Georges Simenon - Maigret e l'affittacamere

[maureen]

1787

L'ispettore Janvier si è beccato una pallottola in pieno petto mentre sorvegliava la pensione di rue Lhomond dove vive un certo Paulus, che qualche giorno prima ha rapinato con una pistola giocattolo un localino di Montparnasse. Dopo aver escluso quasi subito che sia stato il giovane ladruncolo, il commissario Maigret decide di venire a capo della faccenda: lo ha promesso al povero Janvier e a sua moglie, che aspetta il terzo figlio e ogni giorno va a trovarlo in ospedale con gli occhi pieni di lacrime.

[Leonardo]

Credo proprio di averlo letto anni fa ma i ricordi sono troppo sbiaditi perché possa scrivere una recensione. Però posso spendere qualche parola su Simenon e le conclusioni non possono che essere entusiastiche: ha una tale capacità di restituire l'atmosfera ora della capitale francese ora della campagna transalpina che non posso non restare ammaliato quando leggo uno dei suoi gialli. Tralasciando lo spessore delle trame, assolutamente indiscutibile, quello che mi strega è proprio il fatto che mi sento calato nella realtà che circonda i protagonisti, tant'è che quando mi capita di andare in vacanza in Francia provo la stessa sensazione che mi suscitano le sue pagine.
Colgo l'occasione anche per cantare fuori dal coro e dire che il Maigret di Gino Cervi, pur contando su un attore bravissimo, tradisce completamente lo spirito dei libri di Simenon: quello che manca in questi telefilm, generalmente acclamati da tutti, è proprio l'atmosfera tipica dei libri di Simenon, a tal punto che per quanto mi riguarda sanno tanto di Francia quanto possono sapere di Sesto San Giovanni!