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Visualizza la versione completa : Erri De Luca



Rosy
03-November-2011, 23:22
Dopo il thread su De Luca scrittore, non poteva mancare quello su De Luca poeta.
Anche in questo campo, come nei romanzi, Erri De Luca si rivela speciale: usa un linguaggio poetico , secondo me, diverso dagli altri, inconfondibile.
La sua poesia più nota - ed inizierei con quella - è anche una delle mie due sue preferite:

CONSIDERO VALORE.

Considero valore ogni forma di vita,

la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finchè dura il pasto,

un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato,

due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente,

e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua,

riparare un paio di scarpe,

tacere in tempo,

accorrere a un grido,

chiedere permesso prima di sedersi,

provare gratitudine senza ricordarsi di che.

Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord,

qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo,

la clausura della monaca,

la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l’uso del verbo amare

e l’ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.

ERRI DE LUCA

[youtube:3vw80i30]http://www.youtube.com/watch?v=1y-BC1uJxUc[/youtube:3vw80i30]

mancinerie
04-November-2011, 00:20
Mamm'Emilia

In te sono stato albume, uovo, pesce,
le ere sconfinate della terra
ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.

In te sono passato da cellula a scheletro
un milione di volte mi sono ingrandito,
fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.

Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota perché il vuoto
l’ho portato con me.

Sono venuto nudo, mi hai coperto
così ho imparato nudità e pudore
il latte e la sua assenza.

Mi hai messo in bocca tutte le parole
a cucchiaini, tranne una: mamma.
Quella l’inventa il figlio sbattendo le due labbra
quella l’insegna il figlio.

Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
da te ho ascoltato il primo libro
dietro la febbre della scarlattina.

Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,
a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,
a finire le parole crociate, ti ho versato il vino
e ho macchiato la tavola,
non ti ho messo un nipote sulle gambe
non ti ho fatto bussare a una prigione
non ancora,
da te ho imparato il lutto e l’ora di finirlo,
a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
non sono stato figlio.
Da te ho preso gli occhi chiari
non il loro peso
a te ho nascosto tutto.

Ho promesso di bruciare il tuo corpo
di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco
fratello del vulcano che ci orientava il sonno.

Ti spargerò nell’aria dopo l’acquazzone
all’ora dell’arcobaleno
che ti faceva spalancare gli occhi.

mancinerie
04-November-2011, 00:21
"Io te vurria vasà"

"Io te vurria vasà", sospira la canzone
ma prima e più di questo io ti vorrei bastare,
io te vurria abbastà,
come la gola al canto come il coltello al pane
come la fede al santo io ti vorrei bastare.
E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei bastare,
io te vurria abbastà.

"Io te vurria vasà", insiste la canzone
ma per un po' di meno di questo io ti vorrei mancare
io te vurria mancà,
più del fiato in salita
più di neve a Natale
di benda su ferita
più di farina e sale.

E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei mancare
io te vurria mancà.

mancinerie
04-November-2011, 00:22
Elogio dei piedi

Perché reggono l'intero peso.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella.
Perché non sanno accusare e non impugnano armi.
Perché sono stati crocefissi.
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l'appoggio.
Perché, come le capre, amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.

Rosy
15-November-2011, 22:27
Dopo


Non quelli dentro il bunker.
non quelli con le scorte
alimentari, nessuno città,
si salveranno insios, balti, masai,
beduini
protetti dal vento, mongoli su cavalli,
e poi uno di Napoli nascosto nel
Vesuvio,
un ebreo avvolto in uno sciame di parole,
per tradizione illesi
dentro fornaci ardenti.
Si salveranno più donne che uomini,
più pesci che
mammiferi,
sparirà il rock and roll, resteranno le preghiere,
scomparirà
il denaro, torneranno le conchiglie.
L'umanità sarà poca, meticcia,
zingara
e andrà a piedi. Avrà per bottino la vita
la più grande ricchezza
da trasmettere ai figli.


ERRI DE LUCA

Claire
15-November-2011, 22:40
Chi ha steso braccia al largo
battendo le pinne dei piedi
gli occhi assorti nel buio del respiro,
chi si è immerso nel fondo di pupilla
di una cernia intanata
dimenticando l’aria, chi ha legato
all’albero una tela e ha combinato
la rotta e la deriva, chi ha remato
in piedi a legni lunghi: questi sanno
che le acque hanno volti.
E sopra i volti affiorano
burrasche, bonacce, correnti
e il salto dei pesci che sognano il volo.

Erri De Luca

galloway
15-November-2011, 23:09
In un blog che ho abbandonato, ma che è ancora in rete, scrissi il il 10/2/2007 alle 21:49 quanto segue:

"Ho seguito l’intervista che Erri De Luca ha concesso alla 7TV nella trasmissione “Le invasioni barbariche”. Sono rimasto davvero colpito dalle parole di questo scrittore e poeta napoletano, da quello che ha detto e da come l’ha detto. Ne è venuto fuori il ritratto di un uomo duro, arcigno, implacabile prima con se stesso e poi con il mondo, ma leale, forte e sincero. La telecamera ha scavato in quel volto asciutto, grinzoso, rugoso, sofferto e doloroso. Le sue parole erano davvero pietre che facevano rumore e pesavano mentre fendevano il video, mettendo in evidenza l’evanescenza della chiacchiera della intervistatrice che lo guardava con gli occhi sempre più stupefatta per quello che lui diceva ma, soprattutto, per come lo diceva. Ex sessantottino, muratore, scalatore, scrittore, poeta, non rinnegava nulla del suo passato, ma con grande dignità affermava il suo diritto al cambiamento, nel presente e negava il perdono, sul suo passato, prima a se stesso e poi agli altri. Quanti sessantottini, passati dall’altra parte, anzi dalle “altre parti”, impunemente, come se niente fosse, dovrebbero imparare da lui! E poi, pensandoci bene, qui mi pare che fossero tutti “sessantottini” una trentina di anni fa, e ora ce li troviamo tutti sistemati alla meglio. Tranne Erri che ha scelto i “valori”. Onore al merito!"

Grazie Rosy!

Rosy
15-November-2011, 23:13
Anch'io, Antonio, ho avuto la possibilità - e l'onore, dico - di ascoltarlo dal vivo in una delle sue serate di poesia e musica. Indimenticabile.
Mi ha lasciato lo stesso ricordo, con le sua poesia, con i suoi racconti di vita, la stessa impressione tua: anche se tu lo sai dire meglio di me!
Ma importante è , ciascuno a modo suo, AMARE lo stesso poeta. ciao
Rosy:-P

Claire
15-November-2011, 23:18
Questa è l'ultima intervista che ha rilasciato a che tempo fa. Bellissima.


http://www.youtube.com/watch?v=0-hGxpLr1og


http://www.youtube.com/watch?v=rlig_Yy_k5E

Tregenda
16-November-2011, 02:36
CONSIDERO VALORE.

Considero valore ogni forma di vita,

la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finchè dura il pasto,

un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato,

due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente,

e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua,

riparare un paio di scarpe,

tacere in tempo,

accorrere a un grido,

chiedere permesso prima di sedersi,

provare gratitudine senza ricordarsi di che.

Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord,

qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo,

la clausura della monaca,

la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l’uso del verbo amare

e l’ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.



Questa è splendida, da pelle d'oca. Io non so niente di Erri De Luca, se l'ho conosciuta è stato grazie a Mara, che me l'aveva inviata tanto tempo fa. Peccato davvero che da quando si è tramutata in un'orsa polare Mara non parli più.

mancinerie
01-January-2012, 00:30
Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l'ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l'italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all'astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l'offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all'ultimo insulto che sia l'ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.

Rosy
01-January-2012, 11:39
DOVE HAI TROVATO, FRANCESCO, QUESTO GIOIELLO?
ieri sera sono rientrata all'una, l'ho letta , poi riletta ad alta voce a mio marito...
E' meravigliosa. GRAZIE.
Rosy:-P:-P

Tregenda
01-January-2012, 11:56
E' vero, è splendida. Allora mi ci metto dentro anch'io tra quelli che non hanno trovato il proprio come... A chi da anni ogni mezzanotte del 1 gennaio è abbracciato stretto stretto al suo cane che trema come una foglia terrorizzato dai botti. :D

Ciao :)
Alice

Rosy
01-January-2012, 12:22
Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l'ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l'italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all'astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l'offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all'ultimo insulto che sia l'ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo. Le migliori, per me.
Ciao!
Rosy

Rosy
01-January-2012, 15:10
I balconi del millenovecento

I balconi del millenovecento
Prima dei telefoni i balconi,
si usciva fuori e si mandava a dire.
Erano lo sfogo della casa,
le ragazze non uscivano a spasso
tranne per la funzione, la domenica.
Però stavano in vista sul balcone,
passava il giovanotto, un fiore conficcato nell'occhiello,
una sbirciata a scippo, l'intesa fulminata,
telegramma spedito con le ciglia.
Al balcone tra i vasi la ragazza dipanava un gomitolo,
ricamava a telaio, fingeva di pungersi con l'ago
per liberare gli occhi messi in giù.
Mia nonna si fidanzò al balcone.
E mia madre, d'estate, dopoguerra,
con altri amici esce sul balcone per il fresco
e un uomo, ventottanni, sedutosi vicino le chiede
di sposare.
Provengo dall'incontro di loro due là fuori, a Mergellina,
col cielo giocoliere del tramonto.
Ma da un altro balcone s'era affacciato pure l'impettito
a dichiarare guerra, sporgendosi rapace e pappagallo
sulla folla ubriaca di se stessa.
Era meglio se usciva alla finestra
e meglio ancora se teneva chiuso, così non si guastava
la storia dei balconi e dell'Italia del millenovecento.



-Erri De Luca, da "L'ospite incallito"-

Claire
01-January-2012, 15:56
Tratta da “Solo andata – righe che vanno troppo spesso a capo” –

Zingari, un’estate

Dalle baracche del Zigeuner Camp vedevamo gli ebrei
colonne incamminate diventare colonne verticali
di fumo dritto al cielo, erano lievi
andavano a gonfiare gli occhi e il naso
del loro Dio affacciato.Noi non fummo leggeri.
La cenere dei corpi degli zingari
non riusciva ad alzarsi al cielo di Alta Slesia.
In piena estate diventammo nebbia corallina.
Ci tratteneva in basso la musica suonata e stracantata
intorno ai fuochi degli accampamenti,
siepe di fisarmoniche e di danze,
la musica inventata ogni sera del mondo
non ci lasciava andare.Noi che suonammo senza uno spartito, fummo chiusi
dietro le righe a pentagramma del filo spinato.
Noi zingari di Europa, di cenere pesante
senza destinazione di oltre vita
da nessun Dio chiamati a sua testimonianza
estranei per istinto al sacrificio
bruciammo senza l’odore della santità
senza residui organici di una pietà seguente,
bruciammo tutti interi, chitarre con le corde di budello.

Erri De Luca

Rosy
01-January-2012, 16:02
Straziante.
L'avere visto l'altra sera alla tv il film Il bambino col pigiama a righe mi rinnova -ed accentua -il dolore.
Scusate l'OT.

Rosy

daniela
01-January-2012, 16:29
Due

Quando saremo due saremo veglia e sonno
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo
saremo due come le acque, le dolci e le salate
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni
come i tempi del battito
i colpi del respiro

Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente
Quando saremo due, nessuno sarà uno
uno sarà l'uguale di nessuno
e l'unità consisterà nel due

Quando saremo due
cambierà nome pure l'universo
diventerà diverso


Erri De Luca

mancinerie
03-January-2012, 23:28
Le braccia s’indurirono per reggere il lavoro,
non per avvolgerti i fianchi.
Gli occhi svelti a calarsi avanti ai tuoi,
si sono allenati a guardare per terra salendo
in montagna.
La bocca che ti raccoglie i baci, viene
da un’altra sete.
Niente nel corpo si preparava
per l’appuntamento
tranne l’orecchio, di sentinella al primo olè
del sangue.


Erri de Luca

Claire
22-January-2012, 18:50
Una Parola Basta

Una parola basta e mi strappi dei gridi,
mi toccherai, uscirà pronto il sangue,
mi guarderai, sarò subito cieco.
Sei affanno, agguato, zuffa
appena che respiri.
Se mi arrocco in difesa
nell'inverno, negli anni,
al petto conto i colpi di un passero impazzito
che sbatte ai vetri per uscire incontro.


Erri De Luca

Rosy
29-April-2012, 18:00
IL CHIASSO DI TRE COSE


Il chiasso di tre cose
va per il mondo sopra oceani, nevi,
terre di siccita’ e risaie:
e nessuna membrana dell’udito
lo cattura, il chiasso di tre cose.
Il chiasso del sole che va per il cielo,
il chiasso della pioggia
quando il vento la stacca dalle nuvole
e il chiasso dell’anima
da un corpo che la sputa.

Erri De Luca da “Opera sull’acqua”
:-P :-P

Rosy
11-September-2013, 22:24
MOSSE

Da coriandolo di neve a valanga, da elemosina a
scrigno,
da acino a mosto, da gradino a precipizio,
da cellula a organismo, da candela a rogo
dall'infimo succede il gigantesco, così pur'io
che uso il verbo amare.

In bocca ho una stanza di baci rinchiusi
che fanno il rumore di un alveare.
Poi il corpo si precipita alle labbra
come alla porta della città per applaudire.

Erri De Luca
(L'ospite incallito)

Rosy
11-September-2013, 22:25
OCCHI

Dove sono finiti i tuoi occhi che da soli portavano carezze?
— in alto a sinistra.

Erri De Luca

Rosy
31-March-2014, 15:43
MANIERA


Accosto la fronte alla tua, si toccano, dico: "E' una frontiera".
Fronte a fronte: frontiera, mio scherzo desolato, ci sorridi.
Col naso ci riprovo, tocco il naso, per una tenerezza da canile:
"E questa è una nasiera" dico per risentire casomai
un secondo sorriso, che non c'è.
Poi tu metti la mano sulla mia e io resto indietro di un respiro.
"E questa è una maniera", mi dici.
"Di lasciarsi?", ti chiedo. "Si, così".

Erri De Luca

daniela
31-March-2014, 16:36
MANIERA


Accosto la fronte alla tua, si toccano, dico: "E' una frontiera".
Fronte a fronte: frontiera, mio scherzo desolato, ci sorridi.
Col naso ci riprovo, tocco il naso, per una tenerezza da canile:
"E questa è una nasiera" dico per risentire casomai
un secondo sorriso, che non c'è.
Poi tu metti la mano sulla mia e io resto indietro di un respiro.
"E questa è una maniera", mi dici.
"Di lasciarsi?", ti chiedo. "Si, così".

Erri De Luca

toglie il respiro... straordinaria!

Claire
18-February-2015, 11:48
Tavole

Mi sono seduto anche a tavole sontuose
dove i bicchieri vanno secondo i vini
e uomini di molto più eleganti
s'aggirano a servire le pietanze.
Ma so meglio la tavola dove si strofina il fondo della scodella
con il pane e le dita arruginite
mensa di panche basse a mezzogiorno
di fiati vergognosi di appetito.
Non bisbiglio di commensali a commerntare il pasto
ma di gole indurite che inghiottiscono
per rimettere forza di lavoro
e non portano eretti alla bocca la posata
ma si calano sopra, adedentano a mezz'aria
per nascondere il magro del boccone
il quasi niente avanzo della sera.
E di cibo non parlano per il timore di nominarlo invano

Erri De Luca

Rosy
18-February-2015, 20:57
FIGLI DELL'ORIZZONTE.

Non fu il mare a raccoglierci, noi raccogliemmo il mare a braccia aperte.
Il mare non è un fiume che sa il viaggio, è acqua selvatica.
Siamo gli innumerevoli - raddoppia ogni casella di scacchiera -
lastrichiamo di corpi il vostro mare per camminarci sopra;
non potete contarci: se contati aumentiamo,
figli dell'orizzonte che ci rovescia a sacco.
Nessuna polizia può farci prepotenza più di quanto già siamo stati offesi.
Faremo i servi,
i figli che non fate,
le nostre vite
saranno i vostri libri di avventura.
Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino, l'odore che perdeste, l'uguaglianza
che avete sottomesso.
Da qualunque distanza arriveremo
a milioni di passi,
noi siamo i piedi e vi reggiamo il peso.
Spaliamo neve, pettiniamo prati, battiamo polvere, raccogliamo il pomodoro
e l'insulto.
Noi siamo i piedi e conosciamo il suolo passo a passo,
noi siamo il rosso e il nero della terra,
un oltremare di sandali sfondati, il polline e la sabbia nel vento di stasera.
Uno di noi, e per noi tutti, ha detto:
Non vi sbarazzerete di me!
Va bene, muoio, però il terzo giorno
resuscito
e ritorno. Erri De Luca

Rosy
18-February-2015, 20:58
Meravigliosa. Avrei dovuto sottolinearla tutta.
Rosy

Rosy
22-February-2015, 21:12
Naufragi

Nei canali d'Otranto e Sicilia
migratori senz'ali, contadini d'Africa e d'oriente
affogano nel cavo delle onde.
Un viaggio su dieci s'impiglia sul fondo,
il pacco dei semi si sparge nel solco
scavato dall'ancora e non dall'aratro.
La terraferma d'Italia è terrachiusa.
Li lasciamo annegare per negare.

(da "Opera sull'acqua")

Erri De Luca

daniela
22-April-2015, 23:08
Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell’isola e del mondo,
sia benedetto il tuo sale,
sia benedetto il tuo fondale.
Accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde,
i pescatori usciti nella notte,
le loro reti tra le tue creature,
che tornano al mattino con la pesca
dei naufraghi salvati.

Mare nostro che non sei nei cieli,
all’alba sei colore del frumento,
al tramonto dell’uva di vendemmia,
ti abbiamo seminato di annegati
più di qualunque età delle tempeste.

Mare nostro che non sei nei cieli,
tu sei più giusto della terraferma,
pure quando sollevi onde a muraglia
poi le abbassi a tappeto.
Custodisci le vite, le vite cadute
come foglie sul viale,
fai da autunno per loro,
da carezza, da abbraccio e bacio in fronte
di madre e padre prima di partire.

Erri De Luca

Rosy
23-April-2015, 17:21
Meravigliosa e struggente.

Rosy
24-April-2015, 21:47
Naufragi


Nei canali d'Otranto e Sicilia
migratori senz'ali, contadini d'Africa e d'oriente
affogano nel cavo delle onde.
Un viaggio su dieci s'impiglia sul fondo,
il pacco dei semi si sparge nel solco
scavato dall'ancora e non dall'aratro.
La terraferma d'Italia è terrachiusa.
Li lasciamo annegare per negare.

Erri De Luca

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daniela
12-July-2015, 00:00
Chi ha steso braccia al largo
battendo le pinne dei piedi
gli occhi assorti nel buio del respiro,
chi si è immerso nel fondo di pupilla
di una cernia intanata
dimenticando l’aria, chi ha legato
all’albero una tela e ha combinato
la rotta e la deriva, chi ha remato
in piedi a legni lunghi: questi sanno
che le acque hanno volti.
E sopra i volti affiorano
burrasche, bonacce, correnti
e il salto dei pesci che sognano il volo.

Erri De Luca