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Visualizza la versione completa : Georges Simenon - L'uomo che guardava passare i treni



Mauro
20-March-2013, 15:24
"L'uomo che guardava passare i treni"

Tutti noi abbiamo una vita fatta di compromessi che ci consentono di vivere fra gli altri in modo armonico e condiviso, ma per molti questa situazione è frutto di frustrazione e insofferenza che in alcuni casi giunge a un punto di rottura.
Nel caso specifico un avvenimento, sicuramente drammatico anche se non tragico, fa scattare quel meccanismo per cui un uomo varca il confine fra normalità e devianza con la stessa facilità con cui attraversa la strada sotto casa e in quelli che la società definisce comportamenti anomali, se non criminali, trova quella che per lui è una forma finalmente rivelata di libertà assoluta che però ha un prezzo molto alto da pagare per essere assaporata fino in fondo.

Citazione doverosa da questo libro:
Torna comodo trattare alla stregua dei pazzi coloro che non si è in grado di comprendere.

Estella
24-January-2017, 16:05
Ho letto questo romanzo alle superiori, ricordo l'insofferenza del protagonista verso coloro che lo circondano e l'illusione di una libertà fittizia che lo porterà alla perdita di se stesso.
Curioso il nome del personaggio, Popinga, che lo rende ancora più tragico secondo me.

Estella
20-June-2021, 00:00
Simenon semina indizi che cambiano nel corso della storia per cui l'immagine che all'inizio mi ero fatta di Kees Popinga piano piano acquista una nuova forma, spiazzante si ma non respingente perché i suoi pensieri, il suo desiderio di una vita più libera, si sono rispecchiati nei miei pensieri, nel mio desiderio, e non c'è un giudizio nei suoi confronti così come l'autore non giudica il suo personaggio, forse per lo stesso motivo di identificazione e poco importa capire se Kees Popinga è paranoico oppure no, come viene definito dalla stampa.
L’elemento interessante di questo romanzo per quanto mi riguarda è la messa a nudo dell’uomo che si ritrova, a causa di un evento inatteso, faccia a faccia con il suo destino, con le parti rimosse di sé, per cui cadono le maschere sociali e quella vita, che fino a quel momento viveva di un equilibrio apparente, subisce un punto di rottura.
La prosa di Simenon è fatta di frasi brevi e pochi aggettivi e questo rende la scrittura più incisiva, questo tipo di scrittura cattura la mia attenzione, semplice e curata (mi piace anche l'inizio di ogni capitolo con la formula ricorrente "Come Kees Popinga….." quasi come fosse un racconto di cronaca). Mi è piaciuto il modo in cui descrive le varie città in cui il protagonista si muove, mi è sembrato di camminarci dentro e sono descrizioni quasi sempre notturne.
Il tema della notte è ricorrente, infatti la prima pubblicazione del romanzo era intitolata “Treni nella notte” perché Popinga fin dalle prime pagine del romanzo ha un rapporto attrattivo nei confronti della notte, prova un’emozione furtiva vedendo passare un treno, soprattutto un treno nella notte appunto.
Ora comprendo la mia passione per le città portuali, è lo stesso fascino che le stazioni hanno su Popinga.
Simenon non crede nell'uomo, nel senso che non crede nell'uomo coerente, crede nelle contraddizioni e nelle non etichette, e questo secondo me è la sua forza.