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Mauro
23-August-2012, 12:26
E allora continuo a seguire l'ordine cronologico delle vicende di Harry Bosch con la recensione di "Ghiaccio nero".

La vicenda prende spunto dal ritrovamento del cadavere di un poliziotto dell'antidroga, Calexico “Cal” Moore, nella stanza di uno squallido motel il giorno di Natale.

Tutto fa pensare ad un suicidio, compreso l'enigmatico biglietto lasciato dalla vittima che dice semplicemente “Ho scoperto chi ero”, ma, come sempre, Harry Bosch non si accontenta della spiegazione più semplice e ovvia proprio perché troppo semplice e troppo ovvia.
E allora, partendo dai casi seguiti dal collega nei suoi ultimi giorni scopre che c'è qualcosa a cui stava lavorando che si chiama “Ghiaccio nero” un nuovo e particolare tipo di droga molto ricercata dai tossici di Los Angeles la cui diffusione crea una concorrenza spietata fra i fornitori storici del mercato californiano (gli hawaiani) e quelli che stanno cercando di farsi largo in questo commercio mortale (i messicani).


Ovviamente una situazione del genere non rimane certo nell'ambito delle semplici indagini in cui i ruoli di “buoni” e “cattivi” sono ben definiti, ma crea una sorta di terra di nessuno dove persone altrimenti oneste vivono di narcotraffico per non soccombere e uomini che dovrebbero rappresentare la legge la calpestano per tornaconto personale, acque torbide in cui dovrà pescare un Bosch che si identifica sempre di più, nella sua malinconica solitudine, come una specie di paladino della giustizia che combatte contro le ipocrisie di un sistema che dà più importanza all'apparenza e che considera i casi da risolvere come numeri per migliorare le statistiche. Mentre lui crede ancora in una giustizia ideale, un uomo che vede in un caso da risolvere la possibilità di rendere giustizia a delle vite che non ci sono più, senza moralismi né pietismi, a volte con la cinica consapevolezza che tutto fa comunque parte di un sistema che spesso non ha né vincitori né vinti.

Una storia in cui vengono rivelati altri particolari del misterioso passato di Bosch, il tutto inserito perfettamente nel contesto della storia: la ricerca delle proprie origini e l’ossessione per un passato mai dimenticato, sono due degli elementi cardine di questo romanzo, dove il parallelo tra Bosch e Moore funziona alla perfezione avendo presente questo dramma interiore della difficoltà di vivere, delle scelte difficili, dei rapporti tra padri e figli (entrambi hanno avuto un’infanzia infelice con un padre sconosciuto e hanno lottato per scoprire la verità).


Un'indagine complessa e pericolosa che porterà Bosch oltre il confine con il Messico dove dovrà affrontare non soltanto i demoni della droga con i loro carichi di morte, ma anche quelli della miseria, della corruzione e quelli, i più pericolosi, che si annidano nella mente delle persone costringendole a fare dei dolorosi conti con sé stesse fino a che non scopriranno "chi sono davvero"
E sarà quello il momento in cui il dramma interiore di un uomo metterà in scena il suo ultimo, imprevedibile, atto.

Mauro
01-August-2014, 08:43
Anche questa riscritta e ampliata