Mauro
31-July-2013, 17:38
Sono stato attirato verso questo libro da molte recensioni positive lette in vari contesti, nelle quali l'opera veniva spesso decantata come una sorta di storia di un'anima bella tormentata dalla frenesia iperproduttiva e ipermaterialistica di una Milano in pieno boom economico (siamo negli anni '60). Purtroppo però devo dire che la delusione è stata parecchia dato che, a conti fatti, mi è venuto da pensare che per alcuni la vita agra può essere il dover scendere in miniera tutti i giorni o il dover piegare la schiena sui campi sotto il sole rovente.
Poi ci sono quelli che pur facendo una vita poco divertente, alla stregua di Monsù Travet (http://it.wikipedia.org/wiki/Le_miserie_%27d_Mons%C3%B9_Travet), si dannano l'anima come se fossero schiavi su una galera romana e così preferiscono chiudersi in sè stessi e con sè stessi (e la propria amante in barba a moglie e figlio lontani) su un aventino di pregiudizi quasi peggiori di quelli di cui è impregnata la società da cui vorrebbero fuggire.
"La vita agra" è sicuramente la storia di un'anima tormentata con tutto il romanticismo che a un tale stato d'animo si può attribuire, ma è anche la storia di un uomo che, invece di affrontare le proprie responsabilità, restandone magari metaforicamente schiacciato, preferisce la comoda via della fuga nella convinzione della propria presupposta superiorità intellettuale rispetto a chi prova a vivere (e magari sopravvivere) giorno per giorno.
Poi ci sono quelli che pur facendo una vita poco divertente, alla stregua di Monsù Travet (http://it.wikipedia.org/wiki/Le_miserie_%27d_Mons%C3%B9_Travet), si dannano l'anima come se fossero schiavi su una galera romana e così preferiscono chiudersi in sè stessi e con sè stessi (e la propria amante in barba a moglie e figlio lontani) su un aventino di pregiudizi quasi peggiori di quelli di cui è impregnata la società da cui vorrebbero fuggire.
"La vita agra" è sicuramente la storia di un'anima tormentata con tutto il romanticismo che a un tale stato d'animo si può attribuire, ma è anche la storia di un uomo che, invece di affrontare le proprie responsabilità, restandone magari metaforicamente schiacciato, preferisce la comoda via della fuga nella convinzione della propria presupposta superiorità intellettuale rispetto a chi prova a vivere (e magari sopravvivere) giorno per giorno.