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Visualizza la versione completa : IL PATTO DEL GIUDICE di Mimmo Gangemi



Rosy
24-December-2013, 14:23
Trama:
La città è infuocata dalla rivolta. Per un giorno e una notte imperversano neri armati di bastoni, catene, spranghe di ferro. Poi se ne riappropriano i padroni, loro con pistole, fucili, coltelli. Mohà, Lodit e Kwei si sono nascosti. La vendetta li raggiunge ugualmente. L'unico testimone degli omicidi è Taiwo, che scappa lontano. Qualche mese dopo, in un container scaricato al porto, duecento chili di cocaina: i carabinieri montano la guardia, la droga scompare lo stesso, un funzionario della dogana fa una brutta fine. Due indagini parallele affidate ad Alberto Lenzi, il "giudice meschino" magistrato indolente e indisciplinato e con un debole per le belle donne nato e cresciuto in quella terra dove crimine vuol dire 'ndrangheta e dove nulla è come sembra. Giostrando sul filo del pericolo il suo rapporto diretto - di ingannevole complicità e amicizia - con un potente capobastone, Lenzi decifrerà i due misteri intrecciati, e farà la sua giustizia.

Mio commento.

IL PATTO DEL GIUDICE è il primo romanzo di Mimmo Gangemi che leggo.
Un interessante Noir che si svolge in una terra che ritengo di conoscere abbastanza bene, pur vivendo lontanissimo: la Calabria, precisamente la piana di Gioia Tauro, con le sue contraddizioni, e la ‘ndrangheta che la fa da padrona.
Il romanzo racconta la lotta – in senso figurato- di un giovane magistrato, Lenzi, ed un vecchio boss della ‘ndrangheta, Don Mico Rota.
Le vicende che deve dipanare il magistrato sono due: l’uccisione di tre uomini di colore durante una rivolta dei braccianti contro lo sfruttamento, e la sparizione ( complice qualche doganiere?) di un grosso carico di cocaina dal porto.
In realtà , secondo me, benché sotto forma di giallo,la storia serve come pretesto all’autore Gangemi per “ raccontare” la sua Campania, e lo fa in modo eccellente, descrivendone luoghi, abitudini, persone.
Quello però che mi ha intrigato di questo romanzo è lo stile di scrittura, diverso da tutti.
A me ha ricordato, molto vagamente, il “camillerese” che tanto amo. Infatti questo scrittore scrive in italiano, ma con termini, modi di dire, che ricordano molto il dialetto calabrese. E rendono il romanzo diverso e particolare!

Consigliato , per chi ama il Noir all’italiana di qualità. 2128