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Andrea
31-October-2011, 15:39
Non so se la netiquette preveda che un neofita possa aprire una discussione, ma questa poesia era talmente carina che oso... :) ;)

Pizzicheria

"Ettogrammo, chilo, mezzochilo.
cacio, burro, prosciutto, salame,
acciughe, salacche, baccalà... "
Sono voci del gergo
di questo untuoso reame.
"Mi serve o non mi serve?
Ho tanta fretta! "
" Aspetti... "
" Mi dia retta. .
Venga qua ".
S'infuria una servetta,
una s'acqueta.
"Il solito formaggio
ma con poca corteccia".
E una sicura mano
apre una breccia nel parmigiano.
Molla e tira, tira e molla,
poca corteccia e di molta midolla.
Aver fretta ed aspettare,
pesare, tagliare, affettare,
entrare, andar via,
sono le note costanti
della quotidiana sinfonia
in una antica pizzicheria

Aldo Palazzeschi

Rosy
31-October-2011, 16:20
CERTO CHE PUO'!!!!!!!!!!!!!!! e ne apra pure altri!
Ben vengano! ciao ( è molto simpatico questo thread..)
Rosy :P :P

Rosy
31-October-2011, 16:22
A questo punto non posso ESIMERMI da una piccola perfidia.
Solo su QLIBRI ( attenzione: non Qforum) non si poteva, perchè Murialdog, che ci ha provato, è stato preso a pesci in faccia. ah ah ah ah( non mi sono trattenuta !)
ciao
Rosy :P :P

Rupert
31-October-2011, 16:38
Non so se la netiquette preveda che un neofita possa aprire una discussione, ma questa poesia era talmente carina che oso... :) ;)


Osa! Con la poesia vai sul sicuro. Ma anche con qualsiasi altro intervento a sfondo letterario... e non.

Ciò che è meglio non fare è quello che il buon senso di ogni persona a modo suggerirebbe di non fare: vilipendio, contumelie, turpiloquio (ancorché in occasioni particolari un certo grado moderato di rozzezza parrebbe essere tollerato, anche in questo caso è questione di buon senso) e tutto ciò che risulta e-molesto, ovvero trollismo, flaming, spamming...
(Scusa, ho approfittato del tuo post per ribadire qualche banale e per altro ovvia norma generale).

Ma Palazzeschi non ha proprio nulla a che vedere con questo, quindi proponi e condividi. Farai la felicità di noi amanti della poesia, piuttosto numerosi in questo luogo.



Rupert

Andrea
31-October-2011, 16:46
Bene grazie! Tendo a non trolleggiare né a esser turpe (anche se, a detta di qualche amico...) e la poesia mi piace troppo per produrre interferenza di così bassa lega! :D ;)

Andrea
31-October-2011, 17:07
La cipolla

La cipolla è un'altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
Fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.

In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d'inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.

Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell'una ecco sta l'altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un'eco in coro composta.

La cipolla, d'accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezione.
E a noi resta negata
l'idiozia della perfezione.

Wislawa Szymborska

Serena-fundy
01-November-2011, 14:23
Vi posto una poesia del grande Aldo Fabrizi ;)
P.S. A proposito di cucina :D

La 'Romanella'

I

Mì nonna, benedetta indó riposa,
se comportava come 'na formica
e puro si avanzava 'na mollica
l'utilizzava per un'antra cosa.

Perciò er dovere primo d'ogni sposa,
pure che costa un'oncia de fatica,
è d'esse sempre, a la maniera antica,
risparmiatrice, pratica e ingegnosa.

Si avanza un po' de pasta, mai buttalla:
se sarta co' un po' d'acqua solamente,
pe' falla abbruscolì senz'abbrucialla.

E la riuscita de 'sta Romanella
che fa faville e che nun costa gnente
dipenne da 'na semplice padella.


II

Mò l'urtima invenzione è 'na padella,
che quello che se còce poi se stacca,
mastice, colla, pece e ceralacca,
se rivorteno come 'na frittella.

'Sta novità sarà 'na cosa bella,
ma dato che la Pasta nun attacca
in pratica sarebbe 'na patacca
perché dev'esse mezz'abbruscatella.

Vedete, er gusto nun dipenne mica
dar fatto che diventa più odorosa,
ma dar sapore de padella antica.

E detto questo, porca la miseria,
fò a meno de la chiusa spiritosa,
perché 'sto piatto qui è 'na cosa seria!

Rosy
01-November-2011, 14:45
Troppo carine!
mentre le leggo mi pare di sentire Fabrizi che le declama, con la sua voce un pò..ansimante dalla ciccia!
grazie e ciao,
Rosy :P

Andrea
01-November-2011, 15:21
Bevendo da solo sotto la luna

Se al cielo non piacesse il vino
in cielo non ci sarebbe la stella del vino.
Se alla terra non piacesse il vino
sulla terra non ci sarebbe la fonte del vino.
E se al cielo e alla terra piace
non c'è nulla di disdicevole ad amarlo.
Si dice che il vino chiaro si può paragonare al santo
e quello scuro al saggio.
Ai santi e ai saggi piace bere.
Perché cercare allora l'immortalità?
Con tre bicchieri si comunica con il Tao,
con un moggio ci si fonde con la natura.
Incontro il piacere solo nel vino
ed è inutile dirlo al sobrio.

Li Po

Andrea
01-November-2011, 15:25
Scegliendo un lettore

Per prima cosa, mi piacerebbe che fosse bella,
e camminasse con grazia sulla mia poesia
nel momento più solitario di un pomeriggio,
i capelli ancora umidi sul collo, lavati
da poco. Dovrebbe indossare
un impermeabile, vecchio, un po’ sporco
perché non ha abbastanza soldi per la lavanderia.
Tirerà fuori gli occhiali, e lì,
nella libreria, sfoglierà
le mie poesie, poi metterà di nuovo il libro
sullo scaffale. E si dirà:
“A quel prezzo, posso far lavare
il mio impermeabile alla tintoria.” E lo farà.

Ted Kooser

Serena-fundy
01-November-2011, 15:32
Troppo carine!
mentre le leggo mi pare di sentire Fabrizi che le declama, con la sua voce un pò..ansimante dalla ciccia!
grazie e ciao,
Rosy :P

Grazie a te, Rosy. Oggi era il suo compleanno :)
Ciao

Serena-fundy

Mauro
01-November-2011, 21:55
Non so se la netiquette preveda che un neofita possa aprire una discussione, ma questa poesia era talmente carina che oso... :) ;)

:?: Ciò che mi sfugge è per quale altro insondabile motivo uno si dovrebbe iscrivere a un qualsivoglia Forum :?: :mrgreen:

Serena-fundy
02-November-2011, 17:22
Posto questa poesia di Giuseppe Gioachino Belli, autore dialettale romano del XIX secolo.

LA BONA FAMIJA

Mi' nonna, a un'or de notte che viè ttata
Se leva da filà, povera vecchia,
Attizza un carboncello, ciapparecchia,
E maggnamo du' fronne d'inzalata.

Quarche vorta se famo una frittata,
Che ssi la metti ar lume ce se specchia
Come fussi a ttraverzo d'un'orecchia:
Quattro noce, e la cena è terminata.

Poi ner mentre ch'io, tata e Crementina
Seguitamo un par d'ora de sgoccetto,
Lei sparecchia e arissetta la cucina.

E appena visto er fonno ar bucaletto,
'Na pisciatina, 'na sarvereggina,
E, in zanta pace, ce n'annamo a letto.
Roma, 28 novembre 1831

LA BUONA FAMIGLIA

Mia nonna, alle otto di sera 1 quando viene papà,
Si alza dal filare, povera vecchia,
Attizza un piccolo carbone, apparecchia per noi,
E mangiamo due foglie d'insalata.

Qualche volta ci facciamo una frittata,
Che se la metti alla luce è trasparente
Come guardando attraverso un'orecchia:
Quattro noci, e la cena è terminata.

Poi mentre io, papà e Clementina
Seguitiamo per un paio d'ore a bevicchiare,
Lei sparecchia e rassetta la cucina.

E appena visto il fondo al boccaletto,
Una minzione, una Salve Regina,
E, in santa pace, ce ne andiamo a letto.
Roma, 28 novembre 1831

1. - Un'ora dopo l'Ave Maria, che si recitava
alle 19:15 in estate e alle 18:15 in inverno,
quindi oggi diremmo attorno alle 20.

daniela
02-November-2011, 22:55
Cucchiaini

A tavola
per non parlare da sola
ha parlato con le sue posate
per tutta l'infanzia
per tutta l'adolescenza
con la signora forchetta
e suo marito il coltello
per tutti i pranzi
e tutte le cene
poi è diventata grande
non ha più parlato all'acciaio inossidabile
quasi più è tornata nel cassetto
dei feroci bambini cucchiaini.

Vivian Lamarque

Andrea
03-November-2011, 11:10
ILLUMINAZIONE DAVANTI AL BANCO DEI SURGELATI

anche la sofferenza
ha la sua data di scadenza.

Francesca Genti

Andrea
03-November-2011, 11:12
MI PROVO I TRUCCHI ALLA RINASCENTE

ammiro imbambolata i manichini
faccio pensieri suicidi al quinto piano:

mi chiama forte la vertigine del niente
verso l’abisso-primavera di milano.

Francesca Genti

Serena-fundy
03-November-2011, 15:50
Pasta alla capricciosella
(Aldo Fabrizi)

Provate a fa' 'sto sugo, ch'è un poema:

piselli freschi, oppure surgelati,

calamaretti, funghi "cortivati",

così magnate senz'avè patema.

Pe' fa' li calamari c'è un sistema:

se metteno a pezzetti martajati

nell'ajo e l'ojo e bene rosolati,

so' teneri che pareno 'na crema.

Appresso svaporate un po' de vino;

poi pommidoro, funghi e pisellini

insaporiti cor peperoncino.

Formaggio gnente, a la maniera antica,

fatece bavettine o spaghettini...

Bòn appetito e... Dio ve benedica!

P.S. Non l'ho mai mangiata, ma mi è venuta l'acquolina... :mrgreen:

daniela
04-November-2011, 21:05
DALL'ANIMA

È nato nel mio giardino un cespuglio
che fa fiori gialli.
Ogni mattina vado lì per sentire il ronzio
dell'insetteria in festa.
Ci sono ronzii di ogni tipo:
di grossi, di sottili, di apprendisti e di maestri.
È zampa, è ala, è bocca, è becco,
è granello di polvere e polline nel falò del sole.
Sembra che l'alberello chiacchieri.

Adélia Prado

daniela
06-November-2011, 10:30
Bruco

Tagliato in due col suo frutto
il bruco si torce, precipita
nel piatto, ove un attimo orrendo
sopravvive al suo lutto.
Coperto di bucce, sepolto
fra le dolcezze e gli aromi
che amava in vita, gli accendo
sulla catasta l’incenso
della mia sigaretta.
Morte pulita – ed in fretta.
Ma che ne so della via
che il bruco ha percorso in quell’unico
istante di agonia.

Fernanda Romagnoli

Andrea
08-November-2011, 15:39
Quei fetenti degli uomini

Sono come quei fetenti degli autobus -
li aspetti per circa un anno
e quando alla fine compare un bus
eccone altri due o tre che sbucano.

Mettono la freccia, guardi il lampeggio,
cerchi di leggere la destinazione.
Loro ti offrono un passaggio,
ma tu non hai molto tempo per la decisione.

Se commetti un errore, non puoi far dietrofront.
Salta giù, e starai là a fissare
le macchine e i taxi e i camion,
e i minuti, le ore, i giorni passare.

Wendy Cope

Claire
08-November-2011, 22:33
Il mondo è un gran bel posto
in cui nascere
se non v'importa che la felicità
non sia sempre così divertente
se non v'importa un po' d’inferno
qua e là
proprio quando tutto va bene
perché anche in paradiso
non è che si canti tutto il tempo
Il mondo è un gran bel posto
in cui nascere
se non v'importa che qualcuno muoia
continuamente
o magari solo di fame
per un po’ di tempo
il che non è poi tanto male se non si tratta di voi Oh il mondo è un gran bel posto
in cui nascere
se non v'importa molto
di qualche cervello perso
su ai posti di comando
o di una bomba o due
di tanto in tanto
sui vostri visi alzati
o di simili contrattempi
cui va soggetta la nostra
società di Gran Marca
con i suoi uomini distinti
e con quelli estinti
e i suoi preti
e altri poliziotti
e le sue svariate segregazioni
e indagini parlamentari
e altre costipazioni
che la nostra sciocca carne eredita Sì il mondo è il posto più bello del mondo
per un sacco di cose come
fare buffonate
e fare l'amore
essere tristi
e cantare canzoni sottovoce avere ispirazioni
e andare in giro
guardando ogni cosa
odorando fiori
e dare pizzicotti alle statue
e persino pensare
e baciare la gente e
fare bambini e portare i pantaloni
e agitare cappelli e
ballare
e andare a nuotare nei fiumi
e fare picnic nel pieno dell'estate
e insomma
“godendosi la vita” Sì ma poi proprio sul più bello di tutto questo
arriva sorridendo l'impresario di pompe funebri.

Lawrence Ferlinghetti

Andrea
09-November-2011, 10:39
Salmo per coloro che escono prima che sia giorno

Il poliziotto di ronda compra le scarpe con
lentezza e attenzione; il caposquadra
compra i guanti con lentezza e attenzione;
essi hanno cura dei loro piedi e delle loro mani;
essi vivono dei loro piedi e delle
loro mani.
Il lattaio non discute mai; lui lavora solo e
nessuno gli parla; la città dorme quando
lui è sul lavoro; posa una bottiglia di latte
su seicento verande e lo chiama il lavoro
d’un giorno; s’arrampica per duecento
scale di legno; due cavalli gli fanno
compagnia; egli non discute mai.
Gli operai delle acciaierie sono fratelli
delle ceneri; essi vuotano dalle loro scarpe
la cenere, dopo il lavoro quotidiano; essi
chiedono alle loro mogli di cucirgli i
pantaloni bruciati sulle ginocchia; i loro
colli e le loro orecchie sono coperti di
sudicio; essi si lavano il collo e le orecchie;
essi sono fratelli delle ceneri.

Carl Sandburg

Andrea
10-November-2011, 10:13
Barbera

Viene la tua bellezza
fra l’armonica e i tavoli
nell’illusoria neve di riviera.
Ma la barbera tinge le tue labbra
e un bacio porta la mia mano
nel segno che tu sai.

E ha il tuo passo, la notte.
Bussana di Sanremo, 5.XII.10

Marco De Carolis

daniela
10-November-2011, 22:47
L'abbiamo rimpianto a lungo l'infilascarpe (http://www.scompaginando.it/poesie/a/eugenio-montale/labbiamo-rimpianto-a-lungo-linfilascarpe)

L'abbiamo rimpianto a lungo l'infilascarpe,
il cornetto di latta arrugginito ch'era
sempre con noi. Pareva un'indecenza portare
tra i similori e gli stucchi un tale orrore.
Dev'essere al Danieli che ho scordato
di riporlo in valigia o nel sacchetto.
Hedia la cameriera lo buttò certo
nel Canalazzo. E come avrei potuto
scrivere che cercassero quel pezzaccio di latta?
C'era un prestigio (il nostro) da salvare
e Hedia, la fedele, l'aveva fatto.

Eugenio Montale

Andrea
14-November-2011, 10:04
A Milano i temporali
del mattino vengono
tutti da ovest, dall’acqua
del Ticino, più in là dei Grigioni,
da prati infontanati, rimasti in sole oltre metà
dell’anno, e prima del tuono c’è un ronzìo
che senti una volta su dieci,
e un vetro avverte
come la sua fine: piove,
anche la materia fa pietà,
il gas soffre come il soffocato...

Mario Santagostini

Claire
15-November-2011, 10:12
LE COSE

Le monete, il bastone, il portachiavi,
la pronta serratura, i tardi appunti
che non potranno leggere i miei scarsi
giorni, le carte da giunco e gli scacchi,
un libro e tra le pagine appassita
la viola, monumento d'una sera
di certo inobliabile e obliata,
il rosso specchio a occidente in cui arde
illusoria un'aurora. Quante cose,
atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi,
ci servono come taciti schiavi,
senza sguardo, stranamente segrete!
Dureranno piú in là del nostro oblio;
non sapran mai che ce ne siamo andati.

JORGE LUIS BORGES

Andrea
15-November-2011, 10:18
Parole povere

Uno, in piedi, conta gli spiccioli sul palmo
l'altro mette il portafoglio nero
nella tasca di dietro dei pantaloni da lavoro.

Una sarchia la terra magra di un orto in salita
la vestaglia a fiori tenui
la sottoveste che si vede quando si piega.

Uno impugna la motosega
e sa di segatura e stelle.

Uno rompe l'aria con il suo grido
perché un tronco gli ha schiacciato il braccio
ha fatto crack come un grosso ramo quando si è spezzato
e io c'ero, ero piccolino.

Uno cade dalla bicicletta legata
e quando si alza ha la manica della giacca strappata
e prova a rincorrerci.

Uno manda via i bambini e le cornacchie
con il fucile caricato a sale.

Uno pieno di muscoli e macchie sulla canottiera
Isolina portami un caffé, dice.

Uno bussa la mattina di Natale
con una scatola di scarpe sottobraccio
aprite, aprite. È arrivato lo zio, è arrivato
zitto zitto dalla Francia, dice, schiamazzando.

Una esce di casa coprendosi un occhio con il palmo
mentre con l'occhio scoperto piange.

Una ride e ha una grande finestra sui denti davanti
anche l'altra ride, ma non ha né finestre né denti davanti.

Una scrive su un involto da salumiere
sono stufa di stare nel mondo di qua, vado in quello di là.

Uno prepara un cartello
da mettere sulla sua catasta nel bosco
non toccarli fatica a farli, c'è scritto in vernice rossa.

Uno prepara una saponetta al tritolo
da mettere sotto la catasta e il cartello di prima
ma io non l'ho visto.

Una dà un calcio a un gatto
e perde la pantofola nel farlo.

Una perde la testa quando viene la sera
dopo una bottiglia di Vov.

Una ha la gobba grande
e trova sempre le monete per strada.

Uno è stato trovato
una notte freddissima d'inverno
le scarpe nella neve
i disegni della neve sul suo petto.

Uno dice qui la notte viene con le montagne all'improvviso
ma d'inverno è bello quando si confondono
l'alto con il basso, il bianco con il blu.

Uno con parole proprie
mette su lì per lì uno sciopero destinato alla disfatta
voi dicete sempre di livorare
ma non dicete mai di venir a tirar paga
ingegnere, ha detto. Ed è già
il ricordo di un ricordare.

Uno legge Topolino
gli piacciono i film di Tarzan e Stanlio e Ollio
e si è fatto in casa una canoa troppo grande
che non passa per la porta.

Uno l'ho ricordato adesso adesso
in questo fioco di luce premuta dal buio
ma non ricordo che faccia abbia.

Uno mi dice a questo punto bisogna mettere
la parola amen
perché questa sarebbe una preghiera, come l'hai fatta tu.

E io dico che mi piace la parola amen
perché sa di preghiera e di pioggia dentro la terra
e di pietà dentro il silenzio
ma io non la metterei la parola amen
perché non ho nessuna pietà di voi
perché ho soltanto i miei occhi nei vostri
e l'allegria dei vinti e una tristezza grande.


Pierluigi Cappello

Claire
15-November-2011, 10:38
Parole povere
Pierluigi Cappello

Molto bella.

Aleciccio
17-November-2011, 15:30
COSTRUIRE UNA CASA

Costruire una casa è come mettere ordine nel mondo
sistemo un mattone lui resta dove lo metto
sono io che scelgo il mattone io che preparo la calce
se potesse che tutto io potessi sistemare
non avrei questa stretta al cuore no
rassetterei il mondo che Dio mi perdoni
perfino meglio di lui.

Vera Lúcia de Oliveira

Aleciccio
17-November-2011, 15:33
TRASLOCARE


Traslocare fa un effetto goffo,
scatole chiuse, lettere non lette,
libri creduti, appunti persi,
e polvere al posto del respiro.
E quei fiori vogliosi sulle tende
sudice patacche,
colpe d’acciaio mai ammesse. Come si fa a trasferire quel divano?
Chiamalo piuttosto catafalco,
un Gòlgota imbottito di rimpianti
stupido, sgraziato, difettoso.
Non si alza mai in piedi,
non accoglie gli ospiti,
non ha maniere.
Ora di buttarlo.

Helene Paraskeva

Aleciccio
17-November-2011, 15:36
SULLA PUNTA DELLE MIE SCARPE

Sulla punta delle mie scarpe
C’è un mondo intero.
Lo osservo incredula
E mi chiudo sotto le stringhe
Slacciate.
Sulla punta delle mie scarpe
Ci sono le tracce del dolore
Quotidiano.
Lo conservo come muschio
Sotto il cipresso verde.
Sono ferma con la mia pala.
Immobile.
Scruto le condoglianze dei famigliari.
Sulla punta delle mie scarpe
Ci sono le gocce di rugiada
Mattutina.
Come se le mie scarpe piangessero
Un altro morto.

Sarah Zuhra Lukanic

Andrea
22-November-2011, 22:52
Al Cabaret Vert

Ore cinque pomeridiane

Da otto giorni, avevo lacerato i miei stivaletti
ai ciottoli delle strade. Entravo in Charleroi.
Al Cabaret Vert: chiesi delle tartine
al burro e del prosciutto mezzo freddo.

Beato, allungai le gambe sotto il tavolo
verde: contemplai i motivi assai ingenui
della tappezzeria - E fu un momento adorabile
quando la fante dalle poppe enormi dagli occhi briosi

(quella, non sarà un bacio a spaventarla! )
mi portò, ridanciana, delle tartine al burro
e del prosciutto tiepido, in un piatto colorato,

prosciutto roseo e bianco profumato da uno spicchio
d'aglio, - e mi riempì un boccale immenso,
con la schiuma
dorata da un raggio tardivo di sole.

Arthur Rimbaud

Andrea
23-November-2011, 14:21
Butta la pasta, arrivo!
Ah, che gioia, mi danno da mangiare.
L'acqua però non bolle, non ancora.
Che qualcuno stia lì a scaldare
l'acqua e poi arrivare in tempo
prima che la pasta scuocia
o che magari sia diventata fredda,
in quel momento esatto sempre
un po' isterico, sì proprio in quel momento
quasi sacro della scolatura,
questa fretta felice prima o poi,
anche ai più disgraziati, a tutti tocca.


Patrizia Cavalli

Claire
28-November-2011, 08:45
Crepuscolo


L'oscurità nasce dalla terra
Nel pallore dell'occidente si immergono le rondini;
Dal fieno arriva l'allegro clamore dei bambini;
Svanisce il vecchio palinsesto.

Stilla profumo la violacciocca
E in giro svolazza azzurro-luna una falena:
Tutto quel che significò il giorno terreno
Rovina come una menzogna.

I bambini hanno abbandonato il loro gioco.
Brilla un'unica stella in un velo di luce:
Il disordine del giorno
È sparito alla vista.


David Herbert Lawrence

Andrea
28-November-2011, 15:02
Delicatezza verso gli animali

Se diventassi una vegetariana
e per cena non mangiassi dell’agnello
come persona sarei, penso, più sana
e pure con un fisico più snello.
Ma l’agnello non rischia l’estinzione
e posso dire almeno senza esitazione
che mai, giammai ho divorato una civetta,
pertanto, forse, sono già corretta.

Wendy Cope

Aleciccio
28-November-2011, 18:53
Il grembiule

Mia madre invece aveva un vecchio grembiule
per la festa ed il lavoro,
a lui si consolava vivendo.
In quel grembiule noi trovammo ristoro
fu dato agli straccivendoli
dopo la morte, ma un barbone
riconoscendone la maternità
ne fece un molle cuscino
per le sue esequie vive.

Alda Merini

Aleciccio
28-November-2011, 18:58
Tavole
Mi sono seduto anche a tavole sontuose
dove i bicchieri vanno secondo i vini
e uomini molto più eleganti
s'aggirano a servire le pietanze.
Ma so meglio la tavola dove si strofina il fondo di scodella
con il pane e le dita arrugginite
mensa di panche basse a mezzogiorno
di fiati vergognosi d'appetito.
Non bisbiglio di commensali a commentare il pasto
ma di gole indurite che inghiottiscono
per rimettere forza di lavoro
e non portano eretti alla bocca la posata
ma si calano sopra, addentano a mezz'aria
per nascondere il magro boccone
il quasi niente avanzo della sera.
E di cibo non parlano per il timore di nominarlo invano.

Erri De Luca

Aleciccio
28-November-2011, 19:01
Compiti per casa

Otto anni e ancora non sai fare le addizioni
per questo ti correggo troppo duramente
allora chiedi "ma tu sbagliavi mai?"

e come posso dirti che facevo sempre tutto bene
ero troppo bravo troppo grande per la mia età
spiegavano i medici
come adesso lo sono per la tua

così racconto una bugia "certo che sbagliavo anch'io"

vedi, inventiamo un'infanzia che ci assomigli
per riempirla delle cose che avremmo meritato
tu un padre più paziente
io la matematica contata su cinque dita

Francesco Tomada

Aleciccio
04-December-2011, 19:12
Le ferramenta

A Maceió, nei negozi di ferramenta,
la notte giunge che il sole è ancora chiaro
sulle strade ardenti. Un’altra volta il silenzio
verrà a turbare gli abitanti di Alagoas. Lo scorpione
invocherà un rifugio nel mondo desolato.
E l’amore si aprirà come si aprono le conchiglie
nelle secche marine, fra i sargassi.
Negli scaffali, gli utensili sussultano
quando le porte si chiudono con stridore.
Cacciaviti, viti, madreviti,
ciò che chiude e ciò che apre si riuniscono
come una promessa di costellazione. E solo allora è notte
sulle strade di Maceió.

Ido Levo

Andrea
12-December-2011, 10:15
Prende dell’ombretto blu per darselo intorno agli occhi
per essere un’altra
e la sua mano si calma
e poi sale si muove lungo il viso, lentamente
come volendo qualcosa e si rammenta
del pettine e i suoi capelli si sentono, si sentono
continuano a fluire sulla spalla nuda
e poi si spalma le labbra di una porpora
presa in prestito da qualche festa lontana, tacitamente conclude
e mi ricorda un’antica assorta
regina egizia

Chaïm Guri

Andrea
12-December-2011, 11:51
Caffè all'aperto

Pioviggina un po'
ma non abbastanza perché si possa proprio
chiamarla pioggia
e noi lentamente ci bagniamo
ma non abbastanza perché valga proprio
la pena di parlarne
e un po' ci innamoriamo
ma non abbastanza perché si possa proprio
chiamarlo amore.

Henrik Nordbrandt

Aleciccio
13-December-2011, 15:28
La semina del grano


Passa l'aratro sul terreno molle
e segue il solco tra le brune zolle.
Apre le braccia la materna terra
e accoglie il seme biondo, piccoletto,
poi nel suo seno con amor lo serra;
tutto l'inverno se lo tiene stretto:
lo culla sotio il gelo, lieve lieve
nanna gli canta al suon della bufera,
lo copre col mantel bianco di neve.
E il seme dorme e sogna primavera;
sogna di germogliar nel pane mio
Veglia sul grano seminato Iddio


Lina Schwarz

Andrea
16-December-2011, 17:05
Sei di quelli che sorridono per strada,
che hanno un mondo nella mente
mentre vanno per le vie della terra?
Sembra proprio di sì, la sciarpa
grossa e rossa imbisciata sul collo,
gli occhialetti vani agli occhi
che non vedono davanti a sé.
Le mani in tasca sono molto
necessarie per non fare nulla
e pensare alla cosa più bella
che ti sia mai successa o a quella
che vorresti capitasse domani.

Paola Loreto

Andrea
19-December-2011, 11:17
Calendario

Chi mi ha inflitto questa missione estranea?
Questa condanna da cardellino
assetato
che batte contro la luce.
Màrgara Russotto

Risvegliarsi
con gli occhi pieni di giorni e settimane
cercare in fondo alle cose
mentre scrivo il mio libro con la vita.

Fare fronte alla pigrizia
il lunedì
lavare i panni macchiati dall'ombra
e con gioia addomesticarli
piegarli il martedì
uno contro l'altro
come si piegano le assenze
metterli a posto
e il mercoledì
pulire le ragnatele.
Il giovedì
togliere la polvere
lucidare la nostalgia.
Il venerdì
trascinare il tempo
il peso degli anni
e il sabato pensare alla domenica
mescolare aglio con erbe
con fiori e con timo
impastare millefoglie e silenzio
apparecchiare il tavolo di un giorno sopra l'altro
al centro della stanza.

La campana si associa alla fatica
quando arriva la notte:
segni di vita sulla tovaglia
ombre che sistemerò domani.

Arriva la notte in fondo alla mia anima:
congedo ancora un'altra settimana
lo stesso calendario
i giorni associati
col bicchiere di vino
la tovaglia stirata
e l'olio dell'oblio nello sguardo.

Luz Mary Giraldo

Aleciccio
22-December-2011, 12:18
La vigna vecchia




Mi sono seduto per terra
accanto al pagliaio della vigna vecchia.
l fanciulli strappano le noci
dai rami, le schiacciano tra due pietre.
lo mi concio le mani di acido verde.
mi godo l'aria dal fondo degli alberi.


Leonardo Sinisgalli

daniela
26-December-2011, 22:58
E nascemmo

E nascemmo
alla vita che già c’era.
Le cose
c’erano, le tante, le inaudite
cose, di cui c’invaghimmo
poco a poco,
E noi guardavamo
l’aria che luceva
e piove e nevi
e soli che stagnavano, tiepidi,
nelle mattine troppo
quiete.

E guardammo, un giorno, i nomi
le parole prime, scure,
che dicono sì e no, che oscillano
tra le cose

Giancarlo Pontiggia

daniela
26-December-2011, 23:00
Origini

Canto ciò che fu prima
e ciò che venne. Tutto
era sospeso in una
quiete lunga, nel forte
vuoto. Il cielo
immane, fiottante chiglia, era
muto. Non c’erano
uomini, né bestie, né pietre;
né fronde, né erbe, né ali sulle
ardue terrazze
del cielo. Solo
il sole c’era,
e non aveva nome. La terra
non c’era; solo c’era
il mare, e la sua verde
pietra. Non c’era
nulla di radunato, nulla
che risuonasse in cielo. Niente
si muoveva, né qua né là; niente
nuotava nel mare di pietra. Solo
quiete, e un celibe
occhio di pietra. Niente, vi dico,
esisteva. Solo, c’era, il fragore
del mare, là, in quel buio
antico, come un’antica
pietra.

Giancarlo Pontiggia



P.S. non sapevo dove mettere queste poesie di Pontiggia, forse non è questo il posto giusto, ma anche nascere è quotidianità...

daniela
26-December-2011, 23:02
Scorreva la vita come un miele

Scorreva la vita come un miele
troppo dolce, troppo forte. Salivano
ai grandi cieli, vasti come il tempo, sacri
come un’icona, gridi
di una vita frastornante, sospesa. Abbacinàti
gli occhi stupivano. Il cuore no. A un giorno

più scuro, segreto, pensavo, alla gemma
chiusa in un suo torpido sonno, al frutto

che marcisce, stordito, tra le fronde.


Giancarlo Pontiggia

daniela
26-December-2011, 23:03
E vedi

E vedi che durare possono
le cose che non hanno vita,
e tu muori,

e questi versi, che altri un giorno
leggeranno, durano più di te,
e tu non duri,
e li hai fatti

e in queste stanze
dove tante ore hai
dormito, altri
ci dormiranno: e così poco
è la vita,

che un verso, un muro, un letto
sono più lunghi di te,

erano prima, e sono dopo
di te.

Giancarlo Pontiggia

daniela
26-December-2011, 23:07
Mi rapivano le vie polverose, i muri

Mi rapivano le vie polverose, i muri
di campagna intonacati
alla buona, sui quali

il sole muovendosi posa
una spiga di luce calda,
ombrosa. Toccandola

con la mano mi pareva
di accedere a un’altra vita:
non la mia, forse (pensavo),

ma un’altra, più strana,
più romita.


Giancarlo Pontiggia

Andrea
28-December-2011, 10:45
Avevo dimenticato:
Una scampanellata = passeggeri da nord.
Due scampanellate = passeggeri da sud.
Tre = un merci da nord.
Quattro = un merci da sud.
Questo appresi una volta
in un posto il cui nome non importa
dove ora nessuna campana
annuncia nessun treno.

Jorge Teiller

daniela
11-January-2012, 22:11
Le cose
Le monete, il bastone, il portachiavi,
la pronta serratura, i tardi appunti
che non potranno leggere i miei scarsi
giorni, le carte da giunco e gli scacchi,
un libro e tra le pagine appassita
la viola, monumento d'una sera
di certo inobliabile e obliata,
il rosso specchio a occidente in cui arde
illusoria un'aurora. Quante cose,
atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi,
ci servono come taciti schiavi,
senza sguardo, stranamente segrete!
Dureranno piú in là del nostro oblio;
non sapran mai che ce ne siamo andati.

J.L. Borges

Aleciccio
13-January-2012, 12:58
Istruzioni per dormire

Certo, addormentarsi.
Scacciare la luna
dalla finestra.
Mettere in contumacia
le zanzare.
Stabilire per i gatti
lo spazio notturno.
Zittire i malinconici
cani dei vicini.
Chiudere l’udito
a tutti i rumori
tranne a quello della pioggia.
Relegare tutti i pensieri
angosciosi nel posto
che gli spetta,
nel tempo passato
o futuro.
sistemare i sentimenti
nei reconditi
meandri del cuore,
in astucci
chiusi a chiave fino all’alba.
Reprimere i dolori.
Controllare i desideri
e superare le offese.
Non comporre poesie.
Afferrare il filo di una storia
e inventare una favola.
Fungere da mamma a se stessi.
Essere la propria amata.
Coprire di baci
il cuore insoddisfatto.
Coprire con una coperta
le membra infreddolite.
Entrare
nell’enclave monastica
del buio e del silenzio.
Andare lontano.
In capo al mondo.
Al confine dei sogni e dei non sogni.
E magari
ancora più lontano.

Kajetan Kovič . Slovenia-1931 Maribor.

Andrea
14-January-2012, 00:27
Quando il divino si fa quotidiano

I trentatré nomi di Dio

1. Mare al mattino
2. Rumore dalla
sorgente nelle
rocce sulle pareti di
pietra
3. Vento di mare
a notte
su un'isola
4. Ape
5. Volo triangolare
dei cigni
6. Agnello appena nato
bell'ariete
pecora.
7. Il tenero muso
della vacca
il muso selvaggio
del toro
8. Il muso
paziente
del bue
9. La fiamma rossa
nel focolare.
10. Il cammello
zoppo
che attraversò
la grande città
affollata
andando verso la morte.
11. L'erba
L'odore dell'erba.
12. (disegno suo, come tanti asterischi, stelline)
13. La buona terra
La sabbia e
la cenere
14. L'airone che ha
atteso tutta
la notte, intirizzito,
e che trova
di che placare la sua
fame all'aurora
15. Il piccolo pesce
che agonizza nella gola dell'airone
16. La mano
che entra in
contatto
con le cose
17. La pelle - tutta la superficie del corpo
18. Lo sguardo
e quello che guarda
19. Le nove porte
della
percezione
20. Il torso
umano
21. Il suono di una viola o di un lauto indigeno
22. Un sorso
di una bevanda
fredda
o calda
23. Il pane
24. I fiori
che spuntano
dalla terra
a primavera
25. Sonno in un letto
26. Un cieco che canta
e un bambino invalido
27. Cavallo che
corre
libero
28. La donna
-- dei --
cani
29. I cammelli
che si abbeverano
con i loro piccoli
nel difficile wadi
30. Sole nascente
sopra un lago
ancora mezzo
ghiacciato
31. Il lampo
silenzioso
Il tuono
fragoroso
32. Il silenzio
fra due amici
33. La voce che viene
da est,
entra dall'orecchio
destro
e insegna una canto.



Marguerite Yourcenar

Andrea
14-January-2012, 00:50
Poesia per un uomo privo di olfatto

La presente solo per informarti

che la linea più marcata dell’incavo della mia mano
ha l’odore di un vecchio banco di scuola,
coi nomi intagliati e profondi, lisi dal sudore;

che sotto lo spruzzo del mio profumo costoso
le mie ascelle emettono una nota di basso, forte
come il bum di un palmo sopra a un tamburo;

che l’impeto umido della mia paura è tagliente
come il sapore di un pezzo di ferro d’inverno
sulla lingua calda di un bambino; e che a volte,

con la brezza, i delicati capelli che ho sulla nuca,
proprio in quel punto dove, chinando il capo, potresti
esitare e sfiorarli con le labbra,

trattengono un profumo delicato e deciso
come una flotta di navi di origami, pronte a salpare.

Kate Clanchy

Andrea
14-January-2012, 00:57
Genova P. P.

- Quanto tempo - dirai. E ci sarà
odore di treni, di fritto
e una piuma di vento marino
già all'uscita. Sugli agri giardinetti
della Stazione tornerà la luna.
- Come va - chiederai. Da un indomato
vecchio spiccio poema d'amore
sorriderti sarà meraviglioso:
- Bene, quando ti vedo.

Daria Menicanti

Claire
15-January-2012, 11:34
Ogni mattina


Cancelliamo i sogni
Con cautela costruiamo i discorsi
Le nostre vesti sono un nido di ferro
Ogni mattina
Salutiamo gli amici di ieri
Le notti si dilatano come fisarmoniche
Suoni, rimpianti, baci perduti.


(Insignificanti
Enumerazioni
Nulla, solo parole per gli altri


Ma dove finisce la solitudine?)


Manolis Anaghnostakis

Andrea
16-January-2012, 15:22
Le cose che mi dico mentre stendo i panni

Se una formica che attraversa la corda tesa
tra un melo e l’altro
si mettesse a pensare senza tregua
è probabile che mai e poi mai riuscirebbe a inventarsi Albert Einstein.
Ma neppure quei baffi disordinati,
o quelle borse rugose sotto gli occhi
che anni dopo gli si sono gonfiate,
dopo essersi è sognato quella esasperante relatività.
Perfino i panni stesi sono tridimensionali.
Le formiche attraversano le grandi foreste fibrose
da una molletta all’altra,
portandosi tra le mandibole o nella sacca proprio il cuore della vita,
il cuore stesso dell’universo nelle loro molecole di acido formico.
E come sono fresche le lenzuola,
quando la notte ti ci stendi dentro,
e ti sembra di essere la sola sulla montagna,
e il tuo corpo sente la setosa carezza del letto
come l’amore sulla tua pelle
e quella sacca pesante che sei tu si rilassa nel suo abbraccio.
Quando spegni la luce,
sei cieca nell’oscurità
forse come lo sono le formiche,
con quello stesso balzo d’astrazione fuori da questa dimensione limitante.
Così che la curva stessa della luce, attratta nella fossetta dello spazio,
è relativa al tuo stesso percorso cieco attraverso l’abisso.
E lì al buio c’è Albert Einstein
con la sua formula sagace che assomiglia a quelle piccole mandibole
che traforano la terra
e la sollevano, granello per granello,
mentre esplodono i cristalli di sabbia
nella calda turbolenza d’un bianco raggiante,
ti sorride, quel sorriso timido e irsuto,
su una linea immaginaria da qui a lì.

Ruth Stone

Aleciccio
17-January-2012, 09:11
Foglietto illustrativo

Sono un tranquillante.
agisco in casa,
funziono in ufficio,
affronto gli esami,
mi presento all'udienza,
incollo con cura le tazze rotte -
devi solo prendermi,
farmi sciogliere sotto la lingua,
devi solo mandarmi giù
con un sorso d'acqua.

So come trattare l'infelicità,
come sopportare una cattiva notizia,
ridurre l'ingiustizia,
rischiare l'assenza di Dio,
scegliere un bel cappellino da lutto.
Che cosa aspetti -
fidati della pietà chimica.
Sei un uomo (una donna) ancora giovane,
dovresti sistemarti in qualche modo.
Chi ha detto
che la vita va vissuta con coraggio?
Consegnami il tuo abisso -
lo imbottirò di sonno.
Mi sarai grato (grata)
per le quattro zampe su cui cadere.

Vendimi la tua anima.
Non ci sarà un altro acquirente.

Un altro diavolo non c'è più.

Wislawa Szymborska

Aleciccio
30-January-2012, 12:13
OLIO E ACETO


A Giovanni Panarello


Per la verde lattuga trasparente,
fresca la foglia aperta al suo ventaglio,
c'è quest'olio di luce, queste mente
di poggio e dal suo tartaro fiorita
la viola d'aceto, spicca l'aglio.
Il carciofo nell'indaco s'abbruna
al suo verde di panno e di laguna.
Rosso il radicchio a prendere s'avvita
nel suo cespo croccante. È la tua tavola,
un giorno che riposa - nel nome d'ogni cosa.
Ed è quasi una favola.

ALFONSO GATTO

Aleciccio
01-February-2012, 14:32
Le lettere smarrite

Per favore, non recuperate le lettere smarrite.
Lasciate la busta accanto al tronco dell’albero,
sotto un’anonima pietra, o a rotolare nei giardini.
Ci sono lettere che si scrivono perché non arrivino,
perché dall’altro lato della voce diffidino di tutto,
perché esista una seconda lettera, esplicita e inutile.
Ciò accade con l’assenso di tutti,
con soprassalti premeditati e complicità.
Sono mesi, anni, di matematica innocenza.
In quelle lettere si confessava tutto,
si annunciavano pericoli che poi la pioggia ha ammorbidito;
in quelle lettere c’erano poscritti che premonivano
sul fatto che sarebbero andate smarrite.
La loro vera destinazione era il silenzio,
le erbacce al bordo dei letti,
le ragnatele sui davanzali,
le nuvole sul volto.
Definitivamente,
dall’altro lato della voce non l’aspettavano.
Lasciatela accanto all’albero,
sotto un’anonima pietra,
a rotolare nella memoria del felice mittente.

Alex Diaz Pimienta

Andrea
06-February-2012, 11:58
Altro viaggio nelle isole

Atterraggio a Sint-Maarten
attraverso dieci chilometri di dense coltri di nubi

la carta di sbarco da compilare
“Siete qui per affari?
Per svago?
Siete in luna di miele?”

come al solito, amico mio, giusto di passaggio

dappertutto i segni dell’ultimo ciclone
tetti scoperchiati, palme a brandelli
barche in ogni angolo, compresa
una vecchia e malandata col fumaiolo rosso
The Carib Islands

dal balcone grondante di pioggia
seguo il volo disinvolto di un pellicano grigio
sulle acque glaucoverdi.

Kenneth White

daniela
10-February-2012, 22:14
FINE

La rosa bianca, sola in una coppa
di vetro, nel silenzio si di sfoglia
e non sa di morire e anch’io la guardo
morire. Un dopo l’altro si distaccano
i petali; ma intatti: immacolati:
un presso l’altro con un tocco lieve
posano, e stanno: attenti, se un prodigio
li risollevi e li ridoni, ancora
vivi, candidi ancora, al gambo spoglio.
Tal mi sento cader sul cuore i giorni
del mio tempo fugace: intatti; e il cuore
vorrebbe, ma non può, comporli in una
rosa novella, su più alto stelo.

Ada Negri

Andrea
13-February-2012, 16:52
Su e giù per la cucina
come un monaco zen in edizione ridotta

un toast in una mano
una foglia di lattuga nell'altra

pretendendo di non sapere
il noto

sognando di trasformarmi
in ciò che sono.

Aghi Mishòl

Aleciccio
13-February-2012, 16:59
SPECCHIO
Sono esatto e d’argento, privo di preconcetti.
qualunque cosa io veda subito l’inghiottisco
tale e quale senza ombre di amore o disgusto.
Io non sono crudele, ma soltanto veritiero -
quadrangolare occhio di un piccolo iddio.
Il più del tempo rifletto
sulla parete di fronte.
È rosa, macchiettata. Ormai da tanto tempo la guardo che la sento
un pezzo del mio cuore. Ma lei c’è e non c’è.
Visi e oscurità continuamente si separano. Adesso io sono un lago. Su me si china una donna
cercando in me di scoprire quella che lei è realmente.
Poi a quelle bugiarde si volta: alle candele o alla luna.
Io vedo la sua schiena e la rifletto fedelmente.
Me ne ripaga con lacrime e un agitare di mani.
Sono importante per lei. Anche lei viene e va.
Ogni mattina il suo viso si alterna all’oscurità.
In me lei ha annegato una ragazza, da me gli sorge incontro
giorno dopo giorno una vecchia, pesce mostruoso.

SYLVIA PLATH

Aleciccio
22-February-2012, 11:49
Mattino alla finestra




Sbattono piatti da colazione nelle cucine del seminterrato,
E lungo i marciapiedi che risuonano di passi
Scorgo anime umide di donne di servizio
Sbucare sconsolate dai cancelli che danno sulla strada.




Ondate brune di nebbia levano contro di me
Volti contorti dal fondo della strada,
Strappano a una passante con la gonna inzaccherata
Un vacuo sorriso che s'alza leggero nell'aria
E lungo il filo dei tetti svanisce.




Thomas Stearns Eliot

Andrea
29-February-2012, 12:57
Chissà
se mancherò
alla tua collega
che a volte
- per errore -
riceveva
le mie telefonate
ignorando
di me ogni cosa
se non una voce
d’emozione

chissà
se il maitre
s’accorgerà
della mia
non presenza
quando racconterà
il menù del giorno
a una te ignota
diletta
commensale
d’un io non mio

chissà
se i posti
che ci hanno
visti insieme
sapranno
dell'infinita
lontananza
che più
d’ogni altra
cosa
ci accomuna…

mia

Andrea
29-February-2012, 14:57
Le giovani coppie

Le giovani coppie del dopoguerra
pranzavano in spazi triangolari
in appartamenti vicini alle fiere
i vetri avevano cerchi alle tendine
i mobili erano lineari, con pochi libri
l'invitato che aveva portato del chianti
bevevamo in bicchieri di vetro verde
era il primo siciliano della mia vita
noi eravamo il suo modello di sviluppo.

Luciano Erba

daniela
29-February-2012, 15:30
Chissà
se mancherò
alla tua collega
che a volte
- per errore -
riceveva
le mie telefonate
ignorando
di me ogni cosa
se non una voce
d’emozione

chissà
se il maitre
s’accorgerà
della mia
non presenza
quando racconterà
il menù del giorno
a una te ignota
diletta
commensale
d’un io non mio

chissà
se i posti
che ci hanno
visti insieme
sapranno
dell'infinita
lontananza
che più
d’ogni altra
cosa
ci accomuna…



Bellissima! Bravo!

Andrea
06-March-2012, 10:00
Senza flash

Senza flash!
(esclamazione che si ode ogni minuto nei musei italiani)

Senza fiamma, senza notti insonni, senza ardore,
senza lacrime, senza una forte passione, senza convinzione,
così continueremo a vivere; senza flash.

Tranquilli e calmi, docili, assonnati,
le mani macchiate dall’inchiostro dei quotidiani,
i volti unti di crema; senza flash.

I turisti sorridono nelle loro camicie linde,
Herr Lange e Miss Fee, Monsieur, Madame Rien
entrano nel museo; senza flash.

E stanno davanti a un Piero della Francesca dove
Cristo, quasi folle, esce dalla tomba,
risorto, libero; senza flash.

E forse allora accadrà qualcosa di imprevisto:
si scuote il cuore, nascosto sotto il cotone liscio,
cala il silenzio, scatta il flash.

Adam Zagajewski

Aleciccio
12-March-2012, 16:32
DIVERSE COSE


Diverse cose potrebbero trovarsi in questa filastrocca
dei limoni in un cestino
erba menta odorosa in una terracotta sul davanzale
un’orchidea “imperiale” sulla mensola del bagno
tre bulbi di scalogno, un vaso di fiori fresie bianche e una rosa gialla
ci potrebbe essere un violinista disegnato sul marciapiede e
una gallina sul tetto,
un uomo potrebbe cantare in questa filastrocca
mentre si rade dopo la doccia, l’asciugamano legato al fianco
qualcuno potrebbe slegare il nodo
una donna potrebbe lanciare in aria una moneta d’oro

uno sconosciuto potrebbe arrivare in questa filastrocca
offrire delle mele colte prima della pioggia

la donna potrebbe tagliare le mele in una ciotola blu

potrebbe piovere in questa filastrocca
ma se piovesse l’uomo continuerebbe a cantare
mentre l’asciugamano cadrebbe sul lucido parquet

la donna potrebbe cercare una poesia di Irving Layton
nella libreria del soggiorno o fra le carte dello scrittoio
senza trovarla, ma si sa scoverebbe dell’altra poesia

potrebbe inforcare la bicicletta e veloce pedalare
fino alla libreria Utopia [è sempre aperta!]
e dire la prossima frase: “vorrei una poesia erotica è questo
che ho tanto aspettato” – neppure lì potrebbero sapere

potrebbe esserci un computer in questa filastrocca
e anche un blog dove affidare queste parole sconclusionate
prima che potresti apparire tu
potresti fermarti a cena, però devi spennare la gallina
una ricetta provenzale: scalogno e mele, brandy, pepe e sale

dopo cena si potrebbe leggere una poesia breve di Irving Layton
in questa filastrocca.

“Mentre camminavo ho scoperto dove stavo andando
Mentre odiavo intensamente ho imparato ad amare.
Ora ho quasi capito chi sono.Un altro passo ancora e sarò di nuovo
Nel posto da dove sono partito."

Irving Layton

daniela
15-March-2012, 22:11
La corriera

La corriera procede a strappi, muglia.
Chi nativo di qui ravvisa il giogo
cima per cima segue in lontanza
tutta l'azzurra cavalcata; il vento
profila i primi monti
bruciati dall'altezza,
fa livido il colore
più cenere che fiamma
che ha il querceto d'inverno
su queste terre d'altipiano,
sferza, ostacola i muli sulla tesa,
stride sui cumuli di brace. Gli altri,
chi recita il breviario a voce bassa,
chi sonnecchia, chi parla dei suoi traffici
di buoi, di lana, di granaglie e volge,
se volge, un occhio disattento al vetro.

Sediamo qui, persone nel viaggio,
smaniosi alcuni dell'arrivo, alcuni
volti tutti all'indietro, chi sospeso.
Il pecoraio mette in fila il branco,
lo stringe alle pareti del rialto,
libera il passo, la corriera avanza
e sballotta le teste e le cervici.

Chiudo e apro gli occhi sopra questo lembo
di patria, stretto contro lo schienale
ascolto questa gente, questo vento,
vivo per mediazione dei miei simili
più di quanto lo sia in carne ed ossa.

Mario Luzi

Andrea
20-March-2012, 09:54
La fragola


La misteriosa sensazione segreta
di sentire una fragola in bocca
non la si può comprare con il denaro.
Non se ne conosce il motivo
però una fragola può far sì che l’anima
diventi di un rosso vivo, fino in fondo.


Questa fragola, me l’hanno data stamattina,
mi fa tanto felice
che ho udito lo spazio celeste dire


la cosa più deliziosa che abbia mai gustato.




Jens August Shade

daniela
22-March-2012, 16:08
Un attimo fa ho dato un'occhiata nella stanza
ed ecco quel che ho visto:
la mia sedia al suo posto, accanto alla finestra,
il libro appoggiato faccia in giù sul tavolo.
E sul davanzale, la sigaretta
lasciata accesa nel posacenere.
Lavativo!, mi urlava sempre dietro mio zio,
tanto tempo fa. Aveva proprio ragione.
Anche oggi, come ogni giorno,
ho messo da parte un po' di tempo
per fare un bel niente.

Raymond Carver

daniela
30-March-2012, 22:26
Cencio

C’era uno straccetto celestino
sopra il muro
tutto sgualcito di ditate rosa
tenuto su da due borchie di stelle
ed io lì sotto
come un cencio cinerino
in cui la mente incespica
ma che non val la pena di raccogliere
- lo si stiracchia un po’ di qua e di là
e poi
a calci
lo si butta via -

Antonia Pozzi

Aleciccio
01-April-2012, 14:27
SCACCHIDice: – Gli scacchi hanno regole certe.
Il re è legato mani e piedi,
è la regina che fa e disfà a suo piacimento.
Io preferisco la vita diagonale del pedone.
Negli scacchi non muore di rabbia il cavallo,
non c’è una rivolta di pedoni
né è possibile la follia passeggera
di un alfiere che uccide i suoi o se stesso
per disperazione o per amore.
E così accade che i pezzi rispondono
a un disegno esterno, alla mano che li muove.
Umano è soltanto l’arrocco,
il nascondersi quando fuggire non è possibile.
Che sarebbe dei pezzi, se fossero liberi?

MARTÍN LÓPEZ-VEGA

Andrea
03-April-2012, 10:30
Bianco il nostro letto
di giorno
e calmo e teso
somiglia a un grande mare
che lieve la schiuma luccicante
appena increspa.
Bianco morbido e immobile
come un monte innevato
dignitoso e altero come
un ghiacciaio distante
che attende la conquista
e sfiora il sole.


Paola Roman

Andrea
03-April-2012, 10:41
Il mio amante


E ora parlerò del mio amante, che rimarrà senza nome.
Perché a 49 anni sa fare il rumore di cinque diversi tipi
di camion che cambiano le marce in salita.
Perché a volte lo fa sulle scale del posto dove lavora.
Perché poi si vergogna quando gli altri lo sentono.
Perché sa anche imitare almeno tre tipi diversi di treni.
Perché questi includono: la metropolitana di Londra,
il treno a vapore e il trenino elettrico
delle Ferrovie Meridionali.
Perché tifa per il Tottenham Hotspur con gioiosa
e immutabile devozione.
Perché odia l’Arsenal, i cui tifosi sono rozzi e incivili.
Perché spiega che gli Spurs sono magici, mentre l’Arsenal
è noioso e sta sempre in difesa.
Perché io non ne sapevo niente fino a sei mesi fa,
e non mi curavo di saperlo.
Perché ora tutto questo mi affascina.
Perché lui si esibisce per gradi, dieci.
Perché, primo, si presenta come una persona gentile,
seria e mentalmente libera.
Perché, secondo, affronta molti pranzi, discutendo a tavola
della vita e dell’amore senza mai nominare il calcio.
Perché, terzo, sta attento a non rivelare quanto detesti
avere la peggio in una discussione.
Perché, quarto, parla delle donne del suo passato,
riconoscendo che in parte è stata colpa sua.
Perché, quinto, è talmente ragionevole che tendi a dubitarne.
Perché, sesto, si autoinvita per un drink una sera.
Perché, settimo, in due vi scolate due bottiglie di vino.
Perché, ottavo, si ferma per la notte.
Perché, nono, non vedi l’ora di rivederlo.
Perché, decimo, non si fa vivo per giorni.
Perché avendo raggiunto lo scopo ritorna ai suoi interessi.
Perché non salterà nemmeno un’ora del corso serale
o una sola prova di coro a causa di una donna.
Perché è quasi sempre fuori casa.
Perché non riesci nemmeno a trovarlo al telefono.
Perché è il tipo d’uomo che da generazioni fa impazzire
le donne.
Perché, è triste ammetterlo, questo pensiero non basta
a farti rinsavire.
Perché è affascinante.
Perché è buono con gli animali e coi bambini.
Perché la sua voce è rassicurante e sexy allo stesso tempo.
Perché guida una vecchissima Vauxhall Astra station wagon.
Perché va a 130 sull’autostrada.
Perché quando lo supplico di rallentare dice: “Non intendo
andare più piano di così”.
Perché è convinto di conoscere le strade meglio di chiunque
altro sulla terra.
Perché non insiste per avere consigli dai suoi passeggeri.
Perché se mai dovesse perdersi sarebbe un bell’inferno.
Perché qualche volta mi fa dormire dalla parte sbagliata
del mio letto.
Perché non puoi dargli ordini.
Perché ha questa dote, che gli sta bene mangiare
i bastoncini di pesce surgelati o il cibo cinese già pronto
o prepararsi la cena da solo.
Perché sa come cucino ed è realista.
Perché mi prepara tazze di cacao densissimo con le bollicine.
Perché beve e fuma almeno quanto me.
Perché è ossessionato dal sesso.
Perché non direbbe mai che è sopravvalutato.
Perché è cresciuto prima della società permissiva
e si ricorda della sua adolescenza.
Perché non insiste nel ripetere che è sano e naturale,
né mi chiede cosa vorrei che facesse.
Perché ha alcune idee tutte sue.
Perché non è mai stato capace di dormire a lungo
e la notte parla con me fino a tardi.
Perché ci logoriamo a vicenda con la nostra insonnia.
Perché mi fa sentire come una lampadina che non può
spegnersi da sola.
Perché ispira una poesia dopo l’altra.
Perché è pulito e ordinato ma non si preoccupa
troppo del suo aspetto.
Perché permette al barbiere di tagliargli i capelli troppo corti
e per due settimane va in giro che sembra un carcerato.
Perché quando metto una collana e gli chiedo se
mi sta bene risponde: “Sì, se No vuol dire provarne altre tre”.
Perché è rimasto scioccato quando i compagni di squadra
più giovani hanno cominciato a usare il talco negli spogliatoi.
Perché la sua mascolinità vecchio stile è per me
fonte di continuo divertimento.
Perché la cosa lo rende perplesso.


Wendy Cope

Aleciccio
12-April-2012, 09:20
Lo specchio

Che oggetto triste
hanno inventato gli uomini!
Chiunque si specchia
sta di fronte a se stesso
e chi pone la domanda
è, al tempo stesso, l’interrogato.
Per entrare più a fondo
l’uomo deve fare il contrario,
allontanarsi.

Kikuo Takano

Andrea
12-April-2012, 10:05
Set


battuta
rete

battuta
tic toc tic toc
fuori

battuta
tic toc tic toc
punto

battuta
tic toc tic toc
parità

battuta
tic toc tic toc
vantaggio

battuta
tic toc tic toc

la pallina scandisce inesorabile
la propria vittoria

sguardi inebetiti perseverano
a seguire la danza

tic toc tic toc

Marco Saya

Aleciccio
23-April-2012, 16:04
UNA PENNA VERDE

Semplicemente sento scorrere la vita
mentre l’uomo solo in treno
accanto a me è intento alle parole crociate
e pensa forse a un gatto che l’aspetta a casa
grigio e prepotente, e ha solo lui, e un cappotto
dimesso, stanco di portarlo in giro sui treni,
solo e con quell’idea del gatto nella testa.
C’è anche un sole molto violento, un sole di gennaio
che un po’ ci riscalda e un po’ ci ubriaca
e io ho una penna verde e aspettiamo la partenza per Matera.

Paolo Polvani

Aleciccio
08-May-2012, 19:15
Equilibri

La cisterna sprizzava bagliori d'argento.
L'operaio in tuta arancione ne accarezzava la pelle
con la leggerezza di un equilibrista.

Ai suoi piedi l'orizzonte
manifestava sottomissione e aderenza.

Il cielo era un manifesto
sulle profondità di ottobre.

L'operaio frugava, rovistava
tra gli attrezzi.
Cercava l'obbedienza di una vite, la cieca
fedeltà di un bullone.
Confrontava certi spessori, borbottava.

L'arancio della tuta si spostava
lungo il perimetro della cisterna.

Ottobre era un cielo di invincibile bellezza.

L'operaio sulla piattaforma rimestava
e riponeva, malediceva, forse
era felice.


Paolo Polvani

Andrea
08-May-2012, 19:34
Ieri


Ieri è stato mercoledì tutta la mattina.
Nel pomeriggio è cambiato:
era quasi un lunedì,
la tristezza ha invaso i cuori
e c’è stato un chiaro
moto di panico verso i
tram
che portano i bagnanti al fiume.


Intorno alle sette ha attraversato il cielo
un lento aeroplanino, e neppure i bambini
sono rimasti a guardarlo.
Si è spaccato
il freddo,
qualcuno è sceso in strada con il cappello,
ieri, e tutto il giorno
è stato uguale,
vedi,
che divertimento,
ieri e ancora ieri e così fino ad ora,
mentre andava di continuo per le vie
gente sconosciuta,
o dentro casa a fare merenda
pane e caffelatte, che
allegria!
La sera è scesa prontamente e si sono incendiate
calde luci gialle,
e nulla ha potuto
impedire che infine albeggiasse
il giorno di oggi,
così simile
ma
così diverso per luce e profumo!


Per questo,
perché è come dico io,
lasciatemi parlare
di ieri, una volta ancora
di ieri: il giorno
unico che nessuno mai
tornerà a vedere sopra la terra.


Ángel González

Andrea
28-May-2012, 10:59
Aubade

Se vivessi nella casa di fronte a me
e se fossi seduto al buio
sul bordo del letto
alle cinque del mattino,
mi potrei chiedere che cosa ci fa
la luce accesa nel mio studio a quest’ora,
eppure eccomi alla mia scrivania
nel mio studio a chiedermi la stessa identica cosa.
So che non dovevo alzarmi così presto
per aprire con un coltellino
i pacchi di giornali all’edicola
come potrebbe pensare l’uomo della casa di fronte.
È ovvio che non sono un agricoltore o un lattaio.
E non sono l’uomo della casa di fronte
che siede al buio perché sonno
è sua madre e lui è uno dei suoi tanti orfani.
Forse sono sveglio solo per ascoltare
il tenue stridulo tintinnio,
del tungsteno nell’unica lampadina
che ha lo stesso suono del fruscio degli alberi.
O il mio compito è solo quello di stare seduto immobile
come il bicchiere d’acqua sul comodino
dell’uomo della casa di fronte,
immobile con la fotografia di mia moglie in cornice?
Ma ecco il primo uccello che consegna il suo canto,
ed ecco il motivo del mio essere in piedi:
per catturare la canzone di tre note di quell’uccello
e aspettare ora assieme a lui una risposta.

Billy Collins

Aleciccio
28-May-2012, 14:11
Certi giorni

Certi giorni
metto la gente
al loro posto a tavola,
piego loro le gambe alle ginocchia,
se le ginocchia sono snodate,
li sistemo nelle loro sedie di legno piccoline.

Tutto il pomeriggio si guardano fisso
l’uomo col vestito marrone,
la donna col vestito blu,
perfettamente immobili,
perfettamente composti.

Ma in altri giorni sono io quello
che viene preso per le costole
e sistemato nel soggiorno di una casa delle bambole
a sedere insieme agli altri al tavolo da pranzo.

Molto divertente,
ma a te piacerebbe
non sapere se il giorno dopo
lo passerai camminando a grandi passi, come un dio vigoroso
con le spalle tra le nuvole,
o seduto laggiù tra la carta da parati
a fissare dritto avanti a te
con la tua piccola faccia di plastica?


Billy Collins

Aleciccio
28-May-2012, 14:14
Il primo sogno

Il vento girovaga attorno alla casa stanotte
e mentre mi appoggio alla soglia del sonno
inizio a pensare alla prima persona che mai abbia sognato,
come dev’essere sembrata tranquilla, il mattino dopo

mentre gli altri se ne stavano attorno al fuoco
con addosso pelli di animali
parlando tra di loro solo con le vocali,
perché questo certo accadde molto prima dell’invenzione delle consonanti.

L’uomo, forse, se ne è andato da solo per sedersi
su una pietra a guardare la foschia di un lago
mentre cercava di spiegarsi cos’era successo,
come era andato da qualche parte senza andarci,

come aveva steso le braccia attorno al collo
di una belva che gli altri potevano toccare
solo dopo averla uccisa con le pietre,
come aveva sentito il suo respiro sul suo collo nudo.

D’altro canto, il primo sogno potrebbe averlo fatto
una donna, anche se si sarebbe comportata,
immagino, più o meno allo stesso modo,
allontanandosi per stare da sola vicino all’acqua,

tranne che la curva delle sue giovani spalle
e l’oscillare del suo capo chino
l’avrebbero fatta apparire terribilmente sola,
e se tu fossi stato lì, a vedere la scena,

avresti forse finito per essere la prima persona
che si sia mai innamorata della tristezza di un’altra.

Billy Collins

Aleciccio
25-June-2012, 11:52
Conchiglie

Eternamente giace e splende piano
sotto l'enormi tempestose ondate
e sotto le minute onde beate
che il Greco antico un tempo ha nominato
crespe di risa.
Ascolta,: la conchiglia iridescente
canta nel mare, al più profondo.
Eternamente giace, e canta silenziosa.

Katherine Mansfield

Andrea
26-June-2012, 11:54
IL GATTO

Il gatto è un animale che ha due zampe davanti,
due zampe dietro,
due zampe sul lato sinistro e
due zampe sul lato destro.
Le zampe davanti gli servono per correre
le zampe dietro gli servono per frenare.
Il gatto ha una coda che segue il corpo. Essa finisce
improvvisamente.
Egli ha dei peli sotto il naso,
rigidi come fili di ferro. E’ per questo che egli è
dell’ordine dei “Filini”.
Ogni tanto il gatto desidera avere dei piccoli.
Allora li fa: è in quel momento che diventa una gatta.

Compito di un bambino di 9 anni,
pubblicato su “Le Figaro” il 6 maggio 1952

daniela
26-June-2012, 15:42
IL GATTO

Il gatto è un animale che ha due zampe davanti,
due zampe dietro,
due zampe sul lato sinistro e
due zampe sul lato destro.
Le zampe davanti gli servono per correre
le zampe dietro gli servono per frenare.
Il gatto ha una coda che segue il corpo. Essa finisce
improvvisamente.
Egli ha dei peli sotto il naso,
rigidi come fili di ferro. E’ per questo che egli è
dell’ordine dei “Filini”.
Ogni tanto il gatto desidera avere dei piccoli.
Allora li fa: è in quel momento che diventa una gatta.

Compito di un bambino di 9 anni,
pubblicato su “Le Figaro” il 6 maggio 1952

:lol: che bella! Se non è Poesia questa....

Andrea
28-June-2012, 18:30
Le Golose


Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.


Signore e signorine -
le dita senza guanto -
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!


Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.


C'è quella che s'informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.


L'una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.


un'altra - il dolce crebbe -
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!


Un'altra, con bell'arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall'altra parte!


L'una, senz'abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare


sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D'Annunzio.


Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,


di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!


Perché non m'è concesso -
o legge inopportuna! -
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,


o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?


Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.


Guido Gozzano

Aleciccio
03-July-2012, 17:43
IL PANE

Ogni volta ti induce in tentazione di diventare un signore
Che si nutre con le briciole sotto la tavola del servitore.
Ti invita a fargli male, di accoltellarlo, di tagliarlo
In pezzi, di consumare ancora caldo il suo corpo.
Senza pudore ti si mostra nudo come alla creazione.
È un perverso. Ti provoca con la sua sobrietà.
Ma tu gli dai e ti concedi a lui incessantemente. E
Ogni mattina e ogni sera ripeti il farinoso gioco.
Ti ha creato come l'inceneritore della sua colpa. Quando ti
Sazia, alzi subito la voce affermando di avere ancora più fame.
Sì, sì, ti ama, per questo anche adesso accoglie in sé il tuo coltello.
Sa che tutte le sue ferite si riducono in briciole tra le tue mani.

Aleš Šteger

Aleciccio
12-July-2012, 00:07
IL RAGAZZO SELVAGGIOAll’ultimo banco in classe un ribelle
Vede la lingua rossa dell’autunno
Leccare il vetro. Colerà del sangue
Nel vicolo dove rotolano le arance.
Un libro aperto vola con fruscio d’ali.
Il dito nell’inchiostro disegna mostri
Sul legno scuro dove sono incisi
Nomi d’allievi addormentati nel tempo.
Una cancellatura lo acquieta appena
Perché vede i gridi verdi d’erbe folli.
Vagabonda in se stesso, poi si dedica
Alle gesta dell’imperatore cosmonauta.
Si tinge una guancia d’inchiostro malva
E lo raggiungono le tribù indiane.
Questo inventore d’altre cosmogonie
Sarà costretto ad amare la sua vita.
Qual è la parola che strappa le labbra
E fa esplodere le lodi perdute?
Primavera, Primavera... ripete il barbaro,
Primavera, Primavera, come chi chiama una tigre.
Nessuno risponde. Una volta vincitore
Era chi portava il cappello d’asino,
Masticando gomma e sognando vendette
Nell’angolo fiorito di ragnatele.
Scricchiola la pagina al ritmo dei dettati.
Stanco di balbettare vecchie mongolfiere,
Il ragazzo vola sulla città
Per bruciarsi le ali al sole.

Robert Sabatier

Andrea
31-August-2012, 12:06
Canzone della mela


Cielo della sera in miniatura:
giallo, verde, rosso,
con una stella di zucchero
e nuvolette di raso,


mela di seno duro
con nevi morbide al tatto,
fiumi dolci al gusto,
cieli fini per l’olfatto.


Simbolo della conoscenza.
Portatrice di un messaggio superiore:
La legge della gravitazione
o quella del sesso innamorato.


Ricordo del paradiso
è la mela nelle nostre mani.
Un minuscolo cielo: nel suo tornio
un angelo di profumo sta volando.


Jorge Carrera Andrade

Andrea
03-September-2012, 14:14
Bisogna fare attenzione


C’è un po' di terra sul davanzale,
una manciata di polvere secca.
Non si capisce da dove sia caduta,
se siano fiori di ruggine o le magre
feci di un uccello.
Ho deciso di lasciarla lì e che sia il caso
a spazzarla via dopo averla portata.
Ma ho pensato freddamente che nulla
accade se proprio non deve.
Bisogna fare attenzione a queste cose
che diventano idee di cose: una finestra
aperta sul cielo di novembre,
i moti dell’aria in su e in giù,
che finiscono in polvere.


Paolo Lanaro

Andrea
10-September-2012, 11:01
Poesia e monnezza n° 2


Mia nonna coltivava viole e basilico
accudiva i polli e i vitelli nella stalla
parlava con l’asino che scappava
scalciando e trascurando
tutti quelli che volevano acchiapparlo.
Lei lo chiamava, lo chiamava col suo nome
quello che ormai riconosceva al primo fiato.
Ogni volta dopo il viaggio dal campo o al campo santo
lei lo ringraziava staccandogli il carretto dalla schiena.


Non spendeva parole mia nonna
le sue sillabe erano semi da spargere nell’orto
il latte il pane la farina il burro ricotta e
conserva ogni giorno da curare
da governare tutto il regno di dio e tutto dentro una mano
vecchissima e leggera. Non c’era cosa che lei non amasse
non rispettasse: una gemma di filo, un tutolo di frumento
un legnetto, un rocchetto, una tazza sbeccata
un bottone in madreperla e quell’altro fatto a fiocco di metallo.
Li conservo in una scatola di latta con il proposito
fermo e sicuro di donarli a mia figlia: il nostro piccolo tesoro.
E la monnezza: era un reame dove d’inverno prendevano vita i pomi: d’oro, lucenti del sangue di mia nonna
che intanto invecchiava: si facevano muffe i suoi capelli
muschi le mani incolte eppure
non c’è cosa che dentro la mia bocca
non sia intera la sua lingua.




Fernanda Ferraresso

Aleciccio
12-September-2012, 08:32
INCONTRO IN ASCENSOREEntrammo nella cabina ed eravamo lì solo noi due.
Ci guardavamo senza fare altro.
Due vite, un istante, la pienezza, la felicità...
Al quinto piano lei scese e io, che continuavo a salire,
compresi che non l’avrei più rivista,
che era un incontro di una volta per sempre
e che, anche se l’avessi seguita, l’avrei fatto come un morto,
e che, se lei si fosse voltata verso di me,
avrebbe potuto farlo solo da un altro mondo.

VLADIMÍR HOLAN

daniela
16-September-2012, 21:02
Mi fermo un momento a guardare

Non correre. Fermati. E guarda.
Guarda con un solo colpo dell’occhio
la formica vicino alla ruota dell’auto veloce
che trascina adagio adagio un chicco di pane
e così cura paziente il suo inverno.
Guarda. Fermati. Non correre.
Tira il freno alza il pedale
abbassa la serranda dell’inferno.
Guarda nel campo fra il grano
lento e bianco il fumo di un camino
con la vecchia casa vicina al grande noce.
Non correre veloce. Guarda ancora.
Almeno per un momento.
Guarda il bambino che passa tenendo la madre per mano
il colore dei muri delle case
le nuvole in un cielo solitario e saggio
le ragazze che transitano in un raggio di sole
il volto con le vene di mille anni
di una donna o di un uomo venuti come Ulisse dal mare.
Fermati. Per un momento. Prima di andare.
Ascoltiamo le grida d’amore
o le grida d’aiuto
il tempo trascinato nella polvere del mondo
se ti fermi e ascolti non sarai mai perduto.

Roberto Roversi

Andrea
18-September-2012, 10:09
Marmellata inglese


Sulla credenza, nel vasetto, mi guarda
dolce e aspra al contempo, lucida e ambigua,
preparata secondo la ricetta
- raccolti i semi, tagliate le scorze ... -
per il piacere opprimente di avvolgervi le labbra
nel mutevole scorrere dei giorni.


Maria Victoria Atencia

Aleciccio
18-September-2012, 13:51
IL MATTINO
Di mattina
Alle 5
La secca
Eco metallica
Dopo che i camion carichi
Hanno fatto a pezzi le porte del sonno.
E l’«addio» finale al giorno prima
E gli ultimi passi sulle piastrelle umide
E la tua ultima lettera
Nel quaderno di aritmetica della tua infanzia
Come la griglia della finestrella
Che fa salire il corteo del gioioso sole
Del mattino con nere linee perpendicolari.

MANOLIS ANAGNOSTAKIS

Aleciccio
20-September-2012, 09:53
Mattino



grigiastro e secco. Ad una sporca corda
vinto è un cavallo - e non sa più se c'era
verde sui prati. Un ragazzino piscia
contro un albero magro - e corre via.
Il malato moriva. Per la strada
un ciclista batteva contro un uomo.
Cadevano i biscotti. Li mangiava
ugualmente un ragazzo - e poi correva.



Sandro Penna

Aleciccio
24-September-2012, 12:36
La posto qui, perchè quotidiana è la paura..

Paura

Paura di vedere la macchina della polizia fermarsi davanti casa.
Paura di addormentarsi la notte.
Paura di non addormentarsi.
Paura del ritorno del passato.
Paura del presente che fugge.
Paura del telefono che squilla nel cuore della notte.
Paura delle tempeste elettriche.
Paura della signora delle pulizie con un neo sul viso!
Paura dei cani che mi hanno detto che non mordono.
Paura dell’ansia!
Paura di dover identificare il cadavere di un amico.
Paura di finire i soldi.
Paura di averne troppi, anche se a questo non ci crederanno mai.
Paura dei risultati dei test psicologici.
Paura di essere in ritardo e paura di arrivare prima degli altri.
Paura della calligrafia dei miei figli sulle buste.
Paura che muoiano prima di me e che mi sentirò in colpa.
Paura di dover vivere con mia madre anziana, anziano anch’io.
Paura della confusione.
Paura che questo giorno finisca su una brutta nota.
Paura di svegliarmi e scoprire che te ne sei andata.
Paura di non amare o di non amare abbastanza.
Paura che quel che amo risulterà letale per quelli che amo.
Paura della morte.
Paura di vivere troppo.
Paura della morte.
L’ho già detta.

Raymond Carver

Aleciccio
17-October-2012, 16:16
Ode alla ciabatta


Sposta con un piede i sassi.

Da qui a lì. Per niente.

Si guarda la ciabatta.

Fermo sui suoi passi.

Deve avere vent'anni lei, bianca
di plastica lisa
e quell'altra sua sodale di sempre.
Stavano da anni nello stesso angolo di casa.

Gli viene un quello, devono
essere di suo padre

ma lui non l'ha mai visto spostare i sassi
da un punto all'altro del mondo
nella strada secondaria di Pinarella -

suo padre lavorava molto, un uomo
è il suo lavoro, diceva

la voce diventava bassa, bella

e no, non l'aveva
mai visto. O forse una sera
sullo stradino, in canottiera
non gli vedeva i piedi, eppure sembrava
lentamente ballare

non gli vedeva gli occhi

erano bassi
come le barche quando stanno
rovesciate sulla spiaggia.

Le ciabatte non sono male
anche se sono passate di moda
direi irrimediabilmente,
per il materiale, la foggia.

Ma non le butterà,
per spostare i sassi
e fare altre cose inutili
sono davvero le migliori

a volte poi son le ciabatte
che fan ballare i cuori.


Davide Rondoni

Andrea
21-October-2012, 13:48
La farfalla nella corriera


Nella corriera
vola
una farfalla.


Sarà entrata dalla portiera
quando l’abbiamo aperta a qualche fermata.
La corriera ha finestrini che non si aprono
e corre a tutta velocità
a 120 chilometri l’ora.


La farfalla crede di volare in un giardino,
ma in realtà sta viaggiando sull’espresso
per Pusan.


E io da quando
sto viaggiando verso la meta
su un espresso chiamato
tempo?


So che la farfalla
se si apre la portiera, troverà fiori.
E io? Io che cosa troverò alla fine?
Viaggio con la farfalla.


Hwang Kem Chan

Andrea
09-November-2012, 16:56
Affascinata dalla praticità


Affascinata dalla praticità osservai un
uomo usuale senza curve portare lievemente un materasso
rosa sulle spalle, mentre ridendo come pulcinella ricordavo
che v'eri. E non finì male la serata, se non che tu esistevi
oltre ogni riflessione, e fuori d'ogni previsione. Tornata
a casa dopo tante e tante insegne luminose v'eri ancora
e ancora e ancora. Ancorata a te la tua immagine in me
non si disfa, tu la proteggi: I'immagine che disfaceva
giornate e giornate e giornate ritornava con te, senza di
te per te nella solitudine di questa primavera che gal-
leggia in pieno inverno, la mia anima!


Amelia Rosselli

Andrea
09-November-2012, 16:58
il vino


rosso all’occhio/dolcezza al bevitore/
il suo corpo arde in Spagna/
il suo aroma tocca l’India/
langue nella caraffa/attende
di scioglierti la bocca/di illuminarti il palato/
di celebrare un mistero nella tua testa/
il disgraziato che ha ancora cuore/
sangue nel cuore/mescolato
a lacrime/solleva
la caraffa/proibisce le pene
col sangue di un popolo di grappoli/
gira la caraffa/passa
da una mano al calore di altra mano/
come se ogni amico
lustrasse una faccia del diamante/


Juan Gelman

Aleciccio
13-November-2012, 22:40
La finestra


Stanotte è arrivato un temporale e ha fatto saltare
l'elettricità. Quando ho guardato fuori
dalla finestra, gli alberi erano traslucidi.
Curvi e ricoperti di brina. Una calma enorme
s'estendeva sull'intera campagna.
Pur sapendo che non era vero, in quel momento
avevo la sensazione di non aver mai fatto, in vita
mia, una falsa promessa né d'aver mai commesso
neanche un atto impuro. I miei pensieri
erano pieni di virtù. Più tardi, nella mattinata,
naturalmente, hanno riattaccato l'elettricità.
Il sole è uscito da dietro le nuvole
e ha sciolto la brinata.
E tutto è tornato come prima.


Raymond Carver

Andrea
20-November-2012, 11:33
Scacchi


Nell'angolo severo i giocatori
muovono lenti i pezzi. La scacchiera
li avvince fino all'alba al duro campo
dove si stanno odiando i colori.


Su di esso irradiano rigori magici
le forme: torre omerica, regina
armata, estremo re, cavallo lieve,
pedoni battaglieri, obliquo alfiere


Quando si lasceranno i due rivali,
quando il tempo oramai li avrà finiti,
il rito certo non sarà concluso.


In Oriente si accese questa guerra
che adesso ha il mondo intero per teatro.
Come l'altro, è infinito questo gioco


Jorge Luis Borges

Aleciccio
21-November-2012, 10:25
Splendida poesia !

daniela
22-November-2012, 22:31
Stamattina correvo, nell’aria umida
e greve, aria della prima estate che voleva farsi pioggia.
Felice correvo sotto il verde profondo,
e qualcosa all’improvviso ho ricordato.
È stato nell’attimo in cui passavo accanto a un pescatore
mattiniero, placidamente assorto,
proprio in quell’istante del tutto inaspettato
ha abboccato all’amo, infuriato, un luccio scuro.
Cosí è toccato qualcosa a entrambi:
a lui il ricordo e il pesce a me.
Oviceversa: in realtà è lo stesso.
Entrambi vivi, si dibattono un attimo:
questo ricordo, questo pesce infuriato.

Lars Gustafsson, "Sulla ricchezza dei mondi abitati"

Andrea
26-November-2012, 19:16
Io corro, io volo sulla bicicletta,
questo ideal delle cavalcature:
chi soffre d'emorroidi o di bolletta
m'insulti pure.

Olindo Guerrini

Rosy
26-November-2012, 20:45
Dentro le cose, al nocciolo dei giorni,
tira un vento impetuoso. Sulle pietre
lise della cucina scorre l’acqua, nella
casa scricchiola il legno, l’ora;
fuori, la notte, un uomo che non vedi
strascina il proprio sacco di fatica:
foglie secche. Ci osservano
le cose, il loro immobile
resistere a quel vento. Alari, mensole.
Una scintilla pazza
imbocca la sua gola di camino
e poi scompare.
Fabio Pusterla

daniela
01-December-2012, 17:41
non sapevo dove metterla...

In un prato
io sono l'assenza
del prato.
E' sempre così.
Ovunque io sia sono ciò che manca.
Quando cammino
fendo l'aria
e sempre l'aria rifluisce
a colmare gli spazi
in cui è stato il mio corpo.
Tutti abbiamo motivi
per muoverci.
Io mi muovo
per preservare
la compiutezza delle cose.

Mark Strand

Aleciccio
11-December-2012, 12:11
I giorni durano e patisce
quella misura dolce della vita
che gli anni custodivano l’un l’altro
donandosi gli assidui arrivederci.
Questa luce che lotta per uscire
dalle notti che immergono la casa
nella distante musica, il ronzio
delle stanze dove ha vissuto
la nostra giovane commedia,
la luce quotidiana che sventa
i silenzi e le trame
ultime dei sogni
è il nostro abitare il tempo
respirandone il faticoso amore.

Enrica Loggi

kaipirissima
17-January-2013, 21:43
Che bello che questo tempo
è come tutti gli altri tempi,
che io scrivo poesie
come sempre sono state scritte,
che questa gatta davanti a me si sta lavando
e scorre il suo tempo,
nonostante sia sola, quasi sempre sola nella casa,
pure fa tutte le cose e non dimentica niente
- ora si è sdraiata ad esempio e si guarda intorno -
e scorre il suo tempo.
Che bello che questo tempo, come ogni tempo, finirà,
che bello che non siamo eterni,
che non siamo diversi
da nessun altro che è vissuto e che è morto,
che è entrato nella morte calmo
come su un sentiero che prima sembrava difficile, erto
e poi, invece, era piano.


Claudio Damiani

Andrea
26-January-2013, 15:35
Ginocchi
Ma tu che sol per cancellare scrivi
Dante, Par. XVIII 130

Io sono uno studente e studio su una terrazza contro prati in pendio
dove errano galline su cui possono piombare falchetti detti sciss.
Il fucile è qui, accanto a me.
Da un pezzo una ragazza bruna di fuorivia va in altalena, ogni poco
mi vengono incontro i suoi ginocchi lucenti.
Fingo di scrivere qualcosa e ad un tratto, nell’attimo che giunge alla mia altezza, le chiedo una gomma per cancellare.
Lei subito salta giù, corre in casa, torna fuori e mi dà sorridendo una gomma biancicante.
Cancello il bianco e poi col lapis scrivo sulla gomma, in stampatello: T’AMO.
La dichiarazione è così netta che arrossisco, l’attenuo fregandovi il pollice.
Adesso forse va bene, posso restituire la gomma.
La ragazza scappa in casa, non si fa più vedere.

Giorgio Orelli, da Sinopie

Andrea
30-January-2013, 16:16
Oggi
verso le otto
della sera
le venti
come si dice
all’ora del telegiornale
ho comprato
in un grande magazzino
la voce di Albert Camus incisa
mentre leggeva Lo Straniero
e
ti ho pensata.


Yvon Le Men

Aleciccio
01-February-2013, 08:32
SAMŠAD ABDULLAEV

SERA. FEBBRAIO
Un vento forte, umido – la calligrafia del tardo inverno.
Una rigida folata stringe senza sosta i passanti l’uno all’altro.
Il fumo di una sigaretta è uscito dalle labbra e subito si è appiattito
avendo toccato il nervo nudo della natura. Un fiammifero
acceso per miracolo nel giardino buio, ed ecco
il fischio salvifico del bollitore del tè sul fornello di cucina.
Le tazze di tè nella cerchia familiare. Gli abiti dei parenti
corrispondono alle loro voci - sono liberi. I rami spogli
si scuotono e volteggiano, mentre il vapore
si alza dal bollitore verso il soffitto senza
neppure dondolare.

Andrea
01-February-2013, 12:54
Bartolomeo

Quando anche tu ti fermerai in questo grande
autogrill e il viso stanco
vedrai rapido
sui vetri, sull'alluminio del banco,


sarà una sera come questa
che nel vento rompe la luce
e le nubi del giorno, sarà
un grande momento:
lo sapremo io e te soli.


Ripartirai
con un lieve turbamento, quasi
un ricordo e i silenzi delle scansie di oggetti,
dei benzinai, dei loro berretti,
sentirai alle tue spalle leggero
divenire un canto.


La felicità del tempo è dirti sì,
ci sei, una forza segreta
uno sgomento ti fa, non la mia
giovinezza che cede, non l'età
matura, non il mio invecchiamento -
la nostra vera somiglianza
è là dove non si vede.


Mio figlio, mio viaggiatore,
sarà il tuo inferno, la tua virtù
questo udito da cane o da angelo
che sente al'unisono il giro dei pianeti
e la pastiglia cadere nel bicchiere
due piani sotto, dove due vecchi
si accudiscono.
Sarà questo amore strepitoso
tuo padre, quello vero.


Fermati ancora in questo autogrill,
dal buio mi piacerà rivederti.


Davide Rondoni

Andrea
04-February-2013, 13:05
Tra una poesia e l’altra si distende
la prosa dei giorni – il prigioniero
andrivieni tra le stanze in sonnolente
cerimonie consumato, nello zelo
vano del quotidiano: quello che resta
fuori dalle poesie, segreto, come
mettere il latte a bollire e aperta
la credenza disporre per la colazione
sul tavolo il pane tagliato nel piatto,
il cucchiaio il coltello la tazza
per il latte, aprire il barattolo
del miele, il burro, lentamente spalmando
il pane – ed ecco, accolta la gatta
sulle gambe, si comincia, sbriciolando.

Gianfranco Palmery

Andrea
05-February-2013, 14:12
Le api di Virgilio


Benedetta la delizia dell’aria,
miele d’api, intrisa di trifoglio,
calendule, eucalipti, timo,
le centinaia di aromi del vento.
Benedetto l’apicoltore


che sceglie per i favi
un punto sorgivo tra violette, non boschi
non echi. Canti la luce, s’insinui, verde
o dorata colori di regine
e gioia sia, assoluta ma viva,
in armonia con epilobi e rive,
con i caldi e le brezze dell’estate,
il corpo di ogni ape
sul suo brillante fiore, incantato,
zompettando le fragranze, affascinato.


Per questo,
arrivino i giardini alla distanza
delle rose, zafferani, buddleje;
liddove le api pregano, cantano, lodano
in alberi di pero e prugno; api
truppe dei frutteti, protette dai giardini.


Carol Ann Duffy

Andrea
11-February-2013, 11:46
In trattoria


In questa trattoria di gente stanca
dove mangiare significa reagire,
dove la grazia d'una dattilografa
si percepisce nel tono delicato
d'un piatto di fagioli chiesto tiepido,
dove un viaggiatore analfabeta
emancipato per via dello stipendio
spiega a una turista anacoreta
che il rialzo dei biglietti ferroviari
dipende tutto da questioni atlantiche -
non ho ragione d'essere contento
se il cameriere lieto della mancia,
leggendo la commedia del mio viso
m'ha detto che ho una maschera da negro?


In questa trattoria di gente ottica
dove non so salvarmi dagli sguardi,
condannato al sentimento della morte,
serrato tra furore e timidezza -
non ho ragione d'essere felice
quando divoro una bistecca che fa sangue?


Il mio complesso è una tragedia antica:
devo scrivere e vorrei ballare.


Massimo Ferretti

Andrea
20-February-2013, 18:39
Mi' padre me diceva: fa' attenzione
a chi chiacchiera troppo; a chi promette
a chi dopo èsse entrato, fa: "permette?";
a chi aribbarta spesso l'opinione
e a quello, co' la testa da cojone,
che nu' la cambia mai; a chi scommette;
a chi le mano nu' le strigne strette;
a quello che pìa ar volo ogni occasione
pe' di' de sì e offrisse come amico;
a chi te dice sempre "so' d'accordo";
a chi s'atteggia come er più ber fico;
a chi parla e se move sottotraccia;
ma soprattutto a quello - er più balordo -
che, quanno parla, nun te guarda in faccia.




Aldo Fabrizi

Andrea
25-February-2013, 11:54
Vivendo


Contro il vetro


il disegno di un respiro


- prima e dopo, invisibile.




Donatella Bisutti

Andrea
27-February-2013, 12:04
Per distrarsi dal tempo bisogna avere molte occupazioni
obblighi, scadenze, conti da pagare e rimandare
rimandare l'attuazione, finchè tutto finisce
e tutto scade naturalmente inevitabilmente.
Restano fogli di carta spiegazzati, guardati
mille volte e poi buttati. Sembra uno schezo
ma passano gli anni e accompagnati da questa sensazione
di avere qualcosa da fare, molto importante,
molto urgente, si resta sempre
in un eterno l'altro ieri.


Patrizia Cavalli

Andrea
27-February-2013, 12:18
Mokarabbia


E' un treno la caffettiera
delle 7.15
in partenza dal primo binario
nella mia cucina
tutte le mattine
festivi compresi
che prendo al volo
fino alla mia stazione
di destinazione
in culo ad un sogno
che bevo.
E poi
torna indietro.


Francesca Pellegrino

Aleciccio
05-March-2013, 17:26
La tenda rossa

Dietro la tenda rossa
uno stanzino:
un gatto
addormentato nella cesta,
le scale strette, senza una finestra,
due porte in alto:
sbarrata quella a destra.
Se sollevi la spranga
e apri la porta
irrompe il cielo nella scala smorta.

Bianca Tarozzi (Bologna, 1941), da La signora di porcellana (Di Felice Edizioni, 2012)

daniela
06-March-2013, 22:30
Quando penso che tutto ciò che cresce
rimane in perfezione appena un’ora,
che questo gran teatro inscena drammi
per il plauso segreto delle stelle;
che l’uomo si sviluppa come pianta
mossa e impedita da uno stesso cielo,
giovane ha linfa, al culmine decresce
ed esce decaduto di memoria.
Ecco se penso a questo stato incerto
ti vedo più che mai ricco di vita,
ma già il Tempo al Declino fa mutare
in notte guasta il tuo giovane giorno.
E in guerra con il Tempo per tuo amore,
quel che ti va togliendo, io pianto ancora.


William Shakespeare

daniela
11-March-2013, 22:11
Io cammino per un bosco di larici
ed ogni mio passo è storia.
Io penso, io amo, io agisco
e questo è storia,
forse non farò cose importanti,
ma la storia è fatta
di piccoli gesti
e di tutte le cose
che farò prima di morire
saranno pezzetti di storia
e tutti i pensieri di adesso
faranno la storia di domani.

Italo Calvino

Andrea
13-March-2013, 11:51
La quotidianità, in questo periodo, per alcuni...


Dalla soglia della Cappella Sistina, epilogo


E proprio qui, ai piedi di questa stupenda policromia sistina,
si riuniscono i cardinali -
una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno.
Giunge proprio qui.
E Michelangelo li avvolge, tuttora, della sua visione.
"In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo... "
Chi è Lui?
Ecco, la mano creatrice dell'Onnipotente Vecchio, diretta verso Adamo...
Al principio Dio ha creato...
Costui che vede tutto...
La policromia sistina allora propagherà la Parola del Signore:
Tu es Petrus - udì Simone, il figlio di Giona.
"A te consegnerò le chiavi del Regno".
La stirpe, a cui è stata affidata la tutela del lascito delle chiavi,
si riunisce qui, lasciandosi circondare dalla policromia sistina,
da questa visione che Michelangelo ci ha lasciato -
Era così nell'agosto e poi nell'ottobre, del memorabile anno dei due conclavi,
e così sarà ancora, quando se ne presenterà l'esigenza dopo la mia morte.
All'uopo, bisogna che a loro parli la visione di Michelangelo.
"Conclave": una compartecipata premura del lascito delle chiavi, delle chiavi del Regno.
Ecco, si vedono tra il Principio e la Fine,
tra il Giorno della Creazione e il Giorno del Giudizio.
È dato all'uomo di morire una volta sola e poi il Giudizio!
Una finale trasparenza e luce.
La trasparenza degli eventi -
La trasparenza delle coscienze -
Bisogna che, in occasione del conclave, Michelangelo insegni al popolo -
Non dimenticate: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius.
Tu che penetri tutto - indica!
Lui additerà...


Giovanni Paolo Ii

daniela
13-March-2013, 22:19
Lasciami venire con te.

Questa casa mi soffoca. Anzi la cucina
è come il fondo del mare. I bricchi appesi brillano
come grossi occhi tondi di incredibili pesci,
i piatti si muovono lenti come meduse,
alghe e conchiglie mi si impigliano tra i capelli – non riesco
piú a staccarle,
non riesco a risalire in superficie –
il vassoio mi cade di mano senza rumore, – mi accascio
vedo salire, salire le bolle del mio respiro,
tento di svagarmi guardandole
e mi chiedo cosa direbbe chi dall’alto vedesse queste bolle,
forse che qualcuno annega, o che un sommozzatore esplora
gli abissi?

(Ghiannis Ritsos, "La sonata al chiaro di luna", Crocetti Editore)

Andrea
14-March-2013, 13:14
Spelling


Lo spelling della parola bacio
è un bacio sulla bocca.
Di giovinezza,
lo spazio di manovra
delle tue unghie rosse.
Lo spelling di mezzogiorno
ha a che fare con l'ora di punta
e con l'ombra delle statue antiche.
Lo spelling di cinciallegra
è un ciclamino.


Il modo più gustoso
di venire a sapere le cose
è col cucchiaio.
Il modo più veloce per venirne a capo,
scavare tutto intorno.
I Tropici sono in perenne disputa
tra grandi piogge e solleone,
scrittori come Marquez sanno mediare.
Cancellate e muri, ruggine contraria.


Lo spelling della parola fiaba
sono le illustrazioni.
La parola corpo, turismo di fianchi
per mani e monti.
Il reggimento delle ossa
va incontro alla disfatta
dell'artrite.
La tua voce, arrembaggio celeste,
spicchio di crostata a colazione.
Di fiore in fiore,
la felicità rientrò nell'arnia
di un verso sciolto.


Svita la parola casa dal rimario,
lutto di grammatiche migrare.
Non c'è tassa o ghetto che cancelli
l'indebitamento della storia
coi più deboli.


Lo spelling di menzogna, ennesima bugia.
Lo spelling di bugia, un millepiedi.
Lo spelling di samba,
una sparatoria di fianchi
al sambodromo di Rio.
Di eternità, la corsa di levrieri
nel supersincrotrone di Ginevra.


Scandalosamente
il mio Dio fa solo finta
di non essere il tuo


Ennio Cavalli

Andrea
14-March-2013, 15:57
I grandi amori non si baciano subito

Andiamo al cinema o a cena?
o al cinema e a cena?
o prima cinema e poi cena?
o niente cinema, solo cena?
o evitiamo sia cena sia cinema?
evitiamo?
o vuoi che ci baciamo subito?
tanto sappiamo che ci baciamo, no?
tanto sappiamo che si va a cena e cinema così solo per rompere il ghiaccio ma poi
ci baciamo?


tanto vale, penso io
che siccome che tutti e due
dentro di noi ci vogliamo baciare
dico io, tanto vale, baciamoci subito
poi magari sì, che si va a cena
che poi sarà più bello mangiare
sapendo che ci siamo già baciati
che non ci sarà più quella tensione
che a me viene la tensione
e penso
accidenti speriamo che ci baciamo
che se poi non ci baciamo, che brutto
invece così tutto sarà più buono, più saporito, più digeribile


e poi anche al cinema
il film sarà più bello
senza tutta quella tensione
che la tensione mi fa mica seguire bene la trama
che non c’è nulla di peggio per me
essere al cinema con una ragazza che vorrei baciare
ma non è ancora mai successo
e non riesco a seguire la trama
perché, mi dico, tutti si baciano al cinema
sia in sala, sia sullo schermo
e allora, mi dico, magari forse lei, la ragazza che vorrei baciare
lei si aspetta che la bacio adesso
ma per me baciarsi la prima volta al cinema è una roba
difficilissima
scomodissima
che non so mai la tecnica
tipo io la guardo fisso insistente
ma lei non si gira, che guarda lo schermo
magari le piace il film
lei non se la perde mica la trama, lei
come faccio se lei non si gira?
come faccio?
le do un bacio sulla guancia?
o le piglio la testa con le mani e la giro?
o mi estrofletto tutto da trovarmi
con la mia faccia davanti la sua?
o le metto un braccio intorno le spalle
che quello l’ho proprio visto al cinema
sia sullo schermo, sia in sala?


che comunque
una volta una mi ha detto che
i grandi amori non si baciano subito
che per noialtri lenti
è una bella consolazione




Guido Catalano

Aleciccio
14-March-2013, 16:19
Povero nord

Fa freddo, la neve è alta,
il vento sbatte nella sua gabbia di piante,
le nuvole paiono stracci sozzi e laceri per l’uso,
e gli storni becchettano il ghiaccio.
È il nord, povero nord. Niente va bene.
Il capofamiglia è andato al lavoro,
vende sedie e sofà in un negozio che sta per fallire.
La moglie sta a casa e fissa dalla finestra le piante,
cerca di ricordare la vita che ha perso, anche se non era un granché.
Fiori bianchi di brina sbocciano sul vetro.
È quasi sera. Anatre e oche canadesi dormono
sulle acque della baia di Saint Margaret.
Marito e moglie passeggiano: guardate come si piegano
controvento; alzano il bavero
e i minuscoli sbuffi del loro respiro volano via.

Mark Strand

daniela
14-March-2013, 21:53
Volevo appenderla a un muro della stanza.

Ma l’umidità del cassetto l’ha guastata.

Non la metto in un quadro questa foto.

Dovevo conservarla con piú cura.

Queste le labbra, questo il viso –
ah, per un giorno solo, per un’ora
solo tornasse quel passato.

Non la metto in un quadro questa foto.

Mi fa soffrire vederla cosí guasta.

Del resto, se anche non fosse guasta,
che fastidio badare a non tradirmi –
una parola o il tono della voce –
se mai qualcuno mi chiedesse chi era.

Costantino Kavafis

Aleciccio
04-April-2013, 09:30
Un antenato

Adesso accendo la luce e faccio la doccia.
Fintanto che c’è. Mi accendo persino la stufetta.
Poi scendo dal cinese a lasciargli i maglioni,
sarà un mattino terso.
Andrò a vedere al cantiere se hanno bisogno,
mi hanno detto che cercavano.
Sembro più vecchio di quello che sono, forse.
Questo è certo, l’attesa segna.
La colazione: al bar.
Il cameriere con il ghigno correrà tra i tavoli,
io farò sempre attenzione alle solite pagine degli annunci,
poi la spesa. Se è bello vado al parco
a vedere i cigni. Magari mi fumo un sigaro.
lo dico che prima o poi arriverà una lettera.
Credere al destino non logora mai.
Il destino di questa casa, mi copre,
ma non sa quanto mi costa.
Questo soffitto bianco è la pace raggiunta,
le formiche irretite nel loro tran tran…
le spugne erano animali che respiravano?
La luce l’ho accesa, ora alzarsi, fare la doccia.
Tutto intorno gli amici sottratti alle cure terrene:
la bici sul balcone, le maniglie consunte, la stessa
pattumiera, gli interruttori
nella loro mandorla di nume domestico.
Solo che non hanno una figlia loro.
Smetterla di cercare lavoro
spegnere la luce.

Jacopo Galimberti (Pavia, 1981) da Senso comune 2004 – 2009 (Le Voci della Luna, 2011)

daniela
04-April-2013, 21:39
Ma dove

"Non è più qui" insinua una voce di sorpresa
"il cuore della tua città" e si perde
nel dedalo già buio
se non fosse una luce
piovosa di primavera in erba
visibile al di sopra dei tetti alti.
Io non so che rispondere e osservo
le api di questo viridario antico,
i doratori d'angeli, di stipi,
i lavoranti di metalli e d'ebani
chiudere ad uno ad uno i vecchi antri
e spandersi un po' lieti e un po' spauriti nei vicoli attorno.
"Non è più qui, ma dove?" mi domando
mentre l'accidentale e il necessario
imbrogliano l'occhio della mente
e penso a me e ai miei compagni, al rotto
conversare con quelle anime in pena
di una vita che quaglia poco, al perdersi
del loro brulicame di pensieri in cerca di un polo.
Qualcuno cede, qualcuno resiste nella sua fede tenuta stretta.

Mario Luzi

Aleciccio
08-April-2013, 10:15
Accade che sia esperienza

accade che sia esperienza,
un’infanzia per qualche mattina
tra le mani, l’itinerario meticoloso
di un piede fuori dal cancello,
esaminare la cassetta delle lettere muta,
avere la meglio sul primo sorriso,
quello della beghina delle 8.40, che a fatica
fa scivolare il portone della chiesa
sui cardini riluttanti, rientrare in casa,
accendere una sigaretta, e scriverne

Pier Maria Galli (Orta San Giulio (Novara), 1962), da Prima che sia autoritratto (Zona, 2008)

Andrea
12-April-2013, 18:25
Il regalo


Un biglietto, ricordo, accompagnava
il mio regalo di cresima "A Wendy
con tanto amore", recitava,
"da Nanna. il Salmo 98".


Ora l'ho ritrovato, finalmente.
Era il Cantate Domino.
I primi versi, i primi due sapevo,
gli altri soltanto frammentariamente.


Trentacinque anni dopo, altra stagione
la sera del giorno 19
canta il salmo di Nanna un altro coro.
E ora seguo sì con attenzione


le parole scelte da Nanna. "Canta
una nuova canzone
al tuo Signore".
È proprio quello che voleva il cuore.


Wendy Cope

Aleciccio
23-April-2013, 08:15
è di questo che ti volevo parlare:
di come il tempo serri le fila,
cataloghi i tempi morti,
li metta ad essiccare sul davanzale
materno, mentre tu stendi memorie
ad asciugare e bambini
lievitano come soli estivi,
allargati sul bagnasciuga. e sentire
gli anni, sentirli tutti:
il fruscio, il salto più in basso,
la voce rauca che scèma,
chi trema dietro la porta
e che importa se tutto tace,
quando viene sera
e il sole affoga
e nessuno accorre.

Roberto Ceccarini (Latina, 1967), da Giorni Manomessi (L’Arcolaio, 2008)

daniela
26-April-2013, 12:28
La blusa del bellimbusto
(1914)

Io mi cucirò neri calzoni
del velluto della mia voce.
E una gialla blusa di tre tese di tramonto.
Per il Nevskij del mondo, per le sue strisce levigate
andrò girellando col passo di Don Giovanni e di bellimbusto.

Gridi pure la terra rammollita nella quiete:
"Tu vieni a violentare le verdi primavere!"
Sfiderò il sole con un sogghigno arrogante:
"Sul liscio asfalto mi piace biascicar le parole!".

Sarà forse perché il cielo è azzurro
e la terra mia amante in questa nettezza festiva,
che io vi dono dei versi allegri come ninnoli,
aguzzi e necessari come stuzzicadenti.

Donne che amate la mia carne e tu, ragazza
che mi guardi come un fratello,
coprite me, poeta, di sorrisi:
li cucirò come fiori sulla mia blusa di bellimbusto.


Vladimir Majakovskij

Andrea
26-April-2013, 12:29
I nomi delle strade

Le strade sono
tutte di Mazzini, di Garibaldi,
son dei papi,
di quelli che scrivono,
che dan dei comandi, che fan la guerra.
E mai che ti capiti di vedere
via di uno che faceva i berretti
via di uno che stava sotto un ciliegio
via di uno che non ha fatto niente
perché andava a spasso
sopra una cavalla.
E pensare che il mondo
è fatto di gente come me
che mangia il radicchio
alla finestra
contenta di stare, d’estate,
a piedi nudi.

Nino Pedretti

Andrea
29-April-2013, 11:26
Incontro in circolare


Alta, bruna, fiancuta,
sotto un soprabito disadorno,
la bella ragazza confusa
nella misera folla
d’una vettura circolare interna,
pareva sorda a ogni affanno.
Ferma sul corridoio, un po’ appartata,
le sue gambe di statua
sostenevano gli urti
come solido ponte un fiume in piena.
Non gloria in lei spirava,
non frenesia di vita o giovinezza,
ma una decisa e forte indifferenza
luceva nei suoi occhi assorti e aguzzi.
Era di quelle
romane bellezze
che son rare anche a Roma,
dove mai non s’incontrano
senza un muto stupore.
Era un grande segreto
della vita di Roma
che m’appariva in luogo men propizio,
nella forma più degna.
Donde veniva, ove andava
la bella romana chiomata
di lucidi e ricci capelli?
Quale mestiere o cura attribuirle?
Spostandosi verso l’uscio
trovò qualcuno con cui discorrere
famigliarmente.
E mi volgeva le spalle
alte com’ali tese.
Al Colosseo discese leggermente,
scomparendo ai miei occhi, oimé, per sempre.


Vincenzo Cardarelli

Aleciccio
29-April-2013, 15:31
Nella sala-colazione la tv
al plasma dell’albergo sputa
fuori le notizie principali, la crisi
del governo, l’ultimo appello
terrorista di Al-Qaida, la borsa
in crescita e l’oroscopo propizio
per i nati dello scorpione, ma le notizie
fondamentali dove sono, chi mi dice
che questa mattina ti sei svegliata stirandoti
nei vortice di seta dei tuoi capelli
e ancora in pigiama hai bevuto il tuo caffè…
Chi lo dice al mondo che non è la fame
di comprenderlo a placare il mio desiderio
di pace ma il tuo
saperti a piedi nudi, ancora un pochino
teneramente assonnata
nell’increspatura del mattino che nasce.

Filippo Amadei (Ravenna, 1980), da Saperti a piedi nudi (LietoColle, 2010)

Andrea
30-April-2013, 15:12
Strada


Un bagliore di automobili in fuga
i miei pensieri riordinava in bianco e nero.


Io che attraverso la strada
solo nei punti consentiti dalla legge,
sono stato invitato all’improvviso
fra le rose.


E come si chiarisce un bruno ramo
nel punto in cui si spezza, così io
nel mio amore
sono chiaro.


Yehuda Amichai

Andrea
13-May-2013, 16:41
Inno alla stupidità


Potenza celeste che ti nascondi nelle pieghe

dell’encefalo,

dote senza fondo elargita al genere umano

in saecula saeculorum,

tu sei innumere come la via lattea

e molteplice come l’erba.

Potente gemella dell’intelligenza,

mano nella mano

celebri con essa una triste tiritera.

Sì, è forte, come tu ci ispiri in sempre

nuove guise,

come scemenza femminile e come idiozia

maschile,

come sprrizzi dagli occhi iniettati di sangue

del picchiatore

e muovi passetti con aristocratica boria

tossicchiante,

come ci fiati addosso con l’alito cattivo

di una musa sbronza

e come polisillabo delirare nel seminario

filosofico.

Cosa sarebbe l’uomo d’azione senza di te,

stupidità granitica, totale e idiota,

che corri ardente per le sue vene come una

overdose di amfetamina,

e cosa il ricercatore senza l’idea fissa che

insegue

per i bianchi corridoi del suo istituto come

la pantegana nel labirinto?

Senza contare la storia universale: di chi

mai si ricorderebbe,

se non dei vincitori, nella sua ottusità

napoleonica?

Sicché a noi sarà trasmesso lo stolido

orgoglio del vincitore

e il rancore sordo del perdente, solo di

quando in quando addolcito

dallo sproloquio ispirato dei sacerdoti

delle sette,

dei comici e dei bevitori coatti. Stupidità,

tu spesso diffamata, che nella tua

scaltrezza

ti fingi più stupida di quello che sei,

protettrice di tutti i menomati,

solo agli eletti concedi il tuo dono più raro,

la benedetta semplicioneria dei sempliciotti.

Essi sono le pagine bianche nel tuo grande

libro

che a nessuno di noi tu dissigilli.


Hans Magnus Enzesberger

Andrea
13-May-2013, 18:04
Sempre più spesso dimentico
dove ho parcheggiato la macchina
si somigliano tutte le strade
nel sentore del mare che avanza
nel confondente richiamo delle pietre
dall’ultima riva un brusio
familiare soffia sulla nuca
sulle vele inarcate a proteggere
la mia traversata
là respira, in attesa
questa mia terra del moto selvatico
si stacca dal continente, in silenzio
come la zattera di Saramago
là devo accompagnare
tutti coloro che mi sono partiti
salvare le voci le mappe
i consigli di viaggio i contagi di luce
ecco perché con pazienza
da qualche parte la mia macchina aspetta.




Annamaria Ferramosca

Aleciccio
14-May-2013, 09:08
Tuesday Wonderland

Settembre, si direbbe. O forse una mattina
di metà maggio: il treno, il paesaggio
assopito dell’Oberland, contro il fumo
pesante delle fabbriche, sullo sfondo -
era il solito percorso
da casa alla stazione, cinque minuti
(poco meno), prima di prendere la rampa
di scale mobili che ascende
al cielo grigioazzurro di Länggasse.
Una musica ripetitiva scardinava
la catena degli eventi: la signora
diretta al suo lavoro, come sempre,
il folle barbuto che aguzzava gli occhietti
sbirciando il contenuto delle tasche:
un giorno come tanti, probabilmente martedì.
Il treno rallentò, le porte si aprirono.
Le scale mobili ripresero a salire
al primo tocco di piede.
Le cose restarono tutte quel che erano
l’attimo precedente: la luce fu luce,
gli autobus autobus,
gli aceri gli stessi, con qualche foglia in più.
Eppure sembrava lo sapessero tutti,
mentre tranquilli aspettavano al semaforo
o carichi di spesa, a piedi o in bicicletta,
svoltavano un angolo, e non c’erano mai stati.

Massimo Gezzi

daniela
22-May-2013, 12:12
Il mio sguardo è nitido come un girasole.
Ho l'abitudine di camminare per le strade
guardando a destra e a sinistra
e talvolta guardando dietro di me...
E ciò che vedo a ogni momento
è ciò che non avevo mai visto prima,
e so accorgermene molto bene.
So avere lo stupore essenziale
che avrebbe un bambino se, nel nascere,
si accorgesse che è nato davvero...
Mi sento nascere a ogni momento
per l'eterna novità del Mondo...

Fernando Pessoa

daniela
06-June-2013, 21:48
La storia

Io cammino per un bosco di larici
ed ogni mio passo è storia.
Io penso, io amo, io agisco
e questo è storia,
forse non farò cose importanti,
ma la storia è fatta
di piccoli gesti
e di tutte le cose
che farò prima di morire
saranno pezzetti di storia
e tutti i pensieri di adesso
faranno la storia di domani.

Italo Calvino

Andrea
21-June-2013, 12:16
Sulla spiaggia


Ora il chiarore si fa più diffuso.
Ancora chiusi gli ultimi ombrelloni.
Poi appare qualcuno che trascina
il suo gommone.
La venditrice d'erbe viene e affonda
sulla rena la sua mole, un groviglio
di vene varicose. È un monolito
diroccato dai picchi di Lunigiana.
Quando mi parla resto senza fiato,
le sue parole sono la Verità.
Ma tra poco sarà qui il cafarnao
delle carni, dei gesti e delle barbe.
Tutti i lemuri umani avranno al collo
croci e catene. Quanta religione.
E c'è chi s'era illuso di ripetere
l'exploit di Crusoe!


Eugenio Montale

Andrea
24-June-2013, 11:54
San Giovambattista


Tersa per chiari fuochi
festosi, la notte odora
acre, di sugheri arsi
e di fumo.


Intorno a un falò d'estate
imita selvagge grida.
uno stuolo di bimbi.


S'illuminano come esclamate,
ad ogni scoppio di razzo,
le chiare donne sbracciate:
ai balconi.


(Voci e canzoni cancella
la brezza: fra poco il fuoco
si spenge. Ma io sento ancora
fresco sulla mia pelle Il vento
d'una fanciulla passatami a fianco
di corsa).


Giorgio Caproni

Andrea
27-June-2013, 18:10
Il primo dono
che le fece
era una fede d'oro

Il secondo a notte fonda
si svegliò
e appoggiandosi ad un gomito,
la baciò

Il terzo ed ultimo
ci morì insieme
e smise di amarla
per convivere con lei

Robert Creeley

daniela
03-July-2013, 21:59
Poi fu la volta di un treno che attraversò l’estate,
i finestrini tutti aperti: un ricordo piú forte, un tempo
piú forte.

Che paesaggio aperto, strade, mani che salutavano!

Quando alzai gli occhi dal libro, tutte le finestre erano buie,
le tende svolazzavano verso l’interno per una muta corrente.

Continuai a guardare. Avrei potuto durare cosí per l’eternità.
Compresi allora che di tale materia sono fatti i giorni.

(Lars Gustafsson, "Sulla ricchezza dei mondi abitati", trad. di Maria Cristina Lombardi, Crocetti Editore)

Andrea
27-August-2013, 14:29
La teiera rivestita


La teiera rivestita
e le tue due grandi tazze rosa
il tempo attorno a noi si posa
nella stanza che anchilosa
il pallore di un’estate che finisce


Forse nulla è esistito
se non per questo minuto racchiuso
di fragile serenità
io che sono la tua metamorfosi
e tu la mia Charlotte Brontë


One for you
one for me
and one for the tea-pot


È l’ora del tè


Louis Calaferte

Aleciccio
08-October-2013, 09:03
NEVE IN UFFICIO


Una certa nostalgia di palme. Qui
è freddo, ma non soltanto. I tuoi baci
al mattino sono pochi, poi sto seduto
otto ore qui in ufficio. Anche tu sei
una reclusa e non possiamo
telefonarci. Alzare il ricevitore
e origliare? Telefono, perché il tuo
polso batte solo per altri? Qualcuno chiede:
"Come stai?", e senza attendere risposta
è già fuori dalla stanza.
Che cosa può muovere l'amore? Io calcolo
i prezzi e vengo calcolato. Tutti i pezzi di ricambio,
le parti di caldaia, i bruciatori a olio, tutti passano
per la mia testa come numeri, nient'altro.
E anch'io passo attraverso qualcuno
come un numero. Ma alla sera vengo da te
con tutto quello che sono. Scienziati
scrivono che anche l'amore è
una relazione produttiva. E dove sono
le palme? Le palme si mostrano sulla spiaggia
di una cartolina illustrata; e noi, supini,
le contempliamo. Al mattino ritorniamo
in ufficio, ognuno al suo posto.
Con un numero, come il telefono.

JÜRGEN THEOBALDY

Aleciccio
15-October-2013, 08:35
Happy hours
Una vita sola? Io so che ce n’è un’altra:
sarà come stasera,
questo caffè dentro la stazione
e la pioggia che lucida il piazzale
e il vai e vieni di colori e di ombrelli.
Caldo e voci all’interno -
tu cosa bevi? e tu? Sempre lo stesso?
Salute!
Salute a te, e dimmi come stai.
Tu mi ascolti la faccia tra le mani
e io ti ascolto con i cinque sensi
e questa sera non andiamo a casa.
Quel che diciamo – cose da niente,
ma ritorna il candore
e la voglia di ridere
e una giovane smania di consacrazioni.
Anna Maria Carpi (Milano, 1939), inedito

Andrea
23-October-2013, 11:36
Non che il mondo sia più sicuro –
eppure, nell’oscurità, ti addormenti al mio fianco, e quando
ti desti la giornata inizia con
te; stupita e irrequieta,
come un primo mattino.
Fare colazione o l’amore.
Pronta al riso,
alla discussione e alla sorpresa.
Non è che il mondo sia più sicuro. Solo questo –
c’è che amo il tuo sorriso

Mary Dorcey

Andrea
30-October-2013, 12:18
Istruzioni per dormire


Certo, addormentarsi.
Scacciare la luna
dalla finestra.
Mettere in contumacia
le zanzare.
Stabilire per i gatti
lo spazio notturno.
Zittire i malinconici
cani dei vicini.
Chiudere l’udito
a tutti i rumori
tranne a quello della pioggia.
Relegare tutti i pensieri
angosciosi nel posto
che gli spetta,
nel tempo passato
o futuro.
sistemare i sentimenti
nei reconditi
meandri del cuore,
in astucci
chiusi a chiave fino all’alba.
Reprimere i dolori.
Controllare i desideri
e superare le offese.
Non comporre poesie.
Afferrare il filo di una storia
e inventare una favola.
Fungere da mamma a se stessi.
Essere la propria amata.
Coprire di baci
il cuore insoddisfatto.
Coprire con una coperta
le membra infreddolite.
Entrare
nell’enclave monastica
del buio e del silenzio.
Andare lontano.
In capo al mondo.
Al confine dei sogni e dei non sogni.
E magari
ancora più lontano.


Kajetan Kovič

Andrea
06-November-2013, 11:12
Il pirla

Prima di chiudere gli occhi mi hai detto pirla
una parola gergale
non traducibile
Da allora
me la porto addosso
come un marchio che resiste alla pomice
Ci sono anche altri pirla nel mondo
ma come riconoscerli?
I pirla non sanno di esserlo
Se pure ne fossero informati
tenterebbero di scollarsi
con le unghie
quello stimma.

Eugenio Montale

Andrea
07-November-2013, 14:43
Piaceri

Il primo sguardo dalla finestra al mattino
il vecchio libro ritrovato
volti entusiasti
neve, il mutare delle stagioni
il giornale
il cane
la dialettica
fare la doccia, nuotare
musica antica
scarpe comode
capire
musica moderna
scrivere, piantare
viaggiare
cantare
essere gentili.


Bertolt Brecht

Andrea
11-November-2013, 17:44
Negozio di vestiti usati

Un bell’assortimento di vite passate
per frugarci dentro cercando
quella che vi va bene
pulita e stirata di fresco,
ma con il colletto consunto.

Un manichino vestito di nero
sta sulla porta per servirvi.
I suoi occhi non vi mollano.
I baffi sembrano disegnati
con la punta di un sigaro spento.

Torri di calzoni oscillano,
mentre vi voltate per fuggire,
e i cappelli dei morti rotolano
per terra, corrono
per scortarvi alla porta.

Charles Simic

Andrea
14-November-2013, 15:52
Mi piacerebbe
alzarmi ancora
vicino a te
avendo tempo
d’averti a colazione
di quelle
piene di cose
e latte
a lunga conversazione.

Aleciccio
15-November-2013, 14:51
Tavolata

Dopo una cena, quando si resta ancora
seduti a tavola
ma non si parla della stessa cosa
(qua gridano, là scherzano e discutono
e ridono senza capire),
quando intorno le voci si accavallano
e i discorsi si incrociano, c’è chi
stretto in mezzo al rumore
guarda nel piatto
e se ne sta lì zitto, pieno di noia
e di pazienza, come un bambino
lasciato troppo tempo in mezzo ai grandi.
Ogni argomento, ormai, lo confonde.
Allora guarda fuori,
sopra le case, lontano,
finché gli sembra chiaro cosa dice
questo frastuono.
Sente il segnale che si manda il mondo.
Sente tutte le bocche nella sala
fare una frase sola,affannata e serena, una preghiera
come quella che corre sotto i treni
o dentro il ritmo della lavatrice.
Umberto Fiori (Sarzana, 1949) da Chiarimenti (Marcos y Marcos 1995)

Andrea
28-November-2013, 15:50
I primi cristiani
si riconoscevano nelle catacombe
con il segno segreto
del Pesce
e come pesci moribondi noi
siamo uniti solo dalla Rete.


Michele Mari

Aleciccio
24-January-2014, 14:16
Entrammo nella cabina ed eravamo lì solo noi due.
Ci guardavamo senza fare altro.
Due vite, un istante, la pienezza, la felicità…
Al quinto piano lei scese e io, che continuavo a salire,
compresi che non l’avrei più rivista,
che era un incontro di una volta per sempre
e che, anche se l’avessi seguita,
l’avrei fatto come un morto,
e che, se lei si fosse voltata verso di me,
avrebbe potuto farlo solo da un altro mondo.
Vladimír Holan (http://en.wikipedia.org/wiki/Vladim%C3%ADr_Holan)

Aleciccio
11-February-2014, 09:11
COSE PICCOLE
Nel novero delle cose piccole
metterei la piantina che ho comprato al mercato.
Estati che valgono una vita e torte di compleanno tonde
come la solitudine.Nel novero dei minimi particolari
ci sono la foglia che è spuntata ieri e il momento in cui
dalle mie mani e dal forno elettrico
lievitarono un profumo di mollica e la crosta del pane.
Le radici rinnegate, gli orchestrali piumati
che danno la sveglia al mattino
e aumentano via via che cresce la quercia.
Poi l’albero delle albicocche, quando a giugno
si macchia di frutta e non sai perché.
La consolante disperazione, non l’indifferenza.
L’alfabeto del dolore, imparato con lezioni private memorabili.Nel novero delle cose piccole
c’è questa vita di assolo, allegretti, foglie che si aprono sempre,
farina che resuscita senza miracolo, e polvere era.
Segni scompaginati dal vento.
Però con un senso del ritmo e forse anche del metro.

PAOLA MALAVASI

daniela
13-February-2014, 21:57
Per entrare nel Club dei Ragazzi del ‘66
serviva almeno una cicatrice fresca
che invece a me mancava

poi sono caduto con la bici
mi sono rovinato la faccia le mani le ginocchia

sono tornato da mio padre
mostrando le ferite come una conquista
e ridevo e piangevo insieme

mi capiva – credo – ma in famiglia
avevamo modi strani per esprimere la gioia
forse per questo prima di disinfettarmi
me ne ha date tante

Francesco Tomada

daniela
13-February-2014, 21:59
Lietofine

Le cose che ho imparato allora
e poi non mi sono servite a niente
io le tengo comunque che non si sa mai

sapere che ciò che per l’acqua
è morire di freddo sull’erba
per noi è la brina

l’idea di una prigione per rondini:
con uno spago legato attorno alla zampa
le avrei tenute ferme a terra

la più inutile di tutte
mi fa ancora sorridere
scoprire che se pedali forte in bicicletta
ti nasce intorno un vento
che per gli altri non soffia

Francesco Tomada

Andrea
04-March-2014, 23:05
“Soy ombre: duro poco
y es enorme la noche”

Octavio Paz

Già che corre la vita,
scelgo una corsa semplice
Perchè tutto è accaduto
semplicemente
Un soffio
come d’aria che trema
Poi solo
un profumo di menta
Felicità di andare
coi sandaletti nuovi ritrovati
Fermate dolci-amare
abbacinate
sull’incavo di una guancia virile
Correre ancora
gemmare scontrosi rami, non importa
Importa
lasciarsi contagiare dai pensieri,
parole disvelanti
su pagine rubate a mille notti,
rivoli di un’ epidemia
scesi a tracciare l’anima
Al capolinea
ho salvato gli stracci più preziosi,
poche frasi e scarne,
capaci
di guidare il destino
Ora so riconoscere i miraggi
Ora so arrendermi
alle ombre di materia soffribile
Non temo
altri giochi brutali
e cammino
Un cammino placato
Siamo in tanti a scendere
offrendo mantelli ininterrotti
di fuochi e solitudini
Gli orli
son ricamati di domande

Annamaria Ferramosca

Andrea
12-March-2014, 14:57
Le mattine di domenica,
d’inverno,
alle prime ore:
le strade lavate da poco,
l’aria fresca,
limpida,
l’odore delle brioches dai caffè,
la follia
degli uccelli…
Come se la vita
ti dicesse:
guarda, sono qui,
riprova.


Karmelo C. Iribarren

Andrea
12-March-2014, 15:02
Svegliarti all’alba: col peso delle dita assonnate
prima che suoni la sveglia
prima del viaggio
prima che le sale d’attesa della stazione, i binari
prendano possesso di noi
avvolgendoci con l’involucro di metallo
con il freddo.
La luce sta appena montando le sue installazioni
estrae dal buio i vestiti ripiegati, i libri
e sale l’alba costiera riversa sul davanzale interno…


Marzanna Bogumila Kielar

Andrea
15-March-2014, 20:16
I giorni normali


Arrivano
e se ne vanno senza far rumore,
come buoni clienti,
poi il tempo li confonde
nei ricordi
e non sai più
se quel lunedì fosse un giovedì
oppure il contrario.
Ma non farti ingannare,
non sono poca cosa
come sembrano,
solitamente
uccidono l’amore.


Karmelo C. Iribarren

Aleciccio
19-March-2014, 08:45
Giungla d’asfalto

Vagano nella notte
vasti gli autobus,
anime in pena,
scrigni di luce pallida,
tremanti, vuoti, utili
soltanto a chi è lontano,
avanti e indietro
sempre legati a una linea
di dolore
e lasciano salire ad ogni sosta
un sospiro
che sembra una preghiera.

Valerio Magrelli (Roma, 1957)

Aleciccio
21-March-2014, 09:00
Mattino

Che dolcezza infantile
nella mattina tranquilla.
Gli alberi tendono
le braccia verso terra.
Un vapore tremulo
copre i seminati
e i ragni tendono
le loro strade di seta:
raggi sul cristallo
pulito dal vento.

Federico Garcia Lorca

daniela
22-March-2014, 19:06
“Ci cre­sce­rai den­tro” mi diceva
quando mi com­prava una giacca per la scuola di tre taglie più grande.
E aveva ragione come capita di solito alle madri.

Melassa di fichi. Sci­roppo ener­ge­tico. Olio di fegato di merluzzo.
Prima che l’anno pas­sasse c’ero cre­sciuto dentro
ma per allora, era anche logora.

Diretti in dire­zioni differenti
io e i miei vestiti non siamo mai andati d’accordo.
E anche ora quando mi cam­bio nulla è cambiato.

Posso com­prare tutto quel che mi pare e piace
vestiti nuovi che vanno a pennello.
Spec­chio intero, ghi­gno altero,
sono io ora che mi logoro, che mi fac­cio più leggero.


Roger McGough

Andrea
24-March-2014, 13:49
Insomma, quotidiana... più o meno :)



At Lunchtime


Quando il bus frenò all'improvviso
per evitare di metter sotto
una madre e il suo bambino per strada,
la signorina col cappello verde seduta lì davanti,
fu scaraventata su di me
e per non perdere l'occasione
cominciai a farle il filo


All'inizio resistette,
disse che era mattina presto,
e che aveva mangiato da poco,
e che comunque mi trovava repellente.
Ma quando le spiegai
che vivendo in un'età nucleare
il mondo sarebbe finito all'ora di pranzo,
si tolse il cappello verde,
mise il biglietto del bus in tasca,
e accettò le avances.


I passeggeri,
e ce n'erano parecchi,
erano allibitiesorpresi,
e divertitieinfastiditi.
Ma quando circolò la voce
che il mondo stava per finire all'ora di pranzo,
misero l'orgoglio in tasca
insieme ai biglietti del bus
e cominciarono a pomiciare.
E perfino il controllore,
sentendosi escluso,
salì in cabina,
e cominciò una specie di movimento con l'autista.


Quella notte,
sull'autobus al ritorno,
eravamo tutti un po' imbarazzati.
soprattutto io e la signorina col cappello verde.
E tutti cominciammo a dire
in modi diversi
di come eravamo stati sciocchi e affrettati.
Ma allora, da pezzodifurbo quale son sempre stato,
mi alzai e dissi che era un peccato
che il mondo non finisse quasi a ogni ora di pranzo,
e che potevano sempre far finta che accadesse.
E poi successe...


Veloci comeun fulmine
tutti cambiammo partner,
e subito il bus divenne un fremito
di bianchi corpi dismessi (sotto naftalina) che facevano cosacce.


E il giorno dopo
e ogni giorno
su tutti i bus
in ogni strada
in ogni città
in ogni paese


la gente finse
che il mondo stesse per finire all'ora di pranzo.
Ancora non è successo.
Anche se in qualche modo sì.


Roger McGough

Andrea
27-March-2014, 12:11
Stai vicino alla finestra mentre le luci ammiccano
lungo la strada.




Da qualche parte un tram, che porta
a casa commesse e impiegati, passa sferragliando in questa


sera del Sabbath.




Un gatto nel cortile piange
perché trova il bidone dell’immondizia chiuso;




gli strilloni iniziano il loro giro che trasforma omicidi in penny.
Siamo chiusi in casa, per un po’ al sicuro, salvi


fino a domani.




Ti sfili il vestito, ti arrotoli le calze, attenta a non smagliarle.
Nuda ora,
soffice luce su soffice carne,




ti fermi un attimo; ti volti di fronte a me –
sorridi come sanno fare solo le donne


che hanno giaciuto a lungo con il loro amante


uscendone più vergini.


La nostra cena è semplice, ma noi siamo meravigliosi.


Kenneth Patchen

Andrea
31-March-2014, 13:25
I ricordi mi vedono

Una mattina di giugno in cui era troppo presto
per svegliarmi ma troppo tardi per riprendere sonno,
devo uscire nel verde che è colmo
di ricordi, e mi seguono con lo sguardo.
Non si vedono, si fondono completamente
al paesaggio, perfetti camaleonti.
Sono così vicini che li sento respirare
benché il canto degli uccelli dia stupore.

Tomas Tranströmer

Andrea
01-April-2014, 13:41
Gli amanti


E chi li vede che se ne vanno per la città
se tutti sono ciechi?
Loro si prendono per mano: qualcosa parla
fra le dita, dolci lingue lambiscono
l’umido palmo, corrono per le falangi,
e sopra sta la notte piena d’occhi.
Sono gli amanti, la loro isola fluttua alla deriva
verso morti di cespuglio, verso porti
che fra lenzuola si aprono.
Si disordina tutto attraverso gli amanti,
tutto trova la sua cifra giocata;
loro, però, neppure sanno che
mentre rotolano nell’amara arena
che è loro c’è una pausa nell’opera del nulla,
e che il tigre è un giardino che gioca.
Albeggia nei carri dell’immondizia,
cominciano a uscire i ciechi,
il ministero apre i suoi portoni.
Gli amanti arresi si guardano e si toccano
una volta di più prima di fiutare il giorno.
E già sono vestiti, già se ne vanno per la strada.
Ed è solo allora
quando sono morti, quando sono vestiti,
che la città li recupera ipocrita
e gli impone i doveri quotidiani.


Julio Cortàzar

daniela
02-April-2014, 15:49
Chiodi di cielo

Quel primo giorno, per mettermi sotto,
i miei compagni induriti
mi spedirono saltellante come una scimmietta
dalla ringhiera più alta

giù alla baracca del caposquadra
a chiedere un sacchetto di chiodi di cielo.
Il caposquadra si chiese quale sfumatura
di azzurro avessi in mente, esattamente.

Ne ho bisogno ancora oggi di quei chiodi di cielo
con la loro filettatura impercettibile
e la capocchia indistruttibile

capaci di inchiodare ogni cosa
al nulla
e farcelo stare.

Jamie McKendrick
(tratto da Poesia Marzo 2014)

Andrea
12-May-2014, 20:38
GIRASOLI

Eccola sulla tangenziale
la fame dei giorni.

Passato Vimercate
nel cerchio blu delle montagne
un prato brilla di rugiada
superato ha ormai
l’irto delle stoppie.

Al margine
un girasole dimenticato
si gode il mondo.

Giancarlo Consonni

Aleciccio
03-June-2014, 15:07
Un sabato di giugno

Il tempo non preme col muso sui vetri
appannati delle finestre
ora entra direttamente in casa
invisibile trasparente
come l’aria.
Già siamo al passaggio tra una stagione
e l’altra nuova
tra la primavera e l’estate
(ma non era ieri inverno?
e il prossimo inverno... già mi chiedo).
Mattina, la casa mi accoglie
in pigiama
apro le finestre
la pausa del sabato non sarà questa
(cosa fare tra le mille cose
che aspettano inquiete e aspettano?).
Io mi butto sul computer veloce
a scrivere sul tempo cha passa
come la belva che deve
deve bloccare la preda.
8 giugno 2012

Gabriella Sica

Andrea
25-June-2014, 12:15
Gli scacchi


E il re cortese, il sinistro alfiere
la regina irriducibile, la rigida torre, l'accorto pedone
sopra questo spazio bianco e nero
si cercano e si scelgono
in una muta accanita battaglia.


Non sanno che la mano precisa di un giocatore
governa quel destino
non sanno che una legge ineluttabile
decide il loro prigioniero capriccio.
Ma anche il giocatore (Omar Khayyam lo ricorda)
e' prigioniero di un'altra scacchiera
di notti nere e di accecanti giorni.


Dio muove il giocatore
che muove il pezzo.
Ma quale dio, dietro Dio,
questa trama ordisce
di polvere e di tempo, di sogno e di agonia?


Jorge Luis Borges

Claire
27-June-2014, 11:58
SOCIETÀ DEI CONSUMI


Camminiamo mano nella mano nel supermercato
tra le file di cereali e detersivi
Procediamo di scaffale in scaffale
fino a raggiungere i barattoli di conserva
Esaminiamo il nuovo prodotto
pubblicizzato dalla televisione
E all’improvviso ci guardiamo negli occhi
e sprofondiamo l’uno nell’altra
e ci consumiamo


ÓSCAR HAHN

Aleciccio
10-July-2014, 09:59
La differenza

Una canzone bellissima, ascoltata in auto

alla fine del giorno. Ci sono

le mie sere uguali in città

nei rientri, l’asfalto bagnato

e triste col sacchetto della spesa,

il cibo della famiglia,

quando poi il tempo che mi aspetta

è scandito dai racconti dei figli,

dalle notizie del mondo, la partita,

l’intervallo dei pensieri.
Fermarsi

davanti al cancello di casa, un secondo

nel freddo vero,
soli da millenni, conoscendo attese,

e percepire la silenziosa

soglia del tempo e la minima differenza

fra le mie mani e la loro assenza.

Gabriel Del Sarto (1972)

Claire
23-July-2014, 10:48
BALLATA TERMINALE

L’impiegato F. Pasquale (ufficio via Andrea Doria)
mentre si gratta il pacco con una flemma australe
e la folla inferocita si accalca allo sportello
con suprema stizza e sorriso tutto boria
annuncia: “si è bloccato il terminale”
scatenando l’ira di due vecchie impellicciate
(una nella foga si sputa la dentiera
e l’altra si fa aria con le raccomandate)
e la crisi isterica di un trans nipponico
che scaglia a terra un pacco di Natale
che si sfascia e rivela confezioni
di pasta Rummo, Agnesi e Buitoni.
La ragazza con la spesa e il passeggino
cerca di sedare il suo bambino
che urla come un’aquila preistorica
perché pretende per la cifra modica
di euro diciannove e novanta
che la madre gli compri una ghirlanda
di caramelle colorate tipo Smarties
da sgranocchiare durante l’odissea
che li separa dallo sportello C
dove la madre arriverà stremata
col colorito bianco come un cero
e davanti alla mora da pagare
caccerà il suo classico urlo nero.
Il cingalese con le rose rosse
chiede ragguagli a una vecchia pensionata
che ha un problema di mascella deragliata
e parla in una lingua incomprensibile
che cerca di ovviare con gesti universali
- esperanto di esperienze solidali -
così alla fine anche lui capisce
che non c’è trippa né permessi di soggiorno
perché oltre al terminale si è bloccato
anche quel coso che distribuisce i numeri
(per questo tutti quanti danno i numeri).
Il bimbominkia al postamat all’ingresso
armeggia con destrezza al cellulare
mentre sceglie da pantheon assortiti
i santi e le madonne da scagliare
contro quei vecchi rincoglioniti
che non sanno ancora adoperare
la carta prepagata postepay
e per concludere le loro operazioni
(e quindi poi levarsi dai coglioni)
ci mettono dai cento ai mille eoni.
Le due zingare all’angolo di fuori
guardano la falce della luna
che nel mattino azzurro adamantino
sembra il sorriso allegro di un bambino…

Francesca Genti

Andrea
28-July-2014, 00:28
Di meteorologia
noi non sappiamo niente,
assolutamente:
ignoriamo il tempo delle semine,
e quando s’accoppiano
i maschi con femmine
in guisa che accompagni
la volontà delle stagioni:
ignoriamo i segni
per cui si scelgono le terre,
che riesca fecondo e certo
il gesto della semina.
Per cui noi si vive a caso
per lo più disgraziatamente –
ma senza malizia delle cose.
L’errore fu nascere sotto lo Scorpione,
o in opposizione di pianeti infausti:
o forse l’errore fu nascere, nient’altro.


Ci insegnarono qualcosa:
che il sale rovesciato porta male,
che di venere e di marte
non si sposa e non si parte;
ma per cinque giorni
non ci assistettero dogmi né proverbi.
Sempre ci sgomentò al sopraggiungere
il tuono d’una nascita,
e giunse a noi imprevedibile la morte.


Cercheremo, un giorno, il mago, il guaritore,
la donnetta che legge nelle carte?
Ci verrà meno
la disperazione onesta?


Giorgio Manganelli

daniela
21-September-2014, 22:45
Gerico

È raro sentire cantare in strada
molto più raro sentire fischiare
o fischiettare
se qualcuno lo fa
l’aria sembra fargli spazio
ti sembra che un refolo muova
la flora dei tuoi pensieri
ti metta dove prima non eri;
ma come passa chi fischia
la noia stende le vertebre al sole
e tu rientri dov’eri
dietro il douglas dei serramenti
dentro il livore
degli appartamenti
al tango delle dita sul tavolo ti chiedi
da quali trombe scosse
scrollate le mura
per quali brecce potremo vedere
– fresca –
come un sogno appena sbucciato
la terra che calpesteremo, allegri.

Pierluigi Cappello

Aleciccio
25-September-2014, 08:55
La mia vita la immagino come una città:
da qualche parte nel terzo mondo, o forse nel secondo.
E voglio essere una turista,
nella città della mia vita.
Voglio passeggiare in shorts e un cappello da baseball, con le mappe giuste e una macchina fotografica al collo.
Voglio scoprire cose per la prima volta.
Oh guarda, sono state messe lì apposta per me!
Voglio una stanza con tende un po’ ammuffite.
Dalla finestra, una vista su discariche e marmaglia.
Voglio stare male per il cibo straniero, voglio traffico e polvere,
il sibilo della miseria altrui.
Lasciatemi essere una turista nella città della mia vita.
Datemi una tazza di caffè a prezzi da rapina in piazza,
lasciatemi visitare in fretta il mausoleo del passato
e fotografare la sua mummia,
datemi le fogne a cielo aperto, i sogni capovolti,
la gioia delle rovine, i lebbrosi, i cani randagi,
fatemi dei segni in una lingua che non conosco e che non dovrò imparare. Prendete i miei soldi e lasciatemi andare.

Kapka Kassabova

Andrea
26-September-2014, 11:59
Palpitazione
Sono le cose semplici
che non ci fanno dormire:
una palpitazione,
l'afferrare una mano,
un guardarsi intorno con stupore.
Non gli arzigogoli della mente,
non le strane fantasticherie,
non il gioco di maschere
della verità.
Michael Kruger

Andrea
30-September-2014, 11:52
Tutto possibile la domenica: una qualsiasi sorpresa,
un’auto con amici fuggiti da un umido camping alpestre,
uno scroscio, uno screzio, una chiamata inattesa.
Sono deserte le scatole delle finestre,
dormono le qualità, le analogie, le diatrbe,
dormono la pecoraggine e la villanìa dei profeti,
e le colombine tornate dai balli. Ma tutto possibile:
una fiammata di ebbrezza, uno scherzo al telefono,
la morte di un giallo uccellino ucciso dal freddo,
il passaggio di una nuvolaglia di crespo esequiale,
l’arrivo di un pittore barbuto da Praga. Tutto possibile.
L’architettura maldestra del vuoto domenicale
si scompiglia e si amalgama come il mercurio.
Accada dunque qualcosa, perché la noia verde-malva
non accartocci il castello del cosmo in un disperato tugurio.

Angelo Maria Ripellino

Andrea
30-September-2014, 12:02
Il bottone

Un bottone è quell’arnese
che serve a riunire insieme due cose,
o due parti di una cosa,
le quali, in mancanza di quell’utile intermediario,
rimarrebbero eternamente divise.
Certi strappi dolorosi,
certe fessure profonde,
certe scuciture irrimediabili,
non si verificherebbero affatto,
se la natura producesse spontaneamente
un bottone ovunque si spalancasse,
disgraziatamente,
una fenditura.

Pietro Coccoluto Ferrigni

Andrea
15-October-2014, 13:19
Il giorno che smetterai di parlarmi
in modo ironico, secco e un poco indifferente
saprò che sto morendo


quando smetterai di dirmi
per favore si parla con il congiuntivo, l'hai scordato?
non ci si veste con fiori e righe
non si esce di casa così,
quel giorno
sarà commovente, degno di pietà
e ogni forma di felicità sarà scomparsa


il giorno che giustificherai ogni
cosa che dico
saprò che è arrivata la fine.


Juana Bignozzi

Andrea
18-October-2014, 15:11
A trentun’anni
avrei già dovuto conquistare la Persia
avessi avuto un maestro come Aristotele
adesso non pulirei ruote di seggiolini per vivere
il trucco è tutto lì
qualcuno che ti dica che se vuoi
puoi conquistare la Persia
invece con i 6 presi
riesci a pagare il mutuo
andare al mare in vacanza e portare a spasso il cane
che è abbastanza
ma qualcun altro conquisterà la Persia
e tu lo leggerai sul giornale
e poi metterai il giornale in una borsa
e aspetterai che sia piena
per portarla alla raccolta differenziata
e sembrerà tutto normale – invece è la tua vita che continua
con le minestre solubili il dentista e l’affitto
e ogni notte prima di addormentarti
senti come se avessi dimenticato di fare qualcosa
e ti alzi a controllare il gas
e per un istante ti viene in mente che forse avresti dovuto
conquistare la Persia
ma ti vengono in mente tutte le cassiere del supermercato
che scopano tra di loro
e per la Persia ti ci vogliono ragionevolmente almeno una decina
d’anni
la sega è un attimo.


Alberto Calligaris

daniela
21-October-2014, 15:13
Giovedì passato nell'atmosfera amichevole
della tua conversazione. Sulla tovaglia,
i dolci piatti, il coltello all'erta,
la voglia di mangiare.
La voglia pure di mangiare un poco,
di tutto, di qualunque cosa, di niente.
Di piangere tagliando la cipolla
e di ridere giusto nel cucchiaio.
Le tue mani esperte, tiepide di verdura,
ed il grembiule che sempre si rovina
proprio lì, però che rabbia!
Di nuovo
hanno aumentato il pane, eh? Che problema!
Che problema, moglie mia, che problema,
toccare l'aria di questo giovedì pulito!
Guardarsi il petto scandalo di vita!
Sentire nel tuo ventre il figlio come cresce!
E il resto, lo aggiusteremo poco a poco.

Juan Gelman
.
J

daniela
01-December-2014, 22:43
Reperto archeologico

Nella penombra del museo notai all'improvviso
un vaso etrusco, di certo un vaso per il miele,
largo, con fianchi muliebri
e orecchi buffamente all'insù
come per ascoltare alla perfezione,
e c'era un volto evidente
che sempre sorrideva provocante,
come se volesse offrire
chissà quali segreti!

Questo mi fece tacere ostinato
per tutta la durata della visita.
I piccoli vasi hanno anche orecchi.

Lars Gustafsson

daniela
01-December-2014, 22:45
Bucato

Dove il bucato è appeso ad asciugare
la gente non muore,
non è alla guerra,
resterà per lo meno due giorni
o forse tre.
Non sarà sostituita
da altra gente, o sbattuta dal vento.
Non è simile all'erba inaridita.

Yehuda Amichai

Claire
09-December-2014, 12:58
OCCHIALI
Mi sono riadattato agli occhiali (che la patente, a me, rende obbligati, ormai,
in un paio solo di giorni: vedo tutto più netto: (ma niente mi è, per questo,
diventato migliore, in verità: un semaforo è sempre un semaforo, un marciapiede
è un marciapiede: e io sono sempre io, così)
(quanto al doloroso senso di capogiro,
vaticinato, con l’emicrania, da un Istituto Ottico di corso Buenos Aires, al quale
mi sono rivolto, questa volta, l’ho sperimentato e l’ho superato): (l’oculista
affermava che, con il tempo, io mi ero costruito una mia rappresentazione arbitraria
della realtà, adesso destinata, con le lenti, a sfasciarsi di colpo):
e ho potuto
sperare, per un attimo, di potermi rifare, a poco prezzo, una vita e una vista)

Edoardo Sanguineti

Andrea
22-January-2015, 14:09
Le cose che compriamo

Andare al supermercato è un modo
di rinnovare le promesse matrimoniali,
riempiendo i carrelli di offerte
e qualche sfizio, dopo esserci chiesti
più volte se vale la pena.
Ci fa sentire una famiglia.
Per le corsie pensiamo cosa manca
nelle antine della cucina bianca.
Alla cassa la commessa bionda
già ci conosce, passa sul rullo i codici
delle cose e noi le imbustiamo.
Lei ormai sa cosa ci piace.
Lo saprà anche di altri.
Le cose che compriamo ci raccontano.
Il mese scorso ha visto il test
dell’ovulazione. Oggi gli assorbenti.

Roberto Cescon

Andrea
23-January-2015, 12:35
Il pacchetto Mondo


Anche noi abbiamo ceduto, tagliati fuori
dai discorsi del sabato sera
sugli anticipi e i canali tematici
e dai mondiali stitici in chiaro.
Con accento sardo l’operatore
propone l’offerta: quattro opzioni
del pacchetto Mondo
più Sport, Cinema o Calcio, a scelta.
Gli dico lo Sport, ma cos’è il pacchetto?
«News, Documentari, Musica, Intrattenimento,
Bambini». Gli dico le prime quattro.
«Tutto il pacchetto tranne i Bambini?»
Sì, tutto tranne i bambini.


Roberto Cescon

Andrea
02-February-2015, 11:20
Who’s Who


Una biografia da pochi soldi vi darà tutti i fatti:
come il padre lo picchiava, come fuggì di casa,
quali le lotte della sua giovinezza, quali atti lo fecero
la più grande figura dei suoi giorni; com’egli combatteva,
andava a caccia, a pesca, lavorava tutta la notte,
benché stordito, scavalcava nuove montagne; diede nome a un mare;
Alcuni fra gli ultimi studiosi scrivono persino
che l’amore gli fece versare le sue brave lacrime come a voi e a me.
nonostante gli onori, sospirava per una
che, dicono meravigliati i critici, viveva in casa;
faceva piccoli lavori domestici abilmente
e null’altro; sapeva fischiare; amava sedere tranquilla
o girellare nel giardino; rispose a alcune delle sue lunghe
lettere meravigliose, ma non ne tenne una.


Wystan Hugh Auden

Andrea
23-March-2015, 15:32
Gatto molto piccolo in un negozio


il tuo musino è tutto compito
intenso, bello e serio
spruzzato di tristezza e di infinito.
in ozio mistico dentro la tua cesta.
pigmento blu petrolio è nel tuo pelo
la tua voce è un uccellino di foresta
e nei tuoi occhi si suicida il cielo.


Francesca Genti

dal Trittico del cielo

Andrea
23-March-2015, 15:51
È l'amore la bestia più calda


I.


Sono a Milano. In via Farini. In bicicletta.
Davanti a me un cielo soprannaturale:
gommoso, grigio, gioiarespingente.
La Settanta che cerca di bucarlo,
che arranca verso un sole inesistente.
Sale il cavalcavia, sprofonda,
svolta in direzione Porta Volta,
porta le persone a lavorare.


È una visione molto futurista.


Sono in bicicletta e, come loro,
sto dirigendomi sul posto di lavoro.


II.


Da qualche mese lavoro in un call center,
faccio la cartomante telefonica,
sono una Grande Veggente d’Italia.
Bislacca attività semi-illegale,
naturalmente pagata molto male.


Con lo pseudonimo di maga Fernanda
mi occupo di problemi di famiglia,
di tradimenti, di saldi non pagati,
distribuisco terni a destra e a manca,
dò consigli sugli amori tormentati.


III.


È qui, seduta davanti al mio telefono,
che un’intuizione dell’adolescenza
diventa dolorosa conoscenza,
illuminazione dura, salda.
Verità da cui non puoi scappare:


“è l’amore la bestia più calda”.


Me lo dice al telefono un signore,
precisamente Rino da Treviso.
È del ’39 e ne ha viste tante.
E comunque è un assioma condiviso,
una verità transgenerazionale,
una certezza per tutto lo Stivale.


IV.


Va avanti così per tutta la serata:
passano i minuti, scorrono parole,
le storie sempre uguali si accavallano
fatica, umanità, noia, dolore
e un’imperterrita consapevolezza:


“l’amore più lo insegui, più ti spezza
l’equilibrio, i sogni, il sonno, il cuore”.


Uomini e donne in un perpetuo moto
lo cercano, lo perdono, si affannano.


V.


Verso la fine del mio turno di lavoro
(sono le tre di notte, sto quasi per smontare)
mi capita un fatto che ha dell’inquietante,
una chiamata semi-paranormale:


mi telefona Francesca da Torino,
erre moscia, classe Settantacinque
e come in un racconto di E.T.A. Hoffman
vengo a contatto con il mio doppelgänger.


Il mio doppio non fa eccezione,
mi racconta la sua storia disperata,
finita con una potente litigata,
in cui lei gli ha sfasciato la sua Punto.


“C’è ancora qualcosa da sperare?”
mi chiede con tono fiducioso
e sentendo un leggero disappunto,
un mio tergiversare nella voce,


mi sbatte la cornetta sulla faccia,
non prima però di sentenziare:


“è l’amore la bestia più feroce”.


VI.


Sono le cinque meno venti di mattino,
è gennaio tagliente e io ho finito.
Riprendo la mia bici per tornare
al mio rifugio, il mio bunker personale.


Guardo il cielo nerissimo di stelle,
guardo fissa la stella del mattino,
chiedo a Venere: “c’è qualche novità?”
lei mi guarda, mi strizza l’occhiolino:


“è l’amore, la bestia che ci salverà”


Francesca Genti

daniela
29-April-2015, 22:14
Un attimo fa ho dato un'occhiata nella stanza
ed ecco quel che ho visto:
la mia sedia al suo posto, accanto alla finestra,
il libro appoggiato faccia in giù sul tavolo.
E sul davanzale, la sigaretta
lasciata accesa nel posacenere.
Lavativo!, mi urlava sempre dietro mio zio,
tanto tempo fa. Aveva proprio ragione.
Anche oggi, come ogni giorno,
ho messo da parte un po' di tempo
per fare un bel niente.

Raymond Carver

Aleciccio
19-May-2015, 07:24
Tavolata

Dopo una cena, quando si resta ancora
seduti a tavola
ma non si parla della stessa cosa
(qua gridano, là scherzano e discutono
e ridono senza capire),
quando intorno le voci si accavallano
e i discorsi si incrociano, c’è chi
stretto in mezzo al rumore
guarda nel piatto
e se ne sta lì zitto, pieno di noia
e di pazienza, come un bambino
lasciato troppo tempo in mezzo ai grandi.Ogni argomento, ormai, lo confonde.
Allora guarda fuori,
sopra le case, lontano,
finché gli sembra chiaro cosa dice
questo frastuono.Sente il segnale che si manda il mondo.
Sente tutte le bocche nella sala
fare una frase sola,affannata e serena, una preghiera
come quella che corre sotto i treni
o dentro il ritmo della lavatrice.

Umberto Fiori

Aleciccio
22-May-2015, 08:47
All'indietro presero a correre
le strade risucchiavano l'asfalto
era di notte i netturbini
avevano concluso il turno.
Per alcuni minuti gridarono
i muri delle case sbattevano
come se fossero denti si fermarono
poco discosti.
I corpi che abitavano le case
risvegliati aprivano le porte
calcavano i cappelli sopra teste
prive di idee vuote di sguardi
solo l'udito ritornò
dentro gli antichi corpi.

Piera Mattei

Aleciccio
23-May-2015, 08:40
Constatazioni provinciali

Le pareti di cartone bianco tagliate da una finestra
rettangolare; il giorno si appoggia al cielo;
e una nuvola ammazza il tempo con un nastro azzurro.Sui campanili il crepuscolo infittisce metallico
e accanto a me la vita è così regolata –
Il pozzo, ecco, riempie il secchio con un tonfo
e uno stormo di passeri saltella spiumando su un pasto frugale.Poi una domestica, un gomito robusto nell’aria
raccoglie sul braccio panni freddi dalle corde
sì che il vento soccombe come strangolato da un laccio, –
ora si attende la sera con il livido pennacchio della luna,con campane e farfalle gialle sulla volta e nei giardini.
Profumo: piangono limpide coppe sui conviti bianchi fuori…
Provincia – che animo ordisci in un’estate così?
Ascolta piuttosto come ti crescono nell’ombra larve di gigli.

Ion Vinea

daniela
24-May-2015, 11:31
La squadra di calcioÈ il comunismo perfetto
tutti con la stessa maglia
ognuno è dell’altro il compagno
in campo si vede, distintamente

capisci immediatamente
chi ha talento paura furbizia
remora buona volontà o resistenza
chi gambe chi fiato
non c’è mai una menzogna

e che tutti e sempre
si giochi con le braghette corte
dice bene
che questo è un regime
che funziona

solo quando è giovane.

Giovanni Fierro

Serena-fundy
24-May-2015, 17:09
Dint' a butteglia
n'atu rito 'e vino
è rimasto...
Embè
che fa
m' 'o guardo?
M' 'o tengo mente
e dico:
"Me l'astipo
e dimane m' 'o bevo?"
Dimane nun esiste.
E 'o juorno primma,
siccome se n 'è gghiuto,
manco esiste.
Esiste sulamente
stu mumento
'e chistu rito 'e vino int' 'a butteglia.
E che ffaccio,
m' 'o perdo?
Che ne parlammo a ffà!
Si m' 'o perdesse
manc' 'a butteglia me perdunarria.
E allora bevo...
E chistu surz' 'e vino
vence 'a partita cu l'eternità!

Eduardo De Filippo

Andrea
10-June-2015, 12:05
Ridere a cena, la televisione accesa
il notiziario che corre inascoltato,
la domenica mandano spezzoni di partite
striscioni, primi piani di tifosi e grida,
un lampo tartareo nelle gole;


molto, credo, mi sia questo poco
e qualcosa pure mi tocca mentre mi dici
basta dài spegni andiamo di là
sono senza aggettivi e felice, amore,
triste come un desiderio assolto.


Pierluigi Cappello

Aleciccio
25-June-2015, 12:14
IL TAVOLO DELLA FAMIGLIA

Legno invecchiato dal tempo.
Resina impregnata di tempo.
Cosi il tavolo e la famiglia riunita,
e i rischi del coltello nella carne del legno,
e il vino versato, la macchia,
il sale, la lacrima, sole sul legno.
La mano che levigò il solco, la vena,
la mano graffiata dal tempo: legno.
Albero notturno caduto, abbattuto dall’ascia,
albero piantato dal tempo.
Seduti attorno al tavolo, il padre,
la madre, i figli: album di ritratti.
Il tavolo rimane in mezzo alla stanza:
o di più: ombre.

Jose Eduardo Degrazia

daniela
01-July-2015, 21:55
Dolce far nulla

Un attimo fa ho dato un'occhiata nella stanza
ed ecco quel che ho visto:
la mia sedia al suo posto, accanto alla finestra,
il libro appoggiato faccia in giù sul tavolo.
E sul davanzale, la sigaretta
lasciata accesa nel posacenere.
Lavativo!, mi urlava sempre dietro mio zio,
tanto tempo fa. Aveva proprio ragione.
Anche oggi, come ogni giorno,
ho messo da parte un po' di tempo
per fare un bel niente.

Raymond Carver

daniela
11-July-2015, 22:53
Alla fine forse
saluterò di nuovo gentilmente
come da bambino
quando ero solo:
“buongiorno, signor fiore”
“buonasera, signor albero”
inchinandomi
e toccandoli con la mano
li ringrazierò
per avermi concesso il loro tempo.
Solo che mi rispondano
dicendomi anche loro “buongiorno”
e “buonasera”
non lo crederò più
O forse si?
è di questo che ho paura.

Erich Fried

daniela
11-July-2015, 22:55
Io cammino per un bosco di larici
ed ogni mio passo è storia.
Io penso, io amo, io agisco
e questo è storia,
forse non farò cose importanti,
ma la storia è fatta
di piccoli gesti
e di tutte le cose
che farò prima di morire
saranno pezzetti di storia
e tutti i pensieri di adesso
faranno la storia di domani.

Italo Calvino

daniela
11-July-2015, 23:05
Accesi tutti in una volta i fiammiferi Minerva per
immergere lo sguardo annoiato nel lampo azzurrognolo,
zolfino, tutto oro.
L’ufficio mi fu intorno, allarmato per lo spreco.
M’aspettavo mi tastassero il polso.

Camillo Sbarbaro

daniela
25-August-2015, 22:07
Negozio di vestiti usati

Un’ampia scelta di vite passate
in mezzo a cui frugare
alla ricerca di quella che ti vada bene
pulita e stirata,
però consunta al collo.


Un manichino vestito di nero
è all’ingresso per servirti.
I suoi occhi non ti lasciano andare.
I suoi baffi sembrano disegnati
con la punta di un sigaro spento.


Vedi torri pendenti di pantaloni.
Appena ti volti per scappare,
i cappelli di uomini morti rotolano
sul pavimento per accompagnarti
premurosi all’uscita.

Charles Simic

daniela
29-September-2015, 22:26
UN INNO PER L’OCCHIO

Io dico che se l’anima ha un posto,
quel posto è l’occhio.
L’occhio che alimenta il nostro amore
e la nostra gioia.

L’uomo stesso, l’uomo
tutto fuoco e sorpresa,
non potrebbe essere uomo
senza l’occhio.

La vita, il mare, il cielo,
tutto era una vaga maceria,
fino a che un giorno l’occhio riunì tutto ciò ch’era vivo
e lo avvicinò ai volti.

Tutta l’eternità venne giustificata
il giorno che tutte le cose più vive della vita
si fecero pozzo di sorpresa
nell’occhio.

Jorge Debravo

daniela
12-November-2015, 15:55
Luoghi comuni

Che piacere vederti

Che piacere vederti:
la mia vita mancava
di qualcosa:
ed ecco che vieni tu
ad appagare il desiderio di te
nel respiro di un'ora triste.
È certo che ti volevo vedere
perché ti saluto con parole troppo comuni
per nascondere una bugia:
"Che piacere vederti".

Emanuel CarnevaliTraduzione di Maria Pia Carnevali
Poesia n. 308 Ottobre 2015

daniela
15-February-2016, 15:22
Astronomia privata


Ho cinque nei sul braccio
sinistro e già da bambino
li univo in una forma
di incudine
come una costellazione
in negativo
sul cielo roseo della pelle
che delimita lo spazio alla vista
ma non lo rinchiude
e non sai dove prosegue
l’infinito
se dentro o fuori o semplicemente
ti attraversa

Francesco Tomada

daniela
15-February-2016, 15:25
Nell’armadio

Tutti i biglietti che lascio nelle tasche
delle giacche ai cambi di stagione
sono indirizzi numeri di telefono
e dirsi ecco dov’erano finiti
sono persone da aggiungere alle tante
che ho cercato nei posti sbagliati
proprio quando ne avevo bisogno
proprio mentre le stavo perdendo

Francesco Tomada

daniela
15-February-2016, 15:48
Eravamo questo:
passare tutti i giorni dopo la scuola dal signor Mario
che mi insegnava a lavorare il legno
fino a quando tu non mi hai detto
non puoi andare sempre, non sta bene
e io Mario sta bene, non è malato
e tu hai capito cosa intendevo
e invece no davvero, madre
io capisco tutto così tardi
anche il motivo per cui Lia
veniva a trovare papà sempre di mattina
quando in casa non c’eravamo mai

Francesco Tomada

daniela
07-April-2016, 22:15
A VOLTE SUCCEDE

Mi ero seduto in terrazza.
Il silenzio era assoluto.
Vedevo accendersi e spegnersi
le luci all’interno
delle case.
Un vento dolce, umido,
mi accarezzava il viso…
è il mondo – dissi tra me e me -,
ed è un posto meraviglioso.

KARMELO C. IRIBARREN

Tittums
08-April-2016, 08:15
Corrado Govoni

Piccole cose


Da ogni parte le campagne
suonano il mezzogiorno,
come morbide zane
che vogliano cullare il giorno.
Nella cucina il vecchio pendolo
scatta. Il micio è andato fuori.
Giù, nella via, un fruttivendolo
grida "bei pomi, cavoli fiori!"
Il moro del caminetto
ascolta la sua trottola di gesso.
Mia madre sta facendo il letto.
Io mi sono alzato adesso.
Edè sabato, la vigilia
di Domenica. I raggi del sole sbiadiscono.
Il calendario nota la vigilia.
Passa un biroccio. I vetri abbrividiscono.

kaipirissima
08-April-2016, 09:41
Corrado Govoni

Piccole cose
.

bella non la conoscevo.
Leopardi sceglie il Sabato Al tramonto Govoni il mezzogiorno. L'attimo che è già passato contro il presente che "abbrividisce".
Abbrividisce. bella parola.

Tittums
08-April-2016, 11:59
Anche la parola biroccio...è interessante...

kaipirissima
08-April-2016, 12:03
Però biroccio ė d'uso. Abbrividire mai sentito nel parlato comune.

Enribello
02-October-2016, 09:11
Per ogni donna stanca di fingere debolezza
esiste un uomo stanco di dover dimostrare la sua forza.
Per ogni donna stanca di fingersi stupida
esiste un uomo stanco di dover sempre agire da modello.
Per ogni donna stanca di essere tenuta a piangere per dimostrare d’essere donna
esiste un uomo che non può esprimere i propri sentimenti.
Per ogni donna sportiva la cui femminilità viene messa in discussione
esiste un uomo costretto a competere per dimostrare la propria virilità.
Per ogni donna stanca di essere considerata solo per il suo corpo
esiste un uomo preoccupato di essere giudicato solo per le sue prestazioni sessuali.
Per ogni donna a cui non è concesso un salario dignitoso
esiste un uomo costretto a lavorare di più per poterla sfamare.
Per ogni donna che non sa cambiare una ruota
esiste un uomo che non riesce a cucinare nemmeno un uovo.
Per ogni donna che cammina verso la sua libertà
esiste un uomo che ne riscopre il vero significato.
L’umanità è un uccello con due ali,
una è femminile, l’altra maschile.
Fino a che le due ali non potranno spiegarsi in maniera uguale,
l’umanità non sarà mai in grado di volare.

B. Boutros Ghali

https://thumbs.dreamstime.com/t/salto-donna-della-giovane-e-dell-uomo-2726083.jpg

Enribello
20-November-2016, 10:50
QUALCHE INGENUITÀ

Giorni tranquilli con molti alberi.
Ti dona questa brezza intorno alle labbra.
Ti dona questo fiore che guardi.
Allora non sono una menzogna il mare, il tramonto
e questa barca che galleggia nel roseto color crepuscolo
e che ha come unico passeggero
una ragazza e una chitarra triste.
Lascia che sia io a manovrare i remi
come se manovrassi due raggi purpurei dimenticati.

GHIANNIS RITSOS

Karlòvasi, 29.VI.87



http://thumbs.dreamstime.com/thumb_374/3742371.jpg

Enribello
27-August-2017, 11:33
Somma dolorosa

Quante ore della notte servono al giorno
per nascere
quanto buio
perche' splenda il bagliore quante gallerie di dolore bisogna attraversare
per giungere alla quiete di un sorriso,
quante radici amare di schiavitu'
perche' dia frutto la dolce liberta'.

Lena Pappa'

http://sachalalla.com/wp-content/uploads/bfi_thumb/tunnel-ngv56sch6zrbd4oeajoeti9dhb75d80ubbw7n9s74o.jpg

daniela
22-September-2017, 22:23
L’entroterra degli occhi

Pensa che si muore
e che prima di morire tutti hanno diritto
a un attimo di bene.
Ascolta con clemenza.
Guarda con ammirazione le volpi,
le poiane, il vento, il grano.
Impara a chinarti su un mendicante,
coltiva il tuo rigore e lotta
fino a rimanere senza fiato.
Non limitarti a galleggiare,
scendi verso il fondo
anche a rischio di annegare.
Sorridi di questa umanità
che si aggroviglia su se stessa.
Cedi la strada agli alberi.

Franco Arminio

daniela
12-November-2017, 20:43
Dedicata a Kaipirissima:

Ho veduto solo una volta
un sole cosí insanguinato.
E poi mai piú.
Scendeva funesto sull’orizzonte
e sembrava
che qualcuno avesse sfondato la porta
dell’inferno.
Ho domandato alla spécola
e ora so il perché.
L’inferno lo conosciamo, è dappertutto
e cammina su due gambe.
Ma il paradiso?
Può darsi che il paradiso non sia null’altro
che un sorriso
atteso per lungo tempo,
e labbra
che bisbigliano il nostro nome.
E poi quel breve vertiginoso momento
quando ci è concesso di dimenticare velocemente
quell’inferno.



Jaroslav Seifert

Estella
22-November-2017, 00:24
Mi dici che non hai dormito bene. Ti confesso
che nemmeno io. Hai passato una nottataccia. “Anch’io”.
Siamo straordinariamente calmi e teneri l’un con l’altro
come se avvertissimo il nostro traballante stato mentale.
Come se ognuno sapesse cosa prova l’altro. Anche se,
naturalmente, non lo sappiamo. Non lo si sa mai. Non importa.
È la tenerezza che mi preme. È questo il dono
che mi commuove e mi prende tutto questa mattina.
Come tutte le mattine.

Raymond Carver

daniela
20-January-2018, 22:10
Non insistere, il fiore non sboccia
prima del giusto tempo.
Neanche se lo implori,
neanche se provi ad aprire i suoi petali,
neanche se lo inondi di sole.
La tua impazienza ti spinge a cercare
la primavera;
quando avresti solo bisogno
di abbracciare il tuo inverno.

Ada Luz Màrquez

daniela
28-January-2018, 14:05
Che fortuna che ho

È sul divano, raccolta
come un uovo. Parla
con sua madre al telefono.
Ride. Poi corruga appena
la fronte. Cose così.
Io la guardo soltanto:
c’è luce in lei, anima, vita,
mi piace osservarla, ascoltare
la sua voce. Talvolta non
posso fare a meno di dirmelo:
Che fortuna che hai, scemo!

K. Iribarren

Enribello
29-April-2018, 09:47
Senza esserci mai visti
ci riconoscemmo
le nostre impronte furono una coppia
le nostre vene forgiarono figli
piangemmo insieme le nostre tristezze
insieme conoscemmo cieli limpidi
e oggi
seduti uno di fronte all’altro
ci guardiamo
senza sapere che dirci

Maybell Lebron (https://es.wikipedia.org/wiki/Maybell_Lebron)

https://cache.foochia.com/wp-content/uploads/2016/05/sex-love-life-2014-03-04-couple-with-distance-between-them-main-255x130.jpg
foto presa dal web

Enribello
08-June-2018, 09:44
Mi arrendo.
La religione la mafia
la politica e il calcio
l’esercito e la moda
muovono più gente di me.
Sono milioni o pochi
ma totalmente decisi
al tutto per tutto.
Ho a che fare solo
con le piccole folle
di un cinema notturno
con la solitudine dei giocatori
che officiano una partita di scacchi
con il tepore di alcune donne
Leggo
torno a vedere un vecchio film
faccio notte con Coltrane
e allungo il braccio e accarezzo la mia bella
che mi invita fumando.

Mario Trejo (https://en.wikipedia.org/wiki/Mario_Trejo)


http://powerpictures.crystalgraphics.com/photo/woman_vaping_e_cigarette_cg7p7586536c_th.jpg
foto presa dal web

Enribello
10-June-2018, 09:32
VECCHIAIA

Ah, sì, invecchiano anche le statue e le poesie.
Molti avevano preso parte a quella storia –
uomini, animali, bambini, fiumi, alberi,
ragazzi e ragazze con motociclette, due papere bianche,
il matto silenzioso con una cicca e una fetta biscottata;
ed era allora un mezzogiorno estivo d’oro e sventolavano
le piume della gallina sgozzata luccicando in aria,
e la zia Evanghelìa in cucina puliva i cornetti greci,
e una grossa farfalla si posò sulla saliera.
Nessuno, ma nessuno ha mai saputo
che il temporaneo passa nel mito. Alla stazione del treno
venne a sedersi su una panchina una vecchia vestita di nero
che teneva sul grembiule un cesto d’uova come fosse
l’unica cosa che aveva al mondo. S’addormentò lì.
Qualcuno che passava le rubò il cesto. E cadde la notte.
Ah, sì, invecchiano anche le statue e le poesie e i ricordi degli eroi.


GHIANNIS RITSOS


Karlòvasi, 23.VII.87


https://i.ytimg.com/vi/A8RF4RYIBfU/hqdefault.jpg?sqp=-oaymwEWCKgBEF5IWvKriqkDCQgBFQAAiEIYAQ==&rs=AOn4CLBnJdAE93PfovAgSrHeOvlZHBCRaQ

Enribello
18-September-2018, 13:56
Come zucchero

Ventiquattr'ore. Anche oggi ho inghiottito
la cucchiaiata amara e dolce. Vanno
insensibili in cielo le nubi.
Sarà dolce domani quell'amaro
e viceversa. In battaglioni fitti
come nel terzo assalto a Waterloo
si perdono i neuroni lungo il fiume
del sangue. Sarà inutile contarli.
Ricatturarli, un sogno. Giovinezza
si scioglie come zucchero.

Maria Luisa Spaziani

http://www.nennaki.it/images/zuccheropanna1.jpg

Andrea
02-October-2018, 16:12
Felicità in Cornovaglia




Sua moglie era morta e lui era invecchiato

tra il cimitero e la porta di casa.

Camminava con un passo caratteristico.

Le spalle curve. Non si curò più

dei suoi vestiti e i capelli lunghi gli s’imbiancarono.

I figli gli trovarono qualcuno.

Una donnona di mezza età con

gli scarponi che sapeva

spazzare, passare la cera, spolverare, fare la spesa

e portar dentro la legna. Che poteva dormire

in una stanza sul retro della casa.

Cucinare i pasti. E piano

piano riportare in vita il vecchio,

fargli ascoltare poesie che gli leggeva

la sera davanti al fuoco nel

caminetto. Tennyson, Browning,

Shakespeare, Drinkwater. Uomini

con un nome che prende spazio

in una pagina. Lei gli faceva da maggiordomo,

da cuoca, da governante. E dopo

un po’, oh, non si sa e non importa

quando, cominciarono a vestirsi bene

la domenica e a passeggiare insieme in città.

Lei sottobraccio a lui.

Sorridenti. Lui fiero e contento

e con la mano sulla mano di lei.

Nessuno li rifiutava

o cercava di sminuire questo fatto

in alcun modo. La felicità è

una cosa così rara! La sera lui

ascoltava poesie, poesie, poesie

davanti al fuoco.

Di quella vita non ne aveva mai abbastanza.




Raymond Carver

Andrea
22-November-2018, 01:54
Post scriptum
E non ti ho parlato ancora del
deterioramento della posta in questa oscura provincia
dell’impero.
L’impiegato grugnisce unicamente
sdraiato contro un calendario dell’anno precedente
(uno sfondo eccessivo di fiori, vacche e montagne)
ma adesso si è innamorato delle destinazioni delle mie lettere,
sorride – qualche volta –
e posso scommettere che pensa a me
quando attraversa i ponti diretto al suo cuscino.
Ci si può impadronire dei sogni degli altri
per non morire, si può accettare la vita come una
rappresentazione del desiderio.
Così senza turbolenze, invento false
lettere da scrivere –
esotici mittenti nel mattino che trema –
e quell’uomo e io
torniamo a essere porosi, invincibili,
per un momento.

Paulina Vinderman

Estella
24-November-2018, 15:50
Ho trascurato di dire qualcosa che mi riguarda

Ho trascurato di dire qualcosa che mi riguarda
ma che riguarda anche voi se mi siete vicini.
Amo la luce che indietreggia quando gli alberi
flettono le foglie nel vento simili ad aironi verdi,
mi commuove l’orizzonte di mare
che emerge dal buio come un ricordo
e il sole che arriva a toccare l’acqua senza scalzarla,
vorrei parlarvi dei miei percorsi sotto i portici di
piazza Vittorio dove ristagna il fiato di tante voci
e del raccoglimento della luce quando scende sulla
tavola apparecchiata ma anche della prima vastità del giorno
o della prima oscurità del giorno quando un antifurto
mette in scena la scintilla dell’idea
io sono una che raccoglie sassi
ma non sono una collezionista
li stringo in pugno per ricordare il
corpo, scrivo dialoghi di lunghe
frasi con la vita per non sprofondare
scrivo per ingraziarmi la morte –
sono una sospesa nella paura
che prima di spalancare la finestra
e sparire nei cunicoli della notte
allagherà di luce le pagine dell’infanzia.

Daniela Attanasio

Andrea
26-November-2018, 18:15
Consigli per stare bene in salute

La prima cosa è ringiovanire.
Non è detto che a sessant'anni
sei più vecchio che a trenta.
L'usura del corpo è poca cosa
rispetto all'usura dell'anima.
Non ti salvi con le tisane,
non ti salvi evitando la carne,
non ti salvi facendo ginnastica:
quello che ti serve è fiorire
come fa una rosa,
come fa un geranio.
*
Non credere più di tanto
alle cure.
Pensa a chi è già morto,
stringigli la mano.
Riposati solo quando non hai niente di meglio
da fare,
altrimenti stancati più che puoi:
nessuno ha mai conservato
le cose che non ha donato.

Franco Arminio

Enribello
09-December-2019, 19:20
Le strade sono
tutte di Mazzini, di Garibaldi,
son dei papi,
di quelli che scrivono,
che dan dei comandi, che fan la guerra.
E mai che ti capiti di vedere
via di uno che faceva i berretti
via di uno che stava sotto un ciliegio
via di uno che non ha fatto niente
perché andava a spasso
sopra una cavalla.
E pensare che il mondo
è fatto di gente come me
che mangia il radicchio
alla finestra
contenta di stare, d’estate,
a piedi nudi.


Nino Pedretti (https://it.wikipedia.org/wiki/Nino_Pedretti)

https://i0.wp.com/shigeitei.com/wp-content/uploads/2016/08/barefoot-482747_640.jpg?fit=175%2C116&ssl=1
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Enribello
29-December-2019, 11:19
Oggi sono rimasto
a fare compagnia al frigorifero.
Ad ascoltare
la fatica che gli costa
funzionare, compiere
essere aggiornato
con i suoi freddi lavori, con i suoi compiti congelati.
Quello che ci si aspetta quindi
da un frigorifero da cucina.
E letteralmente
ho preso una sedia e mi sono sono seduto
al suo fianco. E siamo stai lí.
Lamentandoci. Ad ascoltarci mutuamente funzionare,
respirare.
A pensare nelle cose che si devono congelare
perché il mondo continui. Nelle nostre cose,
suppongo. Nella vita
meccanica o no, elettrica o no. Programmata.
Lineare, indipendentemente della curva o del zigzag,
che segna, nel monitor del polso, il polso.
E siamo stati lì
prestandoci due ore del nostro tempo.
Senza nessuna conclusione
rispetto alla nostra ultima permanenza
da seguire;
quello che è congelare ciò che si porta dentro.

Alfredo E. Quintero


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Enribello
23-March-2020, 16:51
Vado tutti i giorni in riva al mare: ho imparato a
decifrare i messaggi degli uomini.
So di fogli, grigi o gialli, con grafie disperate
dentro bottiglie che non possono essere aperte dalle onde. Grida,
gemiti alla deriva che giungeranno intatti fino al Baltico o
al Mar del Giappone.
A forza di trovarli tra la sabbia, provenienti da tutti
i punti della terra, so riconoscere i quattro versi
del languido, la sua richiesta d’aiuto rimata in strofe impeccabili.
So distinguere le lacrime dozzinali con cui il grossolano sigilla il suo
appello, le imprecazioni del violento e il tono freddo dell’orgoglioso.
So riconoscere il messaggio del nostalgico: appone
sempre ben chiari nome e data.
L’abitudine a ricevere messaggi mi permette di affermare che
dietro ogni cuore disegnato si nasconde un’anima di
vergine, così come gli anziani disegnano orologi e gli
adolescenti ghigliottine.
Ci sono lunghi lamenti: appartengono al vanitoso, che descrive
prolissamente le sue aspirazioni e tutto quanto tradisce il
tempo, tutto quanto si è trasformato in nulla e in menzogna.
Una donna di carattere aggiunge il ritratto in cui la si vede di profilo,
seria e orgogliosa, con un vestito da sera e una collana di zaffiri.
Il credente esige; l’incredulo supplica; l’indifferente
si dimentica di firmare.
La lettera del saggio è un foglio in bianco.

Abilio Estèvez (https://it.wikipedia.org/wiki/Abilio_Est%C3%A9vez)

https://pp.userapi.com/c636019/v636019096/222af/LxbDBdh4pTo.jpg?ava=1https://thumb-p0.xhcdn.com/a/M12Goig6wRZKSMY_CYs2Ng/000/362/663/300_450.jpg
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Rupert
05-February-2021, 12:31
Effetto covid
(alla scrivania dell'ufficio)



alla scrivania dell'ufficio
si lavora;
alla scrivania dell'ufficio
si scrive
alla scrivania dell'ufficio
si telefona
alla scrivania dell'uffico
s'incontrano persone
online
che stanno
alla scrivania dell'ufficio
s'assiste a lezioni conferenze comunicazioni lagnanze mozioni promozioni bubbole e palloni

si mangia
alla scrivania dell'ufficio
si dormicchia
si scribacchia
si mangiucchia
si vivacchia
alla scrivania dell'ufficio
rivive la vivandiera
alternata al precotto industriale
alla scrivania dell'uffico
s'acquista
si cazzeggia
s'aspetta
il consueto
l'inatteso invece vien da sé
alla scrivania dell'ufficio.

alla scrivania dell'uffico...
la scrivania dell'ufficio!