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daniela
04-January-2014, 23:12
Non conosco molte poesie di poeti statunitensi, potrebbe essere interessante cercarne alcune...


Continuità

Niente è mai veramente perduto, o può essere perduto,
Nessuna nascita, forma, identità - nessun oggetto del mondo.
Nessuna vita, nessuna forza, nessuna cosa visibile;
L'apparenza non deve ostacolare, né l'ambito mutato confonderti il cervello.
Vasto è il Tempo e lo Spazio, vasti i campi della Natura.
Il corpo, lento, freddo, vecchio - cenere e brace dei fuochi d'un tempo,
La luce velata degli occhi tornerà a splendere al momento giusto;
Il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;
Alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della primavera,
Con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.

Walt Whitman

daniela
04-January-2014, 23:17
COSÌ PICCOLE MANI

Il tuo più tenue sguardo
facilmente mi aprirà
benché abbia chiuso me stessa
come dita
sempre mi apri petalo per petalo
come la primavera fa
toccando accortamente
misteriosamente la sua
prima rosa
e io non so quello che c'è
in te che chiude e apre
solo qualcosa in me
comprende che è più
profonda la luce dei tuoi
occhi di tutte le rose.
Nessuno... neanche
la pioggia ha...
Così piccole mani.

Edward Estlin Cummings

daniela
04-January-2014, 23:20
L'amplesso delle aquile

Lungo la strada che costeggia il fiume (mia pomeridiana passeggiata, mio ristoro),
Alto nell'aria, improvviso, un rumore smorzato, due aquile in amore,
L'impetuoso avido contatto, l'unione alta nello spazio,
Artigli che si afferrano, s'intrecciano, una ruota selvaggia, viva, turbinante,
Quattro ali che battono, due becchi, una massa vorticosa strettamente avvinghiata,
Che cala in cerchi, si rovescia, s'arrotola, cade giù a precipizio,
Finché sul fiume sospesi, ancora uniti, la calma d'un istante,
Un immobile muto bilanciarsi nell'aria, poi il distacco, gli artigli che si sciolgono,
Le ali lente e salde nuovamente piegate verso l'alto, i loro voli diversi, separati,
Lei il suo, lui il suo, seguendo.

Walt Whitman

daniela
05-January-2014, 12:54
Fuori posto

Brucia all’inferno questa parte di me
che non si trova bene in nessun posto
mentre le altre persone trovano cose
da fare nel tempo che hanno
posti dove andare insieme
cose da dirsi.

Io sto bruciando all’inferno
da qualche parte nel nord del Messico.

Qui i fiori non crescono.

Non sono come gli altri
gli altri sono come gli altri.

Si assomigliano tutti:
si riuniscano
si ritrovano
si accalcano
sono allegri e soddisfatti
e io sto bruciando all’inferno.

Il mio cuore ha mille anni.
Non sono come gli altri.

Morirei nei loro prati da picnic
soffocato dalle loro bandiere
indebolito dalle loro canzoni
non amato dai loro soldati
trafitto dal loro umorismo
assassinato dalle loro preoccupazioni.

Non sono come gli altri.
Io sto bruciando all’inferno.

L’inferno di me stesso.

CHARLES BUKOWSKI

daniela
05-January-2014, 12:56
PIOGGIA

Un'orchestra sinfonica.
scoppia un temporale,
stanno suonando un'overture di Wagner
la gente lascia i posti sotto gli alberi
e si precipita nel padiglione
le donne ridendo, gli uomini ostentatamente calmi,
sigarette bagnate che si buttano via,
Wagner continua a suonare, e poi sono tutti
al coperto. vengono persino gli uccelli dagli alberi
ed entrano nel padiglione e poi c'è la Rapsodia
Ungherese n. 2 di Liszt, e piove ancora, ma guarda,
un uomo seduto sotto la pioggia
in ascolto. il pubblico lo nota. si voltano
a guardare. l'orchestra bada agli affari
suoi. l'uomo siede nella notte nella pioggia,
in ascolto. deve avere qualcosa che non va,
no?
è venuto a sentire
la musica.

CHARLES BUKOWSKI

daniela
05-January-2014, 12:59
Sì sì

Quando Dio creò l'amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l'odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra

Quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo

Ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.

CHARLES BUKOWSKI

daniela
05-January-2014, 13:11
L'ultima poesia scritta da Sylvia Plath porta la data del 5 febbraio 1963. Si chiama "Edge", "Limite". Sylvia Plath è sulla soglia. Quella soglia che varcherà la notte tra il 10 e l'11 febbraio, sigillando con lo scotch ogni fessura della cucina nella quale si era chiusa, e posando la testa all'interno del forno, il gas aperto.
Aveva in precedenza sigillato la camera dei bimbi, perchè il gas non arrivasse fin lì, e lasciato accanto ai loro lettini il latte e il pane con il burro per la colazione.


Limite

La donna ora è perfetta
Il suo corpo

morto ha il sorriso della compiutezza,
l'illusione di una necessità greca

fluisce nei volumi della sua toga,
i suoi piedi

nudi sembrano dire:
Siamo arrivati fin qui, è finita.

I bambini morti si sono acciambellati,
ciascuno, bianco serpente,

presso la sua piccola brocca di latte, ora vuota.
Lei li ha raccolti

di nuovo nel suo corpo come i petali
di una rosa si chiudono quando il giardino

s'irrigidisce e sanguinano i profumi
dalle dolci gole profonde del fiore notturno.

La luna, spettatrice nel suo cappuccio d'osso,
non ha motivo di essere triste.

E' abituata a queste cose.
I suoi neri crepitano e tirano.

Sylvia Plath

daniela
06-January-2014, 12:41
UNA CAPANNA NELLA RADURA


Nebbia
Quelli che in questa casa riposano, non credo
sappiano dove sono.


Fumo
Sono stati qui a lungo,
hanno respinto il bosco che circondava casa,
l’hanno diviso in due tracciandovi un sentiero.


Nebbia
Però dubito ancora sappiano dove vivono.
Mai, temo, lo sapranno. Il sentiero è un conforto,
per questo lo mantengono: possono visitare
altri che come loro sono smarriti e ai quali
sentirsi vicini, non nello spazio ma nelle difficoltà.


Fumo
Io sono lo spettro vigile del fumo
che uscendo dal camino si piega in un verso
o nell’altro alla luce delle stelle.
Non voglio che si disperi della loro felicità.


Nebbia
Nessuno – non io, certo – li darebbe per persi
solo perché non sanno dove sono.
Io, la copia più umida del fumo, a notte esalo
dal suolo del giardino, ma non salgo più in alto
delle piante. Solo ovatto il paesaggio. Ecco
chi sono. Non più estranea di te al loro destino.


Fumo
Avranno ormai imparato la lingua dei nativi.
Perché non domandano a loro dove sono?


Nebbia
Lo fanno spesso, ma nessuno
ne sa più di loro. Lo chiedono perfino
ai filosofi che li osservano dal pulpito.
Domandano a chiunque si possa domandare –
con la profonda fede che l’esperienza fatta
prenderà fuoco a illuminare il mondo.
Apprendere fu parte della loro religione.


Fumo
Se verrà mai il giorno che sapranno chi sono
capiranno anche meglio dove sono.
Ma chi sono è difficile da credere –
per loro e per il mondo che li guarda.
Sono troppo improvvisi per essere credibili.


Nebbia
Ascoltali, nel buio bisbigliano parlando di domani
e di quel che sarà. Hanno spento la luce,
non i loro pensieri. Fingiamo che le gocce
di rugiada stillanti dalla gronda siamo noi
che origliamo la loro insonnia inquieta –
nebbia e fumo che origliano una bruma –
e forse riusciremo a distinguere il basso dal soprano.


Meglio di fumo e nebbia chi potrebbe apprezzare
lo spirito affine di una bruma interiore?


Robert Frost
Traduzione di Francesco Dalessandro

daniela
06-January-2014, 20:05
Ragazza ignota in reparto maternità

Bimbo, la corrente del respiro ha sei giorni.
Piccola nocca t'accoccoli sul letto bianco,
piccolo e forte, come una chiocciola rattratto
ti rannicchi al seno.
Le labbra sono animali, sei nutrito con amore.

All'inizio la fame non è errore.
Tentennano le cuffiette le infermiere,
su ceste a rotelle sei pascolato
con la nidiata dei senza nido,
lungo corridoi inamidati.
La tua testa al mio tocco s'inclina,
vacilla piano come una tazzina.
Senti l'appartenenza.
Ma questo è un letto istituzionale.
Non farai per molto la mia conoscenza.

I dottori sono smaltati.
Vogliono sapere i fatti.
Si chiedono dell'uomo che mi ha lasciato,
un'anima pendolo che viene e che va
e come sempre ti lascia piena di bambino.
Ma la nostra cartella clinica rimane vuota.
Ti ho lasciato crescere, non ho fatto altro.
Ora siamo qui, guardati da tutto il reparto.
Hanno pensato che fossi strana
Anche se non ho detto una parola.
Sono esplosa e svuotandomi di te
ti ho lasciato imparare cos'è l'aria.
I dottori fanno grafici d'indovinelli.
Volgo la testa altrove. Io non lo so.

È tua la sola faccia che riconosco.
Ossa da ossa mi bevi le risposte.
Sei volte al giorno soddisfo il tuo bisogno,
le tue labbra animali,
il tepore della pelle che si fa paffuta.
Vedo schiudersi le tendine degli occhi.
Sono pietre blu, il muschio va sparendo.
Sbatti le palpebre stupito,
e mi chiedo cosa vedi
strano parente che turbi il mio silenzio.
Sono un riparo di menzogne.
Dovrei di nuovo imparare a parlare,
o senza speranza di salute mentale
potrò toccare un viso che riconosco?

Nel corridoio ritornano le ceste.
Le mie braccia ti calzano a pennello,
avvolgono le lanose infiorescenze
dei tuoi salici piangenti,
l'arnia ronzante d'api dei tuoi nervi,
i muscoli e le grinze dei primi giorni.
La tua faccia da vecchino
disarma le infermiere.
I dottori mi rimproverano ancora.
Parlo allora. È a te che il mio silenzio nuoce.
Dovevo saperlo. Devo far scrivere qualcosa.
La voce s'allarma nella gola:
''Nome del padre: nessuno''.
Ti tengo fra le braccia e ti nomino bastardo.

E anche questa è fatta. Non ho più
niente da dire, niente da perdere.
Altre hanno già trafficato vita
e non potevano parlare.
Mi rattrappisco per evitare
i tuoi occhi gufigni, mio fragile ospite.
Sfioro le tue guance come fiori. Al contatto
illividisci. Ci disconosciamo. Sono
l'insenatura che t'accoglie, lo scoglio
contro cui ti frangi. Ti stacchi. Scelgo
l'unica via per te, piccolo erede,
e ti do via, squassando i noi stessi che perdiamo.
Va' bimbo che non sei nulla più d'un mio peccato.

Anne Sexton

daniela
08-January-2014, 23:41
Le isole desiderabili

Per tempesta le raggiungi e dalle tempeste ti liberi.
Di lontano intraviste, la prima è cupa di tinta,
ma, da vicino, verde; e sulla costa il mare
fa un tuono basso e una nebbia di rugiada prismatica.

Ma entroterra, dove il sonno che avvolge le colline
un sonno più sognante istilla, il rapimento di Dio,
su altopiani alonati, nel deliquio di brezze vagabonde,
palme lente ondeggianti salutano il cipresso d'amore
giù per la valle dove ruscelli ciottolosi modulano
un canto per lenire ogni gioia e ogni dolore.

Mirti muschi son qui in molte vallate,
dove, a greggi, che miriadi giacciono dalle guance infuocate
che il sogno increspa: affatto inconsapevoli dormono,
mentre senza fine le onde sulle spiagge muoiono.

Herman Melville

daniela
08-January-2014, 23:53
L'ULTIMA ROSA DELL'ESTATE

Ecco l’ultima rosa dell’estate
che va via sfiorendo da sola.
Tutte le sue graziose compagne
sono già appassite e scomparse.
Nessun fiore della sua famiglia,
nessun bocciolo di rosa le è vicino
a riflettere il lieve arrossire
a dare un sospiro per un sospiro.
Io non ti lascerò sola
mentre langui sul tuo stelo
Fino a che l’amore dorme,
va e dormi con loro.
Così gentilmente cospargo
con i tuoi petali il letto
dove gli sposi del tuo giardino
giacciono senza profumo e inerti.
Possa io seguirti presto
quando gli amici partiranno
e le gemme cadranno dal cerchio brillante di luce.
Quando i veri cuori sono appassiti
e quelli affettuosi sono gonfi
Chi potrebbe abitare questo buio mondo, da solo?

Gertrude Stein

Aleciccio
09-January-2014, 09:38
Gli Alieni

puoi pure non crederci
ma c’è della gente
che attraversa la vita con molto poco
attrito o angoscia.
vestono bene, mangiano bene, dormono bene.
sono soddisfatti della loro vita familiare.
hanno momenti di dolore
ma tutto sommato nessuno li disturba
e spesso stanno decisamente bene.
e quando muoiono
è una morte facile, solitamente nel sonno.
puoi pure non crederci
ma la gente così esiste.
anche se io non sono uno di loro.
eh no, io non sono uno di loro.
non ci vado nemmeno vicino
a essere uno di loro
però loro sono lì
e io sono qui.

Charles Bukowski

Aleciccio
09-January-2014, 09:39
Siate cauti con le parole,
anche con quelle miracolose.
Per le miracolose facciamo del nostro meglio,
a volte sciamano come insetti
e non lasciano una puntura ma un bacio.
Possono essere buone come dita.
Possono essere sicure come la roccia
su cui incolli il culo.
Ma possono essere margherite e ferite.
Io sono innamorata delle parole.
Sono colombe che cadono dal tetto.
Sono sei arance sacre sedute sul mio grembo.
Sono gli alberi, le gambe dell’estate,
e il sole, il suo volto appassionato.
Ma spesso non mi bastano.
Ci sono così tante cose che voglio dire,
tante storie, immagini, proverbi, ecc.
Ma le parole non sono abbastanza buone,
quelle sbagliate mi baciano.
A volte volo come un’aquila
ma con le ali di un passero.
Ma cerco di averne cura
e di essere gentile con loro.
Le parole e le uova devono essere maneggiate con cura.
Una volta rotte
sono cose impossibili da aggiustare.

Anne Sexton

Aleciccio
09-January-2014, 09:46
Morirò sotto il sole di Miami,
In un giorno in cui il sole splenderà,
Un giorno come i giorni che ricordo, un giorno come gli altri,
Un giorno che nessuno riconosce o ricorda più,
E allora il sole splenderà sugli occhiali scuri degli stranieri
E sugli occhi dei pochi amici dell’infanzia
E dei cugini ancora vivi attorno alla tomba,
Mentre i becchini, da parte, sotto l’ombra ferma delle palme,
Fumeranno appoggiati alle loro pale,
Parlando sottovoce in spagnolo, per rispetto.
Credo sarà una domenica come oggi,
Eccetto che ci sarà il sole e non pioverà più
Né soffierà il vento che oggi piegava i cespugli;
E credo sarà una domenica perché oggi,
Quando ho tirato fuori questa carta per scrivere,
Mai niente mi è sembrato così vuoto: la mia vita,
Queste parole, la carta, la domenica grigia;
E il mio cane tremava sotto il tavolo
Per il temporale, guardandomi senza capire,
E mio figlio leggeva in silenzio, e mia moglie dormiva.
Donald Justice è morto. Una domenica il sole è uscito fuori,
Splendeva sulla baia, sugli edifici bianchi,
Le macchine passavano lente come sempre, così tante,
Alcune con i fari accesi nonostante il sole,
E più tardi i becchini con le loro pale
Sono tornati alla tomba sotto il sole
E uno ha ficcato la sua pala nella terra
Per spostare qualche zolla, la marna
Nera di Miami, e ha disperso la terra, e ha sputato,
Voltando le spalle bruscamente, per rispetto.

Donald Justice

Aleciccio
09-January-2014, 09:58
MOLTI ZERO

Senza voce l'insegnante si alza davanti a una classe
di pallidi bambini dalle labbra serrate.
La lavagna alle sue spalle tanto nera quanto il cielo
che dista anni luce dalla terra.

È il silenzio che l'insegnante ama,
il gusto dell'infinito che trattiene.
Le stelle come le impronte di denti sulle matite dei bambini.
Ascoltatelo, dice felice.

CHARLES SIMIC

Claire
09-January-2014, 12:19
Possedendo Tutto

Per il tuo bene ho detto che loderò la luna,
racconterò il colore del fiume,
troverò nuove parole per il tormento
e l'estasi dei gabbiani.

Perché tu sei vicina,
tutto ciò che gli uomini fanno, osservano
o piantano è vicino, è mio:
i gabbiani che fremano piano, cantano piano
sulle lance del vento;
il cancello di ferro sopra il fiume;
il ponte che tiene tra dita di pietra
la sua fredda, collana luminosa, di perle.

I rami delle piante sulla sponda,
come mappe tremanti di fiumi
chiamano la luna in cerca di un alleato
per recuperare i loro viaggi affilati
dal cielo buio,
ma il cielo nulla risponde.
I rami emettono un suono soltanto
rivolto a miglia di vento.

Con il tuo corpo e le tue parole
hai parlato per ogni cosa,
mi hai derubato del mio essere straniero,
mi hai reso una cosa sola
con la radice, il gabbiano e la pietra,
e poiché io ti dormo tanto vicino
non posso abbracciarli
né avere un amore che sia mio, per loro.

Hai paura che ti lasci.
Non ti lascerò.
Solo gli stranieri viaggiano.
Possedendo tutto,
non ho alcun luogo dove andare.

Leonard Cohen

Da Le spezie della terra

daniela
15-January-2014, 23:44
Canzone


Ama il tuo sogno
ogni inferiore amore disprezzando,
ama il vento
ed accorgiti qui
che solo i sogni possono esistere veramente,
perciò in sogno a raggiungerti m’avvio.

Ezra Pound

daniela
15-January-2014, 23:45
L’albero m’è penetrato nelle mani,
La sua linfa m’è ascesa nelle braccia,
L’albero m’è cresciuto nel seno -
Profondo,
I rami spuntano da me come braccia.
Sei albero,
Sei muschio,
Sei violette trascorse dal vento -
Creatura – alta tanto – tu sei,
E tutto questo è follia al mondo.

EZRA POUND

daniela
15-January-2014, 23:47
COMMIATO DA UN AMICO

Montagne azzurre a nord della muraglia,
Orlate da un bianco fiume;
Qui ci dobbiamo separare
E incamminarci per mille miglia d'erba morta.
La mente, come una gran nube veleggiante,
Tramonto, come vecchi amici che si lasciano
Inchinandosi, su mani congiunte, a distanza.
L'uno all'altro nitriscono i cavalli
mentre ci distacchiamo.


EZRA POUND

daniela
21-January-2014, 22:49
L'arte di perdere

L'arte di perdere non è difficile da imparare;
così tante cose sembrano pervase dall'intenzione
di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro.

Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento
delle chiavi perdute, dell'ora sprecata.
L'arte di perdere non è difficile da imparare.

Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta:
luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare.
Nessuna di queste cose causerà disastri.

Ho perduto l'orologio di mia madre.
E guarda! L'ultima, o la penultima, delle mie tre amate case.
L'arte di perdere non è difficile da imparare.

Ho perso due città, proprio graziose.
E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un disastro.

Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato). Questa è la prova. È evidente,
l'arte di perdere non è difficile da imparare,
benché possa sembrare un vero (scrivilo! ) disastro.

Elizabeth Bishop

daniela
21-January-2014, 22:59
Harriet

Una mosca insistente, dorso azzurro, grossa come un pollice – così grossa,
sembra apocalittica nella nostra casa -
sbatte avanti e indietro attraverso il letto della camera della bimba
guardato da un manicomio di animali imbottiti,
nessuno di loro un guerriero. È come un aeroplano
che spolvera frutteti o arabi sul video -
uno dei potenti… uno dei deboli. Inciampa
e picchia il capo di qua e di là,
rendendo più corta una vita malsana e breve.
La uccido, e si aggiunge un altro istante
alla spaventosa manomorta di effimeri:
chiavi, legno corroso dal mare, gusci di ricci
che tu ammucchi con gioia… una mosca morta
spazzata sotto il tappeto, che s’aggrinzisce appagata.

Robert Lowell

Claire
21-January-2014, 23:01
ancora una della Bishop:

Insonnia


La luna nello specchio del comò
guarda milioni di miglia lontano
(e forse con orgoglio, a se stessa,
ma non sorride, non sorride mai)
via lontano lontano oltre il sonno,
o forse è una che dorme di giorno.
Se l’Universo volesse abbandonarla,
lei gli direbbe di andare all’inferno,
e troverebbe una distesa d’acqua
o uno specchio, sul quale indugiare.
Tu dunque metti gli affanni in un sacco
di ragnatele e gettalo nel pozzo
nel mondo alla rovescia dove
la sinistra è sempre la destra,
dove le ombre in realtà sono corpi,
dove restiamo tutta notte svegli,
dove il cielo ha tanto poco spessore
quanto è profondo il mare e tu mi ami d’amore.

Elizabeth Bishop

daniela
13-February-2014, 23:33
Isole

Ovunque guardo tu sei isole
una costellazione di fiori che soffiano sul mare
isole profondamente forestate montagnose e fuochi
fragranti sull'oceano che luccica
alla radice un fuoco

tutta la mia vita desideravo toccare la tua caviglia
che scorre verso la sua spiaggia
mi areno in te
ascolto
ti vedo in mezzo a foglie immobili
riguardo di fonte rocciosa
presso il sole la luna e le stelle

cascate dell'isola e i loro echi
sono la tua voce le tue spalle il tutto di te eretta
e ti giri verso di me come se i tuoi piedi fossero nella nebbia
fiori uccelli i medesimi colori
del tuo respiro
i fiori volutamente hanno il tuo profumo
e gli uccelli costruiscono le loro piume
non per volare ma per
sentirsi come te

William Stanley Merwin

daniela
17-February-2014, 17:09
Buonanotte

Sono tanti i modi di dire buonanotte.

I fuochi d'artificio sul molo il 4 luglio
la scrivono con ruote rosse e raggi gialli.
Sibilano nell'aria, toccano l'acqua e si fermano.
I razzi tracciano una traiettoria d'oro e blu
e poi si spengono.

I treni di notte la formano con i fumaioli che innalzano funghi di colonne bianche.

I battelli disegnano una curva nel Mississippi lanciando un grido baritono che
attraversa i campi di cotone fino ai crinali delle colline.

È facile dire buonanotte.
Tanti sono i modi di dire buonanotte.


Carl Sandburg

Andrea
17-February-2014, 18:21
Un altro motivo per cui non tengo in casa un fucile

Il cane dei vicini non smetterà di abbaiare.
Abbaia con lo stesso abbaiare ritmico e acuto
con cui abbaia ogni volta che vanno via.
Mi sa che lo accendono uscendo.

Il cane dei vicini non smetterà di abbaiare
chiudo tutte le finestre di casa
e metto su una sinfonia di Beethoven a tutto volume
ma riesco ancora a sentirlo attutito sotto la musica,

abbaia, abbaia, abbaia,
e ora lo vedo sedere nell'orchestra
tranquillo a testa alta come se Beethoven
avesse incluso una parte per cane abbaiante.

Quando finalmente il disco termina sta ancora abbaiando,
seduto ad abbaiare nella sezione degli oboi,
gli occhi fissi al direttore che lo sta
implorando con la bacchetta

mentre gli altri musicisti ascoltano in rispettoso
silenzio il famoso assolo di cane abbaiante,
quella coda interminabile che per prima affermò
Beethoven come un genio innovatore.

Billy Collins

Claire
18-February-2014, 13:08
LA VOCE DELLA PIOGGIA

E tu chi sei? chiesi alla pioggia che scendeva dolce,
e che, strano a dirsi, mi rispose, come traduco di seguito:
sono il Poema della Terra, disse la voce della pioggia,
eterna mi sollevo impalpabile su dalla terraferma e dal mare insondabile,
su verso il cielo, da dove, in forma labile,
totalmente cambiata, eppure la stessa,
discendo a bagnare i terreni aridi, scheletrici,
le distese di polvere del mondo,
e ciò che in essi senza di me sarebbe solo seme, latente, non nato;
e sempre, di giorno e di notte, restituisco vita alla mia stessa origine,
la faccio pura, la abbellisco;
(perché il canto, emerso dal suo luogo natale,
dopo il compimento, l'errare,
sia che di esso importi o no,
debitamente ritorna con amore.)

Walt Whitman

daniela
18-February-2014, 23:41
Abbi cura



Dalla finestra la vedo chinarsi sulle rose
reggendole vicino al fiore per non
pungersi le dita. Con l'altra mano taglia, si ferma e
poi taglia ancora, più sola al mondo
di quanto mi sia mai reso conto. Non alzerà
lo sguardo, non subito. E' sola
con le rose e con qualcosa che riesco solo a pensare, ma non
a dire. So bene come si chiamano quei cespugli

regalatici per le nostre nozze tardive: Ama, Onora e Abbi Cura...
è quest'ultima la rosa che all'improvviso mi porge, dopo
essere entrata in casa tra uno sguardo e l'altro. Ci affondo
il naso, ne aspiro la dolcezza, lascio che mi s'attacchi addosso - profumo
di promessa, di tesoro. Le prendo il polso perché mi venga più vicina,
i suoi occhi verdi come muschio di fiume. E poi la chiamo, contro
quel che avverrà: moglie, finché posso, finché il mio respiro, un petalo
affannato dietro l'altro, riesce ancora a raggiungerla.



Raymond Carver

daniela
18-February-2014, 23:44
Ultimo frammento






E hai ottenuto quello che
volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos'è che volevi?
Potermi dire amato, sentirmi


amato sulla terra

Raymond Carver

daniela
28-February-2014, 23:33
Cammino sotto le stelle lontane
come facevo da piccolo con mio fratello, come facevo
in quelle lunghe, fredde notti di S. Francisco,
che sembravano non avere limiti
solo viali di colonne e sempreverdi, senza muri.
E guardo in alto e vedo gli spazi tra le stelle
penso alle nebbie e alle miglia che le separano,
cosa attraverseremmo per essere insieme.
Così mi ritrovo a Churchill Street
tornando a casa dal negozio
gli occhi rivolti ai densi gruppi
che crepitano nella notte.
E sento di nuovo la domanda che dimora
nelle nostre menti
sull’idea che è dietro all’uomo
il suo posto nell’universo
e l’universo,
il suo posto nell’uomo.
E resto come quando avevo otto anni
con lo stupore di cos’è a creare tutto,
l’infinità tra ciascuna luce
e l’eternità di una.
E sono muto con la domanda

John Wieners

Aleciccio
04-March-2014, 10:52
La sigaretta migliore

Ce ne sono molte che mi mancano,
dopo aver gettato dal finestrino dell’auto l’ultima,
scintillante, lungo la strada, una notte, anni fa.

Quelle canoniche, naturalmente:
dopo aver fatto sesso, le due punte luminose
ora luci di un’unica nave;
alla fine di una lunga cena
con altro vino in arrivo
e un cerchio di fumo che fluiva nel lampadario;
o su una spiaggia bianca
stretta fra le dita ancora bagnate dalla nuotata.

Così agrodolci queste punteggiature
di fiamma e gestualità;
ma le migliori erano in quelle mattine
quando qualche piccola cosa
cominciava a prendere forma
alla macchina da scrivere,
il sole che brillava alle finestre,
con Berlioz, magari, in sottofondo.
Andavo in cucina per un caffè
e tornavo alla pagina,
ripiegata nel rullo,
me ne accendevo una e sentivo
il secco afflusso mescolarsi al gusto scuro del caffè.

Poi diventavo la locomotiva di me stesso
che lasciava dietro di sé, mentre tornavo al lavoro,
piccoli sbuffi di fumo
indici del progresso,
segni di laboriosità e pensiero,
il segnale che diceva al diciannovesimo secolo
che avanzava.
Quella era la sigaretta migliore,
quando fumante entravo nello studio
pieno di speranze vaporose
e me ne stavo lì, in piedi,
con la grande lampada del mio volto
che illuminava le parole disposte in linee parallele.

Billy Collins

daniela
10-March-2014, 23:31
Bene, figliolo, te lo dirò:
la vita per me non è stata una scala di cristallo.
Ci furono chiodi
e schegge
ed assi sconnesse,
e tratti senza tappeti sul pavimento
nudi.

Ma per tutto il tempo
seguitai a salire
e raggiunsi pianerottoli,
e voltai angoli
e qualche volta camminai nel buio
dove non v'è spiraglio di luce.

Così, ragazzo, non tornare indietro.
Non fermarti sui gradini
perché trovi ardua l'ascesa.
Non cadere ora
perché io vado avanti, amor mio,
continuo a salire
e la vita per me non è stata una scala di cristallo.

Langston Hughes

Claire
13-March-2014, 11:19
La carta geografica

La terra sta sull’acqua, ombrata in verde.
Le ombre, o sono secche?, vi ricalcano
la linea di scogliere invase d’alghe
che dal blu schietto inclinano al verde.
O la terra si china a sollevare il mare dal profondo
e senza batter ciglio se ne avvolge?
Lungo il banco di sabbia fulvo
la terra tira il mare dal profondo?
L’ombra di Terranova è stesa immobile.
Il Labrador è giallo dove l’ha lubrificato
l’ eschimese lunare. Possiamo carezzare queste baie
leggiadre sottovetro come dovessero sbocciare
o far da gabbia pulita a pesci invisibili. I nomi
delle località costiere sfociano nel mare,
i nomi delle città attraversano i monti circostanti
- e il tipografo in preda a un’emozione
spropositata qui va in visibilio.
Le penisole palpano l’acqua tra i polpastrelli
come fanno le donne con gli scampoli.
Sulla carta le acque sono più quiete della terra,
ne informano la forma con le onde:
e la lepre Norvegia scappa a sud a nascondersi
I contorni scandagliano il mare, in cerca della terra.
Sono assegnati o sta ai paesi scegliere i colori
che al carattere o alle acque proprie meglio si confanno?
E’ imparziale la topografia; Ovest o Nord equidistanti stanno.
Con più delicatezza degli storici, scelgono i cartografi i colori.

Elizabeth Bishop

daniela
02-April-2014, 23:26
AGGIUNTA

Quel che ho dimenticato di dirvi in quell’ultima poesia
se avete prestato un minimo di attenzione
è che l’amavo davvero allora....
La luce marittima negli ultimi versi
poteva sembrare artefatta
e lo stesso si poteva dire
delle molte lune immaginarie
che ho detto ruotavano sul nostro letto mentre dormivamo,
del cosmo racchiuso dalle pareti della stanza.
Ma la verità è che ci piaceva
fare lunghe passeggiate sulle spiagge ventose,
non le spiagge fra il mare di lei
e la terra simbolica di me,
ma le vere spiagge di conchiglie vuote,
mentre il sole sorge e l’acqua viene avanti e ritorna.

William Billy Collins

daniela
15-June-2014, 23:45
Fiorire è il fine
chi passa un fiore

Fiorire - è il fine - chi passa un fiore
con uno sguardo distratto
stenterà a sospettare
le minime circostanze

coinvolte in quel luminoso fenomeno
costruito in modo così intricato
poi offerto come una farfalla
al mezzogiorno -

Colmare il bocciolo - combattere il verme
ottenere quanta rugiada gli spetta -
regolare il calore - eludere il vento -
sfuggire all'ape ladruncola

non deludere la natura grande
che l'attende proprio quel giorno
essere un fiore, è profonda
responsabilità -

Emily Dickinson

daniela
17-January-2016, 15:38
Il senso evidente delle cose


Dopo che le foglie sono cadute, torniamo
al senso evidente delle cose. E’ come se
fossimo giunti alla fine dell’immaginazione,
trapassata in inerte sapere.
E’ difficile persino trovare l’aggettivo
per questo freddo vuoto, questa tristezza senza ragione.
La grande struttura è diventata una casa qualunque.
Nessun turbante traversa i pavimenti invecchiati.
Mai così tanto la serra bisognò che fosse dipinta.
Il camino ha cinquant’anni e si curva di lato.
Un incomparabile sforzo ha fallito, una ripetizione
nel ripetuto ritorno di uomini e mosche.
L’assenza di immaginazione doveva tuttavia
essere immaginata. Il grande stagno,
il suo senso evidente, irriflesso, le foglie,
il fango, l’acqua come vetro sporco, emanano un silenzio,
come il silenzio di un topo venuto a vedere,
il grande stagno e il suo spreco di gigli, tutto
si doveva immaginare, come una conoscenza inevitabile,
richiesta, siccome necessità richiede

Wallace Stevens

Enribello
29-January-2019, 15:39
CANZONE DEL LIUTO

Nessuno vuol essere la musa;
alla fine, tutti vogliono essere Orfeo.
Eroicamente ricostruito
(da terrore e dolore)
e poi travolgentemente bello;
ristabilita, in definitiva,
non Euridice, la compianta,
ma l'ardente
spirito di Orfeo, reso presente
non come essere umano, piuttosto
come pura anima resa
distaccata, immortale
attraverso un narcisismo deviato.
Ho fatto un'arpa di disastro
per perpetuare la bellezza del mio ultimo amore.
Eppure nella mia angoscia, così com'è,
rimane la lotta per la forma
e i miei sogni, se parlo apertamente,
hanno meno il desiderio di essere ricordati
che il desiderio di sopravvivere,
che è, io credo, il più profondo desiderio umano.

LOUISE GLÜCK
(da Nuovi poeti americani, Einaudi, 2006 - Traduzione di Elisa Biagini)

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