con uva passa di stelle.
E le nostalgie sono racchiuse in me come bolle d'aria
nel pane.
Esternamente sono liscio, silenzioso e bruno.
Il mondo mi ama.
Ma i miei capelli sono tristi come i giunchi nello stagno
che va prosciugandosi.
Tutti i rari uccelli dalle belle piume
fuggono via da me.

Yehuda Amichai

Rosy
26-June-2014, 16:23
PRIMA DI DORMIRE

Anche se
non m’importa più niente
e spreco la maggior parte del mio tempo fuori casa,
anche se
è da giorni che
non cambio l’acqua dei fiori,
e che i miei libri
le tazze
e le cicche
si accontentano di essere impolverati,
nonostante tutto questo
trovo il tempo
di nutrire i lupi della tua assenza
prima di dormire.

Hamza Bin Hussein

Rosy
28-June-2014, 13:27
MURA

Senza riguardo, senza pudore né pietà,
m’han fabbricato intorno erte, solide mura.
E ora mi dispero, inerte, qua.
Altro non penso: tutto mi rode questa dura
sorte. Avevo da fare tante cose là fuori.
Ma quando fabbricavano come fui così assente!
Non ho sentito mai né voci né rumori.
M’hanno escluso dal mondo inavvertitamente.

Konstantinos Kavafis

Rosy
24-July-2014, 14:48
I FIORI CHE HO LASCIATO NELLA TERRA


I fiori che ho lasciato nella terra,
quelli che non colsi mai per te,
oggi li richiamo tutti alla memoria,
che crescano per sempre,
non nelle poesie né nel marmo,
ma dove caddero e marcirono.

E le navi nei loro imponenti bacini,
immense e transitorie come eroi,
le navi che non potei mai comandare,
oggi le richiamo alla memoria,
che veleggino per sempre,
non in modellini né nelle ballate,
ma dove fecero naufragio e affogarono.

E il bambino sulle cui spalle sto,
la cui brama piegai
con pubblica, regale disciplina,
oggi lo richiamo alla memoria,
che si strugga per sempre,
non in confessione né in biografia,
ma dove fioriva,
crescendo scaltro e peloso.

Non è il rancore che mi porta lontano,
verso il rifiuto, verso il tradimento:
è la stanchezza, vado via perché sono stanco di te.
Oro, avorio, carne, amore, Dio, sangue, luna –
sono diventato il più esperto nel catalogo.

Il mio corpo un tempo così avvezzo alla gloria,
il mio corpo ora è un museo:
questa parte è ricordata grazie alla bocca di qualcuno,
questa per via di una mano,
questa per l’umidità, questa per il calore.

Chi possiede qualcosa che non creò?
La tua bellezza mi lascia indifferente
come le criniere dei cavalli e le cascate.
Questo è il mio ultimo catalogo.
Esalo l’esangue
ti amo, ti amo –
e ti lascio partire per sempre.

Leonard Cohen

Claire
27-July-2014, 19:44
Sediamoci per terra oppure là sopra panchine imbiancate,

Sediamoci sopra un letto di foglie secche ed ascoltiamo il nostro cuore.
Ci siamo scordati e perduti, ti ritrovo adesso all’improvviso
dentro una piccola stazione in un giorno grigio d’ottobre;
tu non mi guardi neppure, io solo ho l’inferno nel cuore
perché la vita è una goccia che scava la pietra del viso.

Roberto Roversi

Rosy
27-July-2014, 21:17
Meravigliosa! Rosy:)

Rosy
23-October-2014, 21:12
L'ODORE DEL DOLORE


Che odore ha il dolore?
Come il freddo, la solitudine, la paura
o la morte,
anche il dolore ha un odore.
Tante volte ho provato a decifrarlo
ma si nasconde, si diluisce,
si camuffa. Offre piste fasulle.
Ha qualcosa di canfora, di chiuso, di rancido,
qualcosa di narcotico,
potrebbe essere alcool, adrenalina o mercurio,
come potrebbe essere ammoniaca,
vertigine o nausea.
Porta stimmate di chiarezza ulcerata,
poggia senza essere visto sulle sedie
e oscilla osceno sulle grucce della tristezza.
Poiché esiste, odora; sì, il dolore odora
nelle occhiaie violacee, nei calici dell’insonnia
e nelle cicatrici paonazze dell’attesa
o dell’angoscia.
Odorano i corpi nel dolore,
odorano la febbre e l’ombra
come odorano la stanchezza, la miseria o la fame.
Odora il dolore e ci opprime
la bocca uno spago,
una spugna nella gola,
quando riconosciamo nitido, pungente,
riconoscibile e insieme indecifrabile,
il suo aroma.

Xulio López Valcárcel

Claire
24-October-2014, 09:46
SULLE LACRIME

Lacrime è la mia fronte che si rompe,
Il lunato agitato
sedersi
In bui cimiteri di treni
Quando per vedere il volto di mia madre
Che richiamava dalla sua visione
Piansi alla comprensione
Della trappola mortalità
E del sangue personale della terra
Che mi aspettavano
Padre padre
Perché mi hai abbandonato?
Mortalità & repulsione
Scorrazzano per questa città
Infelicità è il mio secondo nome
Voglio essere salvato,
Affondato-non può essere
Non vuole essere
Mai fu fatta per essere
Così da vomitare!

Jack Kerouac

Rosy
27-October-2014, 20:21
LA DIMENTICANZA


Senza una data da ricordare
né un luogo ben preciso da indicare
ecco che arriva la dimenticanza.

Silenziosa
come un morto che galleggia sul fiume,
lontana, ineluttabile
come può essere solo il destino:

come un’ampia zona buia,
o una scultura perfetta,
come una faccia senza lineamenti,
senza sguardo. E’ così che arriva.

Si crea una sera, all’improvviso,
lasciandoci stupefatti,
senza un’esclamazione, senza un grido.
Ci rendiamo conto semplicemente che è nata.

E ora mi chiedo:
in quale istante, fra i molti istanti,
in quale giorno, fra i molti giorni
tu mi hai dimenticato?

Eduardo Mitre

Rosy
12-November-2014, 14:00
Tutto muore al mondo
(Aleksandr Aleksandrovič Blok (http://it.wikipedia.org/wiki/Aleksandr_Aleksandrovi%C4%8D_Blok) San Pietroburgo, Russia 28/11/1880 – Pietrogrado (ora San Pietroburgo), Russia 7/8/1921)

Tutto muore al mondo, madre e giovinezza
la donna tradisce e l’amico scompare.
Impara ad assaporare una nuova dolcezza
contemplando il freddo circolo polare.
Prendi la tua barca, salpa verso il polo
tra mura di ghiaccio e in silenzio oblìa
come l’uomo ama, lotta e muori solo:
dimentica il paese dell’umana follia.
Ed all’anima stanca insegna, mentre lento
s’impossessa del sangue il brivido del gelo,
che non le serve a nulla questo pianeta spento
perché i raggi vengono dal cielo.

Rosy
23-November-2014, 21:02
Ancora apprestando la cena


Ancora apprestando la cena
parliamo delle cose di ieri.
Sai, come sciarpa tiepida
ho avvolto intorno al collo la pena
stranamente godendola.
Mi racconti i tuoi amori
quelli di oggi e quelli
che domani attendi,
l’amore grande che presto
venga a donarti
un lunghissimo tempo.
T’ascolto senza gridare
perché io devo capire
che un nuovo sole ti scalda:
io chiedo un silenzio
spalancato d’anima.
(Comprerò anemoni scuri
e gialla mimosa
per la mia stanza d’ombra).
Eravamo la goccia che chiude il mondo
e l’incauta felicità
la nota che s’alza dal flauto
e penetra il cielo. Tu vai
in questo febbraio di vento,
poi apprestando la cena
parliamo delle cose di ieri.

(Elio Pecora (http://it.wikipedia.org/wiki/Elio_Pecora) n. a Sant'Arsenio, SA il 5/4/1936)

Rosy
15-December-2014, 19:03
I bambini... e i miei bambini
(Fatma Qandil (http://www.casadellapoesia.org/poeti/qandil-fatma-14/biografia) n. al Cairo, Egitto nel 1958)

I bambini nascono
li accolgono nella culla
i loro nomi scelti
nell’albero genealogico
dei venerati antenati
Li accolgono programmi di risparmio
la visione lontana dell’avvenire
e l’odore della cannella bollita
sul fuoco del desiderio
Li accolgono gli anniversari
le feste
e gli abiti nuovi
I miei bambini nascono
li accolgono le lacrime dell’amore
i brividi della paura
All’uscita della maternità
li attendono
occhi di cani arrabbiati
li attendono
i randelli della polizia
li attendono
programmi di eliminazione fisica
e di visione lontana della morte
I miei bambini nascono
e con loro nascono
le bombe al fosforo
con i loro bagliori stupefacenti
come fuochi d’artificio
a carnevale
I miei bambini nascono
con le loro piccole bare.

daniela
29-December-2014, 21:51
Manteneva tutta la sua dolcezza
anche nel dolore.
Non parlava di quel dolore
non aveva mai detto una parola.
A volte il suo volto aveva un tremito,
chiudeva gli occhi, stringeva i denti.
Ma taceva sempre sulle immagini
che vedeva dietro agli occhi chiusi.

Margherite Duras

Rosy
04-January-2015, 21:46
VORREI NON ODIARE QUESTA SERA...

Vorrei non odiare questa sera,
non portare sulla mia fronte la nube oscura.
Questa sera vorrei avere occhi più chiari
per posarli sereni nella lontananza.
Dev'essere bellissimo poter dire:
"Credo nelle cose che esistono e in altre
che probabilmente non esistono,
in tutte le cose che possono salvarmi,
anche ignorando il loro nome;
conosco la frutta dorata che dona l'allegria."
Vorrei non odiare questa sera,
sentirmi leggero, essere fiume che canta,
essere vento che muove la spiga.
Guardo a ponente. S'abbuiano i lunghi percorsi
che vanno nella notte,
che donano la loro stanchezza alla notte, che entrano
nella notte a sognare nella sua grande menzogna.

Josè Hierro

Andrea
06-January-2015, 19:06
Traversare il dolore

Traversare il dolore
come una stanza scura,
contando i passi, i fiati.
Cercare nel chiuso
un buco, una crepa,
perché non sia memoria
ma presenza
in quell'assenza di luce.
All'uscita sapere
che toccherà tornare.
E l'allegrezza ancora
aspettando l'assalto.


Elio Pecora

daniela
11-January-2015, 21:45
Sarah Brown

Maurizio, non piangere, non sono qui sotto il pino.
L'aria profumata della primavera bisbiglia nell'erba dolce,
le stelle scintillano, la civetta chiama,
ma tu ti affliggi, e la mia anima si estasia
nel nirvana beato della luce eterna!
Va' dal cuore buono che è mio marito,
che medita su ciò che lui chiama la nostra colpa d'amore: -
digli che il mio amore per te, e così il mio amore per lui,
hanno foggiato il mio destino - che attraverso la carne
raggiunsi lo spirito e attraverso lo spirito, pace.

Non ci sono matrimoni in cielo,
ma c'è l'amore.

Edgar Lee Masters
Traduzione di Fernanda Pivano

Andrea
13-January-2015, 13:03
Che odore ha il dolore?
Come il freddo, la solitudine, la paura
o la morte,
anche il dolore ha un odore.
Tante volte ho provato a decifrarlo
ma si nasconde, si diluisce,
si camuffa. Offre piste fasulle.
Ha qualcosa di canfora, di chiuso, di rancido,
qualcosa di narcotico,
potrebbe essere alcool, adrenalina o mercurio,
come potrebbe essere ammoniaca,
vertigine o nausea.
Porta stimmate di chiarezza ulcerata,
poggia senza essere visto sulle sedie
e oscilla osceno sulle grucce della tristezza.
Poiché esiste, odora; sì, il dolore odora
nelle occhiaie violacee, nei calici dell’insonnia
e nelle cicatrici paonazze dell’attesa
o dell’angoscia.
Odorano i corpi nel dolore,
odorano la febbre e l’ombra
come odorano la stanchezza, la miseria o la fame.
Odora il dolore e ci opprime
la bocca uno spago,
una spugna nella gola,
quando riconosciamo nitido, pungente,
riconoscibile e insieme indecifrabile,
il suo aroma.


Xulio López Valcárcel

Andrea
14-January-2015, 18:18
Qual è la donna che ricordiamo
guardando il seno della vicina
sull’autobus; a chi spetta il posto
vuoto al nostro lato, al cinema?
A chi appartiene l’orecchio
che udrà la parola più nascosta
che siamo, di chi la testa
che al nostro fianco nasce dai sogni?
Ci sono volte che non sopporto tanta
tristezza, e allora ti ricordo.
Ma non sei tu. Nacquero stanchi
il nostro lungo amore e i nostri brevi
amori; i quattro baci e i quattro
incontri che abbiamo avuto. Siamo tristi.
Insieme inventavamo un concerto
per infelicità e orchestra e restavamo
ad ascoltarlo seri, solenni,
e non abbiamo sentito niente. Siamo soli.
Tu non lo saprai mai, ne sono certo,
che ho scritto questi versi per te sola;
che ho pensato a te scrivendoli. Sono tuoi.
Perdonami. Per un momento
ho dimenticato con chi stavo parlando.
E non ho sentito il colpo della mia finestra
che si chiudeva. Ero da un’altra parte.
Rubén Bonifaz Nuño

Rosy
14-January-2015, 20:08
Qual è la donna che ricordiamo
guardando il seno della vicina
sull’autobus; a chi spetta il posto
vuoto al nostro lato, al cinema?
A chi appartiene l’orecchio
che udrà la parola più nascosta
che siamo, di chi la testa
che al nostro fianco nasce dai sogni?
Ci sono volte che non sopporto tanta
tristezza, e allora ti ricordo.
Ma non sei tu. Nacquero stanchi
il nostro lungo amore e i nostri brevi
amori; i quattro baci e i quattro
incontri che abbiamo avuto. Siamo tristi.
Insieme inventavamo un concerto
per infelicità e orchestra e restavamo
ad ascoltarlo seri, solenni,
e non abbiamo sentito niente. Siamo soli.
Tu non lo saprai mai, ne sono certo,
che ho scritto questi versi per te sola;
che ho pensato a te scrivendoli. Sono tuoi.
Perdonami. Per un momento
ho dimenticato con chi stavo parlando.
E non ho sentito il colpo della mia finestra
che si chiudeva. Ero da un’altra parte.
Rubén Bonifaz Nuño
Bellissima. Grazie

daniela
17-January-2015, 18:38
NON PARLAVA DI QUEL DOLORE......

Manteneva tutta la sua dolcezza
anche nel dolore.
Non parlava di quel dolore,
non ne aveva mai detto una parola.
A volte il suo volto aveva un tremito,
chiudeva gli occhi, stringeva i denti.
Ma taceva sempre sulle immagini
che vedeva dietro agli occhi chiusi.

-Marguerite Duras-

daniela
06-February-2015, 22:03
C’è un limite al dolore
in quel limite un caro conforto
un’improvvisa rinunzia al dolore.
Il pianista cerca un fiore nel buio
e lo trova, un fiore che non si vede
e ne canta la certezza.
Il gioco è questo: cercare nel buio
qualcosa che non c’è, e trovarlo.

Ennio Flaiano – 1971

Rosy
08-February-2015, 20:02
COME TU VUOI

La tramontana screpola le argille,
stringe, assoda le terre di lavoro,
irrita l’acqua nelle conche; lascia
zappe confitte, aratri inerti
nel campo. Se qualcuno esce per legna,
o si sposta a fatica o si sofferma
rattrappito in cappucci e pellegrine,
serra i denti. Che regna nella stanza
è il silenzio del testimone muto
della neve, della pioggia, del fumo,
dell’immobilità del mutamento.



Son qui che metto pine
sul fuoco, porgo orecchio
al fremere dei vetri, non ho calma
né ansia. Tu che per lunga promessa
vieni ed occupi il posto
lasciato dalla sofferenza
non disperare o di me o di te,
fruga nelle adiacenze della casa,
cerca i battenti grigi della porta.
A poco a poco la misura è colma,
a poco a poco, a poco a poco, come
tu vuoi, la solitudine trabocca,
vieni ed entra, attingi a mani basse.



E’ un giorno dell’inverno di quest’anno,
un giorno, un giorno della nostra vita.
Mario Luzi

Rosy
08-February-2015, 20:06
TU ERI IL CIELO


Una volta
tu eri il cielo
chiuso nella mia tasca
Oggi
sei la tasca rotta
del mio cielo




Anileda Xeka

Rosy
22-February-2015, 20:04
Partiamo di notte...

Partiamo di notte
dimenticando che siamo ciechi
per raggiungere un territorio nudo
del quale ha bisogno la nostra voce
andiamo al mare per parlare
e lanciare sassi contro vento.

Gëzim Hajdari (http://it.wikipedia.org/wiki/G%C3%ABzim_Hajdari)( Albania)

daniela
22-February-2015, 22:29
Deve chiamarsi tristezza
questo che non so cosa sia
che m’inquieta senza sorpresa,
nostalgia che non desidera.

Sì tristezza - ma quella
che nasce dal sapere
che lontano v’è una stella
e vicino v’è il non averla.

Sia quel che sia, è quel che ho.
Tutto il resto è solo tutto.
E lascio andar la polvere che prendo
dalle mani piene di polvere.

Pessoa

Claire
27-February-2015, 13:56
Il Dolore

Il dolore è un postino grigio, muto,
col viso scarno, gli occhi azzurro chiari,
gli pende giù dalle fragili spalle
la borsa, scuro e logoro ha il vestito.
Dentro il suo petto batte un orologio
da pochi soldi; timido egli sguscia
di strada in strada, si stringe alle mura
delle case, sparisce in un portone.
Poi bussa. Ed ha una lettera per te

Attila Jòzsef

Rosy
18-March-2015, 20:46
E in ultimo ti dirò: – Addio,
e non promettermi amore.
Perderò la ragione. O troverò
la sublime serenità della follia.

Come mi hai amato? Pregustando
l’offesa della fine. Ma non è questo...
Come mi hai amato? Offendendo i principi
dell’amore. Ma in modo così goffo...

Crudeltà del fallimento, io
non ti perdono. Vivo, cammino,
vedo il bianco mondo,
ma il corpo mio è deserto.

La mente vorrebbe ancora un piccolo
lavoro. Ma son deboli le mani.
E uno sciame di odori e di sapori
in volo sghembo si allontana da me.

Bella Achatovna Achmadulina (http://gemisto.iobloggo.com/cat/bella-achatovna-achmadulina/427510)

Rosy
31-March-2015, 15:53
STAVO ZITTA

Stavo zitta, avevo fatto voto
di non rimproverarti mai
il tuo spirito squadrato, vuoto, negato
a ogni slanio, a ogni sfogo,

ma questa sera che il cielo d’autunno
sfoglia un sole struggente,
lascia che la mia voce si abbandoni
a tradire i segreti del sangue:

– Lo sai tu, caro cuore senza dolcezza,
cara anima insensibile e ostinata,
in questo giorno che io ti confesso
la mia nativa e fiera tristezza,
quante volte mi sono ammazzata?

Anna De Noailles

Rosy
31-March-2015, 16:01
Tutto muore al mondo...

Tutto muore al mondo, madre e giovinezza
la donna tradisce e l’amico scompare.
Impara ad assaporare una nuova dolcezza
contemplando il freddo circolo polare.
Prendi la tua barca, salpa verso il polo
tra mura di ghiaccio e in silenzio oblìa
come l’uomo ama, lotta e muore solo:
dimentica il paese dell’umana follia.
Ed all’anima stanca insegna, mentre lento
s’impossessa del sangue il brivido del gelo,
che non le serve a nulla questo pianeta spento
perché i raggi vengono dal cielo.

Aleksandr Aleksandrovič Blok (http://it.wikipedia.org/wiki/Aleksandr_Aleksandrovi%C4%8D_Blok)

Rosy
20-April-2015, 14:23
Non mi chiedo se il mare sia....

Non mi chiedo se il mare sia
giusto o ingiusto
mi chiedo se può cantare
o se il suo canto è bloccato
negli occhi dei futuri annegati.

Antonio Porta

Rosy
21-May-2015, 12:41
Sono pesi queste mie poesie...

Sono pesi queste mie poesie,
pietre spinte lungo una salita.
Le porterò stremata
allo strapiombo.
Poi cadrò, viso nell’erba,
non avrò lacrime abbastanza.
Smembrerò la strofa
scoppierà in singhiozzi il verso
e si pianterà nel palmo
con dolore anche l’ortica.
L’amarezza di quel giorno
tutta trasmuterà in parola.

Nika Turbina, Ucraina

Rosy
23-May-2015, 20:18
Non sei mio....


Non sei
nella mia vita
al mio fianco
non mangi alla mia tavola
ne’ ridi ne’ canti
ne’ vivi per me.

Siamo estranei
tu
e me stessa
e la mia casa.

Sei un estraneo
un ospite
che non cerca che non vuole
piu’ che un letto
a volte.
Che ci posso fare
se non cedertelo.

Ma io vivo da sola.

Idea Vilariño

Rosy
23-May-2015, 20:21
Le finestre


Nell’oscurità di queste camere, dove io passo
dei giorni difficili, io cammino in lungo e in largo
per trovare delle finestre — Se avesse potuto aprirsi
una finestra, che conforto sarebbe stato. —

Ma non ci sono finestre, o sono io che non riesco
a trovarne. E può darsi che sia meglio non trovarne.
Forse la luce causerebbe un'altra tortura.

Chi sa quali cose nuove lei scoprirebbe.

Costantino Kavafis

kaipirissima
24-May-2015, 09:50
La forza e no


Giuro che li ho visti uomini e donne
a Sarajevo
dire
con i loro volti
di desiderio di labbra
una gioia nel corpo che si chiede all’affetto
e dita di primavera e semi da piantare nella terra serena


Sarajevo vista dall’alto è una coppa da riempire
di ottimo vino e alzare e brindare


avrei potuto abbracciarti e dirti che avevi una bellezza
che si mostrava nella luce, il tuo sorriso
che ti rimane bambina.


Ma non sono stato capace
come potevo mostrarmi uomo


al pensiero che anche qui uomini
hanno lasciato dentro donne
non seme


ma sputi.

Giovanni Fierro

daniela
24-May-2015, 11:21
La forza e no


Giuro che li ho visti uomini e donne
a Sarajevo
dire
con i loro volti
di desiderio di labbra
una gioia nel corpo che si chiede all’affetto
e dita di primavera e semi da piantare nella terra serena


Sarajevo vista dall’alto è una coppa da riempire
di ottimo vino e alzare e brindare


avrei potuto abbracciarti e dirti che avevi una bellezza
che si mostrava nella luce, il tuo sorriso
che ti rimane bambina.


Ma non sono stato capace
come potevo mostrarmi uomo


al pensiero che anche qui uomini
hanno lasciato dentro donne
non seme


ma sputi.

Giovanni Fierro

Straordinaria! Fa venire i brividi!
Conosci l'autore?

daniela
24-May-2015, 11:23
Uomini

Bisognerebbe assomigliare alle pozzanghere
esistere solo in caso di profondità

imparare dal legno
che alla lama da taglio si oppone
con l’intensità della fibra

ma basterebbe avere la forza della vera fiducia
quella che si dona
quando la dignità altrui è perduta.

Giovanni Fierro
da “Lasciami così” – 2004

Andrea
04-June-2015, 12:01
Sonetto dell'assenza


Mi senti, amore? C’è un rombo di treni,
o di follatrici o di trebbiatrici
che ti allontana da me. No, non dirmi
che te ne andrai per sempre. Le banchine
si sono svuotate. Io torno. Soffri
perché soffri, cuore. Non continuare,
non continuare ad andare. Altri affanni,
altro amore perduto se non vieni.
Ah, dolore, so cosa mi succede.
Senza te non è più mia la mia casa,
l’aria non si respira e non si scalda.
So che sei dentro di me, ma non basta
benché penetri nelle ossa, finché
continua la pena che provi tu.


José Albi

Claire
05-June-2015, 10:09
Il corpo sta alla terra come il cuore all’addio
bestie intrecciate che si appartengono per destino
nonostante la lotta.
Prima si perde il sonno, poi i capelli, poi
tante parole fino a io, quella che tiene tutto.
Dopo dilaga l’urlo che stava quieto per educazione,
si rende l’anima al cielo da cui cadde – sei animale,
sei pronto.
C’è un ordine, in ogni morire, che conquista.

Di che cosa ragiono? Più di nulla,
prevedo i temporali,
lascio che l’autunno mi riguardi, resto fuori,
faccio equazioni fino all’alba
tra un’aquila e uno specchio, scommetto
di tramutare un sasso nel sasso di sempre
sotto gli occhi degli altri,
che ogni cosa sia la stessa cosa se la guardo.
Sento che è poco,
voglio che sia meno.
Sognare un ago immenso che cuce inutilmente il cielo.

Rosy
09-June-2015, 15:23
MI PIACEVI

Per te sono stato la fermata d'autobus

che non arriva mai

ma che permette al viaggiatore di guardare il paesaggio.



Il nostro amarci non è mai stato amore



tu lo hai desiderato e hai creduto

che poteva essere un fiore.



Avevi ragione, era una rosa.



Già nel seme aveva tutte le sue spine.



Giovanni Fierro

kaipirissima
09-June-2015, 15:45
Straordinaria! Fa venire i brividi!
Conosci l'autore?

sì, è il mio prof di scrittura creativa. :)
È lui che ha organizzato la mia reading di poesia, insieme agli altri del corso.

Rosy
09-June-2015, 16:13
sì, è il mio prof di scrittura creativa. :)
È lui che ha organizzato la mia reading di poesia, insieme agli altri del corso. Ma davvero? Digli che è un poeta da brividi... anche da parte mia! Lo sto scoprendo. ciao
Rosy

Claire
10-June-2015, 11:50
sì, è il mio prof di scrittura creativa. :)
È lui che ha organizzato la mia reading di poesia, insieme agli altri del corso.

Diverse volte ho partecipato a un reading di poesia ma mai a una reading ... di che si tratta? :confused2:

kaipirissima
07-July-2015, 22:59
Adolescente


Per i ragazzi c'è un sacco di roba da studiare.
S'insegna la grammatica a scemi di ambo i sessi.
A me invece
m'hanno scacciato dalla quinta classe.
Hanno cominciato a sbattermi nelle prigioni di Mosca.
Nel vostro
piccolo mondo
di appartamenti
crescono ricciute liriche per le camere da letto.
Che vuoi trovarci in queste liriche da cani pechinesi?
A me, per esempio,
ad amare
l'hanno insegnato
nelle carceri di Butyrki.
M'importa assai della nostalgia per il Bois de Boulogne,
e dei sospiri davanti ai panorami marini!
Io, ecco,
m'innamorai
dallo spioncino della cella 103,
di fronte all' "Impresa pompe funebri".
Chi vede tutti i giorni il sole
dice con sufficienza:
"Cosa saranno mai quei quattro raggi?"
Ma io
per un giallo illuminello
sopra un muro
avrei dato allora qualunque cosa al mondo.

Vladimir Majakovskij

Andrea
09-July-2015, 10:57
Pinocchio dentro al fuoco


Giuravi non cambierò opinione,
occhiali, atteggiamento.
Colpa della luna – adesso dici –
e tiri via.
Poi la piazza traboccante
come il gelato, mani e bocca dentro al cielo.
C'è chi indica in là, chi punta una stella,
chi urla sbraccia e fatica
quando s'apre il passo tra la folla.
M'allontano.
Qui, tra i profili del mare, c'è sempre
tanta, troppa notte da raccontare.
Cammino.
Giuro a me stesso che tu non mi manchi,
che domani è già meglio,
sto bene – penso – rido come un giullare,
provo la voce, canto
poi ribollo, dico non m'importa,
salto sull'ombra come un burattino.


Pinocchio dentro al fuoco,
così aspetto il mattino.


Antonio Malagrida

kaipirissima
20-August-2015, 17:37
Non una poesia ma certo parole scritte da un grande poeta.

Genio. [...] Veramente per la noia non credo si debba intendere altro che il desiderio puro della felicità; non soddisfatto dal piacere, e non offeso apertamente dal dispiacere. Il qual desiderio, come dicevamo poco innanzi, non è mai soddisfatto; e il piacere propriamente non si trova. Sicché la vita umana, per modo di dire, e composta e intessuta, parte di dolore, parte di noia; dall'una delle quali passioni non ha riposo se non cadendo nell'altra. E questo non è tuo destino particolare, ma comune di tutti gli uomini.
Tasso. Che rimedio potrebbe giovare contro la noia?
Genio. Il sonno, l'oppio, e il dolore. E questo è il più potente di tutti: perché l'uomo mentre patisce, non si annoia per niuna maniera.


G. LEOPARDI, Dialogo di Torquato Tasso e il suo Genio familiare

daniela
26-August-2015, 11:31
NON HO PIÙ CHE LO STENTO D’UNA VITA


Non ho più che lo stento d’una vita
che sta passando, e perduto il suo fiore
mette spine e non foglie, e a malapena
respira. Eppure, senza acredine.
C’è quell’amore nascosto, in me,
quanto più miserevole pudico,
quel sentore di terra, che resiste,
come nei campi spogli: una ricchezza
creata, non mia, inestinguibile.
Nemmeno più coltivabile, forse, ma vera
esistenza; così come pare sperduta
nel cosmo, con la sua gravità, le sue leggi,
il suo magnetismo morente, che lo Spirito
non dimentica, anzi numera.
Non guardatemi, che son vecchio,
ma nel mio mutismo pietroso ascoltate
come gorgheggia, com’è fiero l'amore.

Carlo Betocchi

daniela
01-December-2015, 15:58
Mi spingo oltre il dolore
dove nessuno sospetta che si soffra
in una zona di pelle mai colpita
cupa come l’avambraccio
o molata dall’osso come il gomito.
Striscio piano con l’anima
coperta da scaglie rosso-grigie
per sostenere i rovi
e lasciare a terra il sangue minimo.
Un passo – sono paziente –
e il corpo ha imparato a frusciare dentro l’erba.
Da molto lontano – da un’alba di ottobre
da un oggetto mosso nella sabbia del lago
viene ciò che la pena contempla:
un paesaggio
dove non si può dormire.
Era una lunga immagine
il mormorio di un brivido.

Antonella Anedda

Andrea
25-January-2016, 18:54
Ti racconto la mia malinconia.


È l’entrare in un negozio sapendo
che già ci sarai stata a braccetto
con lui, o mano nella mano, o
in una qualunque altra forma
affettuosa
che ti ha legata a un altro uomo.


È l’ascoltare una donna che mi vuole
curare la tristezza con un’ora
– forse due –
nel letto, quasi madonna dolorosa
in un atto di pietà.


È il ricordare il sorriso del tuo volto
sapendo che lui lo bacia.


È questo sapere che ti ho amata
per tre anni sette mesi e quindici giorni
e qualche movimento della terra
intorno al sole.


Alessandro Canzian

Andrea
29-January-2016, 12:26
Dolore nostro – umano.
Voi non sapete come
certe notti ce ne stiamo
schiacciati sotto un peso
che non si vede
e uno scuro, un buio enorme
preme, e allora siamo, il rifiuto
l’animale zoppo che ha davanti la fine.

Sì, noi finiamo. E in certe notti
il finire viene vicino al letto
in certe ore il finire si sente, sale
come un odore soffocante.
Mi hanno dato un corpo che non dura. L’ho imparato
vedendo il sangue di Abele.
Una pietra è più forte
basta un colpo. Basta
un inciampo, un morbo.
E finiamo. L’ho capito bene.
Finiamo. Noi finiamo.

Mariangela Gualtieri

Enribello
23-June-2016, 07:01
Le notti si chiudono, nel silenzio a cui mi condanni.
Così si contano gli inviti dei balconi.
Così la melma impietrisce, nella ferita voluta.

Certo che altri occhi ci salveranno,
che altre mani avranno le certezze senza ritorno.
Ma a me non rimane che la tua spalla volta.

E allora scelgo strade che ancora ricompongono la carne,
che allontanino la paura del sasso dalla mano.
Che mi dicano – l’ombra non è che la luce, riflessa.

Francesca Tuscano

http://cs619430.vk.me/v619430764/c840/BN_h2P7A9gk.jpg

Enribello
13-August-2016, 09:23
Cose che non avremo:
Le lunghe mattine di aprile d’amore e di sogno.
Le sere di novembre con la pioggia incessante.
Le notti d’estate ostinatamente stellate.
Tutte le albe dolcissime d’autunno.

Cose che io ho perduto:
Non assaggerò il sapore della tua bocca addormentata.
Non cullerò i tuoi figli.
Non berrò il tuo vino.
Non piangerò con te vedendo il tramonto.
Non sorgerà il tuo ventre tra le mie lenzuola.
Ho un intero tesoro di lacune e di assenze,
un campionario completo di pagine in bianco.

JOSEFA PARRA

https://lecodelsilenzio.files.wordpress.com/2006/12/paginebianche1vq.gif?w=397&h=309

Enribello
18-August-2016, 10:35
Avrei potuto regalarti
quel cinema dove abbiamo visto
Notting Hill e American Beauty.
Avrei voluto regalarti gli hotel dove ci siamo nascosti.
Mi sarebbe piaciuto essere il padrone del caffè in cui ci congedammo
dove ascoltammo tutte quelle canzoni
che oggi sono una soundtrack delle nostre vite.
E non ci furono regali.
E misi il cielo sul tuo corpo e lo trasformasti in vento
misi il vento sui tuoi occhi e lo trasformasti in sogno
misi il sogno nel tuo silenzio e lo trasformasti in notte
e questa notte non ci sono cielo, vento e sogno
che modifichino il mio cuore
in una luce dove l’amore possa tornare.
Ed è per questo amore lontano e vero
che le parole hanno una musica nello spartito che nessuno canta
come chi bussa per ore a una casa abbandonata
come chi prende a calci lattine vuote nel cuore.

Federico Diaz Granados



http://digiphotostatic.libero.it/Giuseppe_Cam/med/897390d6c1_5784673_med.jpg

daniela
22-August-2016, 22:20
Dunque c’è la luce
e ogni foglia è attaccata al ramo
con esatto amore
e ogni foglia in orario
lascia il ramo
con audace resa
e ogni uscire dalla soglia
del corpo è ricevuto
con unanime benvenuto
da quella scienza della gioia
che proprio ora proprio qui
riempie il foglio di ghirigori
per dirti che dunque
la luce c’è.

Chandra Livia Candiani

Enribello
05-March-2017, 10:52
Una volta
E per pochi giorni
Molto tempo fa
Io e te
Improvvisamente fummo fin nell’intimo
Noi.
«Noi due» potevo dire
Nelle ore voraci che furono nostre.
Da tempo
Se parlo di te
Posso usare soltanto
La terza persona: Lei.
L’io impoverito sprofonda
Nelle concordanze del Nulla.


Josè Emilio Pacheco


http://static.wixstatic.com/media/e587bd_0f1a5577c5ae623b18a160f939477278.jpg_srz_14 1_120_85_22_0.50_1.20_0.00_jpg_srz

Enribello
21-September-2017, 09:54
Sono belle le sere
quando la luce scende di colore
e dall’oro e dal viola
s’immerge nel turchino.
Ma questa grigia fine
di giorno sotto il cenere d’agosto
ha il pallore che scava il viso umano
un istante dopo la morte.
Dentro il cielo spettrale
i cipressi s’infiggono più neri
e più livido sotto le loro ale
si rizza il travertino
della chiesa che altissima trasale
con un sobbalzo d’ossa
gridato con un urlo senza voce
come quando nei sogni
si vorrebbe chiamare e non si può.


Giorgio Vigolo (https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Vigolo)



http://t11.deviantart.net/oNwDLO2w4gM1GMI72wdyCXuBTNk=/300x200/filters:fixed_height(100,100):origin()/pre15/f9af/th/pre/f/2007/044/4/0/outlaws_by_tamergunal.jpg

Estella
21-November-2017, 00:57
Dice Euridice

Mi hanno dominato l’ansia e l’inquietudine,
quando ho saputo che saresti venuto:
l’orrore che mi avresti visto così, con un velo d’ombra,
i capelli senza lucentezza – i capelli che il sole non si stancava di dorare.
E il terrore che non fossi lo stesso – quello che restava nella mia memoria –
e allo stesso tempo la curiosità di vedere di nuovo un essere vivente.
È da tanto che nessuno veniva qui,
tanto che nessuno si portava via un’anima o un cane,
che quando ho udito i tuoi passi e la tua voce che mi chiamava,
quando infine ti ho stretto, più che te stavo abbracciando la vita.
Il tuo calore poi mi ha condensato, mi ha seccata come un vaso,
e ho camminato per il corridoio buio
un’altra volta con quella macchina che mi rimbombava in petto
e un carbone acceso in mezzo alle gambe.
Ho camminato al tuo braccio, immaginando già la luce,
gli alberi accanto ai quali passeggiavamo,
la casa piena di specchi
dove galleggiavamo come due annegati.
Fino a quando all’improvviso il tuo passo si è fatto nervoso,
il tuo pensiero si è impaurito come un cavallo,
e ho visto che cercavi di staccarti da me,
di liberarti dalla trappola della materia mortale.
“Non te ne andare – ho supplicato – non abbandonarmi qui,
lasciami vedere ancora le nuvole e il sole,
liberami per il mondo come una puledra tracia”.
Ma tu già correvi verso l’uscita,
e per sette giorni e sette notti ho sentito come piangevi,
come cantavi sulla riva del fiume infernale
la nostra vecchia canzone: “Ciò che è perduto, solo ciò che è perduto, rimane”.

Horacio Castillo

Enribello
04-March-2018, 10:57
NEGLIGENZA


ho lasciato che le ciglia mi crescessero fino alle ginocchia
nell’aspettare che tornassi
che ricordassi dov’eri l’ultima volta che mi hai visto
al navigare i miei tunnel con precisione notturna
come un felino nel bosco al sentire l’ineffabile
queste lacrime sono un rubinetto rotto
una volta aperto non può essere contenuto
adesso il mio accappatoio è roso
dal giorno che mi hai pugnalato
e ho strappato filo per filo
perché non potevo togliermi
capello a capello
non ne hai lasciato nemmeno uno
lo so
so che non t’importano le apparenze

Andrea Paola Hernández


https://t3.ftcdn.net/jpg/00/82/48/10/160_F_82481090_Mmvwf9Tr6MknhanLt1yw2UBAM6pScbBo.jp g

Chomsky
10-March-2018, 17:59
Il gatto in un appartamento vuoto


Morire - questo a un gatto non si fa.
Perché cosa può fare un gatto
in un appartamento vuoto?
Arrampicarsi sulle pareti.
Strofinarsi tra i mobili.
Qui niente sembra cambiato,
eppure tutto è mutato.
Niente sembra spostato,
eppure tutto è fuori posto.
E la sera la lampada non brilla più.

Si sentono passi sulle scale,
ma non sono quelli.
Anche la mano che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima.

Qualcosa qui non comincia
alla solita ora.
Qualcosa qui non accade
come dovrebbe.
Qui c'era qualcuno, c'era
poi d'un tratto è scomparso
e si ostina a non esserci.

In ogni armadio si è guardato.
Sui ripiani si è corso.
Sotto il tappeto si è controllato.
Si è perfino infranto il divieto
di sparpagliare le carte.
Che altro si può fare.
Aspettare e dormire.

Che lui provi solo a tornare,
che si faccia vedere.
Imparerà allora
che con un gatto così non si fa.
Gli si andrà incontro
come se proprio non se ne avesse voglia,
pian pianino,
su zampe molto offese.
E all'inizio niente salti né squittii.


5065

Wisława Szymborska

Estella
24-November-2018, 16:04
Il dolore disinfetta, ha una disciplina e una inclinazione
grammaticale – soprattutto
ai lati delle strade dove l’asfalto come noi è incline
alla luccicante consecutio
segnaletica – e il carburo sfibrato del respiro
ha un odore essenziale: segatura bagnata nel calcio
di edifici scolastici
o cielo che cospira su teste grandi come frontiere marittime con l’acqua limpida e orefice che lavora – il cielo
svaligiato dalle sue ampie nuvole di pioggia – di uccelli
depurati, soffocati dal vapore nativo. Per deduzione
da quelle teste – e per associazione con i pesci soffianti e candenti del fondo – emerge
il vero: il mastodontico, la segretezza. L’ospite
viene senza disturbare
ed è stato vagliato.

Maria Grazia Calandrone

Enribello
07-January-2019, 15:25
Si è accesa la sigaretta a quel modo
da cui si capisce che tutto
è già deciso e ha detto:
è finita, mi sento come un’armata
in tempo di pace,
manovre su campi abbandonati,
esercitazioni infruttuose
sempre più lontano
dai luoghi pieni di vita,
foglie, sterpi, fango, retrocortili,
come un fumatore fra gente che ha smesso di fumare,
come un amante da chi ha rinunciato all’amore.
Oh, tu lo pensi da tanto, le dissi,
sembra una poesia.
A me spetta il finale, eccolo:
io sono ferito leggermente,
ferito molto leggermente
e goffamente sanguinante
in tempo di pace.

Georgi Gospodinov (https://en.wikipedia.org/wiki/Georgi_Gospodinov)


https://thumbs.dreamstime.com/t/h%C3%A4rlig-ledsen-flicka-vid-f%C3%B6nstret-hemma-86697530.jpg

Enribello
02-April-2019, 19:26
A volte ci si protegge dall’amore
con un altro amore, dalle onde
stando con la testa sotto l’acqua.
Dal dolore si passa facendosi sottili
come una luce d’alba che subito finisce.

Stefano Raimondi

https://jstonelyphotography.files.wordpress.com/2013/10/drowning-by-alban-grosdidier-yatzer-201.jpg?w=143&h=143&crop=1
foto presa dal web

Enribello
26-August-2019, 14:50
Io amavo
è passato tanto tempo
e troppa solitudine
ha colmato l’assenza
così ho raccolto
tutte le lacrime
in vane e scarse poesie.
Ho sfigurato
il mio cuore
in attesa di miracoli
e si sa quelli avvengono
nelle fiabe
o accadono ai buoni
così lo specchio
del mio sentire
è impazzito
infrangendosi
nelle troppe mani
che l’hanno toccato.
Io amavo punto
e forse a capo.

Lucia Ferrara

https://i.mycdn.me/i?r=AzEPZsRbOZEKgBhR0XGMT1RkQAaR44dOs8_d-Ni8H8UIsaaKTM5SRkZCeTgDn6uOyic
foto presa dal web

Enribello
11-January-2020, 11:11
Dieci anni senza te. Così succede.
I giorni procedono costanti, pietosa
routine che non attrae nessuno.
Come studioso disciplinato, già ne ricompongo
i frammenti, oltre ogni congettura
stabilisco sequenze precise di dolore.
Perché così è corretto trovare dolore
in un’arte desolata, come in una cosa restaurata:
le parole da tanto perdute di scelta e d’addio.

Goffrey Hill

http://www.sinaimg.cn/dy/slidenews/5_t160/2015_30/30939_1244864_559617.jpg
foto presa da:
https://www.deviantart.com/aufzehengehen/art/Jesse-387867438

Enribello
12-May-2020, 09:33
Se la felicità esiste,
come tu sostieni,
sarà ellittica, avulsa
dal luogo designato.
Come identificarla
tra le forme cangianti
dell’inatteso dolore…

Ottavio Rossani

https://hajraegeszseg.hu/data/image/150x200/2020/03/18/girl-218706_1280.jpg
foto presa dal web

Andrea
21-October-2020, 13:58
C’è sempre qualcosa che si può fare con il dolore.

Tua madre lavora a maglia.

Fa sciarpe in tutte le tinte di rosso.

Erano per Natale, e ti hanno tenuto al caldo

mentre lei si risposava

e poi divorziava

e si risposava

e ti portava con sé.

Louise Glück
premio Nobel per la letteratura 2020

Rupert
21-October-2020, 14:50
C’è sempre qualcosa che si può fare con il dolore.

Tua madre lavora a maglia.

Fa sciarpe in tutte le tinte di rosso.

Erano per Natale, e ti hanno tenuto al caldo

mentre lei si risposava

e poi divorziava

e si risposava

e ti portava con sé.

Louise Glück
premio Nobel per la letteratura 2020


Poesia stupenda. Grazie Andrea.
Mi permetto di postare il testo originale e integrale, comprendente anche la metà del testo che manca nella versione italiana che hai postato.

Love Poem

There is always something to be made of pain.
Your mother knits.
She turns out scarves in every shade of red.
They were for Christmas, and they kept you warm
while she married over and over, taking you
along. How could it work,
when all those years she stored her widowed heart
as though the dead come back.
No wonder you are the way you are,
afraid of blood, your women
like one brick wall after another.

(Traduzione della parte mancante: come poteva funzionare, /se per tutti quegl'anni a stivato il prprio cuore vedovo / come se i morti tornassero in dietro. / Non c'è da meravigliarsi che tu sia come sei, / spaventato dal sangue, le tue donne / come un muro di mattoni dopo l'altro).

Enribello
15-November-2022, 11:17
Quando ti ho lasciato


Hai notato un sorriso sul mio viso,
e hai misurato la mia vita
in iarde di giorni felici
che mi aspettano da qualche parte.
E solo la terra bruna ha udito
il pianto silenzioso dei miei passi,
quando ti ho lasciato.
E solo l'erba morbida
calpestata e schiacciata dal mio passo esitante
sentiva
il mio cuore scorrere
nei tacchi alti delle mie scarpe
bloccandoli sul posto
nella silenziosa speranza,
che
tu potessi richiamarmi.
Ma il primo albero sul ciglio della strada
saggio come un profeta dalla solitudine e dall'abbandono,
piegato a terra dal vento e dalla tempesta,
teneva pronto per me
il fresco telo d'ombra steso
per nascondere la tristezza nei miei occhi.

Rachel Korn

Enribello
17-February-2024, 10:24
E LE NUVOLE SI ACCUMULAVANO


Sembrava il tipo di vita che volevamo.
Fragole di bosco e panna al mattino.
La luce del sole in ogni stanza.
E noi a camminare nudi sulla riva.
Qualche sera, però, ci siamo trovati
incerti sul domani.
Come attori tragici d’un teatro in fiamme,
con gli uccelli a ruotare in cerchio sulle nostre teste,
ed i pini scuri inspiegabilmente ancora lì fermi,
abbiamo calpestato ogni roccia insanguinata dal tramonto.
E poi di nuovo sul nostro terrazzo a sorseggiare vino.
Perché sempre questo senso di tragico finire?
Nuvole dalle sembianze quasi umane si ammassavano
all’orizzonte, mentre ogni cosa era piacevole
nell’aria mite ed il mare sereno.
Poi la notte ancora ci sorprese, una notte senza stelle.
Mentre tu accendevi una candela, nuda la portavi
in camera da letto ed in fretta la spegnevi,
ancora lì, inspiegabilmente fermi nel buio, i pini e l’erba.


CHARLES SIMIĆ