PDA

Visualizza la versione completa : Il lavoro



daniela
01-May-2013, 22:52
Il lavoro secondo Gibran:

Il lavoro è
poter andare di pari passo
con la terra e la sua anima.
Poiché oziare significa
diventare estranei alle stagioni,
e uscire dalla processione della vita,
che in fiera sottomissione avanza
maestosamente verso l'infinito.
Quando voi lavorate siete un flauto
che nel suo cuore volge in musica
il mormorio delle ore.
Chi di voi vorrebbe essere
una canna muta e silenziosa
quando tutte le altre
cantano insieme all'unisono?
Eppure molti considerano il lavoro
una maledizione e la fatica una sventura.
Lavorare vuol dire realizzare
una parte del sogno più remoto della terra,
a voi assegnata quando quel sogno nacque.
Ed è nel mantenersi con fatica
che in verità si ama la vita.
E amare la vita attraverso la fatica
significa essere molto vicini
al suo segreto più profondo.
Ma se voi nella vostra pena
considerate la nascita una calamità
e il sostentamento del corpo
una maledizione scritta sulla vostra fronte,
allora io vi dico che solo il sudore
della vostra fronte cancellerà ciò che è scritto.
La vita non è oscurità,
e ogni slancio è cieco se non c'è conoscenza,
e ogni conoscenza è vana se non c'è attività,
e ogni attività è vuota se non c'è amore,
e quando voi lavorate con amore
instaurate un legame con voi stessi,
con gli altri, e con Dio.



Kahlil Gibran

daniela
01-May-2013, 23:07
Il lavoro oggi, in quest'articolo di Massimo Gramellini sulla Stampa:

Italia Duemilacredici


"Laura ha 24 anni e scrive dal cantiere di un palazzo del Cinquecento dove presta gratis la sua opera di restauratrice, in attesa di un contratto che chissà quando arriverà. Il suo sogno era lavorare con la Maestra che firma il restauro. Ha scoperto una donna insensibile e una professionista approssimativa, abile solo nel conoscere la «gente giusta»: alla sua ombra spocchiosa faticano tecnici formidabili. Poi ci sono i muratori impegnati nella ristrutturazione del palazzo, in maggioranza non italiani. Ogni tanto si perdono nei gesti precisi di Laura: «Ma non fai prima a buttare quel pezzo e a rifarlo daccapo?». Lei spiega che si tratta di un reperto rinascimentale e i muratori arretrano di un passo, intimiditi dal peso della Storia. Un giorno uno di loro, un egiziano dal volto solenne, ha sgridato due colleghi albanesi: «Parlate italiano! Se qui ognuno usa la sua lingua, come facciamo a capirci?». E lì, dice Laura, «nella mente mi si è srotolato un mondo di pensieri: la torre di Babele e la nostra lingua che ci legava tutti in quella stanza, un cantiere multietnico che costruisce il nuovo sulla nostra storia, dove i padroni non si accorgono della competenza e dell’umanità di chi lavora per loro, delle tante piccole formiche che rimettono insieme i pezzi del passato e vedono nell’Italia un’occasione per vivere, la nazione più emozionante che il Mediterraneo abbia generato».
Buon Primo Maggio, Laura, lavoratrice senza stipendio e sognatrice coi piedi saldamente appoggiati alle nuvole. Anche se il Primo Maggio tornerà a essere una festa soltanto quando saremo riusciti a dare certezze alle formiche di talento come te."

Massimo Gramellini

Patrizia
02-May-2013, 00:58
http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcS5S-nfa7ItZ3oT9Q4pmStUOPCehWILtQ9pMU3TGR0tYKYECeQ_

« I lavori cominciano all'alba. Ma noi cominciamo
un po' prima dell'alba a incontrare noi stessi
nella gente che va per la strada... La città ci permette di alzare la testa
a pensarci, e sa bene che poi la chiniamo »






Crepuscolo dei sabbiatori
I barconi risalgono adagio, sospinti e pesanti,
quasi immobili, fanno schiumare la viva corrente.
E' già quasi la notte. Isolati si fermano:
si dibatte e sussulta la vanga sott'acqua.

Nel crepuscolo, il fiume è deserto. I due o tre sabbiatori
sono scesi con l'acqua alla cintola e scavano il fondo.
Il gran gelo dell'inguine fiacca e intontisce le schiene.

I barconi nel buio discendono grevi di sabbia,
senza dare una scossa, radenti: ogni uomo è seduto
a una punta e un granello di fuoco gli brucia alla bocca.
Ogni paio di braccia strascina il suo remo,
un tepore discende alle gambe fiaccate
e lontano si accendono i lumi.

La fatica del giorno vorrebbe assopirli
e le gambe son quasi spezzate. Qualcuno non pensa
che a attraccare il barcone e cadere sul letto
e mangiare nel sonno, magari sognando.

Cesare Pavese

daniela
02-May-2013, 11:39
''Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti che i bambini dovrebbero usare sono la penna e il libro: sono questi gli strumenti della libertà''
Iqbal Masih 1983-1995

1699

Iqbal Masih nacque in Pakistan nel 1983 in una famiglia molto povera. Quando aveva cinque anni fu venduto dal padre (per la cifra di 26 dollari) a un fabbricante di tappeti, costretto a lavorare come uno schiavo, incatenato a un telaio, per circa quattordici ore al giorno, con lo stipendio pari ad una sola rupia (pochi centesimi di euro).
Cercò parecchie volte di sfuggire al padrone, ma veniva trovato subito e punito.
Un giorno del 1992 uscì di nascosto dalla fabbrica/prigione e partecipò, insieme ad altri bambini, ad una manifestazione del "Fronte di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato", nella quale si celebrava la «Giornata della Libertà». In questa occasione Iqbal decise di raccontare spontaneamente la sua storia e la sofferenza degli altri bambini che lavoravano assieme a lui.

Dal 1993 cominciò quindi a tenere una serie di conferenze internazionali, sensibilizzando l'opinione pubblica sui diritti che nel suo paese erano negati ai bambini, e contribuendo al dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti internazionali dell'infanzia.
Il 16 aprile 1995, a solamente 13 anni, Iqbal Masih venne assassinato, mentre era in bicicletta, da qualcuno affiliato alla mafia dei tappeti in Pakistan, che spezza la sua vita sparandogli da pochi passi.


«Sono uno di quei milioni di bambini che stanno soffrendo in Pakistan a causa del lavoro schiavizzato e del lavoro minorile. I padroni del business dove lavoravo ci dissero che è l’America che chiedeva loro di schiavizzare i bambini.
Agli americani piacciono i tappeti, le coperte, gli asciugamani a poco prezzo che noi facciamo.
Quindi loro vogliono che il lavoro schiavizzato vada avanti. Io mi appello a voi che fermiate le persone dall’usare i bambini come manodopera perché i bambini hanno bisogno di una penna piuttosto che strumenti di lavoro.
Ho visto coperte del Pakistan nei negozi americani e ciò mi rattrista, sapendo che sono state fatte dai bambini schiavizzati.Mi sono sentito molto dispiaciuto.Ho chiesto al Presidente Clinton di mettere sanzioni a quei Paesi che usano manodopera dei bambini. Di non dare aiuto a quei Paesi che ancora usano manodopera dei bambini."


1700
film di Cinzia Th Torrini del 1998 sulla vita di Iqbal

daniela
02-May-2013, 12:19
1698

Sorriso...amaro

Serena-fundy
02-May-2013, 20:58
Il lavoro non mi piace − non piace a nessuno − ma mi piace quello che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare sé stessi.

Joseph Conrad, Cuore di tenebra, 1902


Il lavoro è un'ottima cosa per l'uomo: lo distrae dalla sua vita, gli impedisce di vedere quell'altro essere che è sé stesso e che gli rende spaventosa la solitudine.

Anatole France, L’Anneau d'améthyste, 1899

Uno dei sintomi dell'arrivo di un esaurimento nervoso è la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente importante. Se fossi un medico, prescriverei una vacanza a tutti i pazienti che considerano importante il loro lavoro.

Bertrand Russell, La conquista della felicità, 1930


Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta della felicità sulla terra.

Primo Levi, La chiave a stella, 1978

Il lavoro logora chi non ce l’ha.
Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010

... per concludere:

Il lavoro è preghiera (mega direttore galattico di Fantozzi - 1975)

Mauro
02-May-2013, 23:23
Il lavoro in questo periodo è un concetto che suscita tristezza.
Io abito in fondo a questa strada (per la precisione alle spalle del fotografo) e quella che si vede sulla sinistra è l'area della ex Innocenti di Milano-Lambrate, uno dei luoghi che per anni sono stati l'orgoglio della Milano produttiva e accogliente e che oggi rappresentano soltanto dei succulenti bocconi per le fauci oscenamente spalancate dei palazzinari d'assalto.

1701

Qualche settimana fa è stato mandato in onda un servizio del TG3 (che non riesco a trovare :banghead: ) in cui un vecchio operaio raccontava in modo commovente quale fosse la vita all'interno di quel piccolo paese che era la Innocenti (erano 4000 lavoratori) e in sottofondo c'era questa struggente canzone di Jannacci


http://youtu.be/1EwK9L02sRw

Rosy
02-May-2013, 23:31
Chi lavora con le sue mani è un lavoratore.
Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano.
Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista

San Francesco D’Assisi

Rosy
02-May-2013, 23:40
Questa foto mi fa pensare al lavoro...

1702

Rosy
02-May-2013, 23:41
...ed anche questa VIGNETTA.

1703

daniela
02-May-2013, 23:49
Mi piace lavorare (Mobbing) film del 2004 di Francesca Comencini con Nicoletta Braschi

1704

Segretaria in un'azienda romana, mite e sola, con padre in casa di riposo e figlia a carico, Anna è vittima di una manovra di mobbing verticale che la costringe a dimettersi.
Raro esempio di film italiano in un ambiente di lavoro, è frutto di una ricerca sul campo, testimonianze raccolte allo sportello anti-mobbing di Roma. Molte di quelle persone hanno accettato di comparire nel film dando volti e voci al proprio bisogno di giustizia e desiderio di rivalsa. Accanto ad anonimi impiegati spicca Nicoletta Braschi, perfetta ad incarnare una donna gradualmente svuotata ed esausta.

1705

Claire
03-May-2013, 00:06
Il lavoro.

Ieri e oggi ancora di più, qui a Sud è facilissimo fare la terribile associazione lavoro - disoccupazione, lavoro - precariato. Lascio parlare note e immagini.


Precario - Valerio Mastrandrea


http://youtu.be/-FwXWHcKfbs

Storia di un povero cristo in croce, un cortometraggio realizzato da Alessandro Pucci.


http://youtu.be/Becn_Bzc-dI

Non siete stato voi di Caparezza


http://youtu.be/0jf4vVZIQLI

Sir Galahad
03-May-2013, 09:51
http://www.youtube.com/watch?v=UKQdzDQqJ_U

daniela
03-May-2013, 12:55
Il lavoro allontana tre grandi mali: la noia, il vizio ed il bisogno.
Voltaire

Più desidero che qualcosa sia fatto, meno lo chiamo lavoro.
Richard Bach

La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature.
Roosevelt

daniela
03-May-2013, 23:11
Scrivere un curriculumChe cos'è necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
è bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perche'.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non cio' che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Wislawa Szymborska

daniela
05-May-2013, 13:37
Gli odori dei mestieri

lo so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri,
sa d'olio la tuta dell'operaio,
di farina sa il fornaio,
sanno di terra i contadini,
di vernice gli imbianchini,
sul camice bianco del dottore
di medicine c'è un buon odore.
I fannulloni, strano però,
non sanno di nulla e puzzano un po'.

Gianni Rodari

daniela
05-May-2013, 13:39
La cucitrice

L'alba per la valle nera
sparpagliò le greggi bianche:
tornano ora nella sera
e s'arrampicano stanche;
una stella le conduce.
Torna via dalla maestra
la covata e passa lenta;
c'è del biondo alla finestra
tra un basilico e una menta
è Maria che cuce e cuce.
Per chi cuci e per che cosa?
un lenzuolo? un bianco velo?
Tutto il cielo è color rosa,rosa e oro,
e tutto il cielo
sulla testa le riluce.
Alza gli occhi dal lavoro:
una lacrima? un sorriso?
Sotto il cielo rosa e oro,
chini gli occhi, chino il viso,
ella cuce, cuce, cuce.


Giovanni Pascoli

daniela
05-May-2013, 13:47
E Fantozzi?


http://www.youtube.com/watch?v=Gb6WAHImfNQ

Indigowitch
05-May-2013, 14:54
Il testo di questa canzone è eccezionale.
http://youtu.be/6OsXdJQ6y-k

Serena-fundy
05-May-2013, 17:43
Al mattino presto fischia la sirena della fabbrica
l’uomo si alza dal letto e indossa i suoi vestiti
prende la sua colazione, ed esce alla luce del mattino
è il lavoro, il lavoro, nient’altro che vita di lavoro.
Attraverso i luoghi di paura, attraverso luoghi di dolore
vedo mio padre superare i cancelli della fabbrica mentre piove
la fabbrica si prende il suo udito, la fabbrica gli dà la vita
il lavoro, il lavoro, nient’altro che vita di lavoro
La giornata è finita, grida la sirena della fabbrica
gli uomini varcano di nuovo i cancelli con la morte negli occhi
e tu, ragazzo, farai meglio a credere
che qualcuno starà male questa notte
è il lavoro, il lavoro, nient’altro che vita di lavoro.

Bruce Springsteen - Factory - 1978

daniela
06-May-2013, 23:22
Il poeta è un operaio

Gridano al poeta:
"Davanti a un tornio ti vorremmo vedere!
Cosa sono i versi? Parole inutili!
Certo che per lavorare fai il sordo".
A noi, forse, il lavoro
più d'ogni altra occupazione sta a cuore.
Sono anch'io una fabbrica.
E se mi mancano le ciminiere,
forse, senza di esse,
ci vuole ancor più coraggio.
Lo so: voi non amate le frasi oziose.
Quando tagliate del legno, è per farne dei ciocchi.
E noi, non siamo forse degli ebanisti?
Il legno delle teste dure noi intagliamo.
Certo, la pesca è cosa rispettabile.
Tirare le reti, e nelle reti storioni, forse!
Ma il lavoro del poeta non è da meno:
è pesca d'uomini, non di pesci.
Fatica enorme è bruciare agli altiforni,
temprare i metalli sibilanti.
Ma chi oserà chiamarci pigri?
Noi limiamo i cervelli
con la nostra lingua affilata.
Chi è superiore: il poeta o il tecnico
che porta gli uomini a vantaggi pratici?
Sono uguali. I cuori sono anche motori.
L'anima è un'abile forza motrice.
Siamo uguali. Compagni d'una massa operaia.
Proletari di corpo e di spirito.
Soltanto uniti abbelliremo l'universo,
l'avvieremo a tempo di marcia.
Contro la marea di parole innalziamo una diga.
All'opera! Al lavoro nuovo e vivo!
E gli oziosi oratori, al mulino!Ai mugnai!
Che l'acqua dei loro discorsi
faccia girare le macine.

Vladimir Majakovskij

Claire
07-May-2013, 20:36
Cento anni sono un giorno


Cento anni sono un giorno,
un giorno solo.
E in un giorno si possono incontrare tutti gli occhi
tutte le mani tutte le fatiche
che per cento anni hanno scavato il mondo.

Il mondo non è stato buono
con le mani con le fatiche che l’hanno scavato
e con gli occhi che l’hanno guardato.

Gli occhi hanno visto il sangue
scendere sopra la fatica delle mani.

Cento anni fa c’era una speranza
forte dentro alla fame e al dolore.
Cento anni fa cominciava un cammino
che non è ancora finito.

Non è ancora finito.
Il cammino è incominciato
quando una voce ha risposto a una voce
una mano ha stretto una mano
un passo ha seguito l’orma di un passo
e voce mano passo camminavano avanti.

Quando una voce ha gridato “fratello”
ed è arrivato un fratello
quando ha chiamato “compagno” “compagna”
e una piazza si è riempita di gente.

La lotta è speranza del futuro.
Poi il futuro è arrivato
ancora le voci si chiamano
si ascoltano i passi,
le mani si stringono insieme.

Nessuno dei vecchi
è ancora un’ombra dispersa nel sole
e sulla strada sempre segnata di orme
arrivano i giovani e portano nuove bandiere
i giovani arrivano e portano le nuove parole.

Roberto Roversi

daniela
09-May-2013, 23:12
Questo video è bellissimo, e ormai è ... storia.


http://www.youtube.com/watch?v=kt0AwAxj0v0


La catena di montaggio (tic)
Giorgio Gaber (Video del 1969)

Lavoravo in quel di Baggio
in catena di montaggio
E giravo una ramella
sempre una, sempre quella.
Ed un giorno fu così
che mi venne fuori un tic
Lavoravo in quel di Baggio
ad un nastro di montaggio
La mia testa si girava
e il motore accompagnava
Per seguirlo fu così
che mi venne un altro tic
Non si sta poi tanto male
con un tic orizzontale
Ma per colpa di un rialzo
lo seguivo in un sobbalzo
Per quel nastro fu perciò
che il mio tic si complicò
Mi han cambiato di reparto
m’è venuto un mezzo infarto
C’era un nastro sempre in piano
ma arrivava contromano
Mi trovai un pò peggiorato
col mio tic modificato
Per potere stare a galla
mi toccò muover la spalla
ed in più, come si vede,
m’è venuto un tic a un piede
per frenare quel pedale…
Ero proprio messo male!
Lavoravo in quel di Baggio
e mi han licenziato a maggio
m’ha chiamato il Direttore
e mi fa: «Caro signore
Con quel tic non rende niente!…
Eh! Non vede?
Sembra quasi un deficiente»

Questa poesia proviene da: La catena di montaggio (tic) - Giorgio Gaber (Video del 1969) | Poesie Primo maggio | Poesie delle Feste - Poesie Report On Line (http://www.poesie.reportonline.it/poesie-primo-maggio/la-catena-di-montaggio-tic-giorgio-gaber-video-del-1969.html#ixzz2SpPCUmDx) http://www.poesie.reportonline.it/poesie-primo-maggio/la-catena-di-montaggio-tic-giorgio-gaber-video-del-1969.html#ixzz2SpPCUmDx

daniela
09-May-2013, 23:24
Tempi moderni
film interpretato, diretto e prodotto da Charlie Chaplin e proiettato la prima volta il 5 febbraio 1936.


1723

I gesti ripetitivi, i ritmi disumani e spersonalizzanti della catena di montaggio minano la ragione del povero Charlot, operaio meccanico. La pausa pranzo potrebbe concedere un momento di riposo per tutti i lavoratori della fabbrica, senonché Charlot viene prescelto per sperimentare la macchina automatica da alimentazione, che dovrebbe consentire di mangiare senza interrompere il lavoro (aspetto che in una visione scientifica del lavoro produrrebbe vantaggio competitivo). L'esperimento però gli causa parecchi danni dato che il diabolico marchingegno non funziona molto bene....


http://www.youtube.com/watch?v=naXCAyNw-7w

DarkCoffee
06-January-2015, 17:00
Il 7 gennaio.... il ritorno in ufficio...

3099

daniela
23-November-2017, 13:36
José Mujica: "Non veniamo al mondo per lavorare o per accumulare ricchezza, ma per vivere. E di vita ne abbiamo solo una"


La mia idea di vita è la sobrietà. Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro. Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L'alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono il tempo per vivere.

"Appartengo a una generazione che ha voluto cambiare il mondo, ma che ha commesso il terribile errore di non volere cambiare prima se stessa". José Mujica, l'80enne ex presidente dell'Uruguay che durante l'epoca della dittatura fu imprigionato per 15 anni in una cella di isolamento, ha una visione del mondo piuttosto chiara.

4718

Io lotto contro l'idea che la felicità stia nella capacità di comprare cose nuove. Non siamo venuti al mondo solo per lavorare e per comprare; siamo nati per vivere. La vita è un miracolo; la vita è un regalo. E ne abbiamo solo una.

“Per vivere hai bisogno di lavorare, giusto? E se non stai lavorando, stai vivendo alle spalle di qualcun altro. E la vita di un parassita non è dignitosa, allo stesso tempo però non puoi vivere solo per lavorare e basta. E’ semplice. Perchè la cosa più gloriosa che uno ha è la vita. E anche se è così elementare, troppo spesso ce ne dimentichiamo. Ma ce lo fanno dimenticare la cultura, l'ambiente in cui viviamo e soprattutto quella violenza della società del consumo, che ci fa sembrare che se non saliamo su quel treno, moriremo.”

“Sostengo uno stile di vita moderato, perchè per vivere devi avere la libertà, ed avere libertà significa avere tempo. Quindi sono moderato per avere tempo, perchè quando vai a comprare qualcosa, non lo stai comprando con i soldi, ma con il tempo della tua vita che hai sprecato per guadagnarli.”

Povero non è chi possiede poco ma chi necessita infinitamente tanto e desidera sempre di più.

"La mia idea di felicità è soprattutto anticonsumistica. Hanno voluto convincerci che le cose non durano e ci spingono a cambiare ogni cosa il prima possibile. Sembra che siamo nati solo per consumare e, se non possiamo più farlo, soffriamo la povertà. Ma nella vita è più importante il tempo che possiamo dedicare a ciò che ci piace, ai nostri affetti e alla nostra libertà. E non quello in cui siamo costretti a guadagnare sempre di più per consumare sempre di più. Non faccio nessuna apologia della povertà, ma soltanto della sobrietà".

daniela
23-November-2017, 13:52
4722

4723

4724

"Cosa desideri per Natale?
Un cavallo alato.
Qualcosa di più reale?
Un lavoro.
Dove vivi?
In Italia.
Bianco o nero il cavallo?

Mauro
25-November-2017, 23:07
La mia idea di vita è la sobrietà. Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro. Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L'alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono il tempo per vivere.


Questo discorso mi tornerà spesso in mente quando vedo colonne di auto dirette verso quelle cattedrali del consumismo che sono i centri commerciali.



Ah, a proposito ... il cavallo per me nero.