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Visualizza la versione completa : Leggere, ma anche scrivere



DarkCoffee
24-November-2013, 14:29
Dopo aver letto questo articolo: Sappiamo ancora scrivere ed emozionare? (http://www.linkiesta.it/blogs/non-aprite-quelle-porte/sappiamo-ancora-scrivere-ed-emozionare) mi è venuta voglia di condividerlo con voi e di discutere come nel tempo è cambiata la scrittura.

Copio ed incollo l'articolo del link:
«Dammi un secondo, che prendo il blocchetto e lo appunto».
«Non puoi usare il telefono?»
«Beh sì, potrei, però...»
«E adesso cosa stai facendo?»
«Cerco una penna! Nella borsa non si trova mai niente».
«Ti rendi conto che a quest'ora col telefono avresti già finito?»
«Beh sì, però...»
«Però un *****! Sei antica, punto e basta».
Già, antica. Sono antica perché in borsa ho un'agenda di carta, un paio di blocchetti di carta e un astuccio con penne e matite, mentre l'appunto 2.0 richiederebbe solo una app.
«Va beh» replico un po' punta sul vivo, «mica uso penna d'oca e calamaio».
«No, ma ti piacerebbe. In quell'astuccio non ci sono anche inchiostri colorati?»
Touchée.
Ma il discorso, alla fine, gira a mio favore. Il mio amico, infatti, mi confessa che al lavoro non lascia più appunti su carta per nessuno.
«Non sono più capace di scrivere, mi sa. Con una tastiera puoi tornare indietro e cancellare, su carta no. E io mi sono accorto di non riuscire a scrivere una frase di getto, senza errori o ripensamenti. In più, usando sempre meno la penna, ho una calligrafia sempre più brutta».
Hai scoperto l'acqua calda, mi verrebbe da dirgli, ma mi limito ad un amorevole pat-pat sulla spalla.
È un argomento trito e ritrito questo – ah, i bei vecchi tempi etc etc – per cui soprassederò sulla noiosa filosofia spicciola che è venuta fuori dalla nostra discussione. Quello che mi preme raccontare è quello che è successo qualche giorno dopo.
«Ieri era il compleanno di mia moglie e, beh, ho fatto una cosa».
«Te ne sei dimenticato?»
«Ma no, le ho preso un regalo e poi mi sono fermato in cartoleria. Ho comprato della carta da lettere del suo colore preferito e le ho scritto quello che provo per lei. Ho dovuto stracciare il foglio diverse volte, ma poi bene o male ci sono riuscito. Non volevo il solito biglietto, volevo qualcosa che le rimanesse. Non una mail o cose così, qualcosa che potesse tenere in mano».
«E lei?»
«Ha pianto».
Ecco quello che, forse, dovremmo fare un po' più spesso: fermarci, prendere un foglio e una penna, scrivere, emozionare.

Rosy
24-November-2013, 18:16
Io scribacchio.
Credo - scusate la presunzione- di sapere ancora emozionare....
Scrivo su un giornale(tto) locale le cronache dei miei poveri ed ho:
1.incontrato un' audience che non immaginavo; le persone mi fermano per strada e mi chiedono chiarimenti o vogliono sapere..il seguito!
2. ho scoperto che il mondo della povertà in genere è totalmente ignorato( nel senso di non conosciuto) e che la gente legge volentieri le mie notizie e le mie storie.

A parte la povertà, sempre restando nel mio microcosmo, vi farò una confidenza: avendo una figlia super impegnata, super affannata, super...nonsochediavolo...ho scoperto che per colloquiare con lei di argomenti SERI, non mi resta che una strada. Scriverle.
Prima o poi mi legge ,riflette e mi risponde pure.
E in queste risposte scopro in lei una donna diversa dall'apparenza.

Scrivere? certo che è utile!!!!!!!!!!
Rosy:-P

daniela
24-November-2013, 21:39
Scrivere una lettera richiede più tempo rispetto a una telefonata, e la parola scritta e pensata risulta sicuramente molto più potente e più incisiva rispetto al parlato.
Anche leggere una lettera richiede di ritagliarsi il tempo adatto per la lettura e la riflessione.

Nelle situazioni di difficoltà la lettera diventa ancora più importante, perchè trasmette la Vita. Per chi è in carcere, scrivere e ricevere lettere significa davvero vivere e emozionarsi.
Una lettera scritta a mano risulta ancora più intima rispetto a una e-mail, anche la calligrafia trasmette molto della persona che l'ha scritta, dello stato d'animo e della cura con cui l'ha preparata.

Credo che nel tempo la scrittura, nel senso di abilità nello scrivere, sia molto peggiorata, si disimpara ciò che non si utilizza. Si usano frasi molto più brevi, più semplici, parole sempre più generiche, si conoscono sempre meno termini. Il linguaggio si è impoverito, mancano le parole, il tempo, la pazienza, la voglia, di scrivere una lettera.
Perchè scrivere richiede fatica, sforzo, tempo, riflessione: nel nostro mondo veloce e stressato, tutto questo scarseggia.

P.S. Trovo che la Neolingua immaginata da Orwell in 1984 sia purtroppo straordinariamente attuale.

DarkCoffee
27-November-2013, 17:39
Sono d'accordo con voi.
La scrittura su carta è sicuramente più emozionante e personale.
Personalmente, sono una di quelle persone che tiene ancora alle lettere d'amore http://www.gretastyle.altervista.org/_altervista_ht/Emoticon_Messenger/001/b.emoticon_innamorate/EmoticonVillageAmore%20(3).gif

Capisco quello che dice Daniela, perché purtroppo credo di far parte della cerchia delle persone che scrivono "in modo non elegante", diciamo così. Chissà forse col tempo e voglia riuscirò a migliorare.