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Sir Galahad
25-July-2013, 19:35
Canzone in lode di una salciccia

1865


Se per sciagura le nove sirocchie
Avesser letto le capitolesse,
O, per me' dir, quelle maccheronee
Di voi altri poeti da conocchie,
I quali il forno e le castagne lesse
Lodaste, e fiche mucide e plebee,
E mill'altre giornee
Da intorbidar Parnaso ed Elicona;
Tutte insieme v'avrien fatte le fiche,
E datovi corona
O di foglie di bietole o d'ortiche:
Poi ch'alcun capriccioso
Ancor non č stato oso
Della salsiccia empirsi mai la gola,
Ch' č cosė buona, e si dolce unto cola.


O Bolognesi, i vostri salsiccioni,
Massime messi in grasso e buon budello,
Non son ei proprio un cibo da poeta?
Tutti i prelati ricchi, e signor buoni,
Gli uomini dotti, e quei ch'han buon cervello,
Ogni bella e gentil donna discreta,
Spendon la lor moneta
Pių volentier ne' vostri buon cotali,
E 'n qualche saporita lingua ancora
Di giovani animali,
Ch' appena il pel di nuovo gettin fuora,
Che 'n carne di vitella,
Sia pur tenera e bella:
Che'n ver, quanto pių grosso č il cibo e sodo,
Meglio entra, nutre pių, sta pių a tuo modo.


Mangiasi la Salsiccia innanzi e drieto,
A pranso, a cena, o vuo'a lesso, o vuo'arrosto,
Arrosto e dietro č pių da grandi assai;
Innanzi e lessa, a dirti un bel segreto,
Non l'usar mai, fin che non passa Agosto,
Ch' al sollion la nuoce sempremai.
E se cercando vai
Se dall'uomo alla donna č differenza,
Nel modo dell'usar questa faccenda,
Secondo la sentenza
Di chi par che del cibo ben s'intenda,
Dico che in ogni parte
Il mangiarla č loro arte,
Se non se certe mone schifa il poco,
Che ne vogliono dietro poco poco.


Fassi buona Salsiccia d'ogni carne:
Dicon l'istorie, che d'un bel torello
Dedalo salsicciajo giā fece farla,
E a Mona Pasife dič a mangiarne.
Molti oggidė la fan coll'asinello,
Semiramis di caval volse usarla:
Ateneo Greco parla,
Ch' uno in egitto la facea co' cani.
Io per me la vorrei della nostrale
Fatta colle mie mani,
E grossa, e soda, e rossa, e naturale,
E in budei ben netti.
O vecchi benedetti,
Questo e quel cibo che vi fa tornare,
Giovani e lieti, e spesso anco al zinnare.


Fur le salsicce abeterno ordinate,
Per trastullar chi ne veniva al mondo
Con quell'unto, che cola da lor spesso:
E quando elle son cotte e rigonfiate,
Le si mettono in tavola nel tondo.
Altri son che le vogliono nel pan fesso
Ma rari il fanno adesso;
Che 'l tondo in ver riesce pių pulito,
Nč, come il pan, succia l'untume tutto.
Ognun pigli il partito
Secondo che gli piace, molle o asciutto:
Basta che i salsicciuoli
Cotti ne' bigonciuoli,
Donne, dove voi fatte i sanguinacci,
Son cagione che degli uomini si facci.


Canzon, vanne in Fiorenza a que' poeti,
E palesa i segreti
Della salsiccia, e dė' lor, ch'al distretto
Questo cibo d'ogni altro č pių perfetto.